Date di esistenza: sec. XIII metà -
Intestazioni:
Comune di Costacciaro, Costacciaro (Perugia), 1860 -, SIUSA
Castello di Costacciaro, Costacciaro (Perugia), sec. XIII metà - 1860, SIUSA
Altre denominazioni:
Castello di Costacciaro, sec. XIII metà - 1860
Il Castello di Costacciaro risulta costruito verso il 1250 dagli abitanti di Gubbio, nell'ambito del programma di difesa del loro vasto territorio.
Probabilmente il Castello esisteva già, ma in quella data fu ampliato, reso funzionale e fortificato, tanto da attrarre numerose famiglie provenienti dai dintorni. Da allora, per oltre sei secoli, fece parte del Comitato eugubino.
Il Castello era dotato, dal consiglio comunale di Gubbio, di un capitano e di un notaio, in carica, di norma, per sei mesi. Localmente, invece, veniva eletto un rappresentante, il sindaco.
Nel 1379, assieme ad altri castelli, tentò di ribellarsi al vescovo di Gubbio, signore della città, divenendo il centro più importante dei fuorusciti. Quando nel 1383 fu firmata la pace tra i ribelli ed il vescovo, fu stabilito che il Castello non fosse molestato.
Nel 1384, assoggettatosi spontaneamente il Comune di Gubbio alla signoria del conte Antonio da Montefeltro, anche Costacciaro seguì la stessa sorte.
Posto lungo la via Flaminia, unica via di grande comunicazione per l'Italia centrale per molti secoli, il Castello divenne centro militare e di concentramento e passaggio di truppe.
Il territorio di Costacciaro nel sec. XV era costituito da diverse frazioni denominate ville, ciascuna formata da appezzamenti di terra che si chiamavano vocaboli.
Il 16 nevoso dell'anno VI repubblicano (5 gennaio 1798) il deputato di Costacciaro, Carlo Bernabei, si recò a Gubbio per giurare fedeltà al Governo cisalpino. Con questo atto prese inizio un movimento irredentista, capeggiato dalla famiglia Bernabei, che mirava a staccare la Comunità da Gubbio. La rivolta fu domata.
Nel 1860 la Comunità fu inglobata nel Regno d'Italia.
Il territorio di Costacciaro entrò a far parte della Provincia dell'Umbria in seguito alla promulgazione - da parte del commissario generale straordinario per l'Umbria, in data 23 dicembre 1860 - del decreto del commissario generale per le Marche, Lorenzo Valerio, del 20 dicembre 1860, con il quale si disponeva che Gubbio e i comuni del suo circondario passassero alla Provincia dell'Umbria da quella di Urbino.
Il territorio di Costacciaro nel sec. XV era costituito da diverse frazioni denominate ville, ciascuna formata da appezzamenti di terra che si chiamavano vocaboli.
Il 16 nevoso dell'anno VI repubblicano (5 gennaio 1798) il deputato di Costacciaro, Carlo Bernabei, si recò a Gubbio per giurare fedeltà al Governo cisalpino. Con questo atto prese inizio un movimento irredentista, capeggiato dalla famiglia Bernabei, che mirava a staccare la Comunità da Gubbio. La rivolta fu domata.
Nel 1860 la Comunità fu inglobata nel Regno d'Italia.
Il territorio di Costacciaro entrò a far parte della Provincia dell'Umbria in seguito alla promulgazione - da parte del commissario generale straordinario per l'Umbria, in data 23 dicembre 1860 - del decreto del commissario generale per le Marche, Lorenzo Valerio, del 20 dicembre 1860, con il quale si disponeva che Gubbio e i comuni del suo circondario passassero alla Provincia dell'Umbria da quella di Urbino.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale (1860 - )
preunitario (sec. XIII metà - 1860)
Profili istituzionali collegati:
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comune, 1859 -
Ufficio di Stato civile (Umbria), 1860 - 1865
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Costacciaro (fondo)
Stato civile del Comune di Costacciaro (fondo)
Bibliografia:
P. L. MENICHETTI, Storia di Costacciaro (Castrum Costacciarii), Costacciaro, s.e., 1984, 9-14
MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, Roma, Le Monnier di Firenze, 1981, 1983, 1986, 1994, voll. 4, vol. III (N-R), 500
Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2012/08/03, revisione