Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


Soggetti conservatori

Contenuto della pagina


Guida on-line agli archivi non statali
Menu di navigazione

Home » Ricerca guidata » Soggetti produttori - Enti » Soggetto produttore - Ente

Comune di Castel Ritaldi

Sede: Castel Ritaldi (Perugia)
Date di esistenza: sec. XIII -

Intestazioni:
Comune di Castel Ritaldi, Castel Ritaldi (Perugia), 1860 -, SIUSA
Comunità di Castel Ritaldi, Castel Ritaldi (Perugia), sec. XIII - 1860, SIUSA

Altre denominazioni:
Comune di Castel Ritaldi e San Giovanni, 1875 - 1927
Comunità di Castel Ritaldi, sec. XIII - 1860

Castel Ritaldi fu feudo imperiale fino al principio del XIII secolo. Pochi anni dopo il 1213 la Comunità passò sotto la Curia di Roma, che tramite un vicario vi amministrava la giustizia e riscuoteva i tributi, fermi restando i diritti su di essa da parte di consorterie di famiglie feudali quali i Lambardi, i Cattanei e i Litaldesi. Nel corso del medesimo secolo il castello fu oggetto della politica aggressiva ed espansionistica del vicino Comune di Spoleto. Sappiamo, da un privilegio del cardinal Capocci, che nel novembre del 1247 faceva già parte del distretto spoletano e, da un documento del giugno 1254, che le famiglie feudali suddette cedettero al Comune di Spoleto i loro diritti. La Chiesa cercò di ostacolare questa espansione, fino a quando nel 1298 il castello fu risottomesso con la forza dagli spoletini.
Al tempo del podestà Giuseppe Fontani di Spoleto, tra il 1572 e il 1585, sotto il pontificato di papa Gregorio XIII, sette statutari compilarono gli statuti comunali; non sappiamo se si tratta di una riedizione di precedenti statuti, come nel caso di Castel San Giovanni.
All'epoca della Repubblica romana Castel Ritaldi era Comune, al pari delle sue attuali frazioni di Castel San Giovanni, Colle del Marchese e La Bruna, e faceva parte del Cantone di Trevi, sottoposto al Dipartimento del Clitunno, con capoluogo Spoleto. Dal 1809 al 1814, nell'ambito dell'Impero francese, la nuova municipalità era costituita da un maire, da un primo ed un secondo aggiunto e dal consiglio. La comunità, che rimase dipendente del medesimo Cantone di Trevi, era subordinata amministrativamente al Circondario di Foligno, sede di sottoprefettura, a sua volta dipendente dal Dipartimento del Trasimeno con capoluogo Spoleto, retto dal prefetto Roederer.
A seguito delle riforme amministrative del cardinale Ettore Consalvi del novembre 1817, Castel Ritaldi, dipendente dalla Delegazione apostolica di Spoleto, fu retta da un gonfaloniere e da un vicegovernatore ed ebbe come comunità appodiate Colle del Marchese, Morcicchia, Moriano.
Dopo la parentesi rappresentata dalla Repubblica romana del 1849 e la successiva restaurazione delle preesistenti magistrature, avvenuta nella Delegazione di Spoleto ad opera di monsignor D'Andrea, commissario straordinario pontificio, la situazione politico amministrativa rimase invariata sino all'Unità d'Italia.

In seguito alla conquista dell'Umbria da parte delle truppe piemontesi, il regio commissario straordinario generale per le provincie dell'Umbria, Gioacchino Napoleone Pepoli, con decreto n. 7 del 17 settembre 1860, dichiarava sciolte le rappresentanze comunali esistenti ed ordinava la formazione di commissioni municipali provvisorie, che dovevano rimanere in carica fino allo svolgimento di nuove elezioni comunali. Successivi provvedimenti uniformarono la legislazione dei territori umbri alla normativa dello stato unitario, vincolando le amministrazioni comunali ad alcuni obblighi, quali la redazione di una lista dei giurati, l'elezione dei membri della congregazione di carità, in virtù della legge 18 agosto 1860, la nomina di revisori dei conti della gestione comunale, la revisione degli inventari dei beni mobili e immobili e delle carte di archivio.
In base alla legge n. 2248 del 10 marzo 1865, il Comune di Castel Ritaldi, con una popolazione residente di soli 1196 abitanti, rischiava la soppressione e l'aggregazione al Comune di Montefalco. Con delibera dell'11 febbraio 1875, il consiglio comunale si espresse contro questa soluzione, dichiarando che, a prescindere dal numero degli abitanti, effettivamente di poco inferiore a quello previsto dalla legge, Castel Ritaldi poteva vantare altri importanti requisiti: la dotazione di un fabbricato ad uso di residenza municipale dal 1870; l'inclusione, tra i salariati comunali inscritti a bilancio, di un segretario comunale, di un medico chirurgo con annuo assegno di 2000 lire, di un postino; l'esistenza di scuole elementari miste nel capoluogo e a Colle del Marchese. Fu inoltre rimarcato il fatto che era assai più comodo, per i suoi abitanti, recarsi a Spoleto, piuttosto che a Montefalco, per la presenza in tale città di essenziali pubblici servizi ed uffici, come la Sottoprefettura, l'Esattoria consorziale, la Pretura, il Tribunale, l'Ufficio del registro e delle ipoteche, l'Agenzia delle imposte e istituti di istruzione di vario grado e per l'esistenza dei mercati settimanali. La temuta soppressione fu scongiurata in virtù di un r.d., datato 29 giugno 1875, che faceva eco ad una precedente deliberazione del Consiglio provinciale dell'Umbria del 12 settembre 1868, con cui il Comune di Castel San Giovanni di Spoleto veniva aggregato a Castel Ritaldi; risultato di questa fusione fu che il numero complessivo degli abitanti comunali salì a 1658.
Nella seduta consiliare del 15 agosto 1875, venne presentata dal sindaco Giuseppe Alessandrini la lista elettorale amministrativa riformata dalla giunta municipale per la costituzione del nuovo consiglio comunale. La prima deliberazione consiliare dei due riuniti castelli fu del 12 settembre 1875 e fino all'anno 1927 l'intestazione che compare sugli atti ufficiali e sulle carte prodotte è "Comune dei Castelli Ritaldi e San Giovanni".
Ciò che era stato evitato nel secolo precedente si verificò nell'anno 1927; con r.d. n. 337 del 10 marzo, pubblicato nella gazzetta ufficiale del Regno in data 24 marzo, nell'ambito di una razionalizzazione territoriale amministrativa, Castel Ritaldi, al pari di altri comuni minori come Campello sul Clitunno, Giano dell'Umbria, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera, fu soppresso e trasformato in delegazione podestarile, dipendente dal Comune di Spoleto; fu definitivamente ripristinato pochi anni più tardi, nel 1932.
La figura del podestà, introdotta dal Fascismo, rimase fino alla liberazione dei territori umbri, quando furono reinsediati gli organi collegiali preesistenti al regime;in data 2 luglio 1944 si riunì il primo consiglio comunale postfascista.
Il decreto legislativo n. 1 del 7 gennaio 1946, restaurò i vecchi ordinamenti comunali ed in data 17 marzo 1946 si tennero le prime elezioni amministrative repubblicane.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
preunitario (sec. XIII - 1860)
ente pubblico territoriale (1860 - )

Soggetti produttori:
Patronato scolastico di Castel Ritaldi, collegato
Ufficio annonario del Comune di Castel Ritaldi, collegato
Comunità di Colle del Marchese, collegato, 1860 -
Comune di Castel San Giovanni di Spoleto, collegato, 1875 -

Profili istituzionali collegati:
Ufficio di Stato civile (Umbria), 1860 - 1865
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comune, 1859 -

Complessi archivistici prodotti:
Comune di Castel Ritaldi (complesso di fondi / superfondo)
Stato civile del Comune di Castel Ritaldi (complesso di fondi / superfondo)


Bibliografia:
L. FAUSTI, I castelli e le ville dell'antico contado e distretto della città di Spoleto, Perugia, Editoriale Umbra, 1990, vol. I
M. TABARRINI, L'Umbria si racconta. Dizionario A-D, Foligno, 1982

Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2014/11/26, revisione
Sargentini Cristiana, 2009/11/17, prima redazione


icona top