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Nicco Fasola Giusta

Torino 1901 feb. 23 - Fiesole (Firenze) 1960 nov. 8

storica dell'arte
docente universitaria
politica
antifascista

Intestazioni:
Nicco Fasola, Giusta, storica dell'arte, docente, (Torino 1901 - Fiesole 1960), SIUSA

Altre denominazioni:
Nicco Giusta

Nacque a Torino il 23 febbraio 1901, da Marianna Rosa Cumino e Carlo Nicco, e fu iscritta all'anagrafe comunale con il nome di Giustina Maria Rosa.
Proveniente da una scuola privata, nel 1907 sostenne l'esame per l'ammissione alla seconda classe presso la Scuola elementare Ernesto Ricardi di Netro della Città di Torino. Gli studi medi superiori li fece presso il Regio ginnasio Massimo D'Azeglio in Torino.
L'8 luglio 1922 si laureò in filosofia presso la Regia università degli studi di Torino, con punti centootto su centodieci. Nell'anno accademico 1922-1923 si iscrisse al quarto corso presso la medesima Università per conseguire la seconda laurea, in lettere, che ottenne in data 29 giugno 1924 con il punteggio di centodieci e lode. Fu allieva di Adolfo e Lionello Venturi.
Dal 26 marzo al 14 aprile 1924 "supplì lodevolmente", presso il Regio liceo ginnasio Vittorio Alfieri di Torino, l'incaricato in storia dell'arte. Nello stesso anno scolastico 1923-1924 tenne anche l'insegnamento del secondo corso di lettere italiane, storia e geografia presso il Circolo filologico di Torino e quello di materie letterarie nella seconda ginnasiale dell'Istituto nazionale delle figlie dei militari Villa Regina di Torino. Nel successivo, invece, fu incaricata di filosofia e pedagogia in una classe terza superiore aggiunta dell'Istituto magistrale Domenico Berti di Torino e dal 1924 al 1927 ebbe incarichi, sempre in storia dell'arte, presso il Regio liceo ginnasio C. Cavour di Torino e presso il Regio liceo ginnasio Vittorio Gioberti di Torino.
Dal 16 ottobre 1923 al 1° aprile 1933 svolse anche il ruolo di assistente volontario presso la cattedra di storia dell'arte nella Regia università degli studi di Torino.
Nel 1927 vinse due concorsi per l'insegnamento di materie letterarie negli istituti medi inferiori, uno generale a 22 cattedre ed uno speciale a 60 cattedre, classificandosi rispettivamente terza su 346 e seconda su 375 candidati; divenne così insegnante di ruolo nelle scuole medie e svolse tale attività fino al 1947. Da un'attestazione del 28 maggio 1947 rilasciata dal Provveditorato agli studi di Firenze risulta essere un'insegnante presso la Scuola media governativa Lorenzo il Magnifico di Firenze.
In Toscana era giunta nel 1934, quando si era sposata con Cesare Fasola.
Nel 1937 partecipò al concorso per un posto di professore di letteratura italiana, storia dell'arte e storia presso la R. accademia di belle arti di Carrara e fu vincitrice come terza nella terna, anche se, in realtà, non svolse mai tale incarico.
Nel 1938 la Reale accademia d'Italia le conferì una «Borsa Volta» pari a lire duemila e nel 1941, nell'adunanza solenne del 21 aprile, le assegnò, tra i premi del Ministero dell'educazione nazionale e delle fondazioni annesse all'Accademia, il riconoscimento per le scienze storiche grazie al suo lavoro su Nicola Pisano, pubblicato nel 1940 presso l'editore Palombi.
Dal 1933 al 1943 Giusta aveva aderito al Partito nazionale fascista, come risulta dal modulo di iscrizione alla Sezione di Firenze del Partito d'azione datato 1° settembre 1944; in esso dichiarò di essere stata "denunziata e sorvegliata", di aver svolto attività politica clandestina sotto l'occupazione tedesca dopo l'8 settembre 1943 e di aver fatto parte del PDA già dal 1941, come "capo settore del 900"; tra i suoi presentatori come compagni di partito citò Carlo Ludovico Ragghianti ed Ernesto Codignola ed indicò, come attività volontaria che avrebbe preferito svolgere quella "culturale", anche se dichiarò di avere poco tempo a disposizione. Nel partito si era occupata di "distribuzione stampa; collegamenti e servizi vari e organizzazione a Fiesole; partecipazione al C.L.N. di Fiesole". Del Comitato fiesolano Giusta fu segretaria.
Dal 1943 al 1945 ebbe diversi incarichi anche per conto del Comitato toscano di liberazione nazionale, come è riportato in una dichiarazione del 10 giugno 1947 firmata dal suo presidente: diede ospitalità a perseguitati clandestini; organizzò il CLN a Fiesole; svolse attività di collegamento con partigiani e gruppi di resistenti intorno a Fiesole e fuori Firenze; distribuì stampa clandestina a Firenze, organizzando anche cellule attive per la raccolta e presa in consegna del materiale di propaganda e di fondi e armi. Dopo il febbraio 1944 fu membro del Comitato di emergenza in Firenze e, dal 1945 al 1946, commissaria nel Lyceum di Firenze.
Nei bienni 1945-1946 e 1947-1948 fece parte della Commissione edilizia del Comune di Firenze. Fu anche nel Comitato per la ricerca di alloggi per rifugiati, ricercati ed ebrei e fu vicepresidente dell'Università popolare di Fiesole.
Come il marito Cesare, lasciò il PDA, di cui era stata segretaria a Fiesole e membro del comitato consultivo a Firenze, e passò al Partito socialista italiano.
A gennaio 1950 la Commissione regionale toscana per il riconoscimento della qualifica di partigiano la riconobbe, ai sensi del D.L.L. 21 agosto 1945, n. 518, «partigiano combattente», in attività dal 1° novembre 1943 al 7 settembre 1944. Giusta aveva fatto parte della Divisione Giustizia e libertà di Firenze.
Il 16 marzo del 1950, proprio in virtù di tale riconoscimento e per la qualifica gerarchica partigiana di «capitano», avuta per il periodo 1° aprile-7 settembre 1944, per tramite del Distretto militare di Firenze fece domanda al Ministero della guerra affinché le fosse concessa la croce al merito di guerra, riconoscimento che avvenne con attestato rilasciato il 4 aprile 1950 dal Generale comandante militare territoriale di Firenze dell'Esercito italiano.
Dall'anno accademico 1944-1945 aveva avuto l'incarico per l'insegnamento di letteratura italiana presso la Facoltà di architettura dell'Università degli studi di Firenze, insegnamento da lei stessa trasformato, con il consenso e l'apprezzamento dell'intera facoltà, nella più specifica cattedra di estetica e trattatistica dell'architettura, che ebbe successo tra gli studenti e fu giudicata "efficacissima nell'educazione critica e nella formazione della loro coscienza di futuri architetti".
Partecipò al concorso per professore straordinario per la cattedra di storia dell'arte medioevale e moderna dell'Università degli studi di Napoli, bandito con D.M. del 30 aprile 1947 e, come risulta dal «Bollettino ufficiale» n. 47 del 24 novembre 1949, dal 28 febbraio 1949 fu nominata, presso l'Università degli studi di Padova, professoressa straordinaria di storia dell'arte medioevale e moderna.
In tal modo passava nei ruoli universitari. A Napoli e Padova, in realtà, non prese mai servizio. Fu infatti titolare di questa cattedra, come professoressa straordinaria prima e ordinaria poi, nella Facoltà di lettere dell'Università degli studi di Genova, dove insegnò fino alla sua morte.
Con delibera del 10 marzo 1955 l'Istituto storico della Resistenza in Toscana la invitò ad iscriversi all'Istituto come socio fondatore.
Giusta Nicco Fasola si dedicò allo studio dell'arte del Medioevo e del Rinascimento pubblicando saggi e monografie di grande interesse; in particolare approfondì, con attenzione critica, l'arte protorinascimentale, il Pontormo, Nicola Pisano e il Caravaggio.
Il suo primo scritto, «Ravenna e i principi compositivi dell'arte bizantina», fu edito nel 1925 nel numero di giugno della rivista «L'Arte»; l'ultimo, «Luigi Lanzi, C. Giuseppe Ratti e la pittura genovese», uscì postumo nel 1961 nella «Miscellanea di storia ligure in onore di Giorgio Falco» di Feltrinelli. Sempre nel 1961, a Fiesole, fu pubblicato anche il componimento in versi «Come l'abete».
Nel corso della sua attività professionale, collaborò con numerose riviste specializzate pubblicando articoli, saggi, traduzioni e recensioni: nel periodo fascista si segnalano, in particolare, «L'Arte» e «L'Italia letteraria»; nel dopoguerra «Architettura», «Arti figurative», «Commentari», «Il Mondo», «Il mondo operaio», «Il Ponte», «La Fiera letteraria», «La Nuova città», «La Nuova Europa», «Lettere Italiane», «Panorama della Nuova Città». Dal 1943 al 1945 ebbe anche l'incarico del «Notiziario di letteratura artistica» e si occupò della parte di critica artistica per la rivista «La Nuova Italia».
Del 1934 è la sua prima monografia «Jacopo della Quercia» presso Bemporad; del 1940 «Nicola Pisano, Orientamenti del gusto italiano» presso Palombi; del 1942 «Piero della Francesca», «De perspectiva pingendi» presso Sansoni; del 1946 «Argomenti di politica e morale» presso La Nuova Italia, «Della critica» presso Le Monnier e «Pontormo o del Cinquecento» presso Arnaud; del 1948 «Ragionamenti sull'architettura» presso Macrì; del 1951 «La Fontana di Perugia» presso Libreria dello Stato, «Ragione dell'arte astratta» presso Istituto editoriale italiano e «Caravaggio anticaravaggesco» presso La Nuova Città; del 1956 «L'arte nella vita dell'uomo» presso Nistri-Lischi. Pubblicò anche: «Le devoir de la critique. Comptes rendus du Congrès International de la critique d'art» (Paris, 1948), «Presentazione del catalogo della mostra Arte oggi» (Firenze 12 agosto-1 settembre 1950), «Presentazione al volume di Wölfflin, Concetti fondamentali della storia dell'arte» (1953) e «Presentazione del soffitto di Francesco Menzio nell'Aula Magna dell'Università di Genova» (1958).
Approfondì problemi di estetica e di morale connessi all'arte e alla sua storia, come dimostra anche il carteggio con il suo grande maestro Benedetto Croce, presente nel suo archivio.
Morì l'8 novembre 1960 nell'abitazione di Fiesole, stroncata da una malattia durata due anni; aveva lavorato fino alla fine, con l'assistenza del marito, alla stesura della voce «Jacopo della Quercia» per l'«Enciclopedia universale dell'arte». Fu tumulata nella tomba di famiglia a Bra. Al momento della morte aveva una sorella, Maddalena.

(tratto dall'inventario)


Soggetti produttori:
Comitato toscano di liberazione nazionale - CTLN, collegato
Fasola, collegato
Fasola Cesare, collegato

Per saperne di più:
I Partigiani d'Italia - Portale per la consultazione dello schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza. L'accesso alla banca dati è consentito previa registrazione gratuita.

Complessi archivistici prodotti:
Fasola Cesare e Nicco Fasola Giusta (fondo)


Bibliografia:
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELL'UMBRIA E DELLE MARCHE, L'archivio di Cesare Fasola e di Giusta Nicco Fasola (1860-1965). Inventario, a cura di R. SANTOLAMAZZA, Perugia 2015 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica dell'Umbria e delle Marche, 43)
G. MASOERO, Per una storia della famiglia Fasola, in Storia e storie del nostro territorio. Bra "o della felicità", a cura dell'ISTITUTO STORICO DI BRA E DEI BRAIDESI, Bra, Centro stampa Bra, 2006
CITTÀ DI FIESOLE, L'archivio del Comitato di Liberazione Nazionale di Fiesole. Inventario, a cura di M. BONSANTI, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014 (Quaderni d'archivio n. 8)
Studi in onore di Giusta Nicco Fasola, Milano, Edizioni La Rete, 1964 in «Arte lombarda», anno X, volume fuori abbonamento

Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2015/07/14, revisione


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