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Hanbury

Luogo: Londra, Shanghai, La Mortola
sec. XVIII prima metà - sec. XX seconda metà

Intestazioni:
Hanbury, Londra, Shanghai, La Mortola, sec. XVIII prima metà - sec. XX seconda metà, SIUSA

Gli Hanbury, famiglia di antica origine quacchera, si stabilirono a Londra all'incirca nella seconda metà del Settecento con Capel Hanbury (1764-1835), che ivi svolgeva la professione di mercante di malto. Nel 1793 sposò Charlotte Bell, terza figlia di Daniel Bell, mercante di carbone.
Il figlio, Daniel Bell Hanbury (1794-1882), fu socio di una ditta farmaceutica londinese rispettata e di successo, "Allen, Hanbury & Barry of Plough Court", Lombard Street; nel 1841 fondò con altri (Henry Dean, Cornelius Hanbury e William Allen) la "Pharmaceutical Society" il cui scopo era unificare le varie fasi della produzione farmaceutica, fino ad allora erratica e affidata al singolo produttore, in un'unica figura professionale che fosse istruita e sottoposta all'esame di un'apposita commissione che avrebbe rilasciato il solo e unico titolo valido di farmacista.
In tale atmosfera crebbero i sei figli che Daniel Bell ebbe dalla moglie, Rachel Christy (1802-1876), soprattutto il primogenito, Daniel (1825-1875), divenuto farmacista e botanico d'eccezione, e il terzogenito Thomas (1832-1907). Gli altri figli furono Sampson (1827-1900), Anna (1830-1913), Capel (1836-1901), Arthur (1837-1839) e Barclay (1840-1910).
A 21 anni Thomas s'imbarcò, il 4 luglio 1853, sulla nave "Bengal" che faceva rotta per Shanghai, con 6000 sterline dategli dal padre per entrare in società con un cugino, Thomas Christy, e altri tre soci determinati a investire nel commercio di té e seta. Durante il viaggio toccò mete quali Aden (ora in Yemen), Ceylon (oggi Sri Lanka) e Singapore.
A Shanghai Thomas Hanbury alloggiò presso la Concessione inglese (English Settlement) e vi rimase sino al 1865. Dodici anni non facili, complicati dalla difficile e rischiosa situazione politica che caratterizzava la Cina dell'epoca, ciclicamente devastata dalle lotte intestine fra il potere imperiale e le società di ribelli che gli si opponevano, dal clima ben poco amichevole (Shanghai era zona di paludi) e dall'atteggiamento dello stesso Thomas, poco incline ad accettare i comportamenti e gli atteggiamenti della piccola comunità inglese, spesso in contrasto con la sua profonda morale di quacchero, e d'altro canto aperto e benevolo verso i cinesi, dei quali desiderò subito imparare la lingua e conoscere i costumi.
Tale atteggiamento fu certo vincente sul lungo periodo, perché ne fece il referente di fiducia di molti ricchi personaggi locali i quali, per sfuggire alle persecuzioni e alle difficoltà, si rifugiavano nella Concessione e affidavano volentieri ad Hanbury proprietà, denari da investire, merci.
Già l'anno successivo all'arrivo in Cina del giovane Hanbury i rapporti fra i soci si guastarono; la società fu sciolta nel 1857 e Thomas ne creò un'altra con Frederick Bower, la "Bower, Hanbury & C.".
Dopodiché tornò in Inghilterra per un periodo di riposo, visto che nei patti della nuova società era stato stabilito che non avrebbe potuto muoversi dalla Cina fino al 1865. Nel medesimo tempo in cui curava i propri affari, s'interessava di botanica impiantando un proprio giardino e scambiando continuamente informazioni con il fratello Daniel e la sua folta schiera di amici e corrispondenti versati in materia.
Nel 1861 il fiuto per gli affari di Thomas gli fornì una grande occasione: allo scoppio della Guerra civile americana, il flusso di cotone che dagli Stati del Sud riforniva la rete cotoniera inglese cessò; Hanbury fu il primo a capire quale opportunità potevano offrire le sterminate piantagioni nelle zone di Shanghai, il cui prodotto veniva coltivato solo per il fabbisogno interno e che mai nessuno aveva pensato di esportare; comprando tutto il cotone disponibile sul mercato e rivendendolo alle industrie cotoniere europee si assicurò infine il capitale per acquistarsi il "property portfolio" sufficiente a fare di lui il maggior proprietario terriero privato di Shanghai. Per tale motivo fu eletto Tesoriere della municipalità (Treasurer to the Council) e il suo intervento fu fondamentale per evitare la bancarotta dell'amministrazione della Concessione, dato che si oppose strenuamente allo spericolato bilancio che la caratterizzava.
Thomas Hanbury lasciò Shanghai e la Cina il 22 aprile 1866, fisicamente e psicologicamente esausto ma estremamente ricco, seguito dal rimpianto degli amici cinesi che lo sommersero di doni e complimenti, e lasciando dietro di sé una forte traccia in termini non solo di affari, che avrebbe sempre curato e seguito attentamente, ma anche di beneficenza.
Tornò in Inghilterra trentaquattrenne; si era ritirato dalla società con Bower e la sua salute era debole: problemi bronchiali e di asma guadagnati nel clima palustre l'avrebbero perseguitato per tutto il resto della vita. Avendo raggiunto il suo scopo, cioè diventare ricco molto giovane in modo da poter vivere di rendita sino alla fine dei suoi giorni, era giocoforza che, nella sua guadagnata posizione sociale, si cercasse una moglie adeguata; ma il trovare solo donne che giudicava più o meno fatue e che non nutrivano alcun interesse per la Cina lo rese melanconico, umore aggravato anche dal fatto che l'umido e la nebbia di Londra non giovavano certo alla sua asma.
Il fratello Daniel gli suggerì allora una vacanza in Italia, sulla costa tra la Francia e Sanremo. Hanbury lasciò Londra il 9 marzo 1867 e giunse a Mentone alla fine del mese. L'ambiente gli piacque al punto che già dopo due giorni se ne andava in giro a visitare proprietà con l'occhio del compratore. Durante le sue visite si spostò verso l'Italia e giunse a Villa Grandis, com'era allora noto Palazzo Orengo di Roccasterone a La Mortola, sul promontorio di Capo Mortola, nel territorio di Ventimiglia (Imperia). Era di proprietà di Devotina Lorenzi, vedova Grandis, e di sua figlia Ambrosina Grandis Galleani ed era in vendita; Thomas Hanbury visitò visitò la villa il 25 marzo e concepì una curiosa, violenta passione per il luogo, che acquistò poco più di un mese dopo, con atto in data 2 maggio 1867.
Tornò in Inghilterra poco dopo, lasciando un sovrintendente, Sebastiano Lorenzi, a occuparsi, dietro sue dettagliate istruzioni, dei quattro uomini e delle sei donne che costituivano il personale del palazzo e dei giardini.
Per curare i suoi affari e i lavori che aveva intrapreso nella residenza ingaggiò uno studio di Mentone, "Bourrit & Simmler".
Pochi mesi dopo conobbe la futura moglie, Katherine Aldam Pease (1842-1920), anch'ella di antica famiglia quacchera, che sposò l'11 marzo 1868, portandola immediatamente a La Mortola.
L'anno successivo, nell'agosto 1869, dovendo tornare in Cina per seguire lo stato dei propri affari, Thomas intraprese con la moglie un viaggio che lo portò dapprima da una costa all'altra degli Stati Uniti, poi, attraversato l'oceano Pacifico, in Giappone e finalmente a Shanghai, dove arrivarono ai primi di dicembre.
In Cina la coppia rimase poco più di due anni; qui nacque il loro primogenito, Cecil, il 10 marzo 1871, e con lui gli Hanbury tornarono in Inghilterra pochi mesi dopo, in settembre.
Thomas e il fratello Daniel diedero in quegli anni forte impulso al giardino de La Mortola, affidandosi anche a personalità di rilievo che, da allora in poi, vollero per le mansioni di capo giardiniere, soprattutto gli architetti del paesaggio e botanici tedeschi Ludwig Winter (1869-1875) prima e Alwin Berger (1897-1914) poi. Sotto la loro guida e il consiglio di Daniel il complesso crebbe sino a diventare uno dei più interessanti e famosi giardini privati d'Europa.
Nel 1872 nacque l'unica figlia di Thomas, Hilda. Nel febbraio 1875, Hanbury intraprese con la moglie un viaggio a Pisa, Firenze e Roma, tornando in tempo per assistere il fratello Daniel, che, ammalatosi gravemente di tifo, morì il 24 marzo. Nel giro di pochi mesi morirono anche la madre, Rachel, e Gustave Thuret, creatore di un famoso giardino di acclimatazione ad Antibes e che da sempre era amico e consigliere dei fratelli Hanbury; anche Winter lasciò La Mortola per avviare un proprio vivaio a Bordighera.
Nel 1876 nacque il terzogenito, Daniel, e nel 1880 l'ultimo figlio, Horace.
La famiglia Hanbury si divise sempre fra l'Inghilterra e la Riviera, ove acquistò diverse proprietà, soprattutto a Ventimiglia, Bordighera e Alassio, ed ebbe numerosi interessi. Il capofamiglia fu anche generoso benefattore: fondò scuole per l'educazione dei fanciulli de La Mortola e di Latte, stipendiandone gli insegnanti, fu amministratore di ospedali, costruì case e fontane in zone che erano povere d'acqua e dispose congrui aiuti per le famiglie colpite da eventi naturali catastrofici, come il terremoto del 1887.
Sir Thomas Hanbury morì il 9 marzo 1907 a La Mortola, dove fu sepolto.
L'amministrazione della proprietà fu continuata dalla vedova Katherine sino al suo decesso nel 1920, poi spettò al figlio maggiore, sir Cecil Hanbury, morto nel 1937. La sua scomparsa lasciò la vedova, lady Dorothy Symons Jeune (1889-1972), alle prese con diverse difficoltà, non da ultimo il sequestro di Palazzo Orengo e delle sue pertinenze nell'agosto 1940, quando, dopo la dichiarazione di guerra al Regno Unito, i possedimenti inglesi in Italia vennero espropriati.
Durante la seconda guerra mondiale i Giardini, occupati prima dalle truppe italiane, poi da quelle tedesche, subirono gravissimi danni. Il 1944 fu l'anno nero della proprietà, che venne bombardata, saccheggiata e, naturalmente, abbandonata.
Nel 1945 lady Dorothy riuscì a ritornare e con soli venti giardinieri iniziò l'opera di ricostruzione, supportata dal secondo marito, il reverendo Rutven Forbes. Ma l'opera risultò superiore alle forze economiche di lady Dorothy, che, dopo diversi tentativi infruttuosi di trovare sostenitori della sua fatica, si risolse a chiedere aiuto per tutelare la proprietà da probabili speculazioni, durante il IX Congresso internazionale di Botanica, tenutosi a Montreal nel 1959. Il Congresso si fece portavoce presso lo Stato italiano del degrado dei Giardini e del loro immenso valore culturale, auspicandone l'acquisto, che avrebbe reso l'area pubblica, tutelata e mantenuta nelle sue finalità scientifiche.
Grazie anche alla mediazione del professor Nino Lamboglia, presidente dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri, il 28 maggio 1960 il complesso fu acquistato dallo Stato, aprendolo alla pubblica fruizione. Gli Hanbury mantennero solo la proprietà della foresteria de La Mortola, Casa Nirvana, e da allora la storia di Villa Hanbury e degli omonimi Giardini Botanici non fu più nelle loro mani.


Complessi archivistici prodotti:
Hanbury, famiglia (Istituto internazionale studi liguri) (fondo)
Hanbury, famiglia (Università degli studi di Genova) (fondo)


Bibliografia:
La Mortola e Thomas Hanbury. Atti della giornata di studi, 23 novembre 2007, a cura di F. DE CUPIS e E. RAGUSA, Torino, Allemandi & C., 2011.
CD allegato: Archivio Hanbury. Inventario, a cura di E. SAITA

Redazione e revisione:
Mambrini Francesca, 2020/03/16, revisione
Romano Antonio Salvatore, 2017/03/14, prima redazione
Sàita Eleonora, 2011/01/01, raccolta delle informazioni


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