Date di esistenza: sec. X -
Intestazioni:
Comune di Campello sul Clitunno, Campello sul Clitunno (Perugia), 1863 -, SIUSA
Comune di Campello, Campello sul Clitunno (Perugia), 1860 - 1863, SIUSA
Comunità di Campello, Campello sul Clitunno (Perugia), sec. X - 1860, SIUSA
Altre denominazioni:
Comune di Campello, 1860 - 1863
Comunità di Campello, sec. X - 1860
L'attuale Campello Alto, parte dell'attuale Comune di Campello sul Clitunno, fu fondato attorno alla metà del X secolo da Rovero di Champeaux, barone di Borgogna, venuto al seguito del duca franco di Spoleto, Guido. Da Rovero sarebbe derivata la famiglia dei conti di Campello, che ne ebbe la signoria.
Ai tempi di Federico II, che nel 1241 aveva riconosciuto il possesso di Campello a Spoleto, i conti di Campello furono attivi sostenitori dell'Impero contro la Chiesa.
Verso la metà del XIV secolo il castello venne messo a ferro e fuoco da Pietro Pianciani, signore di Spoleto, desideroso di volersi impossessare di tutti i castelli e fortezze della zona. Paolo, conte di Campello, si recò a Spoleto per cercare un accordo, ma fu imprigionato, mentre il Pianciani, con bande mercenarie eugubine, occupò il castello. Cacciato il Pianciani da Spoleto per le sue crudeltà, il conte di Campello tornò tra i suoi e il castello fu rifatto. Ma su istigazione del signore di Spoleto, rientrato dal confine, gli abitanti del luogo costituirono un governo della Comunità (1341). Nel 1390 Paolo riuscì a riconquistare il castello e ad essere gonfaloniere di Spoleto.
Campello entrò dunque a far parte del "districtus" di Spoleto e fu soggetto a tutte le sue leggi e governato da podestà scelti da Spoleto tra i cittadini che pagavano le gabelle.
Nel febbraio del 1569 la Comunità si dette gli statuti, per effetto dell'iniziativa dell'allora conte Cintio Campello, che volle dotare Campello di un proprio strumento normativo, in analogia anche ad altre comunità limitrofe come Pissignano, Spina e Acera. Lo statuto, redatto da "persone di senno e capacità", fu approvato dai priori spoletini nel 1570.
Era in funzione un consiglio generale o arenga composta da tutti gli uomini illustri della città; a capo c'era il vicario, eletto ogni tre mesi e coadiuvato da massari, poi denominati priori. Era prevista anche la presenza di un podestà, nominato da Spoleto, per l'amministrazione della giustizia, di un segretario con l'incarico anche di cancelliere, il camerlengo per la gestione delle finanze e altri ufficiali. Tutti coloro che ricoprivano incarichi legati alla gestione di denaro erano sottoposti al controllo di sindacatori la cui nomina doveva essere ratificata dal rappresentante del potere centrale. I magistrati della Comunità, coadiuvati da un rappresentante del clero regolare, uno del clero secolare e dal segretario, dovevano redigere le tabelle con i bilanci preventivi e consuntivi, che venivano riviste dal governatore locale e iniviate poi alla Congregazione del buon governo. Il consiglio generale stipulava con esterni i capitoli per la gestione di servizi e uffici di cui la Comunità aveva il monipolio, ma che appaltava in cambio di un canone annuo.
Durante la prima Repubblica romana, Spoleto divenne sede dell'amministrazione centrale del Dipartimento del Clitunno e Campello fu annesso al Cantone di Trevi.
Con l'annessione all'Impero francese avvenuta nel 1809, Campello venne compreso nel Dipartimento del Trasimeno con capoluogo Spoleto e Perugia sede di sottoprefettura: a capo del Comune fu posto il maire, coadiuvato nell'attività amministrativada consiglieri municipali che, secondo la legislazione francese, dovevano essere eletti dall'asemblea del cantone fra i cento cittadini più tassati del territorio.
In seguito alla restaurazione pontificia e la nuova organizzazione amministrativa in delegazioni, retaggio dei napoleonici dipartimenti, Campello nel 1817, per effetto dell'editto del cardinale Ettore Consalvi del 26 novembre 1817, divenne un comune, retto da un vicegovernatore, un gonfaloniere e un consiglio. Aveva rapporti di dipendenza dalla Delegazione di Spoleto e dal governatore di Trevi, ma a sua volta costituiva un riferimento politico-amministrativo per le comunità appodiate. Il consiglio comunale era formato dal gonfaloniere, dal vicegonfaloniere, due anziani, consiglieri (questi ultimi non più cariche di esclusivo appannaggio del ceto nobiliare), il segretario.
Nel 1827, con le nuove disposizioni di Leone XII, mutò la composizione del consiglio comunale: ossia un priore, che aveva sostituito il gonfaloniere nei comuni non aventi titolo di città, due aggiunti, consiglieri e il segretario. In base al nuovo riparto territoriale, le comunità appodiate, che potevano avere rappresentanti nel consiglio di Campello e partecipare all'elezione del priore e degli aggiunti, risultarono essere Agliano, Acera, Pissignano e Spina. Nel 1827 ai vicegovernatori succedettero i podestà, soppressi poi nel 1831 a seguito dell'editto del cardinale Benetti.
Dopo la parentesi della seconda Repubblica romana, si ristabilì il governo pontificio che operò tramite una commissione municipale, ben presto però rimpiazzata dal priore.
Nel 1860 ci fu l'annessione al Regno d'Italia.
Nel 1863 il Comune assunse la denominazione di Campello sul Clitunno.
Le elezioni per la formazione del nuovo consiglio comunale vennero indette l'11 novembre, in ottemperanza al decreto 24 ottobre, n. 65 del commissario straordinario Giacchino Napoleone Pepoli; a Campello si doveva procedere alla elezione di 15 consiglieri comunali e di 4 consiglieri provinciali.
Furono eletti i seguenti consiglieri: Carlo Perfetti, Giuseppe Carletti, Marco Gradassi, Biagio Fratellini, Salvatore Gradassi, Francesco Fratellini, Nicola Gradassi, Andrea Contenti, Orazio Benedetti, Giuseppe Morocchi, Domenico Plini, Giovanni Natalini, Francesco Natalini, Carlo Donati e il conte Paolo di Campello. Gli stessi, il 19 novembre, procedettero alla nomina della nuova giunta comunale e di due assessori, che furono Giuseppe Carletti e Marco Gradassi. Successivamente la giunta nominò il sindaco Francesco Fratellini.
L'attività ordinaria degli organi collegiali di Campello sul Clitunno conobbe una interruzione alla fine del 1899, quando fu inviato ad amministrare il Comune il regio commissario Ferdinando Lalli, per ovviare ad una situazione finanziaria critica. La prima delibera del regio commissario fu del 25 novembre 1899, mentre l'ultima fu del 19 aprile 1900. Nel corso di questi mesi, pertanto, consiglio e giunta cessarono le proprie attività.
Le attività degli organi collegiali ripresero il loro normale funzionamento fino alla riforma dell'organizzazione amministrativa comunale, attuata con le leggi del 4 febbraio 1926, n. 237 e del 3 settembre 1926, n. 1910, quando venne abolito il sistema elettivo e introdotta la figura del podestà o del commissario prefettizio. Il primo podestà di Campello sul Clitunno fu Carlo Carletti, precisamente dal 17 luglio 1926 al 24 marzo 1927.
Nel 1925 gli fu aggregata la frazione di Pettino, staccata da Trevi.
Dal maggio 1927 al novembre 1930, il Comune di Campello sul Clitunno fu soppresso e il suo territorio ricadde sotto l'amministrazione di quello di Spoleto, che lo governò attraverso un delegato podestarile. A tal proposito viene riportata la testimonianza del parroco locale, monsignore Benedetto Fabrizi: "Nella speranza di poter sventare, per il nostro Comune la deprecata deliberazione, il Podestà, il Segretario politico e quello comunale, con la massima segretezza, decisero di rivolgersi all'autorevole intervento del Conte Sen. Pompeo Campello. A tale fine, estesero un ampio memoriale, e un caldo appello al nobile gentiluomo, affidando a me l'incarico di recargli a Roma, tali documenti. […] Con grande circospezione, quasi con mano tremante, al riparo di una fitta siepe in Loc. la Trava, nei pressi della stazione, il Podestà mi consegnò la voluminosa busta con entro il compromettente carteggio. Giunto a Roma, fui ricevuto dal Conte […] ove prese subito visione dei documenti recati. Al termine della lettura, dichiarò di essere stato assai addolorato e disgustato per l'ingiusta deliberazione, aggiungendo che la soppressione del nostro Comune era stata decisa all'ultimo momento, e tenuta nascosta a lui, perché non si adoperasse a farla annullare. In ogni modo, però, egli assicurò il suo immediato e vivo interesse per tutto quanto si poteva tentare. […] Con lettera in data 6 marzo, il Conte mi comunicava: "Mi sono occupato molto della questione del Municipio; per il momento tutto è stato fermato, come so da una lettera riserbata del Ministro. Ma non bisogna farsi illusioni; non è affatto una causa vinta, raccomando che non si parli assolutamente di questo fermo che c'è stato". Nonostante il premuroso interessamento dell'esimio Gentiluomo, […] il Comune fu soppresso, e annesso a Spoleto, ...".
La ricostituzione del Comune, avvenuta l'8 novembre del 1930, ai sensi del r.d. 22 agosto 1930, n. 1275, comportò il ritorno del commissario prefettizio, rappresentato da Raffaele Vari.
I seguenti podestà e commissari prefettizi si alternarono alla guida del comune fino al passaggio dall'amministrazione fascista a quella post-bellica: il già citato Raffaele Vari (dall'8 novembre 1930 fino alla fine dello stesso anno); Riccardo Baroni (dal gennaio al 15 agosto del 1931); Luigi Benedetti del Rio (dal 16 agosto 1931 a maggio 1936); Alessandro Benedetti Castori (dal 15 maggio 1936 a settembre del 1942); Francesco Paolo Gargiulo (dal 6 ottobre 1942 a gennaio del 1943); Andrea Gradassi (dal 30 gennaio 1943 al 3 giugno del 1944).
Dal 29 giugno 1944 fino a febbraio 1945, ritornò a funzionare la giunta comunale, presieduta dal sindaco Andrea Gradassi, grazie al sostegno del Comitato di liberazione nazionale.
Il 21 febbraio 1945 fu di nuovo nominato un commissario prefettizio, nella persona di Renato Ursomando, che rimase in attività per poche giorni (l'ultima delibera è datata 9 marzo 1945).
Il 19 marzo 1945, come si evince dal "Registro dei verbali" del Comitato di liberazione nazionale di Campello sul Clitunno, "ad iniziativa del Comando Alleato ed in applicazione dell'art. 1 del R.D.L. 4 aprile 1944 la R.a Prefettura ha proceduto alla nuova nomina del Sindaco nella persona del Presidente stesso del Comitato di Liberazione in accordo con il desiderata della Presidenza del Comitato di Liberazione Provinciale".
La Giunta comunale riprese quindi le proprie attività, presieduta dal sindaco Ugo Bartoli Petroni.
Il periodo post-bellico si aprì con le elezioni amministrative del 7 aprile 1946, da cui uscirono le seguenti cariche comunali: sindaco Andrea Gradassi; assessori effettivi Mario Zuccari e Giuseppe Cogna; assessori supplenti Filippo Carletti e Vincenzo Chiacchierini; consiglieri comunali Simone Popanessi, Giovanni Natalini, Giulio Campana, Mariano Agliani, Gino Marziani, Pietro Broccolo, Vincenzo Romani, Ottorino Petri, Giovanni Bartolomei, Umberto Rufini.
Successivamente le vicende istituzionali e amministrative di Campello sul Clitunno hanno seguito quelle dei comuni italiani.
Le presentiinformazioni sono tratte dagli inventari curati da Sara Chiapperi e Andrea Senigaglia.
Nel febbraio del 1569 la Comunità si dette gli statuti, per effetto dell'iniziativa dell'allora conte Cintio Campello, che volle dotare Campello di un proprio strumento normativo, in analogia anche ad altre comunità limitrofe come Pissignano, Spina e Acera. Lo statuto, redatto da "persone di senno e capacità", fu approvato dai priori spoletini nel 1570.
Era in funzione un consiglio generale o arenga composta da tutti gli uomini illustri della città; a capo c'era il vicario, eletto ogni tre mesi e coadiuvato da massari, poi denominati priori. Era prevista anche la presenza di un podestà, nominato da Spoleto, per l'amministrazione della giustizia, di un segretario con l'incarico anche di cancelliere, il camerlengo per la gestione delle finanze e altri ufficiali. Tutti coloro che ricoprivano incarichi legati alla gestione di denaro erano sottoposti al controllo di sindacatori la cui nomina doveva essere ratificata dal rappresentante del potere centrale. I magistrati della Comunità, coadiuvati da un rappresentante del clero regolare, uno del clero secolare e dal segretario, dovevano redigere le tabelle con i bilanci preventivi e consuntivi, che venivano riviste dal governatore locale e iniviate poi alla Congregazione del buon governo. Il consiglio generale stipulava con esterni i capitoli per la gestione di servizi e uffici di cui la Comunità aveva il monipolio, ma che appaltava in cambio di un canone annuo.
Durante la prima Repubblica romana, Spoleto divenne sede dell'amministrazione centrale del Dipartimento del Clitunno e Campello fu annesso al Cantone di Trevi.
Con l'annessione all'Impero francese avvenuta nel 1809, Campello venne compreso nel Dipartimento del Trasimeno con capoluogo Spoleto e Perugia sede di sottoprefettura: a capo del Comune fu posto il maire, coadiuvato nell'attività amministrativada consiglieri municipali che, secondo la legislazione francese, dovevano essere eletti dall'asemblea del cantone fra i cento cittadini più tassati del territorio.
In seguito alla restaurazione pontificia e la nuova organizzazione amministrativa in delegazioni, retaggio dei napoleonici dipartimenti, Campello nel 1817, per effetto dell'editto del cardinale Ettore Consalvi del 26 novembre 1817, divenne un comune, retto da un vicegovernatore, un gonfaloniere e un consiglio. Aveva rapporti di dipendenza dalla Delegazione di Spoleto e dal governatore di Trevi, ma a sua volta costituiva un riferimento politico-amministrativo per le comunità appodiate. Il consiglio comunale era formato dal gonfaloniere, dal vicegonfaloniere, due anziani, consiglieri (questi ultimi non più cariche di esclusivo appannaggio del ceto nobiliare), il segretario.
Nel 1827, con le nuove disposizioni di Leone XII, mutò la composizione del consiglio comunale: ossia un priore, che aveva sostituito il gonfaloniere nei comuni non aventi titolo di città, due aggiunti, consiglieri e il segretario. In base al nuovo riparto territoriale, le comunità appodiate, che potevano avere rappresentanti nel consiglio di Campello e partecipare all'elezione del priore e degli aggiunti, risultarono essere Agliano, Acera, Pissignano e Spina. Nel 1827 ai vicegovernatori succedettero i podestà, soppressi poi nel 1831 a seguito dell'editto del cardinale Benetti.
Dopo la parentesi della seconda Repubblica romana, si ristabilì il governo pontificio che operò tramite una commissione municipale, ben presto però rimpiazzata dal priore.
Nel 1860 ci fu l'annessione al Regno d'Italia.
Nel 1863 il Comune assunse la denominazione di Campello sul Clitunno.
Le elezioni per la formazione del nuovo consiglio comunale vennero indette l'11 novembre, in ottemperanza al decreto 24 ottobre, n. 65 del commissario straordinario Giacchino Napoleone Pepoli; a Campello si doveva procedere alla elezione di 15 consiglieri comunali e di 4 consiglieri provinciali.
Furono eletti i seguenti consiglieri: Carlo Perfetti, Giuseppe Carletti, Marco Gradassi, Biagio Fratellini, Salvatore Gradassi, Francesco Fratellini, Nicola Gradassi, Andrea Contenti, Orazio Benedetti, Giuseppe Morocchi, Domenico Plini, Giovanni Natalini, Francesco Natalini, Carlo Donati e il conte Paolo di Campello. Gli stessi, il 19 novembre, procedettero alla nomina della nuova giunta comunale e di due assessori, che furono Giuseppe Carletti e Marco Gradassi. Successivamente la giunta nominò il sindaco Francesco Fratellini.
L'attività ordinaria degli organi collegiali di Campello sul Clitunno conobbe una interruzione alla fine del 1899, quando fu inviato ad amministrare il Comune il regio commissario Ferdinando Lalli, per ovviare ad una situazione finanziaria critica. La prima delibera del regio commissario fu del 25 novembre 1899, mentre l'ultima fu del 19 aprile 1900. Nel corso di questi mesi, pertanto, consiglio e giunta cessarono le proprie attività.
Le attività degli organi collegiali ripresero il loro normale funzionamento fino alla riforma dell'organizzazione amministrativa comunale, attuata con le leggi del 4 febbraio 1926, n. 237 e del 3 settembre 1926, n. 1910, quando venne abolito il sistema elettivo e introdotta la figura del podestà o del commissario prefettizio. Il primo podestà di Campello sul Clitunno fu Carlo Carletti, precisamente dal 17 luglio 1926 al 24 marzo 1927.
Nel 1925 gli fu aggregata la frazione di Pettino, staccata da Trevi.
Dal maggio 1927 al novembre 1930, il Comune di Campello sul Clitunno fu soppresso e il suo territorio ricadde sotto l'amministrazione di quello di Spoleto, che lo governò attraverso un delegato podestarile. A tal proposito viene riportata la testimonianza del parroco locale, monsignore Benedetto Fabrizi: "Nella speranza di poter sventare, per il nostro Comune la deprecata deliberazione, il Podestà, il Segretario politico e quello comunale, con la massima segretezza, decisero di rivolgersi all'autorevole intervento del Conte Sen. Pompeo Campello. A tale fine, estesero un ampio memoriale, e un caldo appello al nobile gentiluomo, affidando a me l'incarico di recargli a Roma, tali documenti. […] Con grande circospezione, quasi con mano tremante, al riparo di una fitta siepe in Loc. la Trava, nei pressi della stazione, il Podestà mi consegnò la voluminosa busta con entro il compromettente carteggio. Giunto a Roma, fui ricevuto dal Conte […] ove prese subito visione dei documenti recati. Al termine della lettura, dichiarò di essere stato assai addolorato e disgustato per l'ingiusta deliberazione, aggiungendo che la soppressione del nostro Comune era stata decisa all'ultimo momento, e tenuta nascosta a lui, perché non si adoperasse a farla annullare. In ogni modo, però, egli assicurò il suo immediato e vivo interesse per tutto quanto si poteva tentare. […] Con lettera in data 6 marzo, il Conte mi comunicava: "Mi sono occupato molto della questione del Municipio; per il momento tutto è stato fermato, come so da una lettera riserbata del Ministro. Ma non bisogna farsi illusioni; non è affatto una causa vinta, raccomando che non si parli assolutamente di questo fermo che c'è stato". Nonostante il premuroso interessamento dell'esimio Gentiluomo, […] il Comune fu soppresso, e annesso a Spoleto, ...".
La ricostituzione del Comune, avvenuta l'8 novembre del 1930, ai sensi del r.d. 22 agosto 1930, n. 1275, comportò il ritorno del commissario prefettizio, rappresentato da Raffaele Vari.
I seguenti podestà e commissari prefettizi si alternarono alla guida del comune fino al passaggio dall'amministrazione fascista a quella post-bellica: il già citato Raffaele Vari (dall'8 novembre 1930 fino alla fine dello stesso anno); Riccardo Baroni (dal gennaio al 15 agosto del 1931); Luigi Benedetti del Rio (dal 16 agosto 1931 a maggio 1936); Alessandro Benedetti Castori (dal 15 maggio 1936 a settembre del 1942); Francesco Paolo Gargiulo (dal 6 ottobre 1942 a gennaio del 1943); Andrea Gradassi (dal 30 gennaio 1943 al 3 giugno del 1944).
Dal 29 giugno 1944 fino a febbraio 1945, ritornò a funzionare la giunta comunale, presieduta dal sindaco Andrea Gradassi, grazie al sostegno del Comitato di liberazione nazionale.
Il 21 febbraio 1945 fu di nuovo nominato un commissario prefettizio, nella persona di Renato Ursomando, che rimase in attività per poche giorni (l'ultima delibera è datata 9 marzo 1945).
Il 19 marzo 1945, come si evince dal "Registro dei verbali" del Comitato di liberazione nazionale di Campello sul Clitunno, "ad iniziativa del Comando Alleato ed in applicazione dell'art. 1 del R.D.L. 4 aprile 1944 la R.a Prefettura ha proceduto alla nuova nomina del Sindaco nella persona del Presidente stesso del Comitato di Liberazione in accordo con il desiderata della Presidenza del Comitato di Liberazione Provinciale".
La Giunta comunale riprese quindi le proprie attività, presieduta dal sindaco Ugo Bartoli Petroni.
Il periodo post-bellico si aprì con le elezioni amministrative del 7 aprile 1946, da cui uscirono le seguenti cariche comunali: sindaco Andrea Gradassi; assessori effettivi Mario Zuccari e Giuseppe Cogna; assessori supplenti Filippo Carletti e Vincenzo Chiacchierini; consiglieri comunali Simone Popanessi, Giovanni Natalini, Giulio Campana, Mariano Agliani, Gino Marziani, Pietro Broccolo, Vincenzo Romani, Ottorino Petri, Giovanni Bartolomei, Umberto Rufini.
Successivamente le vicende istituzionali e amministrative di Campello sul Clitunno hanno seguito quelle dei comuni italiani.
Le presentiinformazioni sono tratte dagli inventari curati da Sara Chiapperi e Andrea Senigaglia.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale (1860 - )
preunitario (sec. X - 1860)
Soggetti produttori:
Comunità di Pissignano, collegato, sec. XI - 1860
Comunità di Agliano e Acera, collegato, 1828 -
Comunità di Spina, collegato, 1828 -
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Ufficio di Stato civile (Umbria), 1860 - 1865
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Per saperne di più:
Comune di Campello sul Clitunno - Si tratta del sito istituzionale, nel quale sono presenti anche notizie storiche sul Comune.
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Campello sul Clitunno (complesso di fondi / superfondo)
Stato civile del Comune di Campello sul Clitunno (fondo)
Bibliografia:
S. MARIANI, Dalla Provincia dell'Umbria alla Provincia di Perugia, Perugia, Grafiche Benucci, 1995 (Argomenti e documenti, 1), 8.
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'UMBRIA, COMUNE DI CAMPELLO SUL CLITUNNO, L'archivio storico comunale preunitario di Campello sul Clitunno e i fondi acquisiti, 1508-1860. Inventari, a cura di S. CHIAPPERI, coordinamento scientifico di R. SANTOLAMAZZA, Perugia, Alfagrafica, 2004 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, 17), 31-59.
Redazione e revisione:
Lonzini Silvia, 2006/03/31, prima redazione
Santolamazza Rossella, 2012/09/10, revisione