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Monte dei Paschi di Siena

(Banca Monte dei Paschi di Siena)

Sede: Siena
Date di esistenza: 1472 -

Intestazioni:
Monte dei Paschi di Siena, Siena, 1472 -, SIUSA

Altre denominazioni:
Monte di pietà di Siena, 1472-1624

Il Monte dei Paschi di Siena nacque, per volere delle Magistrature della Repubblica di Siena, come Monte di pietà, nel 1472, anno in cui venne approvato il suo statuto: per tale ragione è considerata la banca più antica del mondo. In realtà il Monte rimase praticamente inattivo fino al 1568, anno nel quale fu istituto un secondo Monte pio. Alla base della sua nascita sembra esserci lo "Statuto dei Paschi", redatto dai Senesi nel 1419, per la regolamentazione di tutte le attività inerenti l'agricoltura e la pastorizia in Maremma. La nascita dell'Istituto di credito, pur assumendo inizialmente un'altra denominazione, fu uno degli elementi fondamentali per l'applicazione del suddetto statuto. Fin dall'origine, il Monte fu assegnato e consegnato alla città e Stato di Siena al cui governo erano affidate l'amministrazione e la vigilanza sul Monte: la Balìa (il governo cittadino) sceglieva otto cittadini amministratori, oltre al Magistrato del Monte, tra i nobili residenti che fossero "non solamente di integrità e di intelligenza" ma che dimostrassero di possedere "ricchezze ed esperienza nei negozi ed affari della città". Il Magistrato aveva giurisdizione civile e criminale per gli affari del Monte, mentre l'amministrazione tecnica era affidata ad un Provveditore, anch'esso nobile, scelto dal Granduca su una terna offerta dalla Balìa. L'attuale denominazione giuridica risale all'anno 1624, quando la città di Siena venne inglobata nel Granducato di Toscana ed il Granduca Ferdinando II concesse ai depositanti del Monte, a loro garanzia, le rendite dei pascoli demaniali della Maremma.
Nel 1786 il Granduca abolì la storica carica della Balìa, istituendo l'amministrazione del Comune di Siena, composta dal Gonfaloniere, i Priori e i Consiglieri. Per il Monte l'abolizione della magistratura cittadina comportò l'istituzione della Deputazione, composta dal Provveditore e da otto membri, per vigilare sul corso degli affari e sugli eletti dalla comunità civica, mentre il Governo Granducale continuava a riservarsi la nomina del provveditore e di altri dirigenti. Il privilegio dei nobili venne abolito solo nel 1863. Nel 1833 il Monte dette vita ad un Cassa di risparmio, assorbita al suo interno nel 1872. Con l'Unità d'Italia il Monte inaugurò, per primo, l'esercizio del credito fondiario, riallacciandosi alla sua tradizionale attività istituzionale. Di lì a poco ebbe inizio la storia moderna della Banca, con l'approvazione, mediante un R.D.L. del 1872, dello Statuto elaborato dal Consiglio Comunale di Siena, con cui si affermava, all'articolo uno che il Monte dei Paschi fosse un'istituzione della città di Siena e come tale il Comune ne esercitava la soprintendenza, la direzione, la tutela e l'amministrazione per mezzo di un consiglio elettivo. Gli uffici e gli impieghi venivano conferiti dal Consiglio comunale su proposta della Deputazione, salvo per gli impieghi minori. Una norma stabiliva inoltre che la metà degli utili netti venisse destinata ad aumentare il patrimonio del Monte, mentre la restante parte poteva essere erogato in opere di beneficenza e pubblica utilità per la città di Siena. Il nuovo Statuto confermava la forte caratterizzazione locale dell'Istituto, nonostante la sua ascesa in ambito nazionale, con una costante politica di allargamento della sua sfera territoriale. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, il Monte dei Paschi, oltre allo sviluppo delle sue operazioni, contribuì al progresso sociale di Siena attraverso ampie erogazioni in favore dell'Università, di ricoveri, asili, opere di carità, case popolari, incoraggiamenti agricoli e restauri d'arte. La classe dirigente di Siena passava attraverso la Deputazione del Monte, influenzata di volta a volta dai gruppi liberali, conservatori e monarchici, presenti o prevalenti nel Comune. Nel 1936 si giunse ad una svolta cruciale nella storia del Monte dei Paschi. Con il R.D.L. n. 375 del 12 marzo 1936 (Decreto per la salvaguardia del risparmio e per l'esercizio del credito), il Monte venne dichiarato Istituto di diritto pubblico, chiarendo la sua natura giuridica con tutte le conseguenze che ne derivarono, salvo quella riguardante il rapporto di impiego, che rimase di natura privatistica. L'Amministrazione comunale cercò invano di evitare l'applicazione del nuovo Statuto, anche ricorrendo al Consiglio di Stato e prospettando la lesione di diritti storici e degli interessi della comunità civica senese. Nello Statuto, infatti, veniva tolto ogni riferimento alla sovrintendenza, tutela o amministrazione anche indiretta da parte del Comune. I nuovi organi erano la Deputazione amministratrice, il Comitato esecutivo, il Direttore generale e il Collegio dei sindaci. Il Presidente-Provveditore era nominato con decreto del Capo del Governo, mentre tre Deputati dal Comitato interministeriale del credito (tra persone che avessero la residenza in zone in cui il Monte dei Paschi fosse stabilito) e quattro dal Comune di Siena. Il Comitato esecutivo era composto dal Presidente, dal Direttore generale e da tre Deputati, di cui uno di nomina governativa. Il Direttore generale veniva nominato dall'Ispettorato del Credito, su proposta della Deputazione, mentre i tre sindaci erano espressione del Comune, del Consiglio provinciale dell'economia corporativa e dell'Ispettorato del credito. In seguito a forti pressioni provenienti dall'ambiente senese, nel 1939 il Capo del Governo, tramite un nuovo decreto, modificò alcune parti dello Statuto: la Deputazione acquistò un deputato, nominato dalla Provincia e venne inserita la figura del Vice Presidente, eletto in seno alla Deputazione stessa. Anche l'erogazione degli utili fu oggetto di discussione, consentendo alla Deputazione la destinazione in opere di beneficenza o pubblica utilità a vantaggio della città di Siena e delle sue istituzioni, per una quota non inferiore ai tre quarti degli utili disponibili, comprese le contribuzioni di carattere contrattuale. Il passaggio dal regime fascista alla democrazia non comportò crisi particolari nel Monte né problemi di nomine di commissari straordinari, a parte le dimissioni degli amministratori nominati prima della liberazione. La nuova Deputazione fu nominata nel gennaio del 1945. La notevole espansione intrapresa dall'Istituto sin dagli anni Ottanta, rese lo statuto del 1936 inadeguato. Soprattutto nel periodo tra il 1990 ed il 1995 il Monte dei Paschi di Siena iniziò una stategia di diversificazione della propria attività nel settore della bancassicurazione, con Monte dei Paschi Vita, ed in quello dei fondi comuni d'investimento, tramite Ducato Gestioni. Nel 1990 acquisitò il controllo del Mediocredito regionale toscano e dell'Istituto nazionale per il credito agrario - INCA, le cui attività confluirono in MPS Banca per l'Impresa. Notevoli furono anche le acquisizioni di partecipazioni di controllo in banche estere, in Belgio, Svizzera e Francia. Il decreto del Ministero del Tesoro dell'8 agosto 1995 dette origine a due enti distinti tra loro: la Banca Monte dei Paschi di Siena Spa e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, quest'ultima con finalità statutarie comprendenti l'assistenza e la beneficenza, le attività di utilità sociale nei settori dell'istruzione, della ricerca scientifica, della sanità e dell'arte, soprattutto con riferimento alla città ed alla provincia di Siena. Il 25 giugno 1999 la Banca Monte dei Paschi di Siena venne quotata in Borsa, inaugurando una nuova ed intensa fase di espansione territoriale ed operativa mediante partecipazioni in banche regionali con forte radicamento territoriale: la Banca Agricola Mantovana (BAM) per il nord e la Banca del Salento (poi Banca 121) per il sud. L'affermazione di un modello specialistico multimercato è legato alle recenti iniziative nel settore del credito specializzato al consumo, con la costituzione delle società Consum.it, e nel settore dell'investment banking, del risparmio gestito e del parabancario, con la banca MPS Leasing & Factoring.
Infine, alla fine del 2007, il Monte dei Paschi di Siena ha raggiunto un accordo con Banco Santander per l'acquisto di Banca Antonveneta, banca padovana controllata da ABN Amro.


Condizione giuridica:
privato (1472 - )

Tipologia del soggetto produttore:
ente di credito, assicurativo, previdenziale (1472 - )

Complessi archivistici prodotti:
Monte dei Paschi di Siena (complesso di fondi / superfondo)


Bibliografia:
G. Melis (a cura di), Guida alla mostra internazionale di storia della banca, secoli 13.-16., nell'occasione del 5. Centenario del Monte dei Paschi di Siena, Siena, Palazzo Salimbeni, 17 settembre - 10 dicembre 1972
G. Catoni, La sezione storica dell'Archivio del Monte dei Paschi di Siena (1568-1959) e il suo inventario, in Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Gli archivi degli istituti e delle aziende di credito e le fonti d'archivio per la storia delle banche. Atti del convegno Roma, 14-17 novembre 1989, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1995, pp. 284-298.
Monte dei Paschi di Siena. Cenni storici, Tip. Mariani, Siena 1955
R. Camaiti, L'attività bancaria a Siena nel '600 attraverso la ricostruzione e l'analisi statistica di cento bilanci del Monte dei Paschi di Siena, in Archivi Storici delle Aziende di Credito, I, 1956, pp. 35-114.
G. Pignotti, Il Monte dei Paschi di Siena dalle origini all'epoca attuale, Siena, S. A. Poligrafica, 1940
Il Monte dei Paschi, in "Rassegna mensile dei Monti di Pietà d'Italia", XXIII, 1929, p. 18
Il Monte dei Paschi di Siena: 1625-1921
D. Demarco, Sulla "data di nascita" del Monte dei Paschi di Siena. Una questione aperta?, in "Annali di Storia Economica e Sociale", VI, 1965, pp. 145-159.
Il Monte dei Paschi di Siena. Le sue origini e il suo sviluppo attraverso i secoli, Siena, Tip. Meini, 1958

Redazione e revisione:
Baglioni Roberto, 2008/07/22, prima redazione


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