Date of live: sec. XVI prima metà -
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Confraternita del Santissimo Rosario di Otricoli, Otricoli (Terni), sec. XVI prima metà -, SIUSA
La Confraternita è attestata ad Otricoli dalla prima metà del XVI secolo, in un documento in cui è oggetto di un lascito testamentario del 16 gennaio 1546 da parte di tale Giuliana, che le assegna una casa e una tovaglia.
Nacque come associazione di sole donne, ma in seguito vi furono ammessi anche gli uomini.
Nei secoli XVII e XVIII accrebbe il suo patrimonio, soprattutto attraverso i lasciti delle proprie consorelle. Era amministrata da una priora e da una camerlenga e sopravviveva grazie alle elemosine.
Il suo scopo era sostenere e diffondere il culto dei quindici misteri della vita e della morte di Gesù, partecipare alle cerimonie sacre e provvedere alle esequie delle consorelle.
I suoi beni erano per lo più dovuti a lasciti, tra i quali: una casa in contrada L'Olmo lasciata da Damia, con un testamento del 1618, con l'obbligo di quattro messe l'anno in perpetuo per la sua anima; un terreno in vocabolo San Martino lasciato da Attilia Martini con testamento del 1621 con l'obbligo che la Compagnia doveva, annualmente, nella quarta domenica di Quaresima "far spianare le solite pagnottelle, secondo il rito che costumava la medesima testatrice essa vivente" e di far celebrare un'esequia ogni anno per la sua anima. Per ogni consorella defunta restava alla Compagnia una torcia di quelle che venivano accese durante il funerale, se superavano il numero di quattro, mentre se si trattava di un confratello se ne esigeva comunque una, ma solamente se le torce complessivamente erano più di dieci. Se la defunta indossava scarpe o pianelle, un velo o una cuffia nuovi dovevano restare alla Compagnia. Riceveva l'elemosina che veniva fatta con la bussola del sacrestano del Santissimo Sacramento nelle messe della prima domenica di ciascun mese e nelle quattro feste principali della Madonna. Ogni prima domenica del mese la priora e la camerlenga questuavano nel territorio e in occasione della raccolta del grano questuavano grano per le pagnottelle per la quarta domenica di Quaresima.
La Confraternita gestiva un "monte d'imprestanza in benefizio de' poveri" e un decreto emanato in sacra visita dal vescovo Guicciardi il 22 giugno 1717 ordinava che i pegni non potessero durare oltre i due anni. Le spese erano soprattutto legate alle messe celebrate dal capitolo, per il "beccamorto", per l'olio delle lampade, per la cera e per le suppellettili della cappella. Gli obblighi perpetui della confraternita erano i seguenti: doveva fare celebrare quattro anniversari l'anno, uno dopo le festa della Purificazione, uno dopo l'Annunciazione, uno dopo l'Assunta e uno dopo la Natività della Beata Vergine Maria; una messa per i propri associati dopo la commemorazione dei defunti; tre esequie l'anno per l'anima di Leandra Lucidi; quattro messe lette per Damia, quattro per Medea; quattro per Margherita Santini; sei per Clementina Maciocchi.
Nella prima metà del XVIII secolo la Confraternita, ancora oggi in attività, fece costruire una nuova cappella all'interno della Collegiata di Santa Maria Assunta di Otricoli.
(tratto dall'inventario)
Nella prima metà del XVIII secolo la Confraternita, ancora oggi in attività, fece costruire una nuova cappella all'interno della Collegiata di Santa Maria Assunta di Otricoli.
(tratto dall'inventario)
Legal position:
privato
Type of creator:
ente e associazione della chiesa cattolica
Creators:
Capitolo della Collegiata di Santa Maria Assunta di Otricoli, collegato
Parrocchia di Santa Maria Assunta di Otricoli, collegato
Connected institutional profiles:
Confraternita, sec. XII -
Generated archives:
Confraternita del Santissimo Rosario di Otricoli (fondo)
Bibliography:
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA E BIBLIOGRAFICA DELL'UMBRIA E DELLE MARCHE e DIOCESI DI TERNI-NARNI-AMELIA, Gli archivi del Capitolo della collegiata e della parrocchia di S. Maria Assunta di Otricoli e fondi aggregati. Inventari, a cura di F. PIANTONI, coordinamento scientifico di C. ROSSETTI, con contributi di C. CARMI e don C. BOSI, Perugia, 2017 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria e delle Marche, 46), 197-198
Editing and review:
Santolamazza Rossella, 2017/11/22, revisione