Estremi cronologici: 1238 - sec. XX
Consistenza: Unità 1365: bb., regg., cartelle, voll. 1073 circa, pergamene 292 circa
Storia archivistica: Il complesso comprende i fondi propri dei due rami principali della famiglia Carpegna (Castellaccia e Scavolino), l'archivio della famiglia Falconieri in esso confluito, l'archivio della famiglia cremonese Manna Roncadelli e documenti di altre famiglie che a queste si sono legate per varie vicende.
La citazione più antica, che testimonia l'esistenza di un deposito documentario nel 1458, anno in cui venne conquistata e incendiata la rocca di Carpegna su ordine del Duca di Urbino, risale a Tommaso di Carpegna seniore, che intorno alla metà del sec. XVI ricordava l'accaduto e la distruzione di privilegi imperiali, tra i quali, probabilmente, un diploma di Ottone I e uno di Ottone IV, di cui furono redatte copie false nel sec. XVI, ancora conservate. Oltre a questo episodio, la mancanza di un centro unico di conservazione ha presumibilmente contribuito alla dispersione dei documenti medievali. Il materiale diventò più organico a partire dalla metà del sec. XV, con la distinzione dei due rami principali Scavolino e Castellaccia e delle rispettive contee, pur non definendosi ancora l'uso di conservare la documentazione in un unico centro; continuò, infatti, ad essere sparsa nelle numerose residenze di cui disponeva la famiglia (Carpegna, Gattara, Cagli, San Giovanni in Marignano) ancora fino al sec. XVI.
Dal questo momento gli archivi si stabilizzarono, con l'istituzione della fedecommissione di primogenitura e il trasferimento a Firenze e poi a Roma, con l'erezione dei palazzi e la centralizzazione dell'amministrazione patrimoniale. Le due famiglie Carpegna Scavolino e Carpegna Castellaccia costituirono due distinti archivi.
L'archivio Carpegna Scavolino, inizialmente conservato nella rocca di Gattara, in seguito venne trasferito a Scavolino e nel 1738 una parte venne portata a Roma presso Palazzo Carpegna a Fontana di Trevi, dove rimase fino all'Ottocento. Nel 1731 questo ramo della famiglia si estinse negli Orsini Cavalieri, che ereditarono i beni e l'archivio, estinguendosi a loro volta nel 1817. Così i conti di Carpegna Castellaccia ereditarono la parte di archivio ancora conservata a Scavolino, mentre la parte romana passò ai marchesi Collicola, che la trasferirono a Spoleto, in Umbria. Successivamente il conte Carlo Cardelli, figlio di Marianna Collicola, ebbe in eredità il fondo e ne donò una parte a Nolfo di Carpegna per le nozze. Quest'ultimo acquistò anche la rimanente e nel 1949 riportò i documenti a Carpegna. Del fondo Scavolino esiste soltanto un inventario tardo ottocentesco, redatto quando era conservato in casa Collicola, del quale una copia a colori si trova anche presso l'archivio Carpegna.
Anche il fondo Carpegna Castellaccia, in un periodo che non è stato possibile stabilire, venne trasferito a Roma, a palazzo Carpegna presso la Sapienza, acquistato alla fine del sec. XVII. Di questo fondo esiste un primo inventario risalente al 1570 che sembra riferirsi all'archivio del conte giusdicente, dal quale risulta che l'archivio è ancora in fase di costituzione e altro materiale è ancora sparso. Nel 1752 venne riordinato per volere di Antonio di Carpegna Gabrielli; all'epoca comprendeva ancora il complesso del cardinale Gaspare Carpegna, che venne in seguito trasferito in Vaticano, dove è conosciuto come fondo Carpegna. Nel tomo primo e nel tomo ottavo erano descritte le pergamene, tra le quali quella più antica conservata nel fondo Carpegna risalente al 1238. Un secondo inventario dell'archivio, "Indice ovvero inventario degl'istromenti, memorie e scritture che sono nell'Archivio dell'illustrissima casa Carpegna", risale al 1837, fino ai primi decenni del sec. XIX; da questo strumento si evince la perdita di parte delle pergamene e altri documenti tra i principali, compresa la lettera di protezione di Innocenzo IV. Tale materiale è attualmente conservato presso l'Archivio di Stato di Roma. Probabilmente a seguito della devoluzione e cessione dei feudi Carpegna, la Camera apostolica acquisì tutte le proprietà della famiglia, compreso l'archivio, sebbene le pergamene siano state acquistate dall'Archivio di Stato solo nel 1884, il che fa supporre un probabile trafugamento.
Con l'acquisizione ereditaria del nome e titolo dei Falconieri, dal 1865, all'archivio venne unito il fondo di questa famiglia. Verso la fine dell'Ottocento i due fondi, Carpegna Castellaccia e l'Falconieri, furono riportati a Carpegna. Con il trasferimento molta parte del materiale di amministrazione moderna venne eliminata.
Nolfo di Carpegna nel 1949, dopo aver acquisito la parte mancante del fondo, incrementò l'archivio di Palazzo Carpegna con il dono dell'intero archivio Scavolino e di quello della famiglia cremonese Manna Roncadelli, quest'ultimo ereditato dalla zia Maria Anna di Carpegna nata Roncadelli, che comprende 142 pergamene dal sec. XIII al sec. XVIII, relative a numerose famiglie lombarde. In tal modo, per la prima volta, i fondi Carpegna vennero unificati.
Successivamente Guidobaldo di Carpegna Falconieri (1922-1979) decise di raccogliere tutte le pergamene di Castellaccia, Scavolino e Falconieri in una collezione denominata "Pergamene", con documenti, prevalentemente in pergamena, dal sec. XIII al sec. XX. L'operazione in realtà fu condotta solo sui fondi Castellaccia e Scavolino mentre le pergamene Falconieri rimasero in prevalenza nel fondo di appartenenza; in tale occasione ogni unità fu condizionata con camicie che recano l'indicazione del fondo di provenienza e la precedente collocazione.
L'attuale curatore dell'archivio, Tommaso di Carpegna Falconieri, ha iniziato un intervento di schedatura cartacea, successivamente interrotto. Le pergamene dei secoli XIII-XIV sono state da lui pubblicate integralmente.
Presso il palazzo di Carpegna è conservata anche la parte dell'archivio amministrativo moderno della famiglia sopravvissuta alla distruzione, con registri contabili e di amministrazione dal sec. XIX, non ordinata e separata dal materiale storico.
Con un finanziamento dell'Amministrazione archivistica nel 2013 è stato realizzato un primo progetto di regestazione e digitalizzazione delle raccolte membranacee che ha riguardato 56 documenti (tra i quali sono presenti alcune unità cartacee) che sono consultabili nel Sistema archivistco nazionale - SAN, nella sezione Progetti di digitalizzazione.
Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per le Marche l'8 ottobre 1971.
L'archivio Carpegna Scavolino, inizialmente conservato nella rocca di Gattara, in seguito venne trasferito a Scavolino e nel 1738 una parte venne portata a Roma presso Palazzo Carpegna a Fontana di Trevi, dove rimase fino all'Ottocento. Nel 1731 questo ramo della famiglia si estinse negli Orsini Cavalieri, che ereditarono i beni e l'archivio, estinguendosi a loro volta nel 1817. Così i conti di Carpegna Castellaccia ereditarono la parte di archivio ancora conservata a Scavolino, mentre la parte romana passò ai marchesi Collicola, che la trasferirono a Spoleto, in Umbria. Successivamente il conte Carlo Cardelli, figlio di Marianna Collicola, ebbe in eredità il fondo e ne donò una parte a Nolfo di Carpegna per le nozze. Quest'ultimo acquistò anche la rimanente e nel 1949 riportò i documenti a Carpegna. Del fondo Scavolino esiste soltanto un inventario tardo ottocentesco, redatto quando era conservato in casa Collicola, del quale una copia a colori si trova anche presso l'archivio Carpegna.
Anche il fondo Carpegna Castellaccia, in un periodo che non è stato possibile stabilire, venne trasferito a Roma, a palazzo Carpegna presso la Sapienza, acquistato alla fine del sec. XVII. Di questo fondo esiste un primo inventario risalente al 1570 che sembra riferirsi all'archivio del conte giusdicente, dal quale risulta che l'archivio è ancora in fase di costituzione e altro materiale è ancora sparso. Nel 1752 venne riordinato per volere di Antonio di Carpegna Gabrielli; all'epoca comprendeva ancora il complesso del cardinale Gaspare Carpegna, che venne in seguito trasferito in Vaticano, dove è conosciuto come fondo Carpegna. Nel tomo primo e nel tomo ottavo erano descritte le pergamene, tra le quali quella più antica conservata nel fondo Carpegna risalente al 1238. Un secondo inventario dell'archivio, "Indice ovvero inventario degl'istromenti, memorie e scritture che sono nell'Archivio dell'illustrissima casa Carpegna", risale al 1837, fino ai primi decenni del sec. XIX; da questo strumento si evince la perdita di parte delle pergamene e altri documenti tra i principali, compresa la lettera di protezione di Innocenzo IV. Tale materiale è attualmente conservato presso l'Archivio di Stato di Roma. Probabilmente a seguito della devoluzione e cessione dei feudi Carpegna, la Camera apostolica acquisì tutte le proprietà della famiglia, compreso l'archivio, sebbene le pergamene siano state acquistate dall'Archivio di Stato solo nel 1884, il che fa supporre un probabile trafugamento.
Con l'acquisizione ereditaria del nome e titolo dei Falconieri, dal 1865, all'archivio venne unito il fondo di questa famiglia. Verso la fine dell'Ottocento i due fondi, Carpegna Castellaccia e l'Falconieri, furono riportati a Carpegna. Con il trasferimento molta parte del materiale di amministrazione moderna venne eliminata.
Nolfo di Carpegna nel 1949, dopo aver acquisito la parte mancante del fondo, incrementò l'archivio di Palazzo Carpegna con il dono dell'intero archivio Scavolino e di quello della famiglia cremonese Manna Roncadelli, quest'ultimo ereditato dalla zia Maria Anna di Carpegna nata Roncadelli, che comprende 142 pergamene dal sec. XIII al sec. XVIII, relative a numerose famiglie lombarde. In tal modo, per la prima volta, i fondi Carpegna vennero unificati.
Successivamente Guidobaldo di Carpegna Falconieri (1922-1979) decise di raccogliere tutte le pergamene di Castellaccia, Scavolino e Falconieri in una collezione denominata "Pergamene", con documenti, prevalentemente in pergamena, dal sec. XIII al sec. XX. L'operazione in realtà fu condotta solo sui fondi Castellaccia e Scavolino mentre le pergamene Falconieri rimasero in prevalenza nel fondo di appartenenza; in tale occasione ogni unità fu condizionata con camicie che recano l'indicazione del fondo di provenienza e la precedente collocazione.
L'attuale curatore dell'archivio, Tommaso di Carpegna Falconieri, ha iniziato un intervento di schedatura cartacea, successivamente interrotto. Le pergamene dei secoli XIII-XIV sono state da lui pubblicate integralmente.
Presso il palazzo di Carpegna è conservata anche la parte dell'archivio amministrativo moderno della famiglia sopravvissuta alla distruzione, con registri contabili e di amministrazione dal sec. XIX, non ordinata e separata dal materiale storico.
Con un finanziamento dell'Amministrazione archivistica nel 2013 è stato realizzato un primo progetto di regestazione e digitalizzazione delle raccolte membranacee che ha riguardato 56 documenti (tra i quali sono presenti alcune unità cartacee) che sono consultabili nel Sistema archivistco nazionale - SAN, nella sezione Progetti di digitalizzazione.
Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per le Marche l'8 ottobre 1971.
Descrizione: L'archivio proprio della famiglia Carpegna comprende i complessi documentari dei rami Carpegna Castellaccia e Carpegna Scavolino e documenti della famiglia Gabrielli, non distinti. I documenti propri delle curie feudali di Carpegna e Scavolino costituiscono nuclei separati. Consta di circa 665 unità dal 1238 al sec. XX.
Un primo nucleo corrisponde al materiale ordinato nel 1752 per volere di Antonio di Carpegna Gabrielli, anche se non sono più presenti il fondo del Cardinale Gaspare Carpegna e parte delle pergamene.
La collezione delle pergamene creata da Guidobaldo di Carpegna Falconieri comprende in totale 150 unità dei secc. XIII - XX.
Ordinamento: A parte il nucleo dell'archivio Carpegna fatto riordinare nel sec. XVIII, in generale il complesso è ordinato e solo parzialmente inventariato. I fondi principali sono distinti e i diversi inventari presenti permettono di trovare e identificare gran parte del materiale. La storia degli archivi è dettagliatamente ricostruita nel volume Codice diplomatico dei conti di Carpegna (secoli XII - XIV), a cura di Sara Cambrini e Tommaso di Carpegna Falconieri, 2007, nel quale sono pubblicati i regesti e le trascrizioni delle pergamene relative al periodo indicato, appartenenti alla raccolta creata da Guidobaldo di Carpegna Falconieri. E' stato recentemente eseguito un ulteriore intervento di regestazione, che ha riguardato documenti relativi ai secc. XIII - XVI (curatore Filippo Pinto).
Strumenti di ricerca:
Falconieri, famiglia. Elenco
Carpegna Scavolino, famiglia
Carpegna Falconieri Gabrielli, famiglia. Inventario, 1837
Carpegna Falconieri Gabrielli, famiglia. Inventario, 1752
Documentazione collegata:
Fondo Carpegna, Materiale del Cardinale Gaspare Carpegna. Conservata presso: Archivio Segreto Vaticano
Pergamene, cassetto 109 ter, Pergamene 7 appartenenti al fondo Carpegna Castellaccia, sec. XIII - XVI. Conservata presso: Archivio di stato di Roma
La documentazione è stata prodotta da:
Carpegna Falconieri Gabrielli
La documentazione è conservata da:
privato
Per informazioni rivolgersi alla soprintendenza competente per il territorio
Bibliografia:
S. CAMBRINI - TOMMASO DI CARPEGNA FALCONIERI, Codice diplomatico dei Conti di Carpegna (secoli XII - XIV), Società di Studi Storici per il Montefeltro, 2007
Redazione e revisione:
Palma Maria, 2013, revisione
Santolamazza Rossella, 2019/06/25, integrazione successiva
Zega Valentina, 2009/03/06, prima redazione