architetto
Intestazioni:
Trincanato, Egle Renata, architetto, (Roma 1910 - Venezia 1998), SIUSA
Egle Trincanato nasce a Roma il 3 giugno 1910, figlia primogenita di Alessandro
Trincanato, commerciante, e di Alice Antonietta Formenti, modista. Trascorre l’infanzia fra Trieste e Mira e, dal 1921 al 1925, a Fiume. Frequenta il Liceo Artistico a Venezia e consegue il diploma di maturità il 7 aprile 1931. Due anni dopo, impegnata nell’insegnamento del disegno in istituti medi di istruzione di Venezia e dell'estuario, si iscrive al corso di studi di Architettura civile del Regio Istituto Superiore di Architettura, diretto da Guido Cirilli. Tra i suoi insegnanti, lo stesso Cirilli, Raffaele Vivante, Carlo Scarpa, Giuseppe Torres, Guido Costante Sullam e Giulio Lorenzetti. Durante un viaggio di studio, organizzato dall’università in Tripolitania (Libia) nella primavera del 1937, conosce l’architetto palermitano Giuseppe Samonà (1898-1984), con il quale negli anni a seguire instaura un sodalizio fondamentale per la sua crescita professionale e
accademica. Il 12 novembre 1938, prima donna dell’ateneo veneziano, si laurea con una tesi progettuale dedicata alla sistemazione della Riva dell’Impero (oggi Riva dei Sette Martiri).
Nel 1939 collabora con Nino Barbantini alla redazione del catalogo della collezione Cini nel Castello di Monselice e svolge attività didattica in varie scuole veneziane. Nominata lo stesso anno assistente incaricata della cattedra di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti nel Regio Istituto Superiore di architettura di Venezia, della quale è titolare Giuseppe Samonà, diviene assistente di ruolo nel 1941. A questi anni si fa risalire l’inizio della non sempre riconosciuta collaborazione professionale tra i due, a partire dal progetto di massima del complesso degli edifici della Croce Rossa Italiana all’EUR, affidato a Samonà nel 1941. Nei primi mesi del ’45 partecipa con il gruppo di lavoro guidato da Samonà al concorso internazionale del Crystal Palace a Sydenham (Londra), ricevendo un premio speciale dalla giuria.
Tra il 1946 e il 1947 si iscrive autonomamente a diversi concorsi di architettura, conquista il terzo premio al concorso per l’ampliamento dell’Ospedale al Mare del Lido (1946) e il primo e il secondo premio ex aequo nel concorso per una serie di case da costruirsi nell’estuario Nord e Sud, bandito dal Comune di Venezia nel 1947; lo stesso anno, non ha successo la sua proposta presentata al concorso per il nuovo Albergo Danieli sulla Riva degli Schiavoni, vinto tra molte polemiche da Virgilio Vallot.
Nel 1948 pubblica Venezia minore, un volume dedicato al tessuto edilizio residenziale nel capoluogo lagunare. Nello stesso anno risulta membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, della cui sezione venezta diviene in seguito segretario (1955).
Sino al 1952 elabora i rilievi del Battistero di Concordia Sagittaria e della chiesa di Santa Sofia a Padova, pubblicati dieci anni più tardi. In parallelo si dedica allo studio di nuovi tipi di edilizia residenziale mirati a risolvere i problemi della città contemporanea, esponendo tra l’altro con il gruppo coordinato da Samonà alla settima edizione dei Congrés Internationale de Architecture Moderne (CIAM) tenutasi a Bergamo.
La sua prima esperienza in cantiere risale alla realizzazione dell'edificio INA Casa di Treviso progettato da Samonà (1949-53). Nel 1951 viene inserita nel Gruppo architetti e ingegneri veneziani coordinato da Samonà e da Luigi Piccinato per la progettazione del nuovo Villaggio San Marco nell’area di San Giuliano a Mestre. Sull’onda di questo incarico, la Gestione INA Casa le affida la realizzazione di edifici a Sant’Agata sul Santerno (RA) (1952-56) e le case INCIS al Lido di Venezia (1954-57).
Tra il 1952 e il 1956 è impegnata a più riprese nella stesura del progetto per i nuovi uffici dell’INAIL, forse il suo lavoro più noto in qualità di progettista, realizzato al fianco di Samonà e terminato nel 1961.
Nell’autunno del 1954 assume l’incarico di Capo Divisione tecnico-artistica e Direttore del Palazzo Ducale presso il Comune di Venezia e collabora alla cura e all’allestimento della mostra Venezia Viva al Centro Internazionale del Costume di Palazzo Grassi.
Negli anni trascorsi alla direzione di Palazzo Ducale, Egle Renata Trincanato si dedica al ripristino di tutti i beni pertinenti alla Divisione tecnico-artistica del Comune di Venezia, tra i quali Ca’ Pesaro, il Museo Civico Correr e l’ala sul rio di Ca’ Centanni, la casa di Goldoni.
Nel 1955 riceve il Premio nazionale Olivetti di architettura e di urbanistica per la critica, per i meriti scientifici di Venezia minore.
Nel 1957 partecipa al Concorso di idee per il nuovo Piano Regolatore Generale di Venezia, in gruppo con l’urbanista Giovanni Astengo e con Mario Coppa, suo
collaboratore di fiducia. Senza vincere, viene comunque coinvolta nei lavori che seguono al concorso, curati dalla Sottocommissione per il risanamento presieduta da Samonà.
Nel 1960 risulta strenuamente impegnata nella sua battaglia per la salvaguardia di Venezia, condotta nella scuola a fianco di Samonà e con Giovanni Astengo nelle fila veneziane dell’associazione Italia Nostra. Nel 1962 allestisce a Palazzo Ducale la mostra Italia Nostra difende Venezia. Errori problemi prospettive dell'urbanistica veneziana.
In campo urbanistico è questa la stagione per lei più prolifica di occasioni: nel 1961 partecipa alla redazione del Piano comprensoriale dei comuni del Polesine e tra il 1962 e il 1966 al primo progetto di Piano Regolatore Generale di Cavarzere (VE), in collaborazione con Samonà e Costantino Dardi; nel 1964 concorre con il progetto Novissime del gruppo di Samonà al concorso di idee per la nuova sacca del Tronchetto.
Nel giugno 1963 l’allestimento della mostra Carpaccio a Palazzo Ducale le procura un successo unanime.
Nel novembre 1967 è nominata professore ordinario presso lo Iuav, per la cattedra di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti. All’Istituto sono assidui i confronti e i lavori coordinati con l’attività didattica di Giovanni Astengo, dal ’66 ordinario della cattedra di Urbanistica, e con i giovani milanesi Giancarlo de Carlo e Aldo Rossi.
Nello stesso anno allestisce la mostra Venezia ieri e oggi negli spazi di Palazzo
Vendramin Calergi, dedicata alla storia di Venezia e alle sue trasformazioni nel XX secolo.
Del 1967 al 1973 è impegnata nel restauro del Palazzo Costantini di proprietà Barbini, in Rio Terà dei Catecumeni a Venezia, intervento conclusosi sotto la direzione di Tobia Scarpa.
Negli anni Settanta si dedica con assiduità alla causa del restauro e al perfezionamento di tale disciplina nel curriculum di studi dello Iuav: nel 1974 assume l’incarico di vice direttore della scuola e l’anno successivo fonda l’Istituto di rilievo e restauro (in seguito Dipartimento di scienza e tecnica del restauro), del quale viene nominata direttore.
Nel 1971 entra nel Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia, diretto da Giuseppe Mazzariol, come rappresentante dell’Accademia di Belle Arti. Pubblica, con Umberto Franzoi, il volume Venise au fil du temps: atlas historique d'urbanisme et d'architecture, sull’architettura di Venezia dalle origini all’età contemporanea.
Su incarico dell’ente Gestione Case per Lavoratori (GESCAL) è impegnata in qualità di capogruppo alla redazione di una ricerca generale preliminare al piano regolatore di Ancona, per il risanamento e la ristrutturazione del centro storico. Nel 1973 partecipa all’allestimento della mostra Ritratto di Venezia al Museo Correr. In parallelo collabora ai progetti dello studio Samonà per nuovi complessi universitari a Cagliari e in Calabria (1972-73) e negli ultimi significativi anni di attività dello studio romano (1977-82) alle proposte per il Centro Direzionale di Firenze, al concorso per l’arco trionfale della Tête Défense a Parigi e alla realizzazione del Municipio di Cadoneghe (PD) (1981-82).
Negli anni Ottanta riceve nuovi riconoscimenti al proprio valore scientifico. Tra questi il premio Pietro Torta per il restauro di Venezia (1982) e la medaglia d'oro ai Benemeriti della cultura del Ministero della Pubblica Istruzione (1987). Dal 1987 è Consigliere della Fondazione Angelo Masieri e Consigliere Delegato della Fondazione Querini Stampalia, della quale tra il 1990 e il 1994 assume la presidenza. Nel 1997 le viene conferita, insieme a Ignazio Gardella, l’onorificenza ai Benemeriti della Scienza e della Cultura da parte del Presidente della Repubblica. Pochi mesi dopo, ancora vivace e attiva in seno alla Fondazione Querini Stampalia e nella comunità veneziana, si spegne
improvvisamente il 5 marzo 1998 a Mestre.
Nota biografica a cura di Maddalena Scimemi.
Tra il 1946 e il 1947 si iscrive autonomamente a diversi concorsi di architettura, conquista il terzo premio al concorso per l’ampliamento dell’Ospedale al Mare del Lido (1946) e il primo e il secondo premio ex aequo nel concorso per una serie di case da costruirsi nell’estuario Nord e Sud, bandito dal Comune di Venezia nel 1947; lo stesso anno, non ha successo la sua proposta presentata al concorso per il nuovo Albergo Danieli sulla Riva degli Schiavoni, vinto tra molte polemiche da Virgilio Vallot.
Nel 1948 pubblica Venezia minore, un volume dedicato al tessuto edilizio residenziale nel capoluogo lagunare. Nello stesso anno risulta membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, della cui sezione venezta diviene in seguito segretario (1955).
Sino al 1952 elabora i rilievi del Battistero di Concordia Sagittaria e della chiesa di Santa Sofia a Padova, pubblicati dieci anni più tardi. In parallelo si dedica allo studio di nuovi tipi di edilizia residenziale mirati a risolvere i problemi della città contemporanea, esponendo tra l’altro con il gruppo coordinato da Samonà alla settima edizione dei Congrés Internationale de Architecture Moderne (CIAM) tenutasi a Bergamo.
La sua prima esperienza in cantiere risale alla realizzazione dell'edificio INA Casa di Treviso progettato da Samonà (1949-53). Nel 1951 viene inserita nel Gruppo architetti e ingegneri veneziani coordinato da Samonà e da Luigi Piccinato per la progettazione del nuovo Villaggio San Marco nell’area di San Giuliano a Mestre. Sull’onda di questo incarico, la Gestione INA Casa le affida la realizzazione di edifici a Sant’Agata sul Santerno (RA) (1952-56) e le case INCIS al Lido di Venezia (1954-57).
Tra il 1952 e il 1956 è impegnata a più riprese nella stesura del progetto per i nuovi uffici dell’INAIL, forse il suo lavoro più noto in qualità di progettista, realizzato al fianco di Samonà e terminato nel 1961.
Nell’autunno del 1954 assume l’incarico di Capo Divisione tecnico-artistica e Direttore del Palazzo Ducale presso il Comune di Venezia e collabora alla cura e all’allestimento della mostra Venezia Viva al Centro Internazionale del Costume di Palazzo Grassi.
Negli anni trascorsi alla direzione di Palazzo Ducale, Egle Renata Trincanato si dedica al ripristino di tutti i beni pertinenti alla Divisione tecnico-artistica del Comune di Venezia, tra i quali Ca’ Pesaro, il Museo Civico Correr e l’ala sul rio di Ca’ Centanni, la casa di Goldoni.
Nel 1955 riceve il Premio nazionale Olivetti di architettura e di urbanistica per la critica, per i meriti scientifici di Venezia minore.
Nel 1957 partecipa al Concorso di idee per il nuovo Piano Regolatore Generale di Venezia, in gruppo con l’urbanista Giovanni Astengo e con Mario Coppa, suo
collaboratore di fiducia. Senza vincere, viene comunque coinvolta nei lavori che seguono al concorso, curati dalla Sottocommissione per il risanamento presieduta da Samonà.
Nel 1960 risulta strenuamente impegnata nella sua battaglia per la salvaguardia di Venezia, condotta nella scuola a fianco di Samonà e con Giovanni Astengo nelle fila veneziane dell’associazione Italia Nostra. Nel 1962 allestisce a Palazzo Ducale la mostra Italia Nostra difende Venezia. Errori problemi prospettive dell'urbanistica veneziana.
In campo urbanistico è questa la stagione per lei più prolifica di occasioni: nel 1961 partecipa alla redazione del Piano comprensoriale dei comuni del Polesine e tra il 1962 e il 1966 al primo progetto di Piano Regolatore Generale di Cavarzere (VE), in collaborazione con Samonà e Costantino Dardi; nel 1964 concorre con il progetto Novissime del gruppo di Samonà al concorso di idee per la nuova sacca del Tronchetto.
Nel giugno 1963 l’allestimento della mostra Carpaccio a Palazzo Ducale le procura un successo unanime.
Nel novembre 1967 è nominata professore ordinario presso lo Iuav, per la cattedra di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti. All’Istituto sono assidui i confronti e i lavori coordinati con l’attività didattica di Giovanni Astengo, dal ’66 ordinario della cattedra di Urbanistica, e con i giovani milanesi Giancarlo de Carlo e Aldo Rossi.
Nello stesso anno allestisce la mostra Venezia ieri e oggi negli spazi di Palazzo
Vendramin Calergi, dedicata alla storia di Venezia e alle sue trasformazioni nel XX secolo.
Del 1967 al 1973 è impegnata nel restauro del Palazzo Costantini di proprietà Barbini, in Rio Terà dei Catecumeni a Venezia, intervento conclusosi sotto la direzione di Tobia Scarpa.
Negli anni Settanta si dedica con assiduità alla causa del restauro e al perfezionamento di tale disciplina nel curriculum di studi dello Iuav: nel 1974 assume l’incarico di vice direttore della scuola e l’anno successivo fonda l’Istituto di rilievo e restauro (in seguito Dipartimento di scienza e tecnica del restauro), del quale viene nominata direttore.
Nel 1971 entra nel Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia, diretto da Giuseppe Mazzariol, come rappresentante dell’Accademia di Belle Arti. Pubblica, con Umberto Franzoi, il volume Venise au fil du temps: atlas historique d'urbanisme et d'architecture, sull’architettura di Venezia dalle origini all’età contemporanea.
Su incarico dell’ente Gestione Case per Lavoratori (GESCAL) è impegnata in qualità di capogruppo alla redazione di una ricerca generale preliminare al piano regolatore di Ancona, per il risanamento e la ristrutturazione del centro storico. Nel 1973 partecipa all’allestimento della mostra Ritratto di Venezia al Museo Correr. In parallelo collabora ai progetti dello studio Samonà per nuovi complessi universitari a Cagliari e in Calabria (1972-73) e negli ultimi significativi anni di attività dello studio romano (1977-82) alle proposte per il Centro Direzionale di Firenze, al concorso per l’arco trionfale della Tête Défense a Parigi e alla realizzazione del Municipio di Cadoneghe (PD) (1981-82).
Negli anni Ottanta riceve nuovi riconoscimenti al proprio valore scientifico. Tra questi il premio Pietro Torta per il restauro di Venezia (1982) e la medaglia d'oro ai Benemeriti della cultura del Ministero della Pubblica Istruzione (1987). Dal 1987 è Consigliere della Fondazione Angelo Masieri e Consigliere Delegato della Fondazione Querini Stampalia, della quale tra il 1990 e il 1994 assume la presidenza. Nel 1997 le viene conferita, insieme a Ignazio Gardella, l’onorificenza ai Benemeriti della Scienza e della Cultura da parte del Presidente della Repubblica. Pochi mesi dopo, ancora vivace e attiva in seno alla Fondazione Querini Stampalia e nella comunità veneziana, si spegne
improvvisamente il 5 marzo 1998 a Mestre.
Nota biografica a cura di Maddalena Scimemi.
Soggetti produttori:
Samonà Giuseppe, collegato
Vallot Virgilio, collegato
Complessi archivistici prodotti:
Trincanato Egle Renata (fondo)
Redazione e revisione:
D'Aulerio Antonella, 2011/07/01, prima redazione