Date di esistenza: sec. XII inizio -
Intestazioni:
Comune di Todi, Todi (Perugia), 1860 -, SIUSA
Comunità di Todi, Todi (Perugia), sec. XII inizio - 1860, SIUSA
Altre denominazioni:
Comunità di Todi, sec. XII inizio - 1860
La leggenda più diffusa sulle origini di Todi vuole che questa sia stata fondata, forse nel 2707 a.C., dall'antica tribù dei Veii-Umbri. La tradizione narra che il primo solco della città fu tracciato nel luogo indicato agli uomini da un'aquila, nell'attuale rione che si stende alle spalle del duomo.
Il territorio cominciò ad essere popolato quando le acque del Tevere trovarono un varco attraverso le Gole del Forello, eliminando la palude che caratterizzava la valle. Le prime mura vennero erette tra il II e il I secolo a.C. e la città ebbe il nome di Tutere. In epoca romana fu chiamata Tuder, mentre nei documenti in lingua volgare l'appellativo è Tode.
Per la sua posizione di confine tra il territorio umbro e quello etrusco, Todi subì in maniera considerevole gli influssi culturali dell'antica Etruria. Nel III secolo a.C., Todi venne conquistata da Roma e i costumi dei colonizzatori sostituirono l'antica civiltà umbro-etrusca. In tarda epoca romana venne eretta la seconda cerchia di mura.
Con le invasioni barbariche Todi venne saccheggiata dai Longobardi restando, tuttavia, immune dalle devastazioni. Il Cristianesimo si diffuse ad opera di San Terenziano e le diocesi, cui venne riconosciuta l'auctoritas del vescovo, andarono a ricalcare le preesistenti magistrature romane.
A partire dal 1100 Todi cominciò a modificare il proprio assetto politico per costituirsi in comune autonomo, governato inizialmente da consoli.
Nel 1204 apparve per la prima volta la carica di podestà, ricoperta dal nobile Spagliagrano da Bologna; era stabilito, infatti, che questo magistrato non provenisse dal territorio tuderte. A lui fu affidato il potere giudiziario e ai decemviri quello amministrativo. Dal 1250 al podestà si affiancò il capitano del popolo e la gestione amministrativa restò nelle competenze di dieci priori, di un consiglio generale e uno segreto, dei revisori e di due "caporioni".
In questo periodo Todi diede il via al progetto di espansione dei propri territori, contesi alla città di Orvieto, con la quale combatté aspre battaglie, anche in sede politica e diplomatica. Il centro urbano si ampliò e, intorno alla metà del 1200, venne costruita la terza cerchia di mura. Dal 1237 entrò a far parte della lega delle città umbre guelfe, rafforzando l'alleanza con Perugia e resistendo agli attacchi di Federico II.
Nel 1327 il Comune perse la propria autonomia per passare, secondi i patti stipulati dal cardinale Albornoz, sotto la giurisdizione diretta della Chiesa.
Per decenni Todi ebbe sanguinose lotte interne tra guelfi e ghibellini, rappresentati rispettivamente dalle potenti famiglie degli Atti e dei Chiaravalle. Successivamente si alterneranno le signorie dei Malatesta di Rimini e di Ladislao d'Angiò. Nei primi decenni del 1400 venne riconosciuto a Braccio Fortebraccio da Montone il vicariato di Todi.
La città ebbe un periodo di splendore e benessere con il vescovo Angelo Cesi, tra il 1566 e il 1606. Nel secolo XVII, invece, fu piegata da pestilenze, guerre e carestie che portarono ad un notevole calo demografico.
Nel 1809, con l'annessione dello Stato pontificio all'Impero napoleonico, venne costituito il Dipartimento del Trasimeno e Todi divenne capoluogo di circondario insieme a Spoleto, Perugia e Foligno.
Nel 1814 fu restaurata l'amministrazione pontificia.
Dal 1860 entrò a far parte del Regno di Sardegna prima e d'Italia poi.
Nel periodo postunitario seguì le vicende politiche ed amministrative di tutti i comuni italiani. Fu compresa prima nella Provincia dell'Umbria e poi di Perugia.
Il territorio del Comune di Todi è composto da 37 frazioni, così come risultava già nel catasto gregoriano redatto nel 1819.
Negli ultimi vent'anni, grazie anche alla notorietà acquisita per le sue qualità di vivibilità, Todi si è affrancata dalla sua condizione di isolamento assumendo una forte connotazione di polo turistico e culturale.
A partire dal 1100 Todi cominciò a modificare il proprio assetto politico per costituirsi in comune autonomo, governato inizialmente da consoli.
Nel 1204 apparve per la prima volta la carica di podestà, ricoperta dal nobile Spagliagrano da Bologna; era stabilito, infatti, che questo magistrato non provenisse dal territorio tuderte. A lui fu affidato il potere giudiziario e ai decemviri quello amministrativo. Dal 1250 al podestà si affiancò il capitano del popolo e la gestione amministrativa restò nelle competenze di dieci priori, di un consiglio generale e uno segreto, dei revisori e di due "caporioni".
In questo periodo Todi diede il via al progetto di espansione dei propri territori, contesi alla città di Orvieto, con la quale combatté aspre battaglie, anche in sede politica e diplomatica. Il centro urbano si ampliò e, intorno alla metà del 1200, venne costruita la terza cerchia di mura. Dal 1237 entrò a far parte della lega delle città umbre guelfe, rafforzando l'alleanza con Perugia e resistendo agli attacchi di Federico II.
Nel 1327 il Comune perse la propria autonomia per passare, secondi i patti stipulati dal cardinale Albornoz, sotto la giurisdizione diretta della Chiesa.
Per decenni Todi ebbe sanguinose lotte interne tra guelfi e ghibellini, rappresentati rispettivamente dalle potenti famiglie degli Atti e dei Chiaravalle. Successivamente si alterneranno le signorie dei Malatesta di Rimini e di Ladislao d'Angiò. Nei primi decenni del 1400 venne riconosciuto a Braccio Fortebraccio da Montone il vicariato di Todi.
La città ebbe un periodo di splendore e benessere con il vescovo Angelo Cesi, tra il 1566 e il 1606. Nel secolo XVII, invece, fu piegata da pestilenze, guerre e carestie che portarono ad un notevole calo demografico.
Nel 1809, con l'annessione dello Stato pontificio all'Impero napoleonico, venne costituito il Dipartimento del Trasimeno e Todi divenne capoluogo di circondario insieme a Spoleto, Perugia e Foligno.
Nel 1814 fu restaurata l'amministrazione pontificia.
Dal 1860 entrò a far parte del Regno di Sardegna prima e d'Italia poi.
Nel periodo postunitario seguì le vicende politiche ed amministrative di tutti i comuni italiani. Fu compresa prima nella Provincia dell'Umbria e poi di Perugia.
Il territorio del Comune di Todi è composto da 37 frazioni, così come risultava già nel catasto gregoriano redatto nel 1819.
Negli ultimi vent'anni, grazie anche alla notorietà acquisita per le sue qualità di vivibilità, Todi si è affrancata dalla sua condizione di isolamento assumendo una forte connotazione di polo turistico e culturale.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale (1860 - )
preunitario (sec. XII inizio - 1860)
Profili istituzionali collegati:
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comune, 1859 -
Ufficio di Stato civile (Umbria), 1860 - 1865
Per saperne di più:
Comune di Todi - storia - Si tratta della pagina "La Storia di Todi" nel sito istituzionale del Comune.
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Todi (fondo)
Direzione didattica di Todi (complesso di fondi / superfondo)
Stato civile del Comune di Todi (fondo)
Bibliografia:
COMUNE DI TODI. SERVIZIO URBANISTICA-PRG-PROGETTI PER LA CITTA', Todi. Circuiti del paesaggio, Todi, Litograf srl, 2006, 10 - 14
C. GRONDONA - M. GRONDONA, Todi storica e artistica, Perugia, Quattroemme, 1997
M. TABARRINI, L'Umbria si racconta. Dizionario P-Z, Foligno, 1982, 468 - 477
F. MANCINI, Todi e i suoi castelli, Todi, s.e., 1960
Redazione e revisione:
Robustelli Giovanna, 2009/08/20, prima redazione
Santolamazza Rossella, 2015/02/13, revisione