architetto
Intestazioni:
Gellner, Edoardo, architetto, (Abbazia 1909 - Cortina d'Ampezzo 2004), SIUSA
Eduard Walter Gellner nasce il 20 gennaio 1909 nella piccola cittadina di Abbazia presso Fiume. Dopo aver lavorato per tre anni come apprendista nell'impresa di costruzioni del padre Emilio, frequenta a partire dal 1927 la Kunstgewerbeschule (scuola di arte applicata) di Vienna, riprendendo quindi, in veste di progettista, la collaborazione con la ditta paterna e avviando contemporaneamente anche una propria attività autonoma.
A questo primo periodo risale l'incontro con il mondo della tecnica artigianale e dei materiali da costruzione, cui Gellner affianca l'hobby per la pittura e la passione per la grafica e l'arredamento, documentata dai molti allestimenti per ambienti di uso commerciale tra i quali il "Bar Tic Tac" (1931) e il bar Cinzano (1937) entrambi ad Abbazia.
È del 1941 la decisione di iscriversi al Regio Istituto di Architettura di Venezia dove seguirà, tra gli altri, gli insegnamenti di Guido Cirilli, Egle Renata Trincanato, Giorgio Wenter Marini e del suo coetaneo Carlo Scarpa, all'epoca titolare della cattedra di Disegno dal Vero.
Qui si laurea nel 1946 sotto la guida di Giuseppe Samonà presentando un progetto la cui successiva realizzazione sconterà una sostanziale modifica nella destinazione d'uso: si tratta del progetto per Villa Alta a Misano Adriatico presso Riccione, divenuto poi Dancing Villa Alta (1946-1948). Di fronte all'opportunità, offertagli da Samonà, di intraprendere la carriera accademica, Gellner sceglierà invece la strada dell'impegno sul campo, aprendo il proprio studio a Cortina, città nella quale vivrà e lavorerà per tutta la vita e dove si è
spento nel dicembre 2004.
Il periodo degli studi universitari aveva contribuito non poco ad ampliare il suo orizzonte di interessi verso la progettazione edilizia e la pianificazione territoriale. La sua vicenda professionale, infatti, si apre nella città ampezzana con una serie di interventi di ampio respiro dimensionale che lo portano a misurarsi con tutte le diverse scale progettuali.
Dagli arredi e dalla ristrutturazione di locali pubblici - tra cui il più celebre resta forse l'intervento per il bar gelateria "La Genzianella" (1947-1948) - egli passa ad affrontare alcune operazioni architettoniche che guardano oltre la semplice casa unifamiliare d'abitazione - albergo "Sporting club" (1949-1950), Palazzi della Telve e delle Poste e telecomunicazioni (1953-1955), "Residence Palace" (1954-1956) - giungendo a cimentarsi con la più ampia scala territoriale attraverso la stesura del piano regolatore (1952-1955) e del piano particolareggiato del centro città (1951-53).
Nell'intensa e longeva carriera che da qui muove i suoi passi non mancano progetti e realizzazioni all'estero - in Tunisia (1960-1961) e in Olanda (1962-1975) - e in varie altre parti d'Italia.
La spiccata, e del tutto personale, sensibilità nei confronti del paesaggio e dell'ambiente costruito, è all'origine delle sue numerose esperienze progettuali condotte per lo più in luoghi fortemente caratterizzati sia in senso naturalistico che storico: è il caso, ad esempio, delle coste della Sicilia (1960-1961) e dell'Isola d'Elba (1957-1968), delle pendici del Gran Sasso (1963-1964) e del tessuto edilizio medievale delle cittadine olandesi.
Tuttavia, è comunque l'ambiente della montagna, o meglio delle Alpi - dalla Val d'Aosta al Friuli Venezia Giulia - il naturale scenario delle sue operazioni di architetto-urbanista.
Alle valli delle Dolomiti e ai centri abitati che le popolano, Gellner dedica, oltre ad una intensa attività pianificatoria, due importanti pubblicazioni frutto di studi e indagini sulle tipologie insediative e sui sistemi costruttivi dell'edilizia locale (Architettura Anonima Ampezzana, Padova 1981; Architettura rurale nelle Dolomiti Venete, Belluno 1988).
La sua opera più significativa è senz'altro il villaggio ENI a Corte di Cadore (1953-1965) dove egli coniuga un'accurata progettazione architettonica ad un'attenta sistemazione territoriale. La realizzazione del grande complesso turistico-aziendale - 263 case unifamiliari, colonia, alberghi, campeggio, centro servizi e la chiesa disegnata in collaborazione con l'amico Carlo Scarpa - gli vale nel 1963 il premio IN/ARCH.
A questa ed altre onorificenze egli affiancherà anche cariche istituzionali di rilievo in seno ad associazioni nazionali, quali l'APAO, l'INU, la Commissione Alberghi del Ministero per il Turismo e l'Ordine professionale degli architetti di Venezia.
Nota biografica a cura di Martina Carraro.
spento nel dicembre 2004.
Il periodo degli studi universitari aveva contribuito non poco ad ampliare il suo orizzonte di interessi verso la progettazione edilizia e la pianificazione territoriale. La sua vicenda professionale, infatti, si apre nella città ampezzana con una serie di interventi di ampio respiro dimensionale che lo portano a misurarsi con tutte le diverse scale progettuali.
Dagli arredi e dalla ristrutturazione di locali pubblici - tra cui il più celebre resta forse l'intervento per il bar gelateria "La Genzianella" (1947-1948) - egli passa ad affrontare alcune operazioni architettoniche che guardano oltre la semplice casa unifamiliare d'abitazione - albergo "Sporting club" (1949-1950), Palazzi della Telve e delle Poste e telecomunicazioni (1953-1955), "Residence Palace" (1954-1956) - giungendo a cimentarsi con la più ampia scala territoriale attraverso la stesura del piano regolatore (1952-1955) e del piano particolareggiato del centro città (1951-53).
Nell'intensa e longeva carriera che da qui muove i suoi passi non mancano progetti e realizzazioni all'estero - in Tunisia (1960-1961) e in Olanda (1962-1975) - e in varie altre parti d'Italia.
La spiccata, e del tutto personale, sensibilità nei confronti del paesaggio e dell'ambiente costruito, è all'origine delle sue numerose esperienze progettuali condotte per lo più in luoghi fortemente caratterizzati sia in senso naturalistico che storico: è il caso, ad esempio, delle coste della Sicilia (1960-1961) e dell'Isola d'Elba (1957-1968), delle pendici del Gran Sasso (1963-1964) e del tessuto edilizio medievale delle cittadine olandesi.
Tuttavia, è comunque l'ambiente della montagna, o meglio delle Alpi - dalla Val d'Aosta al Friuli Venezia Giulia - il naturale scenario delle sue operazioni di architetto-urbanista.
Alle valli delle Dolomiti e ai centri abitati che le popolano, Gellner dedica, oltre ad una intensa attività pianificatoria, due importanti pubblicazioni frutto di studi e indagini sulle tipologie insediative e sui sistemi costruttivi dell'edilizia locale (Architettura Anonima Ampezzana, Padova 1981; Architettura rurale nelle Dolomiti Venete, Belluno 1988).
La sua opera più significativa è senz'altro il villaggio ENI a Corte di Cadore (1953-1965) dove egli coniuga un'accurata progettazione architettonica ad un'attenta sistemazione territoriale. La realizzazione del grande complesso turistico-aziendale - 263 case unifamiliari, colonia, alberghi, campeggio, centro servizi e la chiesa disegnata in collaborazione con l'amico Carlo Scarpa - gli vale nel 1963 il premio IN/ARCH.
A questa ed altre onorificenze egli affiancherà anche cariche istituzionali di rilievo in seno ad associazioni nazionali, quali l'APAO, l'INU, la Commissione Alberghi del Ministero per il Turismo e l'Ordine professionale degli architetti di Venezia.
Nota biografica a cura di Martina Carraro.
Complessi archivistici prodotti:
Gellner Edoardo (IUAV) (fondo)
Bibliografia:
F. MANCUSO, Edoardo Gellner. Il mestiere dell'architetto, Milano, Electa, 1996
Redazione e revisione:
D'Aulerio Antonella, 27/11/2011, prima redazione
Reale Elisabetta, 2012/04/12, revisione