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Bracaloni Lorenzo

Firenze 1901 ago. 10 - Firenze 1982 apr. 3

Chimico, 1925 - 1944
Scrittore, 1930 - 1977
Giornalista, 1944 - 1977

Headings:
Bracaloni Lorenzo, scienziato, chimico, scrittore, giornalista, (Firenze 1901-Firenze 1982), SIUSA

Lorenzo Bracaloni nasce a Firenze il 10 agosto 1901, figlio del medico di Palazzo Davanzati, cresce serenamente nella campagna di Poggio Bianco a La Romola, un borgo composto da una villa padronale e due case coloniche, immerso in quella campagna che sarà, parallelamente alla vasta umanità che la popola, uno dei temi costanti nella sua produzione narrativa. Inizia però a scrivere solo intorno ai 30 anni, fino ad allora, laureato in Chimica, aveva trovato presto impiego all'Istituto chimico di Firenze, posizione che durante la guerra gli assicurò il grado di alto ufficiale del Corpo chimico dell'Esercito.
I primi scritti di Bracaloni raggiungono la stampa periodica: si tratta di articoli di vario argomento, pubblicati a partire dal 1928 su riviste quali «Augustea», «L'Avvenire d'Italia», «Il Bargello», «L'Araldo Fiorentino», «Il Selvaggio», «Frontespizio», cui seguono una serie di racconti pedagogici dal tono moralistico ed ambientazione contadina per «La Rivista dei Giovani» del salesiano Angelo Cojazzi.
La serie dei volumi inizia nel 1936, con una "Scelta di facezie e burle del Piovano Arlotto" per i tipi del fiorentino Giannini, e prosegue con raccolte di novelle, racconti o prose diaristiche interamente di Bracaloni: "..Andrem sulla montagna" (Firenze, Giannini, 1937), "Il gusto delle cose buone" (Torino, SEI, 1939), "Le parole turchine" (Roma, AVE, 1939), "Giugno, bel sole!" (Firenze, Giannini, 1942), "Amici" (Pisa, editice salesiana, 1942).
Importante anche la produzione agiografica: "Il capolavoro di Giosue' Borsi: la sua vita" (1941), "Le freccie di San Sebastiano" (1943). L'interesse per la vita di importanti figure dell'universo cattolico si intensifica in seguito ad un avvenimento che ha profondamente influito sulla vita dello srittore: l'8 settembre 1943 si trova a Roma quando scoppia il dramma dell'esercito italiano in coseguenza dell'armistizio.
Decide di abbandonare sia l'esercito che l'impiego all'Istituto chimico, vive clandestinamente per sette mesi, finché trasferisce la residenza a Roma, esiliandosi volontariamente dall'amata campagna e, guidato da una forte volontà di farsi testimone, inizia a muoversi attraverso la penisola appuntando pensieri e considerazioni.
L'esperienza del pellegrinaggio e la naturale vocazione al racconto indirizzano Bracaloni verso la seconda stagione della sua opera: dal gennaio 1944 collabora stabilmente con «L'Osservatore Romano», pubblicando più di duemila articoli tra recensioni, apologhi, impressioni di viaggio, osservazioni e riflessioni sull'uomo, queste ultime in particolare costituiranno la rubrica "stati d'animo": circa 400 pezzi in quarant'anni, una scelta dei quali sarà pubblicata nel 1960 con il titolo "Teatrino spirituale del mondo".
Escono ancora tre agiografie dedicate a Benedetto Giuseppe Labre, il "Santo della Strada" (1946), a Francesco Maria da Camporosso (1947) e a Maria Goretti (1948).
Torna a Firenze solo nel 1977, quando, per problemi legati alla salute, lascia la redazione romana. Muore il 3 aprile 1982.


Generated archives:
Bracaloni Lorenzo (fondo)


Bibliography:
Lorenzo Bracaloni, “Il santo della strada. Benedetto Giuseppe Labre”, Roma, Ed. Liturgiche Missionarie, 1946 (Ist. Grafico Tiberino)
Lorenzo Bracaloni, “Teatrino spirituale del mondo”, con un lieve prologo di Nello Vian, Torino, SEI, 1960
Lorenzo Bracaloni, “Prose di memoria e fantasia”, a cura di Nello Vian, Firenze, Nardini, 1985

Editing and review:
Capannelli Emilio, revisione
Morotti Laura, 2011/10, rielaborazione
Pancani Eleonora, 2011/10, prima redazione


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