Sede: Firenze
Date di esistenza: 1953 apr. 18 - 1957 ott. 27
Intestazioni:
Unità popolare - UP, Firenze, 1953 - 1957, SIUSA
Il movimento di Unità Popolare - UP nacque da coloro che avversavano la nuova legge elettorale, la così detta "legge truffa", e non credevano affatto nella possibilità di redimere la Democrazia cristiana - DC, la quale al contrario se il premio di maggioranza fosse scattato si sarebbe avvantaggiata di un rinvigorito radicalismo clerico-fascista latente in molta parte dell'elettorato cattolico. Era il gennaio 1953 e UP attorno a premesse contingenti a sfondo moralista mobilitò un fronte composito, che incise un segno non marginale nelle vicende politiche interne dell'Italia degli anni '50. UP si formò per impulso soprattutto di Tristano Codignola, che avversava la nuova legge come il tentativo di soffocare nella culla la Repubblica e la democrazia. Il movimento benché nato in un particolare momento politico dalla necessità di dar battaglia in un'azione comune prima che fosse troppo tardi, raccolse diverse adesioni e durò al di là della prova elettorale. All'interno della coalizione di centro, e in modo particolare nel Partito socialista democratico italiano - PSDI e nel Partito repubblicano italiano - PRI, si manifestarono subito forti resistenze contro la decisione della dirigenza dei rispettivi partiti di appoggiare la nuova legge elettorale. All'inizio l'opposizione si manifestò timidamente, soprattutto in forma di dissociazioni personali, poi diventò sempre più vasta e articolata fino alla formazione di veri e propri gruppi dissidenti. Nel caso del PSDI i dissidenti finirono per lasciare il partito e diedero vita al Movimento di autonomia socialista - MAS, che nacque ufficialmente a Bologna il 1 febbraio 1953. Il MAS stabilì la propria sede a Firenze e organo del movimento divenne il quindicinale «Nuova Repubblica», già voce ufficale della sinistra PSDI. La dissidenza socialdemocratica del MAS raccolse le simpatie di molti esponenti che avevano militato nel Partito d'azione - PDA e si erano poi dispersi in vari partiti della sinistra. Anche nel PRI, dopo la decisione del partito di appoggiare la legge elettorale, si era formato un gruppo di dissidenti che cercarono per lungo tempo di convincere anche Ferruccio Parri a lasciare il partito. Il 12 aprile 1953 a Roma, al Teatro Valle, Parri annunciò l'uscita dal PRI del suo gruppo, che assunse il nome di Rinascita Repubblicana. Tutto questo durò solo fino al 18 aprile, quando Rinascita Repubblicana si unì al MAS dando vita al Movimento di Unità Popolare. Quindi i due gruppi più consistenti che entrarono in questa battagliera coalizione furono i repubblicani capeggiati da Ferruccio Parri: Leone Azzali, Giuseppe Bellusci, Marcello Morante, Oliviero Zuccarini; e i socialdemocratici e gli ex azionisti vicini a Codignola, Edmondo Cossu, Antonio Greppi, Vittorelli, Aldo Garosci e Piero Calamandrei, che attraverso «Il Ponte» aveva svolto un'intensa campagna, tentando anche un dialogo più pacato con gli amici sull'altra sponda. Aderirono poi le sinistre di «Critica Sociale» e Iniziativa socialista, e ancora intellettuali indipendenti come Tullio Ascarelli, docente universitario, Federico Comandini, Arturo Carlo Jemolo, Carlo Levi, Noventa, Leopoldo Piccardi, Franco Venturi, Zevi e l'imprenditore Adriano Olivetti. Pochissimi avevano declinato l'invito di Codignola e tra questi Calogero e Chiaromonte, che saranno invece due figure di spicco nel futuro Partito radicale. Il programma era piuttosto generico e diretto a raccogliere larghi consensi tra tutti i ceti sociali; UP chiedeva innanzi tutto una nuova legalità: l'attuazione fedele e integrale della Costituzione, l'abrogazione e la revisione delle leggi fasciste limitatrici della libertà e dei diritti indivisuali, nuove leggi per tutelare i singoli, gli enti locali, le minoranze religiose e politiche dall'arbitrio governativo e poliziesco. Chiedeva poi una riforma dell'organizzazione amministrativa e burocratica e una riforma scolastica, entrambe dirette a soddisfare con maggiore efficienza le esigenze del cittadino, e, infine, larghe riforme della struttura economica. In occasione delle elezioni del 7 giugno 1953 la partecipazione del piccolo raggruppamento di UP alla battaglia elettorale fu decisiva ai fini del fallimento del tentativo della maggioranza governativa: il movimento aveva infatti raccolto 171.099 voti ed aveva sicuramente contribuito a non far scattare la legge maggioritaria. Dopo l'esito positivo della partecipazione elettorale, il movimento di UP ricercò un suo spazio specifico sulla scena politica italiana, impegnandosi soprattutto in direzione di un recupero del rapporto cultura-politica sollecitando e incoraggiando l'autonomia del Partito socialista italiano - PSI dal Partito comunista. Inoltre, non furono estranee al movimento suggestioni terzaforziste e tentativi di riproporre la validità dell'azionismo. Il MAS e il gruppo di Parri, pur lavorando insieme e condividendo sia gli obbiettivi della lotta che gli atteggiamenti culturali e morali, rimasero in qualche modo separati anche sul piano formale. Solo nel 1954 ci fu lo scioglimento definitivo dei gruppi di Autonomia Socialista in UP deciso nel Congresso di Firenze (31 ottobre-1 novembre). Successivamente alcuni sviluppi della politica del PSI accelerarono il progressivo avvicinameno della componente socialista di UP al Partito socialista, e così nel convegno di Firenze del 29-30 giugno 1957 Vittorelli e Codignola si espressero a favore di una confluenza immediata e senza condizioni nel PSI, mentre Parri e i suoi si dichiararono contrari. La maggioranza si dichiarò a favore della confluenza e il congresso si concluse con il mandato a Parri, Codignola e Vittorelli di cercare un accordo con il PSI. La delegazione di UP si incontrò con Nenni, De Martino e Mazzali il 30 luglio. Le parti, nonostante le reciproche cautele, si trovarono d'accordo sulla necessità di sviluppare un'azione comune. La piena confluenza si realizzò il 27 ottobre 1957, comportando inoltre la chiusura di «Nuova Repubblica».
Condizione giuridica:
privato
Tipologia del soggetto produttore:
partito politico, organizzazione sindacale
Complessi archivistici prodotti:
Unità popolare - UP (fondo)
Bibliografia:
R. COLOZZA, Partigiani in borghese. Unità popolare nell'Italia del dopoguerra, Milano, Franco Angeli, 2015
E. SAVINO, La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale, Milano, Franco Angeli, 2010, passim
L. RISSO, Una piccola casa libera, in «Quaderno di storia contemporanea», a. XXVI, n. 35, 2004
C. VALLAURI, Le eresie socialiste negli anni '50, in I Magnacucchi. Valdo Magnai e la ricerca di una sinistra autonoma e democratica, a cura di G. BOCCOLARI e L. CASALI, Milano, Feltrinelli, 1991, passim
L. MERCURI, Il movimento di Unità popolare, Roma, Carecas, 1978
Unità popolare socialismo repubblica libertà, in «Nuova Repubblica», anno I, n. 8, 20 aprile 1953
Redazione e revisione:
Lanzini Marco, coordinatore nazionale revisione schede Rete Parri, 2023/11/02, supervisione della scheda
Mascagni Francesco, 2010/11/30, prima redazione
Mascagni Francesco, 2023/11/02, rielaborazione