scrittore, giornalista, educatore
Intestazioni:
Thouar, Pietro, scrittore, educatore, giornalista, (Firenze 1809 - Firenze 1861), SIUSA
Pietro Thouar nacque a Firenze il 23 ottobre 1809, nel quartiere di Santa Maria Novella, da Francesco, di origini lorenesi, e Maria Zenobia. Ebbe una giovinezza disordinata e fu rinchiuso per un breve periodo nell'istituto di correzione Pia casa di Lavoro, comunemente chiamato "Montedomini".
Il suo primo impiego fu presso la stamperia di Vincenzo Batelli a Firenze che lasciò nel 1833 per impiegarsi presso gli uffici del Gabinetto letterario di Giampietro Vieusseux dove conobbe Cosimo Ridolfi, Raffaele Lambruschini, Lapo dei Ricci, Gino Capponi. In questo ambiente stimolante affinò la sua cultura, seguì gli eventi politici e si avvicinò agli ideali risorgimentali. Si iscrisse alla Giovine Italia e fu eletto deputato alla costituente italiana (1848) e all'assemblea toscana (1859).
Ebbe interesse per l'educazione popolare e il giornalismo, fu amico di molti pedagogisti risorgimentali ed elaborò un suo programma educativo che mise in atto anche attraverso la letteratura e la pubblicistica.
Si occupò di scuole popolari, pubblicò novelle e commedie a carattere pedagogico, diresse periodici popolari. Dal 1831, prendendo spunto dal diffusissimo lunario Sesto Caio Baccelli edito dal libraio Formigli, avviò la pubblicazione de «Il nipote di Sesto Caio Baccelli» dove invece dei numeri del lotto e delle profezie del tempo offriva ragionamenti e argomenti educativi, la pubblicazione durò fino al 1848.
Nel 1834 edita «Il Giornale dei fanciulli», uno dei primi esempi in Italia di lettura educativa per l'infanzia, che però fu fatto chiudere quasi subito per sospetto incitamento contro la morale, la religione e il governo.
Collaborò a lungo con «La guida dell'educatore» di Raffaele Lambruschini, dove apparvero gran parte dei suoi scritti successivamente raccolti in volumi.
Nel 1841 gli venne offerto un posto all'Ufficio centrale della Sopraintendenza degli studi e di lì a poco si sposò con Luisa Crocchi.
Nel 1845 venne pubblicata da Giovan Pietro Vieusseux la sua prima raccolta "Racconti pei fanciulli", che andò presto esaurita e ristampata, dallo stesso editore con alcune aggiunte, nel 1851. Sarà poi la volta dei tre volumi delle "Letture graduali" (1850) ai quali seguirono i "Racconti pei giovinetti" (1852).
Nel 1848, il governo toscano lo chiamò a riordinare il reclusorio dei poveri di Firenze, detto Montedomini, e fu anche nominato ufficiale di Stato maggiore della Guardia nazionale, ma con il ritorno dei Lorena fu dimesso da entrambe le funzioni e visse gli anni risorgimentali secondo alterne vicende, dedicandosi anche a lezioni private.
Nel 1859 Vittorio Emanuele II lo insignì della Croce di cavaliere mauriziano e nel 1860 ottenne la direzione della scuola magistrale maschile fiorentina.
Morì il 1° giugno 1861 e fu sepolto al cimitero di San Miniato, lo commemorarono Raffaele Lambruschini, Atto Vannucci e Giuseppe Montanelli.
Nel 1834 edita «Il Giornale dei fanciulli», uno dei primi esempi in Italia di lettura educativa per l'infanzia, che però fu fatto chiudere quasi subito per sospetto incitamento contro la morale, la religione e il governo.
Collaborò a lungo con «La guida dell'educatore» di Raffaele Lambruschini, dove apparvero gran parte dei suoi scritti successivamente raccolti in volumi.
Nel 1841 gli venne offerto un posto all'Ufficio centrale della Sopraintendenza degli studi e di lì a poco si sposò con Luisa Crocchi.
Nel 1845 venne pubblicata da Giovan Pietro Vieusseux la sua prima raccolta "Racconti pei fanciulli", che andò presto esaurita e ristampata, dallo stesso editore con alcune aggiunte, nel 1851. Sarà poi la volta dei tre volumi delle "Letture graduali" (1850) ai quali seguirono i "Racconti pei giovinetti" (1852).
Nel 1848, il governo toscano lo chiamò a riordinare il reclusorio dei poveri di Firenze, detto Montedomini, e fu anche nominato ufficiale di Stato maggiore della Guardia nazionale, ma con il ritorno dei Lorena fu dimesso da entrambe le funzioni e visse gli anni risorgimentali secondo alterne vicende, dedicandosi anche a lezioni private.
Nel 1859 Vittorio Emanuele II lo insignì della Croce di cavaliere mauriziano e nel 1860 ottenne la direzione della scuola magistrale maschile fiorentina.
Morì il 1° giugno 1861 e fu sepolto al cimitero di San Miniato, lo commemorarono Raffaele Lambruschini, Atto Vannucci e Giuseppe Montanelli.
Complessi archivistici prodotti:
Thouar Pietro (fondo)
Bibliografia:
A. Carrannate, "Pietro Thouar (1809-1861) tra politica e pedagogia" in "I problemi della pedagogia", 1990, n. 4-5
P. Thouar, "Racconti pei giovinetti", Firenze, 1852
P. Thouar, "Il libro del fanciulletto, Firenze, 1853
P. Thouar, "Racconti popolari", Firenze, 1860
P. Thouar, "Racconti per fanciulli", Firenze, 1897
R. Lambruschini,"Discorso pronunziato da Raffaello Lambruschini nelle esequie a Pietro Thouar" in "La famiglia e la scuola", 1861, vol. III, fasc. 10 [1861]
G. Federzoni, "Vita di P. Thouar" in "Rivista Europea", 1 giugno 1879
F. Alterocca, "Pietro Thouar educatore e artista", Fabriano, Stabilimento Tipografico Gentile, 1894
A. Linaker, "Pietro Thouar, direttore della Pia casa del lavoro: da documenti inediti" in "La rassegna nazionale", 1905, fasc. 16
A. Linaker, "Pietro Thouar" in "Giornalino della domenica", 1909, nn. 44 e 47
"I toscani dell'Ottocento: Gino Capponi, Pietro Thouar, Alessandro Foresi ... / Pietro Pancrazi", Firenze, Bemporad, 1924
G. Fanciulli e E Monaci, "la letteratura per l'infanzia", Torino, SEI, 1926
Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Capetta Francesca, 2011/10/23, prima redazione