vetraio
battitore
Headings:
Bellotto, Umberto, vetraio-battitore, (Venezia 1882 - Venezia 1940), SIUSA
Umberto Bellotto nacque a Venezia il 5 marzo 1882; figlio d'arte - il padre era un fabbro veneziano - trascorse la sua giovinezza alternando i periodi di apprendistato presso varie botteghe artigiane. All'età di 19 anni ereditò la bottega ferriera paterna e, con l'architetto Cesare Aurienti, inventò una tecnica per "connubi in ferro e vetro", conseguendone il brevetto nel 1910. Dimostrando una viva attitudine artistica, eseguì opere, per lo più in ferro battuto, caratterizzate da forme ardite, lontane da gusto del momento.
A partire dal 1903 lavorò come espositore ed allestitore alla Biennale di Venezia, dove tenne anche alcune mostre personali, rispettivamente nel 1914, 1920, 1922, 1924.
Al Lido di Venezia collaborò con diversi architetti contemporanei: Giulio Alessandri, Domenico Rupolo, Ambrogio Narduzzi, Giovanni Sardi e Max Ongaro. Nel 1907 collaborò con Rupolo alla messa in opera delle balaustre in stile liberty delle scale esterne di Villa Terapia o Klinger o Nuova dei Padri Armeni raffiguranti insetti (libellule, farfalle, ecc.) catturati in ragnatela in ferro battuto. Dello stesso periodo sono i cancelli degli ingressi di Villa Romanelli in stile liberty floreale. Intorno al 1910 la collaborazione fra i due si consolidò con l'esecuzione del cancello di Villa Otello nel quale sono riprodotti due pavoni, uno per battente, a ruote spiegate ottenute tramite una serie di maglie mobili circolari.
Nel 1911 partecipò, con l'architetto Alessandri, alla realizzazione di Villa Tonello o Adele, eseguendone il cancello a maglie mobili con patere raffiguranti animali araldici, le balaustre e le ringhiere. Sempre con Alessandri, nel 1915 realizzò il cancello, sormontato da ceste piene di fiori, di Villa Antonietta.
Alla collaborazione con Sardi sono, invece, attribuiti il cancello della Darsena ed i fanali d'ingresso dell'Hotel Excelsior, nonché il cancello dell'Hotel Villa Regina in gran viale, sul quale si arrampica una pianta di rose fiorite in ferro battuto. Fiori e fiocchi ritornano nel cancello di Villa Gemma, realizzata dall'architetto Ongaro.
Nel 1925 partecipò alla triennale di Monza, nel 1927, sempre a Monza, espose per la Pauly & C. - Compagnia Venezia Murano una personale delle opere dalle forme déco di derivazione cubista a sfere sovrapposte, a coni, in cui il vetro di base era cristallo puro o a bolle regolarmente disposte.
Nel 1926 realizzò l'Ossario del Pasubio con l'architetto Ferruccio Chemello. Tra le opere più famose il Salone dei cancelli di Castello Bolognini, la cancellata della tomba di Dante Alighieri a Ravenna e le inferriate per la Banca d'Italia a Rialto.
Nel 1928 venne chiamato a Roma dal conterraneo Giuseppe Giurati, allora ministro per i lavori pubblici, con l'incarico di decoratore ufficiale degli edifici pubblici della capitale, cessando quindi la sua produzione artistica.
Morì a Venezia nel 1940.
Alla collaborazione con Sardi sono, invece, attribuiti il cancello della Darsena ed i fanali d'ingresso dell'Hotel Excelsior, nonché il cancello dell'Hotel Villa Regina in gran viale, sul quale si arrampica una pianta di rose fiorite in ferro battuto. Fiori e fiocchi ritornano nel cancello di Villa Gemma, realizzata dall'architetto Ongaro.
Nel 1925 partecipò alla triennale di Monza, nel 1927, sempre a Monza, espose per la Pauly & C. - Compagnia Venezia Murano una personale delle opere dalle forme déco di derivazione cubista a sfere sovrapposte, a coni, in cui il vetro di base era cristallo puro o a bolle regolarmente disposte.
Nel 1926 realizzò l'Ossario del Pasubio con l'architetto Ferruccio Chemello. Tra le opere più famose il Salone dei cancelli di Castello Bolognini, la cancellata della tomba di Dante Alighieri a Ravenna e le inferriate per la Banca d'Italia a Rialto.
Nel 1928 venne chiamato a Roma dal conterraneo Giuseppe Giurati, allora ministro per i lavori pubblici, con l'incarico di decoratore ufficiale degli edifici pubblici della capitale, cessando quindi la sua produzione artistica.
Morì a Venezia nel 1940.
Generated archives:
Bellotto Umberto (fondo)
Bibliography:
“ La visione del prisma. La Collezione Wolfson”, a cura di S. BARISIONE, M. FOCHESSATI, G. FRANZONE, catalogo mostra, Palazzo Pilotta, Parma, Mazzotta, Milano, 1999
Editing and review:
Frassinelli Antonella, 2012/05/16, prima redazione