sec. XIII -
1746: conti di Strido, 1754: patrizi pisani; 1870: conti, patrizi e nobili pisani.
Nel 1746 Cosimo Baldassarre Agostini successe nel fidecommisso istituito nella contea di Strido da Alamanno Venerosi nel 1703.
Il decreto di ascrizione al patriziato pisano risale al 27 maggio 1754.
Il titolo comitale, senza il predicato "di Strido", insieme a quello di patrizi e nobili pisani, venne riconosciuto con decreto 21 ott. 1870 della Regia Consulta Araldica.
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Agostini Fantini Venerosi della Seta, Pisa, sec. XIII -, SIUSA
La famiglia Agostini era già nota in epoca medioevale, ma è con Antonio di Nanni di Agostino che il casato risulta attestato ufficialmente nella vita pubblica cittadina. Egli ricoprì la carica di priore nel 1461; sposò Brigida Bizzarri ed ebbe quattro figli. Il primogenito, Mariano, nato nel 1462, comandò il presidio della torre del Parlascio, nel 1497, durante la guerra contro i fiorentini, e diede origine ad un ramo estintosi nel XVII secolo con Alvida Agostini, moglie del cavalier Cosimo Rosselmini. Suo fratello Pietro, nato nel 1463, fu capitano della guarnigione di stanza al castello di Vicopisano e da lui discendono in linea diretta gli attuali conti Agostini Fantini Venerosi Della Seta. L'altro fratello Iacopo fu canonico della Primaziale pisana nel 1528. Il minore di quella generazione, Paolo, nato nel 1481, fu governatore della città per ben tre volte tra il 1512 e il 1518 e diede origine ad un ramo estintosi nei senesi Suarez Bichi Agostini.
Nel XVI e XVII sec. gli Agostini si distinsero nel commercio e nella produzione della seta. Fabio Agostini, marito di Maria Lafranchi, nel 1581 aprì ad Anversa la "Maurizio Lanfranchi - Fabio Agostini e C." che si occupava di compravendita di stoffe. Suo nipote Carlo, che sposò Clorinda Vitali del Carretto, ereditò nel 1648, alla morte dell'amico Cosimo Fantini, che non era sposato e dunque non aveva figli, patrimonio, nome e stemma Fantini, compresa una fabbrica di seta, che poi fu gestita, fino al 1670, dal figlio Cosimo.
Oltre che con i Lanfranchi e i Vitali del Carretto, gli Agostini si imparentarono nel corso dei secoli con antiche famiglie: Roncioni, Gucciardini, Marcello, Ruschi, Rosselmini, Franceschi Bicchierai, Papanti, Del Testa Del Tignoso, Serristori, Ansaldi di S. Miniato, Venturini Galliani di Pontremoli.
Alla prima metà del XVIII sec. risalgono, invece, tramite il cavaliere Cosimo Baldassarre di Ranieri (1722-1793) il titolo comitale e il legame con il ramo pisano dei Venerosi, conti di Strido. Cosimo Baldassarre, cavaliere stefaniano nel 1751, Gran Tesoriere dell'Ordine di Santo Stefano, gonfaloniere nel 1782, sposò nel 1755 Teresa Della Seta Bocca Gaetani (1736-1816), che portò in casa Agostini il patrimonio dei Della Seta (compresa la villa di Corliano tra Pisa e Lucca), quello dei Gaetani e quello dei Bocca, a loro volta eredi di tre casati storici della Repubblica pisana, ovvero gli Orlandi, i Visconti e i Gualandi. Dal loro matrimonio nacque Andrea (1755-1820), filofrancese, diplomatico accreditato a Parigi, durante il periodo napoleonico, in rappresentanza della municipalità di Pisa, maire di Palaia, che, dopo la Restaurazione, fu accusato di collaborazionismo con i francesi e imprigionato. Suo figlio Alamanno Cosimo (1797-1844), avuto dalla nobildonna Maria Zeffira Anna Ruschi, fu amico di Mazzini e Guerrazzi, nonché cospiratore nei moti del 1831; nel 1833 fu arrestato insieme al Guerrazzi e ad altri e imprigionato a Portoferraio. Due figli di Alamanno, Andrea e Ferdinando, avuti dalla nobildonna Maria Grassi, seguirono in politica le orme del padre. Andrea (1821-1858), laureato in matematica e capitano della Guardia Civica, sposò Maddalena Serristori. Ferdinando (1823-1852), ribelle al governo granducale toscano, si trasferì a Torino per entrare nella R. Accademia Militare e uscirne con il grado di tenente di artiglieria nel 1844; prestò servizio nell'esercito sabaudo, dal quale si dimese nel 1847; poco dopo si arruolò nel battaglione universitario pisano e nel 1848 combattè a Curtatone e Montanara, rimanendo gravemente ferito; morì nel 1852.
Sofia (1847-1933), nipote di Alamanno Cosimo, sposò nel 1865 Lorenzo Franceschi Bicchierai. Suo fratello Alfredo Cosimo (1855-1903) si unì in matrimonio nel 1881 con la nobildonna veneziana Teresa Marcello (1862-1946), dalla quale ebbe cinque figli: Andrea (1883-1901); Alessandro (1884-1958), cavaliere di Malta, studioso ed esperto di economia agricola, coniugato con Clementina Lorenzini, dalla quale ebbe due figli Cosimo, nato nel 1922, e Ferdinando, nato nel 1926; Agostino (1894-1960), cavaliere di Malta, laureato in ingegneria nel 1920, direttore di varie società di costruzioni edili, coniugato nel 1922 con la cugina Adriana Marcello; Maddalena, sposata con il duca don Rodolfo di Varano e morta nel 1959; Paola, coniugata con il generale Nicolò d'Avanzo Puoti e morta nel 1978.
Dal matrimonio tra Cosimo di Alessandro e la contessa Elena Rodighiero sono nati Agostino (nel 1958) e Alessandro (nel 1961).
Alla prima metà del XVIII sec. risalgono, invece, tramite il cavaliere Cosimo Baldassarre di Ranieri (1722-1793) il titolo comitale e il legame con il ramo pisano dei Venerosi, conti di Strido. Cosimo Baldassarre, cavaliere stefaniano nel 1751, Gran Tesoriere dell'Ordine di Santo Stefano, gonfaloniere nel 1782, sposò nel 1755 Teresa Della Seta Bocca Gaetani (1736-1816), che portò in casa Agostini il patrimonio dei Della Seta (compresa la villa di Corliano tra Pisa e Lucca), quello dei Gaetani e quello dei Bocca, a loro volta eredi di tre casati storici della Repubblica pisana, ovvero gli Orlandi, i Visconti e i Gualandi. Dal loro matrimonio nacque Andrea (1755-1820), filofrancese, diplomatico accreditato a Parigi, durante il periodo napoleonico, in rappresentanza della municipalità di Pisa, maire di Palaia, che, dopo la Restaurazione, fu accusato di collaborazionismo con i francesi e imprigionato. Suo figlio Alamanno Cosimo (1797-1844), avuto dalla nobildonna Maria Zeffira Anna Ruschi, fu amico di Mazzini e Guerrazzi, nonché cospiratore nei moti del 1831; nel 1833 fu arrestato insieme al Guerrazzi e ad altri e imprigionato a Portoferraio. Due figli di Alamanno, Andrea e Ferdinando, avuti dalla nobildonna Maria Grassi, seguirono in politica le orme del padre. Andrea (1821-1858), laureato in matematica e capitano della Guardia Civica, sposò Maddalena Serristori. Ferdinando (1823-1852), ribelle al governo granducale toscano, si trasferì a Torino per entrare nella R. Accademia Militare e uscirne con il grado di tenente di artiglieria nel 1844; prestò servizio nell'esercito sabaudo, dal quale si dimese nel 1847; poco dopo si arruolò nel battaglione universitario pisano e nel 1848 combattè a Curtatone e Montanara, rimanendo gravemente ferito; morì nel 1852.
Sofia (1847-1933), nipote di Alamanno Cosimo, sposò nel 1865 Lorenzo Franceschi Bicchierai. Suo fratello Alfredo Cosimo (1855-1903) si unì in matrimonio nel 1881 con la nobildonna veneziana Teresa Marcello (1862-1946), dalla quale ebbe cinque figli: Andrea (1883-1901); Alessandro (1884-1958), cavaliere di Malta, studioso ed esperto di economia agricola, coniugato con Clementina Lorenzini, dalla quale ebbe due figli Cosimo, nato nel 1922, e Ferdinando, nato nel 1926; Agostino (1894-1960), cavaliere di Malta, laureato in ingegneria nel 1920, direttore di varie società di costruzioni edili, coniugato nel 1922 con la cugina Adriana Marcello; Maddalena, sposata con il duca don Rodolfo di Varano e morta nel 1959; Paola, coniugata con il generale Nicolò d'Avanzo Puoti e morta nel 1978.
Dal matrimonio tra Cosimo di Alessandro e la contessa Elena Rodighiero sono nati Agostino (nel 1958) e Alessandro (nel 1961).
Family tree:
Il decreto di ascrizione al patriziato pisano del 27 maggio 1754 riporta l'albero genealogico del “pretendente Cav. Cosimo Baldassarre Agostini, Fantini, Venerosi dei Conti di Strido, già detta anticamente degli Agostini del Barbiere”, elencando i rami discendenti dal patrizio pisano ser Antonius Nannis de messer Agostinis, che compose la "Historia Obsidionis Plumbini peractae Anno Christi 1448", citata nel Tomo XXV del "Rerum Italicarum scriptores" di Ludovico Antonio Muratori :
· Paulus Antonii, Priore di Pisa dal 1512 al 1518 (ramo estinto nei senesi Suarez Bichi Agostini);
· Petrus Antonii , castellano di Vico Pisano (ramo da cui discendono gli Agostini Fantini Venerosi della Seta Gaetani Bocca Grassi);
· Marianus Antonii, castellano del Parlascio a Pisa (ramo estintosi nei pisani Rosselmini Gualandi Agostini);
· Jacobus Antonii, Canonico della Primaziale pisana nel 1528.
Documenti ottocenteschi riportano che il genealogista Giovanni Malfatti von Monte Reggio ed altri cronisti veneti riterrebbero che la famiglia, originaria della Gera d’Adda in Lombardia (Agosti o de Augustio), si fosse trasferita nella Repubblica di Venezia alla fine del X secolo e successivamente nella Repubblica di Pisa. Vincenzo Maria Coronelli, nel suo catalogo delle famiglie nobili venete, tramanda le iscrizioni e le memorie, conservate nella chiesa di San Pietro di Murano, delle due linee estinte del ramo veneziano. Varie fonti, tra le quali Filadelfo Mugnos ed Agostino Inveges, concordano nell’indicare il ramo di Pisa come ceppo originario delle famiglie d’Agostino ed Agustini, che si sarebbero trapiantate rispettivamente a Palermo e a Siena nella prima metà del XVI secolo dopo la II° conquista fiorentina di Pisa (1509). Il ramo siciliano si originò da Francesco, il ramo senese ebbe origine da Marcello, entrambi figli di Paulus Antonii Nannis.
Generated archives:
Agostini Fantini Venerosi della Seta, famiglia (complesso di fondi / superfondo)
Sources:
ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e la cittadinanza, n. XXVI, 2
Bibliography:
Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", vol. I-VI, 1-2 (appendici), Milano 1928-1956, vol. I, p. 327
A. PANAJIA e G. VEZZOSI, Memorie di famiglia. Storia, curiosità, aneddoti e cronache di antiche casate pisane, Edizioni ETS, Pisa, 1994, 1-29
A. Panajia, Il Casino dei Nobili. Famiglie illustri, viaggiatori, mondanità a Pisa tra Sette e Ottocento, con la collaborazione di Giovanni Benvenuti, Pisa, ETS, 1996, pp. 33-35
Guida agli archivi delle personalità della cultura in Toscana tra '800 e '900. L'area pisana, a cura di Emilio Capannelli e Elisabetta Insabato, coordinatore Romano Paolo Coppini, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2000, pp. 37-38 (scheda relativa a Alamanno e Ferdinando Agostini Venerosi Della Seta) e pp. 185-186 (scheda relativa a Teresa Marcello Agostini)
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 282
Editing and review:
Trovato Silvia, 2005/10/09, prima redazione
Trovato Silvia, 2009/09/30, rielaborazione