sec. XX
Intestazioni:
Mincuzzi Nicoletti, Bari, sec. XX -, SIUSA
Famiglia Mincuzzi
Pietro Mincuzzi (1882-1938) imprenditore, cugino dei Mincuzzi storici commercianti di Bari, si laureò a Genova in Ingegneria navale nel 1905. Si dedicò quindi con il fratello Angelantonio alla gestione del pastificio di famiglia, per il quale realizzò attrezzature basate su propri brevetti originali. Presente nell'annuario 1925 dell'Associazione Italiana Industriale Mugnai e Pastai con 50 dipendenti, il pastificio aveva sede a Bari, in via Emanuele Mola, in un immobile ancora esistente. Nel 1912 Pietro sposò Domenica Rotondo, figlia di Giacoma de Nicolò e del Cav. Gaetano Rotondo, noto costruttore barese inserito nel gruppo dei coevi imprenditori (Colonna, Garibaldi, Dioguardi) che si distinsero nella edificazione della città di Bari a cavallo tra fine '800 ed il primo trentennio del '900, caratterizzata dai grandi palazzi borghesi del centro città e dagli importanti edifici pubblici come il Teatro Petruzzelli, la Banca d'Italia, la Camera di Commercio.
Oltre a Domenica il Cav. Gaetano Rotondo ebbe anche l'omonimo figlio Gaetano, che, laureatosi a Napoli, vi si trasferì e qui esercitò la professione medica a Capodimonte presso l'Opera per la Salute del Fanciullo con intenti umanitari. Qui esiste ancora la Fondazione Gaetano Rotondo per l'assistenza ai minori in situazioni familiari precarie.
Pietro Mincuzzi e Domenica Rotondo ebbero tre figli: Filomena (1913-2005), Giacoma (1915-2009) e Giuseppe (1917-2009).
Fra i figli, Giacoma, detta Mimina, si dedicò alla pittura frequentando la scuola della pittrice Enedina Zambrini, allieva del Fattori, sotto la cui guida si formarono molti degli artisti della Bari dell'epoca. Sue opere sono conservate presso la Pinacoteca Provinciale di Bari, la Soprintendenza per le Belle Arti di Bari, e in collezioni private.
Il figlio Giuseppe, medico e agronomo, sposò nel 1945 Anna De Santis (1927-1996), modugnese, figlia di Gennaro, capostazione, e di Angela Conte, di famiglia impegnata in attività imprenditoriale nel settore edile. Con lei prese dimora nello stabile acquistato e ristrutturato dal padre intorno al 1935 in corso Vittorio Emanuele II, 33 dove è attualmente custodita la collezione dalla di lui figlia minore Maria Elisabetta (Marilisa).
Famiglia Nicoletti
Di origine agricola materana, a seguito della forzata ondata migratoria degli inizi del secolo scorso, la famiglia Nicoletti vide alcuni consistenti ceppi inurbarsi, trasferendosi nella città di Bari.
Qui, una volta radicatasi la famiglia nella vita cittadina, la prima generazione dei Nicoletti baresi si affermò, dopo gli studi universitari, nel ricoprire importanti incarichi burocratici, negli enti pubblici, e didattici, nell'insegnamento e nella direzione di istituti scolastici, dando un sia pure modesto contributo alla impetuosa crescita della città a partire dal secondo dopoguerra.
Dal potente osservatorio municipale, ricoperto per oltre un trentennio da dirigente, Leonardo Nicoletti (1936-vivente) è stato diretto testimone, fra l'altro, negli anni '60 delle vicende legate all'elaborazione del piano regolatore generale, redatto dal prof. Ludovico Quaroni e del contestuale sviluppo urbanistico cittadino, attraverso i piani di zona dei quartieri Japigia (architetti Chiaia e Napolitano) e Poggiofranco (architetto Mangini), in applicazione della L.167 del 18-04-62.
Si è trovato poi a seguire personalmente, nella veste di capo di gabinetto dei sindaci Vernola, Lamaddalena e De Lucia, notevoli fasi della storia cittadina, come quella dell'epidemia colerica degli anni settanta e quella drammatica della morte di Benedetto Petrone, caratterizzata da episodi di chiara natura terroristica.
Leonardo Nicoletti ha sposato nel 1962 Maria Addante (1937-vivente), insegnante di scuola media superiore. Il loro figlio Edoardo Nicoletti è l'attuale custode della collezione.
La famiglia Addante, di Capurso ma di origini Triggianesi, raggiunse una certa notorietà alla metà dell'800, essendo gli esponenti dell'epoca titolari di una importante impresa di costruzioni. Nelle memorie familiari risulta che gli Addante possedevano "mezza Capurso" come proprietari immobiliari.
In seguito poi ad una drammatica vicenda, questo patrimonio andò perduto, o quasi.
Negli anni '20 Vito, nonno di Maria Addante, possedeva ancora qualche casa e qualche terreno, ultime tracce di una antica prosperità. Esercitava il commercio dei merletti, tipico di Capurso.
Vito Addante visse una vita abbastanza agiata. Sposò Maria Danese di buona famiglia capursese, imparentata con le famiglie borghesi di Capurso, come i De Mari e i D'Addosio.
(Raffaele D'Addosio, l'illustre dotto bibliofilo, grande studioso della storia di Bari e della Puglia, uno dei fondatori della Biblioteca Sagarriga Visconti di Bari, fu cugino di Maria Danese).
Dei quattro figli di Vito Addante, tre esercitarono l'attività commerciale.
Il maggiore dei figli, Giuseppe, padre della signora Maria Addante si dedicò invece alla carriera di funzionario dell'amministrazione provinciale, ricoprendo per vent'anni almeno la carica di economo della Provincia di Bari.
Giuseppe Addante sposò Michelina Petrella, figlia di Pasquale Petrella, facoltoso commerciante, anche lui di merletti, anche lui di Capurso.
Maria Addante, divorziando da Leonardo Nicoletti ha successivamente sposato in seconde nozze Francesco Gabaldi, funzionario IACP, di origini foggiane, dalla cui famiglia proviene una parte dei materiali custoditi.
Adolfo Gabaldi, padre di Francesco, nato a Foggia dove ancora risiede la famiglia di origine, fu ufficiale di artiglieria nel corso del secondo conflitto mondiale e successivamente funzionario dell'IACP di Bari.
Pietro Mincuzzi e Domenica Rotondo ebbero tre figli: Filomena (1913-2005), Giacoma (1915-2009) e Giuseppe (1917-2009).
Fra i figli, Giacoma, detta Mimina, si dedicò alla pittura frequentando la scuola della pittrice Enedina Zambrini, allieva del Fattori, sotto la cui guida si formarono molti degli artisti della Bari dell'epoca. Sue opere sono conservate presso la Pinacoteca Provinciale di Bari, la Soprintendenza per le Belle Arti di Bari, e in collezioni private.
Il figlio Giuseppe, medico e agronomo, sposò nel 1945 Anna De Santis (1927-1996), modugnese, figlia di Gennaro, capostazione, e di Angela Conte, di famiglia impegnata in attività imprenditoriale nel settore edile. Con lei prese dimora nello stabile acquistato e ristrutturato dal padre intorno al 1935 in corso Vittorio Emanuele II, 33 dove è attualmente custodita la collezione dalla di lui figlia minore Maria Elisabetta (Marilisa).
Famiglia Nicoletti
Di origine agricola materana, a seguito della forzata ondata migratoria degli inizi del secolo scorso, la famiglia Nicoletti vide alcuni consistenti ceppi inurbarsi, trasferendosi nella città di Bari.
Qui, una volta radicatasi la famiglia nella vita cittadina, la prima generazione dei Nicoletti baresi si affermò, dopo gli studi universitari, nel ricoprire importanti incarichi burocratici, negli enti pubblici, e didattici, nell'insegnamento e nella direzione di istituti scolastici, dando un sia pure modesto contributo alla impetuosa crescita della città a partire dal secondo dopoguerra.
Dal potente osservatorio municipale, ricoperto per oltre un trentennio da dirigente, Leonardo Nicoletti (1936-vivente) è stato diretto testimone, fra l'altro, negli anni '60 delle vicende legate all'elaborazione del piano regolatore generale, redatto dal prof. Ludovico Quaroni e del contestuale sviluppo urbanistico cittadino, attraverso i piani di zona dei quartieri Japigia (architetti Chiaia e Napolitano) e Poggiofranco (architetto Mangini), in applicazione della L.167 del 18-04-62.
Si è trovato poi a seguire personalmente, nella veste di capo di gabinetto dei sindaci Vernola, Lamaddalena e De Lucia, notevoli fasi della storia cittadina, come quella dell'epidemia colerica degli anni settanta e quella drammatica della morte di Benedetto Petrone, caratterizzata da episodi di chiara natura terroristica.
Leonardo Nicoletti ha sposato nel 1962 Maria Addante (1937-vivente), insegnante di scuola media superiore. Il loro figlio Edoardo Nicoletti è l'attuale custode della collezione.
La famiglia Addante, di Capurso ma di origini Triggianesi, raggiunse una certa notorietà alla metà dell'800, essendo gli esponenti dell'epoca titolari di una importante impresa di costruzioni. Nelle memorie familiari risulta che gli Addante possedevano "mezza Capurso" come proprietari immobiliari.
In seguito poi ad una drammatica vicenda, questo patrimonio andò perduto, o quasi.
Negli anni '20 Vito, nonno di Maria Addante, possedeva ancora qualche casa e qualche terreno, ultime tracce di una antica prosperità. Esercitava il commercio dei merletti, tipico di Capurso.
Vito Addante visse una vita abbastanza agiata. Sposò Maria Danese di buona famiglia capursese, imparentata con le famiglie borghesi di Capurso, come i De Mari e i D'Addosio.
(Raffaele D'Addosio, l'illustre dotto bibliofilo, grande studioso della storia di Bari e della Puglia, uno dei fondatori della Biblioteca Sagarriga Visconti di Bari, fu cugino di Maria Danese).
Dei quattro figli di Vito Addante, tre esercitarono l'attività commerciale.
Il maggiore dei figli, Giuseppe, padre della signora Maria Addante si dedicò invece alla carriera di funzionario dell'amministrazione provinciale, ricoprendo per vent'anni almeno la carica di economo della Provincia di Bari.
Giuseppe Addante sposò Michelina Petrella, figlia di Pasquale Petrella, facoltoso commerciante, anche lui di merletti, anche lui di Capurso.
Maria Addante, divorziando da Leonardo Nicoletti ha successivamente sposato in seconde nozze Francesco Gabaldi, funzionario IACP, di origini foggiane, dalla cui famiglia proviene una parte dei materiali custoditi.
Adolfo Gabaldi, padre di Francesco, nato a Foggia dove ancora risiede la famiglia di origine, fu ufficiale di artiglieria nel corso del secondo conflitto mondiale e successivamente funzionario dell'IACP di Bari.
Complessi archivistici prodotti:
Mincuzzi Nicoletti (collezione / raccolta)
Redazione e revisione:
Morolla Vincenza, 2015/10/31, prima redazione
Pontrelli Maria Pia, 2015/10/31, supervisione della scheda