Pochi mesi dopo la sua costituzione, nell'ottobre dello stesso anno, l'Ufficio venne riconosciuto dai Ministeri della guerra e della marina attraverso la circolare emessa dall'Intendenza generale del R. Esercito italiano (circ. n. 371, 10, X, 1915) ed ottenne il riconoscimento della personalità giuridica dalla Prefettura di Bologna.
L'Ufficio era articolato in due strutture centrali, una a Bologna - la città dov'era stato ideato e già sede dello smistamento di tutta la corrispondenza militare - per il coordinamento delle informazioni dei militari di terra, ed una a Roma per il coordinamento delle informazioni dei militari di mare; in Uffici di sezione operanti nelle sedi dei comandi territoriali di corpo di armata e nelle città prossime alle zone di guerra (Catanzaro, Cagliari, Venezia e Udine per i militari di terra e Brindisi, Maddalena e Tropea per quelli di mare); in Uffici di sottosezione istituiti in tutte le sedi di Distretto militare e nelle località sedi di depositi militari; infine in Uffici o gruppi di corrispondenza con lo scopo di intermediare tra le famiglie e le Sezioni o Sottosezioni per le richieste e le risposte.
Le mansioni principali dell'Ufficio consistevano nel raccogliere tutte le informazioni relative ai militari delle sedi di Comando e dei distretti e nel conservarle in appositi schedari organizzati dalle varie Sezioni; l'Ufficio centrale provvedeva a conservare uno schedario generale di tutti i militari dello Stato. Oltre a coordinare l'attività delle Sezioni impartendo disposizioni di carattere generale, l'Ufficio centrale corrispondeva con le autorità militari e civili e riceveva dai cappellani militari, dalle infermiere da campo e dalle "dame visitatrici" - volontarie che si mobilitavano più volte a settimana - l'elenco dei soldati degenti negli ospedali e nei treni ospedali attrezzati, provvedendo poi a trasmetterne gli estratti alle Sezioni e Sottosezioni interessate. Ogni notizia veniva scrupolosamente schedata ed ogni scheda ordinata alfabeticamente dagli addetti allo schedario centrale, che conservava al proprio interno una copia degli schedari tenuti dalle strutture inferiori. Gli schedari dell'Ufficio centrale si dividevano in quello principale, costituito da schede contenenti notizie sui soldati al fronte, negli ospedali o dispersi, e quello relativo ai caduti.
Strutturato in un Consiglio di presidenza ed in una segreteria, l'Ufficio centrale di Bologna ebbe sede fino al 1916 presso il primo piano del palazzo dei conti Cavazza in via Indipendenza 69; successivamente venne individuata una sede più idonea nel palazzo delle Poste, situato in via Farini 3.
L'Ufficio notizie nel corso degli anni ampliò la sua attività di informazione anche alle famiglie dei militari sottoposti a giudizio nei tribunali o rientrati dall'estero attraverso la costituzione di apposite Sottosezioni. Fu un grande esempio di volontariato che vide attivarsi più di 25.000 persone raccolte in 8.400 uffici sparsi in tutta Italia.
L'Ufficio venne sciolto il 30 giugno 1919, nel discorso di chiusura dell'Ufficio centrale di Bologna, pronunciato dalla contessa Cavazza il primo luglio di quell'anno, la presidente sostenne la sua volontà di trasmettere gli schedari all'Ufficio storiografico del Ministero della guerra e successivamente al Comitato nazionale per la storia del Risorgimento; diversamente dal proposito espresso dalla presidente, lo schedario generale dei caduti venne consegnato nel 1923 all'Archivio di Stato di Bologna, mentre quello principale fu depositato nel 1929 presso l'Archivio del Regno (oggi Archivio Centrale dello Stato) che allora condivideva sede, struttura amministrativa e gestionale con l'Archivio di Stato di Roma.
Strutturato in un Consiglio di presidenza ed in una segreteria, l'Ufficio centrale di Bologna ebbe sede fino al 1916 presso il primo piano del palazzo dei conti Cavazza in via Indipendenza 69; successivamente venne individuata una sede più idonea nel palazzo delle Poste, situato in via Farini 3.
L'Ufficio notizie nel corso degli anni ampliò la sua attività di informazione anche alle famiglie dei militari sottoposti a giudizio nei tribunali o rientrati dall'estero attraverso la costituzione di apposite Sottosezioni. Fu un grande esempio di volontariato che vide attivarsi più di 25.000 persone raccolte in 8.400 uffici sparsi in tutta Italia.
L'Ufficio venne sciolto il 30 giugno 1919, nel discorso di chiusura dell'Ufficio centrale di Bologna, pronunciato dalla contessa Cavazza il primo luglio di quell'anno, la presidente sostenne la sua volontà di trasmettere gli schedari all'Ufficio storiografico del Ministero della guerra e successivamente al Comitato nazionale per la storia del Risorgimento; diversamente dal proposito espresso dalla presidente, lo schedario generale dei caduti venne consegnato nel 1923 all'Archivio di Stato di Bologna, mentre quello principale fu depositato nel 1929 presso l'Archivio del Regno (oggi Archivio Centrale dello Stato) che allora condivideva sede, struttura amministrativa e gestionale con l'Archivio di Stato di Roma.
Soggetti produttori collegati:
Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare. Sezione di Genova
Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari. Sezione di Bologna
Bibliografia:
UFFICIO PER NOTIZIE ALLE FAMIGLIE DEI MILITARI DI TERRA E DI MARE, Regolamento, Bologna, Paolo Neri, 1915
UFFICIO NOTIZIE PER LE FAMIGLIE DEI MILITARI DI TERRA E DI MARE, Elenco delle sezioni, delle sottosezioni e dei gruppi, Bologna, Cooperativa tipografica Azzoguidi, 1916
UFFICIO NOTIZIE PER LE FAMIGLIE DEI MILITARI DI TERRA E DI MARE, Note sulla costituzione e sul funzionamento dell'Ufficio per notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare, Bologna, Cooperativa tipografica Azzoguidi, 1916
A. SORBELLI, Accanto alla guerra. L'Ufficio Notizie, in «La lettura», anno XVI, 1916, n. 1, pp. 63-69
UFFICIO PER NOTIZIE ALLE FAMIGLIE DEI MILITARI DI TERRA E DI MARE, Cenni intorno all'opera dell'ufficio centrale dal giugno 1915 all'aprile 1918, Bologna, Tipografia Paolo Neri, 1918
UFFICIO PER NOTIZIE ALLE FAMIGLIE DEI MILITARI DI TERRA E DI MARE, Collaboratrici e collaboratori, [s.l., s.n., 19..?]
E. ERIOLI, L'Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari: una grande storia di volontariato femminile bolognese, in «Bollettino del Museo del Risorgimento», Bologna, Anno L, 2005, pp. 73 - 89 (Bollettino del Museo on line - Articolo di Elisa Erioli pubblicato all'interno della versione on line del Bollettino del Museo del Risorgimento, Tipografia moderna, Bologna, anno L, 2005, pp. 73-89)
Redazione e revisione:
Casale Mara, 2012/05/04, prima redazione
Menghi Sartorio Barbara - a cura di Sa-ERo, 2015/05/17, supervisione della scheda
Xerri Maria Lucia - a cura di Sa-ERo, 2013/06/18, revisione