Intestazioni:
Rosselli, Marion, antifascista, (Riseley 1896 - Londra 1949), SIUSA
Cave, Marion, antifascista, (Riseley 1896 - Londra 1949), SIUSA
Altre denominazioni:
Rosselli Marion
Nacque nel 1896 da una famiglia quacchera di Uxbridge, sobborgo di Londra. I genitori erano maestri di scuola; Marion fu l'unica di 5 figli a ricevere un'educazione universitaria: grazie ad una borsa di studio frequentò la St. Paul Girls' School ad Hammersmith e poi il Bedford College a Londra, dove si laureò. Attratta dallo studio delle lingue e culture straniere, nel 1918 ottenne una borsa di studio per trascorrere alcuni mesi a Firenze in preparazione del diploma di master. Si stabilì nella città toscana nell'autunno del 1919 e per mantenersi agli studi cominciò ad insegnare inglese al British Institute. Fu affascinata dall'Italia anche per motivi politici: sulle orme del padre, socialista attivo, si appassionò alle vicende del movimento operaio. Tuttavia dopo un primo periodo di entusiasmo, durante il quale frequentò le riunioni dei socialisti e seguì con interesse le occupazioni delle fabbriche e delle terre, assistette alla nascita fascismo, alla sconfitta dei partiti di sinistra, al collasso dell'Italia liberale.
Nel 1921 fu suo allievo al British Institute Gaetano Salvemini, che divenne per lei un punto di riferimento umano e politico. Nel 1923 il professore la introdusse alle riunioni del Circolo di Cultura, che egli “aveva istituito assieme agli allievi ed amici Carlo e Nello Rosselli, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Alfredo e Nello Niccoli per discutere di politica, economia e letteratura". L'incontro con questo ambiente segnò un momento di svolta per Marion sia dal punto di vista politico, che da quello affettivo, perché qui conobbe e si innamorò di Carlo Rosselli. L’8 novembre 1924 sottoscrisse assieme a Nello Rosselli ed Ernesto Rossi il “Manifesto al Paese” con il quale si costituì ufficialmente l’Unione democratica nazionale promossa da Giovanni Amendola; Carlo Rosselli aveva invece aderito alcuni mesi prima al Partito socialista unitario. Negli stessi mesi Marion fu tra i primi a partecipare all’associazione antifascista semi-clandestina “Italia Libera” assieme all’amico Ernesto Rossi, Carlo e Nello Rosselli, Dino Vannucci, Nello Traquandi e Piero Jahier.
L’attività del Circolo di Cultura, alla quale Marion partecipò attivamente, fu stroncata dalla distruzione della sede da parte dei fascisti il 31 dicembre del 1924 e dalla chiusura, pochi giorni dopo, con decreto prefettizio. Cominciarono in quelle settimane delle riunioni in casa Rosselli alle quali parteciparono Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino Vannucci: il gruppo decise di dare vita ad un foglio clandestino antifascista intitolato “Non mollare”. Collaboratori ne furono, oltre a Salvemini con un ruolo preminente, Carlo e Nello Rosselli, Rossi, Calamandrei, Vannucci, Jahier, Alfredo e Nello Niccoli, Enrico Bocci e Carlo Celasco; Marion partecipò con compiti di dattilografa e archivista.
Dopo l’arresto di Salvemini nel luglio del 1925 e la successiva fuga di questi dall’Italia, Marion assunse il ruolo di intermediaria tra il professore e i suoi seguaci a Firenze, facendo circolare gli articoli della stampa estera ch’egli le inviava e tenendolo informato sulle discussioni all’interno del gruppo “Non mollare”.
Già nel 1925 Marion e Carlo avrebbero voluto sposarsi; tuttavia, di fronte alle resistenze di Amelia Rosselli, madre di Carlo, egli accettò di rimandare le nozze di un anno: decisione accolta da Marion con amarezza. Infine, il 25 luglio 1926 i due si sposarono con rito civile nel Municipio di Genova. Si stabilirono a Milano, diedero le dimissioni dai rispettivi incarichi all'università e si dedicarono a tempo pieno all'attività antifascista.
Nel dicembre 1926 Carlo fu arrestato per aver organizzato la fuga di Turati e Pertini dall'Italia. Marion, incinta del primo figlio e sotto sorveglianza da parte della polizia fascista, si battè per ottenere il rilascio del marito. Si trasferì a Savona per stargli vicino e per assistere al processo. Intanto l'8 giugno 1927 nacque John, detto Mirtillino; Marion manifestava già seri disturbi cardiaci che l'avrebbero segnata negli anni a venire. In seguito alla condanna di Carlo a 5 anni di confino, Marion e il figlio lo raggiunsero a Lipari; approfittando del passaporto britannico che le consentiva di viaggiare all'estero, lei lo aiutò nei suoi progetti di fuga. Dopo alcuni tentativi, anche con l’aiuto di Marion, Carlo riuscì a fuggire dall'isola il 27 luglio 1929, insieme a Emilio Lussu e Fausto Nitti. La reazione del regime non si fece attendere: Marion e Nello Rosselli furono arrestati nei rispettivi luoghi di villeggiatura, Marion a Courtmayeur e Nello a Fiuggi, con l'accusa di complicità nella fuga di Carlo. La donna fu condotta nel carcere di Aosta, ma in considerazione delle sue condizioni - era incinta e aveva con sé un bambino piccolo - le fu consentito di alloggiare, in stato di arresto, in un albergo di Aosta con il piccolo John; grazie alle campagne di protesta organizzate dagli esuli a Parigi e dalla stampa inglese, il 15 fu liberata per ordine di Mussolini e potè raggiungere il marito a Parigi.
Nella capitale francese Marion partorì la figlia Amelia (Melina) nel 1930 e il terzo figlio, Andrea (Aghi), nel 1931. Affaticata dalle gravidanze e tormentata da una salute ormai compromessa, soffrì la solitudine e le prolungate assenze del marito, dovute all’intensa attività politica da questi svolta. Anche negli anni successivi, costretta a letto da lunghe convalescenze, si afflisse per l'isolamento e per l'impossibilità di azione.
Dopo l'assassinio di Carlo e Nello il 5 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, per mano di cagoulards assoldati dai servizi italiani, Marion rimase a Parigi, mentre Amelia Rosselli e la cognata Maria con i figli (eccetto Silvia) alla fine del 1937 si trasferirono in Svizzera e nell'estate del 1938 in Inghilterra, a Quainton nel Buckinghamshire. Nei due anni successivi Marion alternò soggiorni in Inghilterra, dalla suocera e dalla cognata, a permanenze più lunghe in Francia, prima a Parigi e poi, dal gennaio 1940, a Nantes dove efu ospite dell’amica Françoise Joxe. Fu qui che venne colpita da un ictus, che le paralizzò parzialmente il corpo.
Con lo sfondamento delle linee francesi da parte dei tedeschi, decise di scappare dalla Francia e il 9 giugno 1940, con l'aiuto dei Joxe, lasciò Nantes per il Buckinghamshire. Ma anche l'Inghilterra era a rischio invasione, ed Amelia Rosselli convince Maria - Marion gravemente malata non potè che seguirle - ad andare negli Stati Uniti. Ottenuti i visti grazie all'intervento di Max Ascoli, partirono nell'agosto 1940 alla volta di New York, dove ricevettero una calorosa accoglienza da parte degli esuli italiani e si stabilirono nel sobborgo di Larchmont. Nonostante la precarietà della sua salute ed una forte inquietudine esistenziale, Marion seguì ancora con interesse le vicende politiche italiane, mantenne contatti con gli esuli antifascisti e tenne vivo il ricordo del marito. Partecipò all’attività di organizzazioni antifasciste, entrando a far parte del consiglio direttivo della “Women’s Division della Mazzini Society”, di cui fu membro anche la suocera Amelia Pincherle Rosselli.
Nel giugno 1945, in occasione dell’ottavo anniversario della morte della morte di Carlo e Nello, le due vedove furono intervistate alla radio ed espressero la loro convinzione su un futuro di democrazia in Italia: in questa occasione Marion espresse il desiderio di fondare, dopo il suo ritorno in Italia, una lega di donne elettrici per sviluppare una maggiore consapevolezza dell’importanza del voto.
Nell’autunno del 1945 la famiglia Rosselli ottenne il visto per rientrare in Italia, ma un secondo grave ictus colpì Marion, che fu costretta a trasferirsi in Florida per curarsi lasciando i figli alle cure della nonna. Decise a non lasciare Marion da sola in America, Maria e Amelia rimandarono il rientro in Italia di quasi un anno. Nel luglio del 1946 la famiglia Rosselli rientrò finalmente a Firenze, nella vecchia casa di via Giusti. Marion si fermò a Firenze solo qualche mese: delusa dalla situazione politica italiana, nell’aprile del 1947 decise di tornare a Londra. Morì il 13 ottobre 1949 all'ospedale londinese di West Isleworth, a soli cinquantadue anni. Gaetano Salvemini, cui Marion era sempre rimasta legata da profonda amicizia e comunanza di fede politica, le dedicò un necrologio sulla rivista “Il Ponte”.
L’attività del Circolo di Cultura, alla quale Marion partecipò attivamente, fu stroncata dalla distruzione della sede da parte dei fascisti il 31 dicembre del 1924 e dalla chiusura, pochi giorni dopo, con decreto prefettizio. Cominciarono in quelle settimane delle riunioni in casa Rosselli alle quali parteciparono Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino Vannucci: il gruppo decise di dare vita ad un foglio clandestino antifascista intitolato “Non mollare”. Collaboratori ne furono, oltre a Salvemini con un ruolo preminente, Carlo e Nello Rosselli, Rossi, Calamandrei, Vannucci, Jahier, Alfredo e Nello Niccoli, Enrico Bocci e Carlo Celasco; Marion partecipò con compiti di dattilografa e archivista.
Dopo l’arresto di Salvemini nel luglio del 1925 e la successiva fuga di questi dall’Italia, Marion assunse il ruolo di intermediaria tra il professore e i suoi seguaci a Firenze, facendo circolare gli articoli della stampa estera ch’egli le inviava e tenendolo informato sulle discussioni all’interno del gruppo “Non mollare”.
Già nel 1925 Marion e Carlo avrebbero voluto sposarsi; tuttavia, di fronte alle resistenze di Amelia Rosselli, madre di Carlo, egli accettò di rimandare le nozze di un anno: decisione accolta da Marion con amarezza. Infine, il 25 luglio 1926 i due si sposarono con rito civile nel Municipio di Genova. Si stabilirono a Milano, diedero le dimissioni dai rispettivi incarichi all'università e si dedicarono a tempo pieno all'attività antifascista.
Nel dicembre 1926 Carlo fu arrestato per aver organizzato la fuga di Turati e Pertini dall'Italia. Marion, incinta del primo figlio e sotto sorveglianza da parte della polizia fascista, si battè per ottenere il rilascio del marito. Si trasferì a Savona per stargli vicino e per assistere al processo. Intanto l'8 giugno 1927 nacque John, detto Mirtillino; Marion manifestava già seri disturbi cardiaci che l'avrebbero segnata negli anni a venire. In seguito alla condanna di Carlo a 5 anni di confino, Marion e il figlio lo raggiunsero a Lipari; approfittando del passaporto britannico che le consentiva di viaggiare all'estero, lei lo aiutò nei suoi progetti di fuga. Dopo alcuni tentativi, anche con l’aiuto di Marion, Carlo riuscì a fuggire dall'isola il 27 luglio 1929, insieme a Emilio Lussu e Fausto Nitti. La reazione del regime non si fece attendere: Marion e Nello Rosselli furono arrestati nei rispettivi luoghi di villeggiatura, Marion a Courtmayeur e Nello a Fiuggi, con l'accusa di complicità nella fuga di Carlo. La donna fu condotta nel carcere di Aosta, ma in considerazione delle sue condizioni - era incinta e aveva con sé un bambino piccolo - le fu consentito di alloggiare, in stato di arresto, in un albergo di Aosta con il piccolo John; grazie alle campagne di protesta organizzate dagli esuli a Parigi e dalla stampa inglese, il 15 fu liberata per ordine di Mussolini e potè raggiungere il marito a Parigi.
Nella capitale francese Marion partorì la figlia Amelia (Melina) nel 1930 e il terzo figlio, Andrea (Aghi), nel 1931. Affaticata dalle gravidanze e tormentata da una salute ormai compromessa, soffrì la solitudine e le prolungate assenze del marito, dovute all’intensa attività politica da questi svolta. Anche negli anni successivi, costretta a letto da lunghe convalescenze, si afflisse per l'isolamento e per l'impossibilità di azione.
Dopo l'assassinio di Carlo e Nello il 5 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, per mano di cagoulards assoldati dai servizi italiani, Marion rimase a Parigi, mentre Amelia Rosselli e la cognata Maria con i figli (eccetto Silvia) alla fine del 1937 si trasferirono in Svizzera e nell'estate del 1938 in Inghilterra, a Quainton nel Buckinghamshire. Nei due anni successivi Marion alternò soggiorni in Inghilterra, dalla suocera e dalla cognata, a permanenze più lunghe in Francia, prima a Parigi e poi, dal gennaio 1940, a Nantes dove efu ospite dell’amica Françoise Joxe. Fu qui che venne colpita da un ictus, che le paralizzò parzialmente il corpo.
Con lo sfondamento delle linee francesi da parte dei tedeschi, decise di scappare dalla Francia e il 9 giugno 1940, con l'aiuto dei Joxe, lasciò Nantes per il Buckinghamshire. Ma anche l'Inghilterra era a rischio invasione, ed Amelia Rosselli convince Maria - Marion gravemente malata non potè che seguirle - ad andare negli Stati Uniti. Ottenuti i visti grazie all'intervento di Max Ascoli, partirono nell'agosto 1940 alla volta di New York, dove ricevettero una calorosa accoglienza da parte degli esuli italiani e si stabilirono nel sobborgo di Larchmont. Nonostante la precarietà della sua salute ed una forte inquietudine esistenziale, Marion seguì ancora con interesse le vicende politiche italiane, mantenne contatti con gli esuli antifascisti e tenne vivo il ricordo del marito. Partecipò all’attività di organizzazioni antifasciste, entrando a far parte del consiglio direttivo della “Women’s Division della Mazzini Society”, di cui fu membro anche la suocera Amelia Pincherle Rosselli.
Nel giugno 1945, in occasione dell’ottavo anniversario della morte della morte di Carlo e Nello, le due vedove furono intervistate alla radio ed espressero la loro convinzione su un futuro di democrazia in Italia: in questa occasione Marion espresse il desiderio di fondare, dopo il suo ritorno in Italia, una lega di donne elettrici per sviluppare una maggiore consapevolezza dell’importanza del voto.
Nell’autunno del 1945 la famiglia Rosselli ottenne il visto per rientrare in Italia, ma un secondo grave ictus colpì Marion, che fu costretta a trasferirsi in Florida per curarsi lasciando i figli alle cure della nonna. Decise a non lasciare Marion da sola in America, Maria e Amelia rimandarono il rientro in Italia di quasi un anno. Nel luglio del 1946 la famiglia Rosselli rientrò finalmente a Firenze, nella vecchia casa di via Giusti. Marion si fermò a Firenze solo qualche mese: delusa dalla situazione politica italiana, nell’aprile del 1947 decise di tornare a Londra. Morì il 13 ottobre 1949 all'ospedale londinese di West Isleworth, a soli cinquantadue anni. Gaetano Salvemini, cui Marion era sempre rimasta legata da profonda amicizia e comunanza di fede politica, le dedicò un necrologio sulla rivista “Il Ponte”.
Soggetti produttori:
Pincherle Rosselli Amelia, collegato
Rosselli Carlo, collegato
Rosselli John, collegato
Rosselli Nello, collegato
Todesco Rosselli Maria Vittoria, collegato
Complessi archivistici prodotti:
Cave Rosselli Marion (fondo)
Rosselli Carlo (fondo)
Bibliografia:
R. NATTERMANN, Realtà cambiate. Le donne Rosselli tra esilio e ritorno a Firenze, in L'emigrazione intellettuale dall'Italia fascista. Studenti e studiosi ebrei dell'Università di Firenze in fuga all'estero, a cura di P. GUARNIERI, Firenze, Firenze University Press 2019, pp. 119-134
I. RICHET, Women, antifascism and Mussoliniʼs Italy: the life of Marion Cave Rosselli, London - New York, I.B. Tauris, 2018
I. RICHET, Marion et Carlo Rosselli: le personnel, le politique, et l’expérience de l’exil, in QCR «Quaderni del Circolo Rosselli» (2017), vol. 2-3, “Carlo e Nello Rosselli nell'80° dell'assassinio. Atti del Convegno Internazionale di Parigi (6 Giugno 2017)”, a cura di A. GIACONE ed É. VIAL
I. RICHET, Marion Cave Rosselli and the Transnational Women's Antifascist Networks, in «Journal of Women's History», vol. 24, n. 3, 2012
I. RICHET, Marion Rosselli, la fuga da Lipari e lo sviluppo dei circuiti antifascisti in Gran Bretagna, in I fratelli Rosselli: l'antifascismo e l'esilio, a cura di A. GIACOME ed É. VIAL, Roma, Carocci, 2011, pp. 74-89
S. ROSSELLI, Le donne di casa Rosselli: Amelia Pincherle, Marion Cave, Maria Todesco, in Donne ebree, a cura di P. GARRIBBA, Roma, Edizioni Com Nuovi Tempi, 2001, pp. 117-123
J. ROSSELLI, Nello and the other Rossellis, in «Journal of Modern Italian Studies», 6, n° 3 (2001), pp. 422-428
A. ROSSELLI, "Memorie", a cura di M. CALLONI, Bologna, Il Mulino, 2001
J. ROSSELLI, Death of my Father, in «The Twentieth Century» 168, n° 1002 (1960), pp. 127-137
J. ROSSELLI, Paris in the Thirties – A Political Childhood, in «The Twentieth Century» 154, n° 913 (1957), pp. 335-343
G. SALVEMINI, Marion Rosselli, in «il Ponte», V (11), 1949, p. 1443
Redazione e revisione:
Bonsanti Marta, 2013/11/07, prima redazione
Borgia Claudia, 2020/05/22, revisione
Capannelli Emilio, dicembre 2020, revisione
Caramagno Alida, novembre 2020, rielaborazione