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Kovács László Bálint

fondo

Estremi cronologici: 1932 - 1963

Consistenza: Il fondo è composto da quasi 1100 carte. I supporti hanno varie dimensioni e sono di materiali diversi: si va dalla carta ai lucidi, dagli spolveri ai radex, dalle eliocopie alle eliografie. Anche le tecniche utilizzate dall’architetto sono molteplici: china, lapis, matite colorate, acquerelli. La documentazione appare per la maggior parte in buone condizioni ed è per lo più conservata nei contenitori originali che furono a suo tempo consegnati direttamente dalla famiglia Kovács. Si tratta complessivamente di 16 tubi dal diametro di 15 cm circa e di altezza pari a 120 cm. Gli elaborati grafici contenuti in ciascuno di essi sono di natura diversa e in numero variabile. Parte del materiale ricevuto, per ragioni di conservazione, è stato invece sistemato in altri contenitori in aggiunta a quelli originari. Si tratta di 14 tubi di altezza variabile (compresa tra 100 e 150 cm) e di sezione quadrata con il lato di 9 cm. A questi si aggiunge un rotolo di disegni di grosse dimensioni avvolto in una carta protettiva.

Storia archivistica: Il fondo è stato donato nel 2013 alla Biblioteca di Architettura dalle figlie di Kovács, Norma ed Erzsébet, grazie all’interessamento dei professori Ezio Godoli e Milva Giacomelli del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Poco dopo l’arrivo del materiale, è stato realizzato un elenco di versamento a cura della dottoressa Gianna Frosali e dell’architetto Paola Ricco, mentre il LIA (Laboratorio Informatica di Architettura) ha digitalizzato alcuni disegni dei progetti dell’architetto in Turchia degli anni Trenta; si tratta di circa 21 tavole in gran parte pubblicate nel volume "Italian architects and builders in the Ottoman empire and modern Turkey. Design across borders", a cura di Paolo Girardelli e Ezio Godoli (2017). Attualmente è in corso a cura della dottoressa Chiara Ricci la redazione di un inventario sommario del fondo.

Descrizione: I disegni contenuti nell’archivio descrivono un totale di circa 60 progetti che vanno dagli impianti sportivi realizzati in Turchia negli anni Trenta fino alle soluzioni d’arredo del 1963, pochi anni prima della morte dell’architetto ungherese. Nel complesso si tratta di materiale estremamente ricco ed eterogeneo a testimonianza della lunga e multiforme attività professionale di Kovács che fu dapprima collaboratore del noto architetto Vietti Violi a Milano, per poi aprire negli anni Quaranta uno studio per conto proprio, affermandosi nell’ambito di una committenza privata prevalentemente lombarda. In seguito, fino alla sua morte, l’architetto si occuperà quasi esclusivamente di progettazione di architetture residenziali e di arredamenti di interni.
I progetti, sia in bozza che esecutivi, realizzati con Vietti Violi in Turchia negli anni Trenta sono contenuti tutti in uno stesso tubo (il numero 6). Si tratta prevalentemente di copie eliografiche di planimetrie, sezioni e prospettive. Vi si trova sia il progetto vincitore del concorso internazionale del 1934, ad Ankara, dove venne realizzato l’ippodromo per il galoppo e i servizi annessi, che gli elaborati grafici relativi agli impianti sportivi di Istanbul e di altri centri minori, fra cui Adana, Isparta, Bursa e Maniza. La documentazione relativa alla partecipazione nel 1941 al concorso di Ankara per il mausoleo del Mustafa Kemal Atatürk è collocata invece in un contenitore a parte (tubo 11).
Di impianti sportivi realizzati in Italia, il fondo conserva lucidi relativi all’ippodromo di Venezia e al nuovo stadio di Milano, ambedue del 1950 (tubo 5).
Una parte della documentazione presente nel fondo riguarda studi di arredi, disegni di mobili e progetti di interni sia di abitazioni private che di attività commerciali, di servizio e industriali. Kovács era infatti dell’avviso che il ruolo dell’architetto dovesse riguardare non solo la progettazione della struttura di una costruzione, ma anche il suo arredamento interno, indipendentemente dalla destinazione d’uso. Una convinzione che l’architetto ungherese mise in pratica disegnando i mobili del suo appartamento milanese in un edificio da lui stesso progettato in viale Abruzzi a Milano. Del palazzo, costruito intorno alla metà degli anni Cinquanta, ci sono pervenuti oltre 80 lucidi e numerose eliocopie, datate, in cui sono presenti planimetrie, allestimenti interni, studi preparatori e dettagli esecutivi.
Un altro filone significativo del fondo Kovács è rappresentato dai progetti relativi a complessi residenziali commissionati all’architetto in varie località del nord Italia. Si tratta per lo più di abitazioni signorili, ville e palazzi, ma si trovano anche disegni di case per abitazioni operaie (Vercelli, 1949) e molto materiale per una lottizzazione dei primi anni Sessanta da realizzare a Villaggio Cledai (Cavi di Lavagna, Genova), una località di villeggiatura nell’entroterra ligure, di cui si conserva un gran numero di elaborati su carta da spolvero e su lucido, probabilmente serviti come base per la stesura dell’abaco definitivo delle varie tipologie di alloggi.
Seppure in misura minore è presente anche la progettazione di strutture industriali e commerciali, come il mercato coperto dei fiori di Milano (1950) o un’autorimessa con annesso spazio per la vendita di automezzi usati e parcheggio, in viale Vittorio Veneto, sempre a Milano (1951); molte carte, radex e spolveri con piante, sezioni e prospetti a varie scale di rappresentazione, 129 lucidi e tavole con vari fabbricati dell’impianto, riguardano la costruzione per l’Azienda Elettrica Municipale di Milano dell’importante centrale idroelettrica di Grosio in Valtellina della fine degli anni Cinquanta.
I numerosi disegni conservati nel fondo, talvolta privi di titolo, non sono sempre facilmente identificabili o databili; spesso riportano il timbro originale dell’architetto o quello dello studio di Vietti Violi, quando si tratta di opere realizzate in collaborazione. Oltre agli elaborati grafici sono presenti anche mappe catastali, carte topografiche e fogli con appunti autografi.


Strumenti di ricerca:
Gianna Frosali, Paola Ricco, Kovács László Bálint. Elenco di deposito del fondo Kovács László Bálint

Documentazione collegata:
Archivio fotografico Vietti Violi (ca. 1930-1940), comprende due album di immagini di ippodromi (Ankara ed altri). Conservata presso: Società Trenno S.p.A. - Gruppo SNAI Milano (Consulta la descrizione online)
Un secondo fondo di disegni e fotografieConservata presso: Archivio Storico dell’ACOI - Associazione Culturale Ossola Inferiore di Vogogna, cittadina della Val d’Ossola a cui Vietti Violi era molto legato e dove visse negli ultimi anni della sua vita. (Consulta la descrizione online)
altro materiale – tra cui un nucleo di disegni e lastre fotografiche che documentano impianti sportivi a Istanbul, le terme di Merano e il parco di Adana in Turchia, Della collaborazione del giovane professionista Luigi Visconti, Vietti Violi si era avvalso da quando aveva preso la residenza a Vogogna nel 1958. Conservata presso: Studio Visconti nel comune di Pieve Vergonte (provincia di Verbano-Cusio-Ossola)
Relativamente al progetto del padiglione ungherese della V Triennale del 1933 a Milano, si rimanda alle immaginiConservata presso: sezione fotografica degli Archivi della Triennale (Consulta la descrizione online)
Invece per il padiglione ungherese allestito alla Fiera di Milano del 1934 si può fare riferimento alle foto che si trovanoConservata presso: all’Archivio storico di Fondazione Fiera Milano (Consulta la descrizione online)
Nella sottoserie Cementi armati del fondo Prefettura di Milano, si trova materiale che si riferisce ai progetti di edilizia residenziale dell’ultima fase dell’attività professionale di Kovács, relativa agli anni in cui l’architetto aveva aperto il proprio studio milanese. Conservata presso: l’Archivio di Stato di Milano (Consulta la descrizione online)
fondo Bierbauer, Per quanto riguarda la documentazione epistolare di Kovács, alcune lettere scambiate con Virgil Bierbauer sono conservate nel fondo. Conservata presso: Magyar Építészeti Múzeum a Budapest (Consulta la descrizione online)

La documentazione è stata prodotta da:
Kovács László Bálint

La documentazione è conservata da:
Università degli Studi di Firenze. Biblioteca di Scienze Tecnologiche. Architettura (1999 - )


Redazione e revisione:
Nocentini Monica, 2021/07/08, revisione
Ricci Chiara, 2020/11, prima redazione

Modalità di consultazione:
L’archivio è consultabile su appuntamento.


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