Castel San Niccolò 1895 mag. 24 - Roma 1964 giu. 6
Intestazioni:
Landi, Giuseppe, politico, sindacalista, (Castel San Niccolò 1895 - Roma 1964), SIUSA
Nacque a Castel San Niccolò, nel Casentino, il 24 maggio 1895. Partecipò alla prima guerra mondiale e fu promosso capitano nel 1916. Decorato di tre medaglie di bronzo al valor militare, nel 1920 fu dichiarato invalido di guerra per le ferite riportate e collocato nel ruolo speciale. Tornato al paese natale, nel 1921 si iscrisse al Partito nazionale fascista (PNF) e fu tra i promotori del movimento fascista nella provincia di Arezzo. Quello stesso anno fondò il fascio di Castel San Niccolò e prese parte alla campagna per le elezioni politiche. Impiegato presso la Cassa nazionale infortuni, nel 1922 il Landi si trasferì a Roma e, pochi mesi dopo, a Genova, dove aderì al movimento sindacale fascista dedicandosi all'organizzazione del settore impiegatizio. Sempre a Genova, nel 1926 assunse la direzione dei sindacati fascisti del commercio e dell'Associazione fascista del pubblico impiego, mentre dal 1927 al 1928 fu dapprima vicesegretario generale dell'Ufficio provinciale dei sindacati fascisti, poi segretario dei sindacati fascisti dell'industria. Nel 1929 il Landi era stato eletto alla Camera dei deputati e nominato segretario della Federazione nazionale dei sindacati fascisti dei dipendenti da aziende commerciali di deposito e vendita. Da quel momento i suoi incarichi in campo sindacale e corporativo si moltiplicarono. Dal 1929 al 1935 fu consigliere tecnico per i sindacati fascisti dei lavoratori alla Conferenza internazionale del lavoro. Dal 1930 fino all'uscita dell'Italia dalla Società delle nazioni, fu membro della Commissione consultiva degli impiegati e del Comitato internazionale di corrispondenza per le assicurazioni sociali, organismi istituiti presso l'Ufficio internazionale del lavoro di Ginevra. Dal 1930, anno di costituzione, fino al 1936, il Landi fu membro del Consiglio nazionale delle corporazioni. In particolare, nel 1930 fece parte della Commissione di studio per la riforma della legislazione del lavoro, presieduta da D. Alfieri, insediata da G. Bottai presso il ministero delle Corporazioni con lo scopo di armonizzare le leggi esistenti con l'ordinamento corporativo. Il 31 dicembre 1933 il Landi fu nominato commissario e, il successivo 29 luglio 1934, presidente della Confederazione nazionale fascista dei lavoratori del credito e dell'assicurazione, che guidò fino all'ottobre 1941, assumendo nel 1936 anche la direzione del bollettino della Confederazione, Il Lavoro impiegatizio. Rieletto deputato nel 1934, nel 1939 il Landi divenne consigliere nazionale alla Camera dei fasci e delle corporazioni. Il 31 ottobre 1941 successe a P. Capoferri alla presidenza della Confederazione nazionale fascista dei lavoratori dell'industria (CFLI), assumendo contestualmente la direzione della Rivista del lavoro, periodico della Confederazione. Nel maggio del 1943, immediatamente dopo le manifestazioni operaie, il Landi fu allontanato dalla CFLI e destinato all'incarico secondario di presidente dell'Azienda ligniti italiane, che mantenne fino all'aprile 1944, quando fu sostituito non essendosi trasferito al Nord nel territorio soggetto alla Repubblica sociale italiana. Dopo la caduta del fascismo, il Landi aveva tentato di mettersi in contatto sia con ambienti antifascisti sia con ambienti del governo Badoglio, nell'intento di continuare a svolgere il suo impegno in campo sindacale anche in un diverso quadro politico. Dopo l'8 settembre tali contatti si arrestarono e il Landi fu chiamato dal segretario A. Pavolini a collaborare al settore sindacale del neocostituito Partito fascista repubblicano. Tuttavia le sue richieste di ridare al sindacato vitalità e funzioni politiche non furono accolte ed egli non ebbe mai il ventilato incarico. Rimandato fino al maggio 1944 il trasferimento in Toscana, il Landi decise infine di non aderire alla Repubblica sociale italiana (RSI) e attese a Roma l'arrivo degli alleati. Nel dopoguerra il Landi si impegnò per incoraggiare la ripresa dell'attività da parte di coloro che avevano lavorato nelle organizzazioni sindacali durante il regime fascista. Fu infatti tra i promotori del Movimento sindacalista (Mo. Si.), raggruppamento di sindacalisti ex fascisti, costituitosi ufficialmente nel novembre 1947, ma le cui linee d'ispirazione avevano già trovato espressione nelle pagine del giornale Vita del lavoro, fondato circa un anno prima, di cui il Landi fu collaboratore di primo piano. Fallita l'ipotesi di confluenza del Mo. Si. nella Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL) unitaria, nel marzo 1950 il Landi fu tra i fondatori della Confederazione italiana sindacati nazionali dei lavoratori (CISNAL), di cui fu segretario generale dalla costituzione. Collaboratore di Lotta politica e del Secolo d'Italia, giornali del Movimento sociale italiano (MSI), dal 1954 il Landi entrò a far parte della direzione nazionale del partito. Nel 1956 fu eletto al Consiglio comunale di Roma nelle liste del MSI. Il Landi morì a Roma il 6 giugno 1964.
Complessi archivistici prodotti:
Landi Giuseppe (fondo)
Redazione e revisione:
Mascagni Francesco, 2011/04/11, prima redazione