Date di esistenza: sec. V -
Intestazioni:
Comune di Blera, Blera (Viterbo), sec. V a.c. -, SIUSA
Altre denominazioni:
Bieda
Importante centro etrusco, sviluppatosi tra l'VII ed il V sec. a.C., e poi municipium romano, Blera ha assunto l'attuale denominazione nel 1952, denominazione derivante dall'etrusco "Phlera" (porta), in sostituzione della precedente volgarizzazione "Bieda". La città divenne sede vescovile probabilmente verso la fine del V secolo d.C., con sedici vescovi, sino all'anno 1093 allorchè la diocesi venne unita a quella di Toscanella (Tuscania), e con questa a Viterbo nel 1192. Durante il VII e l'VIII secolo Bieda, per la sua posizione di confine tra il Ducato Romano ed il territorio dominato dai Longobardi, dovette subire notevoli devastazioni e saccheggi. Nel 607, al momento del riassetto dei confini, apparteneva al Ducato Romano; nel 739 fu conquistata da Liutprando e quattro anni dopo fu da lui donata a papa Zaccaria, costituendo, con Sutri e Gallese, il primo nucleo del Patrimonio di S.Pietro in Tuscia. Nel 772 Blera venne assediata e distrutta da Desiderio e due anni dopo fu restituita al papa da Carlo Magno; tale possesso risulta ancora confermato da Enrico I in un documento del 1020. Confluita nei possessi della famiglia viterbese dei Di Vico, dalla metà del XIII secolo a tutto il XIV, Bieda seguì le sorti di quella casata, coinvolta nelle alteme vicende della lotta tra Papato ed Impero, in particolare durante il periodo federiciano. Passata pressochè stabilmente alla Camera Apostolica nel 1465 Bieda ottenne da Paolo II una serie di privilegi in seguito confermati dai suoi successori, come risulta dal breve di Sisto IV, tuttora conservato in copia presso l'archivio storico comunale.
Bieda rimase alla Camera Apostolica fino al 1516, allorchè Leone X concesse il feudo, ad estinzione di un debito di cinquemila ducati, a Lorenzo degli Anguillara di Ceri, ramo collaterale dell'antica famiglia comitale romana, ed ai suoi successori.
Nel 1546 a Lorenzo successe il figlio Lelio, al quale spetta il merito di aver fatto redigere il secondo statuto cittadino, in volgare, e di aver stipulato, nel 1564, l'importante pace con i Barbaranesi, stabilendo i termini di confine tra i due territori. Estintasi con Lelio la linea degli eredi legittimi, nel 1572 Bieda tornò alle dirette dipendenze della Camera Apostolica, alla quale rimase sino all'unità d'Italia.
Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Cimino, cantone di Vetralla (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Viterbo, cantone di Vetralla (1810-1815), con giurisdizione sulle frazioni di S. Salvatore, Tobia e S. Giovenale e sul luogo di residenza aggiunto Civitella Cesi.
Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Bieda entrò a far parte dapprima della delegazione di Civitavecchia, distretto di Civitavecchia, poi alla fine del 1817 passò alla delegazione di Viterbo, distretto di Viterbo, come podesteria soggetta al governo di Vetralla, con giurisdizione estesa alla comunità di S. Giovanni e all'appodiato Civitella Cesi (dal 1827, solo su quest'ultimo).
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel settembre 1870, Bieda appartenne alla provincia di Roma fino al 1927, anno in cui passò alla neoistituita provincia di Viterbo aggregando al contempo il soppresso comune di S. Giovanni, che venne successivamente ricostituito nel 1945.
Il D.P.R. 16 agosto 1952 ha modificato il suo nome in Blera.
Nel 1546 a Lorenzo successe il figlio Lelio, al quale spetta il merito di aver fatto redigere il secondo statuto cittadino, in volgare, e di aver stipulato, nel 1564, l'importante pace con i Barbaranesi, stabilendo i termini di confine tra i due territori. Estintasi con Lelio la linea degli eredi legittimi, nel 1572 Bieda tornò alle dirette dipendenze della Camera Apostolica, alla quale rimase sino all'unità d'Italia.
Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Cimino, cantone di Vetralla (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Viterbo, cantone di Vetralla (1810-1815), con giurisdizione sulle frazioni di S. Salvatore, Tobia e S. Giovenale e sul luogo di residenza aggiunto Civitella Cesi.
Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Bieda entrò a far parte dapprima della delegazione di Civitavecchia, distretto di Civitavecchia, poi alla fine del 1817 passò alla delegazione di Viterbo, distretto di Viterbo, come podesteria soggetta al governo di Vetralla, con giurisdizione estesa alla comunità di S. Giovanni e all'appodiato Civitella Cesi (dal 1827, solo su quest'ultimo).
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel settembre 1870, Bieda appartenne alla provincia di Roma fino al 1927, anno in cui passò alla neoistituita provincia di Viterbo aggregando al contempo il soppresso comune di S. Giovanni, che venne successivamente ricostituito nel 1945.
Il D.P.R. 16 agosto 1952 ha modificato il suo nome in Blera.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Soggetti produttori:
Comune di Villa San Giovanni in Tuscia, collegato, 1927 - 1945
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Blera (fondo)
Stato civile del Comune di Blera (fondo)
Redazione e revisione:
Barbafieri Adriana, 2005/10/12, revisione