Date di esistenza: sec. XV - 1806
1815 - sec. XIX
Intestazioni:
Università israelitica di Biella, Biella, sec. XV - 1806; 1815 - sec. XIX, SIUSA
Altre denominazioni:
Consistoire Départemental des Israelites de la Circoscription de Casal (Dipartimento di Marengo), 1806 - 1814
Università israelitica di Vercelli, sec. XIX - 1930
Comunità israelitica di Vercelli, 1930 - 1989
Comunità ebraica di Vercelli, dal 1989
Le prime notizie sicure su una presenza ebraica a Biella sono riconducibili al XV secolo e si suppone che questo primo nucleo fosse composto da poche famiglie, circa 6 o 7, i cui cognomi più diffusi erano Jona ed Olivetti. Nel censimento generale eseguito nel 1761 sullo "Stato dei Ghetti ed Ebrei stabiliti nelle infrascritte Province al di qua da Monti e Colli" la comunità di Biella era composta da 6 famiglie per un totale di 26 persone abitanti nel ghetto della città. Il ghetto era stato istituito nel 1723 con le Regie Costituzioni di Vittorio Amedeo II e comprendeva l'abitato fra Vicolo del Bellone e Corso del Piazzo.
Nel 1848, con l'emanazione dello Statuto Albertino, la comunità ottenne il riconoscimento di una serie di diritti civili e negli stessi anni la città raggiunse una notevole espansione industriale soprattutto in campo tessile. Questi fattori portarono ad un aumento dei componenti della Comunità che raggiunse la sua massima fioritura nella seconda metà del XIX secolo. Il censimento prefettizio del 1855 indica la presenza di 11 famiglie per un totale di 59 persone, un altro censimento testimonia che in data 14 novembre 1882 gli israeliti residenti in città erano 94, mentre nel 1890 il loro numero arrivò a 100 come indicato nel lunario di quell'anno.
In questi anni molti ebrei lavorano nel ramo tessile: di grande importanza sono le aziende "F.lli Morello" e "F.lli Vitale" e dalla comunità ebraica di Biella proveniva la famiglia Olivetti trasferitasi poi ad Ivrea.
La comunità era diretta da un Consiglio di amministrazione (in un primo tempo chiamato 'Corporazione israelitica'). L'organizzazione di questo ente è desumibile da un verbale di elezione del 1847 in cui gli amministratori eletti ribadiscono e sottoscrivono alcuni punti da osservarsi. Il consiglio era composto da tre membri ognuno dei quali aveva nel corso dell'anno un "quadrimestre di servizio". In questo periodo l'amministratore incaricato aveva la gestione dell'archivio (art. 3), della corrispondenza, il potere di sottoscrivere gli atti deliberati e di convocare l'amministrazione in via straordinaria e si occupava inoltre dei sussidi ai poveri (art. 4). L'amministrazione era tenuta a riunirsi ('congrua') ogni 15 giorni, a deliberare in merito alle questioni sottoposte e a stendere le delibere su un 'brogliasso'. Tali delibere venivano poi pubblicate in copia nell'aula del Sacro Tempio (art. 8). Alla fine di ogni gestione quadrimestrale l'amministratore era tenuto a presentare il conto della sua gestione che comprendeva l'esazione delle "oblazioni e delle offerte fatte nell'Oratorio" e ad avere il rimborso degli esposti (art. 9).
L'attività dell'amministrazione era controllata dalla Commissione Speciale Israelitica del Piemonte e dall'intendente generale (successivamente dalla Sotto-prefettura).
Figura di grande rilievo all'interno della Comunità era - come sempre - il rabbino. Nella convenzione stipulata tra l'amministrazione ed Emilio Donato Bacchi nel 1833 si fa riferimento ai compiti che questi doveva svolgere all'interno dell'Università. Egli si occupava della lettura della Bibbia e dei servizi al culto, della macellazione rituale degli animali e dell'istruzione. La comunità aveva infatti al suo interno una scuola in lingua ebraica (denominata 'Cheder') che veniva frequentata da ragazzi e ragazze per sei ore al giorno dall'età di 5 anni, i ragazzi la frequentavano fino ai 15 anni, mentre le ragazze fino ai 10 anni.
I documenti presenti nell'Archivio della Comunità non permettono una precisa ricostruzione dell'elenco dei rabbini che si sono succeduti, ma si può desumere che abbiano avuto la cattedra a Biella: Emilio Donato Bachi (1833 - ?), Simeon Isaia Clava (vice rabbino? pre1836 - 1840), Graziadio Treves (1843 - ? ), Iacob Moise Levi (1860), Marco Levi (1861 - ?). Quest'ultimo, secondo Marco Mortara, proveniva da Vercelli ed era nato nel 1839.
Nel 1886 vi fu la soppressione della cattedra rabbinica e nel lunario del 1890 non compare alcun rabbino. Già nel 1856 una lettera dell'Avvocatura Generale di Torino indicava che in mancanza di un rabbino è il sindaco a dover tenere i registri dello stato civile.
La Comunità di Biella cessò la propria autonomia negli anni cinquanta del sec. XIX come indicato nel fondo archivistico da una "Notta di quanto si riceve dalla cessata amministrazione e da mani dal Sig. Olivetti Iona Aron di Biella" (XIX sec.) che fa riferimento a documentazione degli anni cinquanta del sec. XIX.
All'interno della Comunità Israelitica operava una Compagnia di Misericordia e un Comitato di Beneficenza con fini assistenziali.
A Biella rimane un piccola comunità aggregata a quella di Vercelli e nel 2009 è stata restaurata la Sinagoga, posta in vicolo del Bellone, che aveva subito gli ultimi interventi nel 1893.
La comunità era diretta da un Consiglio di amministrazione (in un primo tempo chiamato 'Corporazione israelitica'). L'organizzazione di questo ente è desumibile da un verbale di elezione del 1847 in cui gli amministratori eletti ribadiscono e sottoscrivono alcuni punti da osservarsi. Il consiglio era composto da tre membri ognuno dei quali aveva nel corso dell'anno un "quadrimestre di servizio". In questo periodo l'amministratore incaricato aveva la gestione dell'archivio (art. 3), della corrispondenza, il potere di sottoscrivere gli atti deliberati e di convocare l'amministrazione in via straordinaria e si occupava inoltre dei sussidi ai poveri (art. 4). L'amministrazione era tenuta a riunirsi ('congrua') ogni 15 giorni, a deliberare in merito alle questioni sottoposte e a stendere le delibere su un 'brogliasso'. Tali delibere venivano poi pubblicate in copia nell'aula del Sacro Tempio (art. 8). Alla fine di ogni gestione quadrimestrale l'amministratore era tenuto a presentare il conto della sua gestione che comprendeva l'esazione delle "oblazioni e delle offerte fatte nell'Oratorio" e ad avere il rimborso degli esposti (art. 9).
L'attività dell'amministrazione era controllata dalla Commissione Speciale Israelitica del Piemonte e dall'intendente generale (successivamente dalla Sotto-prefettura).
Figura di grande rilievo all'interno della Comunità era - come sempre - il rabbino. Nella convenzione stipulata tra l'amministrazione ed Emilio Donato Bacchi nel 1833 si fa riferimento ai compiti che questi doveva svolgere all'interno dell'Università. Egli si occupava della lettura della Bibbia e dei servizi al culto, della macellazione rituale degli animali e dell'istruzione. La comunità aveva infatti al suo interno una scuola in lingua ebraica (denominata 'Cheder') che veniva frequentata da ragazzi e ragazze per sei ore al giorno dall'età di 5 anni, i ragazzi la frequentavano fino ai 15 anni, mentre le ragazze fino ai 10 anni.
I documenti presenti nell'Archivio della Comunità non permettono una precisa ricostruzione dell'elenco dei rabbini che si sono succeduti, ma si può desumere che abbiano avuto la cattedra a Biella: Emilio Donato Bachi (1833 - ?), Simeon Isaia Clava (vice rabbino? pre1836 - 1840), Graziadio Treves (1843 - ? ), Iacob Moise Levi (1860), Marco Levi (1861 - ?). Quest'ultimo, secondo Marco Mortara, proveniva da Vercelli ed era nato nel 1839.
Nel 1886 vi fu la soppressione della cattedra rabbinica e nel lunario del 1890 non compare alcun rabbino. Già nel 1856 una lettera dell'Avvocatura Generale di Torino indicava che in mancanza di un rabbino è il sindaco a dover tenere i registri dello stato civile.
La Comunità di Biella cessò la propria autonomia negli anni cinquanta del sec. XIX come indicato nel fondo archivistico da una "Notta di quanto si riceve dalla cessata amministrazione e da mani dal Sig. Olivetti Iona Aron di Biella" (XIX sec.) che fa riferimento a documentazione degli anni cinquanta del sec. XIX.
All'interno della Comunità Israelitica operava una Compagnia di Misericordia e un Comitato di Beneficenza con fini assistenziali.
A Biella rimane un piccola comunità aggregata a quella di Vercelli e nel 2009 è stata restaurata la Sinagoga, posta in vicolo del Bellone, che aveva subito gli ultimi interventi nel 1893.
Condizione giuridica:
enti di culto
pubblico (sec. XIX - )
Tipologia del soggetto produttore:
ente e associazione di culto acattolico
Soggetti produttori:
Comunità ebraica di Vercelli, collegato
Università generale del Monferrato, collegato, 1806 - 1814
Profili istituzionali collegati:
Comunità ebraica, sec. XI -
Complessi archivistici prodotti:
Università israelitica di Biella (fondo)
Bibliografia:
Sacerdoti Annie, Piemonte. Itinerari ebraici: i luoghi, la storia, l'arte, a cura di Annie Sacerdoti e Annamarcella Tedeschi Falco, Venezia, Marsilio; Torino, Regione Piemonte, 1994
The Jews in Piedmont / edited with introduction and notes by Renata Segre, Jerusalem, The Israel Academy of Sciences and Humanities, Tel Aviv university, Jerusalem, 1986-1990, 3 voll.
Redazione e revisione:
Artom Antonella, 2011/07/28, prima redazione
Caffaratto Daniela, 2013/07/9, supervisione della scheda