Date di esistenza: sec. XII - sec. XX inizio
Intestazioni:
Capitolo della Collegiata di Santa Maria Assunta di Otricoli, Otricoli (Terni), sec. XII - sec. XX inizio, SIUSA
La costruzione della chiesa collegiata di Santa Maria Assunta si fa risalire al VII secolo e quasi certamente la sua origine è legata al trasferimento della popolazione di Otricoli sul colle. Fu officiata nel XII secolo da clero regolare, precisamente dai canonici di Sant'Agostino. In seguito si distinse come chiesa collegiata, ossia sede di un capitolo composto da un arciprete e da vari canonici, la più importante di tutta la Diocesi di Narni.
Le notizie più antiche sull'attività della Collegiata emergono da quattro unità membranacee, comprese tra il 1227 e il 1411. Oltre all'arciprete compaiono un numero variabile di canonici da un minimo di due a tre, che è la formazione più frequente.
Dal resoconto della visita del vescovo Raimondo Castelli del 1657 la Collegiata risulta avere, invece, quattro canonici e un arciprete, al quale competeva la cura delle anime; successivamente, in una relazione del 4 dicembre 1691, si parla di un arciprete e cinque canonici, coadiuvati da due chierici, un sacrestano, un maestro di cappella.
In ricordo della dignità di antica sede episcopale, nelle funzioni pubbliche in Narni, Santa Maria Assunta aveva di diritto il primo posto tra tutte le collegiate.
Agli inizi del XVIII secolo, in occasione della visita del vescovo Francesco Saverio Guicciardi del 1710, il collegio risulta formato da un arciprete, di nomina papale, da quattro canonici "antiquiori" di prima erezione, anch'essi di nomina papale o vescovile, e da quattro canonici "aggiunti" o "iuniori", la cui nomina spettava al Capitolo.
L'arciprete, oltre a svolgere il ministero pastorale della cura delle anime della parrocchia, era membro di diritto del Capitolo di prima erezione. L'ufficio di canonico era connesso ad un beneficio ecclesiastico (il canonicato), ossia l'insieme di rendite provenienti da beni, come terreni o fabbricati, costituiti come beneficio individuale. Famiglie facoltose erigevano dei canonicati riservandosi il diritto di patronato cioè la possibilità di scegliere il destinatario del beneficio. I canonici del Capitolo possedevano in comune dei beni mobili, come i censi, ed immobili, terreni e edifici. L'amministrazione economica era tenuta da un camerlengo, ruolo ricoperto da un membro del Capitolo designato, e il suo ufficio poteva durare anche qualche anno. Alla fine del suo mandato seguiva la revisione dei conti. Le entrate provenivano da affitti di cantine, stanze o da terreni i cui prodotti (soprattutto granaglie, frutta e legna) spettavano in parte al Capitolo, che provvedeva alla loro vendita. Alcuni affitti erano di fienili, terreni prativi e orti; uno proveniva dall'Osteria del Pozzo amministrata dai canonici stessi. Una entrata più esigua era data dalla cera usata per i servizi funebri; una voce rilevante erano, invece, i frutti di censi, ossia dei canoni percepiti in seguito ad un contratto e che venivano di volta in volta reinvestiti.
Le riunioni, ordinarie o straordinarie del Capitolo si svolgevano in sacrestia; le ordinarie si tenevano ogni prima domenica del mese e il 26 dicembre. Compaiono anche riunioni del solo Capitolo "antiquiore", per prendere decisioni di tipo economico, oppure per la nomina dei due "sindici" per la revisione dei conti.
Le decisioni dell'assemblea riguardavano l'elezione o la conferma dei vari ufficiali della chiesa (sacrestano, maestro di cappella, puntatore, etc.), l'approvazione dei predicatori, l'accoglimento di suppliche, le nomine di nuovi canonici e l'amministrazione di beni; ma anche oggetti meno usuali, come il rinnovamento dell'organo della chiesa collegiata oppure la rimozione della lapide in memoria della traslazione di San Vittore dall'altare maggiore.
I canonici erano, infine, membri di diritto della Confraternita del Santissimo Sacramento, esentati dall'obbligo, importante per gli altri fratelli, d'indossare la veste.
Durante le campagne napoleoniche la chiesa di Santa Maria fu occupata dalle truppe francesi nell'aprile 1801 e dal 1806 in poi e subì dei danni.
Alla fine del secolo XIX il Capitolo dei canonici va verso l'estinzione, nel senso che non ne vennero accolti altri in sostituzione di coloro che non ne facevano più parte o per rinuncia o per decesso. La stessa documentazione collegiatizia cessa di essere prodotta tra la fine del XIX secolo e l'inizio del seguente. Le carte relative alle reliquie conservate nella chiesa collegiata hanno origine nella produzione del Capitolo, e ad esso sono state attribuite, ma la produzione successiva, nel corso del secolo XX, è dell'arciprete che reggeva la Parrocchia.
Occorre, infine, ricordare che il titolo di collegiata continua ad essere mantenuto dalle chiese anche se il capitolo è venuto a cessare, come è appunto il caso di Santa Maria Assunta di Otricoli.
Con l'estinzione del Capitolo l'unica figura attiva dell'ente religioso fu esclusivamente l'arciprete, ossia il parroco.
(tratto dall'inventario a stampa)
Agli inizi del XVIII secolo, in occasione della visita del vescovo Francesco Saverio Guicciardi del 1710, il collegio risulta formato da un arciprete, di nomina papale, da quattro canonici "antiquiori" di prima erezione, anch'essi di nomina papale o vescovile, e da quattro canonici "aggiunti" o "iuniori", la cui nomina spettava al Capitolo.
L'arciprete, oltre a svolgere il ministero pastorale della cura delle anime della parrocchia, era membro di diritto del Capitolo di prima erezione. L'ufficio di canonico era connesso ad un beneficio ecclesiastico (il canonicato), ossia l'insieme di rendite provenienti da beni, come terreni o fabbricati, costituiti come beneficio individuale. Famiglie facoltose erigevano dei canonicati riservandosi il diritto di patronato cioè la possibilità di scegliere il destinatario del beneficio. I canonici del Capitolo possedevano in comune dei beni mobili, come i censi, ed immobili, terreni e edifici. L'amministrazione economica era tenuta da un camerlengo, ruolo ricoperto da un membro del Capitolo designato, e il suo ufficio poteva durare anche qualche anno. Alla fine del suo mandato seguiva la revisione dei conti. Le entrate provenivano da affitti di cantine, stanze o da terreni i cui prodotti (soprattutto granaglie, frutta e legna) spettavano in parte al Capitolo, che provvedeva alla loro vendita. Alcuni affitti erano di fienili, terreni prativi e orti; uno proveniva dall'Osteria del Pozzo amministrata dai canonici stessi. Una entrata più esigua era data dalla cera usata per i servizi funebri; una voce rilevante erano, invece, i frutti di censi, ossia dei canoni percepiti in seguito ad un contratto e che venivano di volta in volta reinvestiti.
Le riunioni, ordinarie o straordinarie del Capitolo si svolgevano in sacrestia; le ordinarie si tenevano ogni prima domenica del mese e il 26 dicembre. Compaiono anche riunioni del solo Capitolo "antiquiore", per prendere decisioni di tipo economico, oppure per la nomina dei due "sindici" per la revisione dei conti.
Le decisioni dell'assemblea riguardavano l'elezione o la conferma dei vari ufficiali della chiesa (sacrestano, maestro di cappella, puntatore, etc.), l'approvazione dei predicatori, l'accoglimento di suppliche, le nomine di nuovi canonici e l'amministrazione di beni; ma anche oggetti meno usuali, come il rinnovamento dell'organo della chiesa collegiata oppure la rimozione della lapide in memoria della traslazione di San Vittore dall'altare maggiore.
I canonici erano, infine, membri di diritto della Confraternita del Santissimo Sacramento, esentati dall'obbligo, importante per gli altri fratelli, d'indossare la veste.
Durante le campagne napoleoniche la chiesa di Santa Maria fu occupata dalle truppe francesi nell'aprile 1801 e dal 1806 in poi e subì dei danni.
Alla fine del secolo XIX il Capitolo dei canonici va verso l'estinzione, nel senso che non ne vennero accolti altri in sostituzione di coloro che non ne facevano più parte o per rinuncia o per decesso. La stessa documentazione collegiatizia cessa di essere prodotta tra la fine del XIX secolo e l'inizio del seguente. Le carte relative alle reliquie conservate nella chiesa collegiata hanno origine nella produzione del Capitolo, e ad esso sono state attribuite, ma la produzione successiva, nel corso del secolo XX, è dell'arciprete che reggeva la Parrocchia.
Occorre, infine, ricordare che il titolo di collegiata continua ad essere mantenuto dalle chiese anche se il capitolo è venuto a cessare, come è appunto il caso di Santa Maria Assunta di Otricoli.
Con l'estinzione del Capitolo l'unica figura attiva dell'ente religioso fu esclusivamente l'arciprete, ossia il parroco.
(tratto dall'inventario a stampa)
Condizione giuridica:
enti di culto
Tipologia del soggetto produttore:
ente e associazione della chiesa cattolica
Soggetti produttori:
Compagnia di San Giovanni Decollato di Otricoli, collegato
Confraternita del Santissimo Rosario di Otricoli, collegato
Confraternita del Santissimo Sacramento di Otricoli, collegato
Confraternita di San Giuseppe da Leonessa di Otricoli, collegato
Parrocchia di Santa Maria Assunta di Otricoli, collegato
Profili istituzionali collegati:
Capitolo pievano o parrocchiale (collegiata), sec. VI -
Complessi archivistici prodotti:
Capitolo della Collegiata di Santa Maria Assunta di Otricoli (fondo)
Bibliografia:
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA E BIBLIOGRAFICA DELL'UMBRIA E DELLE MARCHE e DIOCESI DI TERNI-NARNI-AMELIA, Gli archivi del Capitolo della collegiata e della parrocchia di S. Maria Assunta di Otricoli e fondi aggregati. Inventari, a cura di F. PIANTONI, coordinamento scientifico di C. ROSSETTI, con contributi di C. CARMI e don C. BOSI, Perugia, 2017 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria e delle Marche, 46), 17-35
Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2017/11/22, revisione