Sede: Cantalupo in Sabina (Rieti)
Date di esistenza: sec. XI -
Intestazioni:
Comune di Cantalupo in Sabina, Cantalupo in Sabina (Rieti), sec. XI -, SIUSA
Altre denominazioni:
Cantalupo, ante 1863
Il "Castrum Cantalupi" è citato per la prima volta nel 1037 in documenti del Regesto Farfense. Al contrario di molte comunità sabine, Cantalupo appare sempre al di fuori della sfera di influenza dell'abbazia di Farfa: i conti di Cunio sono i primi "consorti" che danno vita alla primitiva rocca, cui segue il "Palatium" dei conti di S. Eustachio (sec. XIII e XIV). Cantalupo passa quindi ai Savelli, che dominano nel castello sino a tutto il XV secolo; seguono i Cesi di Acquasparta e di Rignano che, nei secoli XVI e XVII, trasformano il castello dei Savelli nel palazzo residenziale tuttora noto come Palazzo Cesi. Nel 1697 Guido Vaini, marchese di Vacone, acquista il castello ed il feudo dai Cesi, lasciando poi l'eredità ai Lante della Rovere, che lo detengono sino al 1804. La proprietà del palazzo, il ricco patrimonio terriero e vari possedimenti immobiliari passano poi nelle mani di diversi signori, dal Patriziato Sabino, ai Simonetti e nel 1840, con il titolo di principato riconosciutogli da Gregorio XVI, al francese De Podenas. Nel 1862 Giovanni Battista Camuccini, figlio del pittore neoclassico Vincenzo, acquista il patrimonio dell'ex feudo e trasforma il "Palazzo" in un museo. Amministrativamente Cantalupo è in origine comunità indirettamente soggetta alla Camera Apostolica. Durante il dominio napoleonico (1798-1799) il comune è inserito dapprima nel dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto, per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Torri, con gli appodiati Selci, Forano e Gavignano. Dopo la restaurazione del governo pontificio del 1816 Cantalupo ritorna luogo baronale nell'ambito della provincia Sabina, delegazione di Rieti, governo di Poggio Mirteto sino al settembre 1817, allorchè diviene governo di secondo ordine dipendente da Poggio Mirteto, condizione che mantiene sino alla caduta dello Stato pontificio. Nel riparto territoriale del 1827 risulta podesteria dipendente dal governo di Poggio Mirteto, con giurisdizione estesa, per gli anni 1827-1831, anche alle comunità di Selci e Forano con Gavignano. Nel 1860 Cantalupo entra a far parte del Regno d'Italia, dapprima compreso nella provincia di Perugia e successivamente a quella di Roma (1823-1827); con Regio decreto del 1863 l'antica denominazione di Cantalupo è modificata in Cantalupo in Sabina. Nel 1927 il comune viene soppresso ed aggregato ad Aspra (attuale Casperia), incluso nella neoistituita provincia di Rieti, per essere nuovamente ricostituito come ente autonomo nel 1940, sempre nell'ambito della provincia di Rieti
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Soggetti produttori:
Comune di Casperia, collegato, 1927 - 1940
Contesto storico istituzionale di appartenenza:
Stato pontificio (Marche, Umbria, Lazio), 1798 - 1814
Stato pontificio (Province laziali), sec. XIV - sec. XVIII
Profili istituzionali collegati:
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comune, 1859 -
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Ambito territoriale:
Provincia di Rieti (1927 - ), 1927 -
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Cantalupo in Sabina (fondo)
Stato civile del Comune di Cantalupo in Sabina (fondo)
Bibliografia:
E. A. DI CARLO, Il castello di Cantalupo in Sabina, Roma, Tipografia Di Marcotullio, 1989
M. C. VICO, Cantalupo in Sabina, Falconara, Industrie Grafiche ERREBI, 1986
Grappa, C., Storia dei paesi della provincia di Rieti, Poggibonsi, Lalli, 1994
Redazione e revisione:
Barbafieri Adriana, 2005/07/02, revisione