Date of live: 1943 set. 28 - 1946 lug. 31
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Comitato di liberazione nazionale - CLN di Reggio Emilia, Reggio nell'Emilia, 1943 - 1946, SIUSA
Il Comitato di liberazione nazionale (CLN) di Reggio Emilia fu costituito nel corso di una riunione svolta il 28 settembre 1943 all'interno della canonica della chiesa di San Francesco a Reggio Emilia ad opera delle formazioni politiche già riunite nel Comitato di intesa patriottico sorto dopo il 25 luglio: il Partito comunista italiano (PCI), rappresentato da Cesare Campioli, i democratico-cristiani, rappresentati da don Prospero Simonelli e Pasquale Marconi, il Partito socialista italiano di unità proletaria (Psiup), rappresentato da Giacomo Lari e Alberto Simonini, e il Partito d'azione (PdA), rappresentato da Vittorio Pellizzi, che assunse la carica di presidente del CLN.
La vita del CLN reggiano fu caratterizzata, almeno fino alla prima metà del 1944, dai contrasti sorti tra i rappresentanti delle diverse forze politiche sui mezzi da adottare nella lotta di liberazione, contrasti che determinarono la formazione, all'interno dell'organismo collegiale, di un duplice schieramento: da un lato i comunisti, gli azionisti e i socialisti massimalisti, favorevoli all'uso delle armi e alla guerriglia, dall'altro i socialisti riformisti e i cattolici, fautori di una lotta non violenta. La necessità di bilanciare costantemente le due diverse anime determinò la limitata capacità del CLN reggiano di dirigere, controllare e sostenere l'operato delle nascenti formazioni partigiane della città e della pianura.
A rendere ancor meno incisiva l'attività dell'organo (rivolta per lo più alla propaganda, alla raccolta di armi, viveri e indumenti, alla creazione di reti di solidarietà e di informazione) furono gli arresti, condotti tra il novembre e il dicembre 1944, di buona parte dei suoi componenti: tra i fermati si ricordano i democratico-cristiani Carlo Calvi, Luigi Ferrari e Alfeo Fontana, l'azionista Adriano Oliva, il socialista Gino Prandi e il comunista Angelo Zanti, l'unico fucilato dai fascisti il 13 gennaio 1945. Il 17 dicembre 1944, data del forzato allontanamento dalla città del presidente Vittorio Pellizzi, viene unanimemente considerata dai testimoni e dalle fonti la data della fine delle attività del primo Cln reggiano, che cessò praticamente di esistere fino al successivo febbraio 1945 quando fu ricostituito ad opera del comunista Aldo Magnani, del socialista Ivano Curti e del democratico-cristiano Giuseppe Dossetti, che ne assunse la presidenza.
Tra i primi impegni del neo-ricostituito CLN reggiano vi fu quello di sedare i contrasti tra le formazioni partigiane di ispirazione cattolica (le Fiamme verdi) e quelle di ispirazione comunista attive soprattutto nel territorio montano della provincia: nel marzo 1945 lo stesso Dossetti si portò sull'Appennino reggiano, nel territorio già compreso nella Repubblica partigiana di Montefiorino, dove il movimento resistenziale aveva dato le massime prove di comune impegno, auspicando - ma senza esito - che lo stesso CLN si trasferisse in quella zona, ritenuta più sicura perché fuori dal controllo abituale dei nazifascisti.
Sebbene formalmente mai decentrato, il CLN svolse la sua attività prevalentemente sull'Appennino, tanto che all'atto della liberazione di Reggio Emilia, avvenuta il 24 aprile 1945, la maggior parte dei suoi componenti era assente perché impegnata in montagna.
Dopo la fine della guerra, così come tutti gli altri organismi omologhi, il CLN reggiano concentrò le proprie attenzioni sui problemi della ricostruzione e dell'assistenza, dell'epurazione e delle nomine negli uffici e negli enti pubblici, fino allo scioglimento avvenuto nell'agosto 1946.
Organo ufficiale del CLN reggiano dopo la liberazione fu «Reggio democratica», edito quotidianamente dal 25 aprile 1945 al 30 novembre 1950.
Tra i primi impegni del neo-ricostituito CLN reggiano vi fu quello di sedare i contrasti tra le formazioni partigiane di ispirazione cattolica (le Fiamme verdi) e quelle di ispirazione comunista attive soprattutto nel territorio montano della provincia: nel marzo 1945 lo stesso Dossetti si portò sull'Appennino reggiano, nel territorio già compreso nella Repubblica partigiana di Montefiorino, dove il movimento resistenziale aveva dato le massime prove di comune impegno, auspicando - ma senza esito - che lo stesso CLN si trasferisse in quella zona, ritenuta più sicura perché fuori dal controllo abituale dei nazifascisti.
Sebbene formalmente mai decentrato, il CLN svolse la sua attività prevalentemente sull'Appennino, tanto che all'atto della liberazione di Reggio Emilia, avvenuta il 24 aprile 1945, la maggior parte dei suoi componenti era assente perché impegnata in montagna.
Dopo la fine della guerra, così come tutti gli altri organismi omologhi, il CLN reggiano concentrò le proprie attenzioni sui problemi della ricostruzione e dell'assistenza, dell'epurazione e delle nomine negli uffici e negli enti pubblici, fino allo scioglimento avvenuto nell'agosto 1946.
Organo ufficiale del CLN reggiano dopo la liberazione fu «Reggio democratica», edito quotidianamente dal 25 aprile 1945 al 30 novembre 1950.
Legal position:
pubblico
Type of creator:
comitato di liberazione nazionale e organizzazione della Resistenza
stato
Connected institutional profiles:
Comitato di liberazione nazionale - CLN, 1943 - 1946
Generated archives:
Comitato di liberazione nazionale - CLN di Reggio Emilia (complesso di fondi / superfondo)
Bibliography:
G. FRANZINI, Storia della Resistenza reggiana, introduzione di G. DEGANI, prefazione di P. SECCHIA, Reggio Emilia, ANPI, 1970
ISTITUTO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, Origini e primi atti del CLN provinciale di Reggio Emilia, Reggio Emilia, Tipolitografia emiliana, 1970
DEPUTAZIONE EMILIA ROMAGNA PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, II, P. ALBERGHI, Partiti politici e CLN, Bari, De Donato, 1975, pp. 135-141, 274-286
I verbali delle riunioni del marzo 1945 tra C.L.N. Prov. e Comando Unico Zona (con note di Guerrino Franzini), in «Ricerche storiche. Rivista di storia della Resistenza reggiana», 9 (1975), 25, pp. 65-79
L. SPINATO, Il governo ciellenistico a Reggio Emilia dopo la Liberazione, in «Ricerche storiche. Rivista di storia della Resistenza reggiana», 35/36 (1978), pp. 9-46; 37 (1979), pp. 53-69
La ricostruzione a Reggio attraverso i verbali del CLNP, in «Ricerche storiche. Rivista di storia della Resistenza reggiana», 21 (1987), 59/60, pp. 3-208
M. STORCHI, Lottare uniti fino alla fine, anche a rischio della vita. Il Cln reggiano tra politica e lotta armata, in 20 mesi per la libertà. La guerra di liberazione dal Cusna al Po, a cura di ID., Cavriago, Bertani, 2005, pp. 38-56
Editing and review:
Alongi Salvatore, 2017/04/30, prima redazione
Caniatti Giovanna, 2018/11/10, supervisione della scheda