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Conticini Pietro da Arezzo

Strada (Arezzo) 1805 apr. 29 - Pisa 1871 nov. 10

avvocato

Intestazioni:
Conticini Pietro, giurista, (Strada, Arezzo 1805 - Pisa 1871), SIUSA

Nacque il 29 aprile 1805 a Strada (Arezzo); suo padre era un amministratore della mensa ecclesiastica. Dopo gli studi al seminario di Fiesole si laureò a Pisa, nel giugno 1830, ambiente in cui si sviluppava la scienza giuridica europea. Grazie ai suoi maestri Giovanni Carmignani e Federigo Del Rosso, si appassionò allo studio della scuola storica del diritto tedesca; nel 1834 pubblicò nel «Nuovo Giornale de' letterati» di Pisa la traduzione italiana annotata del saggio del Savigny "Sulla lex Voconia". Nel 1835, grazie ad una borsa di studio del granduca Leopoldo II, andò in Germania per seguire le lezioni di celebri professori tedeschi tra cui Bethmann-Hollweg, Thibaut, Zacharia, Warnkönig; lì C. stabilì rapporti amichevoli con Ranke e August Wilhelm Schlegel, conobbe giuristi dei quali poi tradusse le opere (Holtius, Birnbaum, Mittermaier, Gerhard, Witte, Walter e Bluhme). Il suo principale interesse era però rivolto al Savigny che conobbe, presso il quale studiò e dal quale fu apprezzato. Su consiglio del senese Pietro Capei, divulgatore degli scritti del Savigny in Italia, Conticini tradusse il "Das Recht des Besitzes", opera che contribuì a diffondere un indirizzo pandettistico agli studi di diritto romano e civile. "Il diritto del possesso" vide la luce solo nel 1839, in Firenze, presso l'editore Pezzati. Conticini in Germania aveva tradotto anche il saggio del Savigny sulle università tedesche ("Essenza e pregi delle Università germaniche" in «Nuovo Giornale de' letterati», 1838, pp. 193-214) e un altro scritto tra i più significativi degli inizi della scuola storica, apparso nel 1820 nel quarto tomo della rivista del Savigny, "L'ordine dei frammenti nei titoli delle Pandette" del Bluhme, pubblicato a Pisa nel 1838 da Nistri. Uomo appartato, angustiato da preoccupazioni domestiche e lutti familiari (i figli che ebbe da Luise Scherzer, sposata a Berlino nel 1838, morirono tutti in tenera età), attraversò anni e vicende cruciali per l’Italia la Germania dedicandosi all'insegnamento e alla raccolta di libri tedeschi, svolgendo un ruolo di mediazione fra la cultura tedesca e quanti in Toscana s'interessavano alle "novità di Germania". Gli amici toscani gli procurarono una cattedra d'istituzioni di diritto civile a Siena, dal novembre 1839, alla quale era annesso l'insegnamento di Storia del diritto presso il collegio Tolomei, ma la docenza universitaria non era destinata a riservargli soddisfazioni; il suo carattere difficile gli procurò sia le inimicizie dei colleghi sia scontri con gli studenti. Alla fine del 1841, su sollecitazione del Serristori, che con Mayer e Vieusseux avrebbe costituito, nel congresso degli scienziati riunitosi in Firenze nel 1844, una commissione incaricata di studiare il problema, Conticini aveva scritto degli "Appunti sulla organizzazione del commercio librario in Germania", articolo sulla tutela del diritto d'autore, le falsificazioni editoriali e la distribuzione dei prodotti librari; gli "Appunti" apparvero a Siena nel 1842. Nel novembre 1843 Conticini passò alla cattedra di Istituzioni dell'Università di Pisa, ma continuava a coltivare le amicizie tedesche. Nel 1845 fu incaricato dal Nistri di rivedere la traduzione dell'avvocato Benelli del "Manuale del diritto ecclesiastico" di Ferdinand Walter; il "Manuale" venne poi pubblicato con annotazioni del Conticini dal 1846 al 1848. Tradusse per Monni di Genova il "Corso di economia politica" di K. H. Rau, uscito nel 1855, ma iniziato nel 1851. Nel novembre 1845, Conticini passò alla cattedra di Pandette dell’università di Pisa, dove rimase fino al 1851, quando la facoltà giuridica pisana fu soppressa e fu trasferito a Siena. Savigny si adoperò nel 1854 per fargli avere la medesima cattedra a Padova, ma Conticini non accettò. Rientrerò a Pisa nel 1859, con il ripristino della facoltà. Se i moti risorgimentali del 1848 gli avevano suscitato blandi spiriti patriottici, anche gli avvenimenti del '59 in Toscana, nonché l'unificazione, lo avevano lasciato quasi indifferente. Nel 1863 fu preso da un colpo apoplettico per cui fu costretto a lasciare l'insegnamento. Morì a Pisa il 10 novembre 1871. Postume apparvero a Pisa nel 1876, a cura dell’allievo Filippo Serafini, le "Lezioni di Pandette", dettate nel corso di molti anni. L’opera era modellata secondo gli esempi tedeschi, soprattutto del Puchta, e si segnala tra i manuali italiani di diritto romano dell'Ottocento per la coerenza nel seguire i metodi tedeschi della pandettistica. Il libro non ebbe particolare successo, a causa della contemporanea diffusione di traduzioni dei trattati stranieri e la loro conoscenza diretta da parte degli studiosi italiani. L’immagine di Conticini è legata quindi all'attività di traduttore ed alla capacità d'intessere una fitta rete di scambi culturali tra Italia e Germania.

Complessi archivistici prodotti:
Conticini Pietro (fondo)


Bibliografia:
Buonamici, Francesco, "Dei più chiari professori di diritto romano della Università di Pisa dalla sua origine all'anno 1870", in «Annali delle università toscane», XIV (1874), 1, pp. III-IV, XVIII

Redazione e revisione:
Bettio Elisabetta, 2011 ago. 10, prima redazione
Capannelli Emilio, revisione


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