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Giustizia e libertà - GL

Sede: Parigi
Date di esistenza: 1929 - 1942

Intestazioni:
Giustizia e libertà - GL, Parigi, 1929 - 1942, SIUSA

Il movimento politico di Giustizia e Libertà - GL venne fondato a Parigi nel 1929 da Carlo Rosselli ed altri emigrati antifascisti. Si pose come organizzazione rivoluzionaria che riuniva repubblicani di sinistra, liberali e socialisti nella lotta per la libertà, la repubblica, la giustizia sociale. Fecero parte del gruppo fondatore, oltre a Carlo Rosselli, Emilio Lussu, Alberto Tarchiani, Alberto Cianca, Fausto Nitti. Venne diretta da un comitato centrale con sede nella capitale francese, mentre in Italia si formarono vari gruppi diffusi soprattutto nelle grandi città del Nord, con epicentro a Milano, che mantennero il collegamento con il gruppo di Parigi. Fin dall'inizio GL presentò al suo interno posizioni politiche diverse. Carlo Rosselli, autore di Socialismo liberale, mirava ad una sintesi tra una democrazia pluralistica e repubblicana e un socialismo d'intonazione laburista; i punti principali del suo programma erano la rivoluzione, la repubblica e una costituzione sociale in cui, accanto alla socializzazione di alcuni settori-chiave dell'economia, si mantenesse la piccola e media proprietà e si sviluppassero le autonomie locali. Il nucleo torinese di GL, composto da Aldo Garosci, Carlo Levi e Mario Andreis, sulla scia di Piero Gobetti, era molto vicino alle problematiche del movimento operaio; il nucleo milanese, rappresentato da Alberto Tarchiani e Riccardo Bauer, era invece su posizioni di matrice liberale, così come il fiorentino Ernesto Rossi che con Nello Traquandi e Piero Calamandrei aveva partecipato all'esperienza salveminiana del «Non Mollare»; i seguaci pugliesi di Tommaso Fiore, sostenitori di Gaetano Salvemini nella battaglia meridionalista, subirono inizialmente una forte influenza crociana e in seguito aderirono alla revisione critica liberalsocialista compiuta da Guido Calogero. Comune a tutti fu la volontà di procedere a un'immediata azione antifascista mediante la propaganda e l'organizzazione all'estero e attraverso un'iniziativa diretta in Italia, superando gli indugi delle correnti tradizionali del socialismo e del repubblicanesimo che erano state incapaci di un'efficace opposizione al fascismo. Nel 1929 e nel 1930 GL svolse un'intensa propaganda con imprese eclatanti e rischiose, come il volo sopra Milano compiuto nel luglio 1930 da Giovanni Bassanesi e Gioacchino Dolci per gettare volantini antifascisti. La reazione del regime alle iniziative dei giellisti non si fece attendere: il 30 ottobre 1930 vennero arrestati 24 membri e dirigenti del movimento in Italia, compresi Rossi e Bauer; uno di essi, Umberto Ceva, si suicidò in carcere; i capi del movimento furono condannati a molti anni di carcere. In seguito a questi arresti l'organizzazione rimandò i propositi di insurrezione immediata e si dedicò maggiormente ad un programma a lunga scadenza. Nel 1931 GL stipulò un accordo con la Concentrazione antifascista, formata da socialisti e repubblicani in esilio, dalla Lega italiana dei diritti dell'uomo e dall'ufficio estero della Confederazione generale italiana del lavoro - CGIL, rinunciando all'autonomia operativa all'estero ed essendo riconosciuta come rappresentante della Concentrazione in Italia. Con lo scioglimento di quest'ultima nel 1934, si trasformò invece in movimento politico autonomo il cui programma incentrato sull'auspicio di una rivoluzione democratica trovò una sintesi nei «Quaderni di Giustizia e libertà». In posizione estremamente critica rispetto al vecchio antifascismo, ostile ai vecchi partiti, mirò non alla restaurazione della vita democratica prefascista, ma alla nascita di nuove istituzioni democratiche; accentuò i principi socialisti ma contiunò a respingere le teorie marxiste. Allo scoppio della guerra civile spagnola i giellisti interpretarono il conflitto tra franchisti e repubblicani come un'occasione per fermare il dilagare del fascismo e realizzare una democrazia repubblicana e socialista, attraverso un lotta armata di popolo suscettibile di risvegliare energie insurrezionali anche in Italia. GL si attivò subito per raccogliere fondi e armi e mobilitare le forze antifasciste in aiuto dei repubblicani. Nell'agosto 1936 Carlo Rosselli, Mario Angeloni, Umberto Calosso e Camillo Berneri dettero vita alla Colonna italiana, formazione che raccolse italiani di ogni fede politica, impiegata sul fronte d'Aragona. Nella battaglia di Monte Pelato la colonna respinse i franchisti ma subì molti caduti fra cui Angeloni, mentre Rosselli venne ferito. In seguito alla battaglia di Almudévar (20 novembre 1936), iniziò una crisi interna al gruppo che culminò il 16 dicembre quando il leader di Giustizia e libertà venne messo in minoranza dai rappresentanti anarchici della colonna. Il riacutizzarsi di una flebite lo costrinse a rientrare in Francia nel gennaio 1937. Il 9 giugno successivo Carlo Rosselli venne ucciso insieme al fratello Nello a Bagnoles-de-l'Orne da sicari della formazione filofascista della Cagoule, su mandato del regime italiano. La guida del movimento venne assunta allora da Emilio Lussu, che impresse a GL una forte impronta socialista. Ciò provocò il dissenso e il distacco di numerosi componenti, tra i quali Alberto Tarchiani. Nel complesso il movimento assunse una posizione difensiva. Nel settembre del 1939 Gaetano Salvemini, rifugiatosi negli Stati Uniti, dette vita insieme ad altri esuli antifascisti alla Mazzini Society, associazione con una forte connotazione repubblicana e liberal-democratica che si propose di contribuire all'orientamento dell'opinione pubblica americana di fronte alla questione italiana. Con l'ingresso delle truppe tedesche in Francia nel 1940 quasi tutti i dirigenti di GL fuggirono altrove. Alberto Tarchiani raggiunse Salvemini a New York e assunse la segreteria della Mazzini Society. Paolo Vittorelli, rifugiatosi a Il Cario, fondò Giustizia e libertà Egitto, che svolse un'intensa attività propagandistica soprattutto tra i militari italiani prigionieri degli inglesi. Nell'ottobre 1941 Silvio Trentin e Francesco Fausto Nitti sottoscrissero in Francia, ancora a nome di GL, un accordo unitario con comunisti e socialisti. Di fatto però il movimento era ormai dissolto. Nel 1942 negli Stati Uniti un gruppo riunito attorno a Bruno Zevi fondò i «Quaderni Italiani», che divennero luogo di dibattito sui temi del liberalsocialismo. Dal 1942 le varie componenti del movimento giellista confluirono in gran parte nel neonato Partito d'azione, che intitolò a Giustizia e Libertà le proprie brigate partigiane.

Soggetti produttori:
Giustizia e libertà - GL Egitto, collegato
Mazzini society, collegato
Tarchiani Alberto, collegato

Complessi archivistici prodotti:
Archivi di Giustizia e libertà (complesso di fondi / superfondo)
Giustizia e libertà - GL (fondo)
Pubblicazioni a stampa di Giustizia e libertà (fondo)
Rosselli Carlo (fondo)


Bibliografia:
M. GIOVANA, Giustizia e Libertà in Italia. Storia di una cospirazione antifascista. 1929-1937, Torino, Bollati Boringhieri, 2005
C. ROSSELLI, Giustizia e libertà e la concentrazione antifascista, 1929-1934, a cura di C. CASUCCI, Torino, Einaudi, 1988
Giustizia e libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia: attualità dei fratelli Rosselli a quaranta anni dal loro sacrificio, atti del Convegno internazionale organizzato a Firenze il 10-12 giugno 1977 da Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Giunta Regionale Toscana, Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Firenze, La Nuova Italia, 1978
Giustizia e libertà, in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, II, Milano, La Pietra, 1971, pp. 583-588
E. AGA ROSSI, Il movimento repubblicano, Giustizia e libertà e il Partito d'azione, Bologna, Cappelli, 1969

Redazione e revisione:
Bonsanti Marta, 2010/10/10, prima redazione
Borgia Claudia, 2020/05/22, revisione
Lanzini Marco, coordinatore nazionale revisione schede Rete Parri, 2023/11/23, supervisione della scheda
Mascagni Francesco, 2023/11/23, rielaborazione


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