Date of live: 1806 -
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Comune di Baronissi, Baronissi (Salerno), 1806 -, SIUSA
Baronissi ha ospitato diverse civiltà che si sono sovrapposte lungo il corso del fiume; reperti archeologici osco-sanniti, lucani, greci ed etruschi sono stati rinvenuti in diversi luoghi. Particolarmente interessante fu la scoperta avvenuta nel 1879 dell'area archeologica etrusca di Fratte (VII sec. a. C.). Alcune tombe del IV-III sec. a. C., che richiamavano quelle pestane, vennero rinvenute ad Acquamela nel 1968.
Altre sepolture risalenti al I sec. d. C. apparvero negli anni Sessanta durante gli scavi per la rete idrica e fognaria nel corso principale di Baronissi nei pressi della cappella di S. Maria di Costantinopoli che fecero sospettare l'esistenza di un antico camposanto.
Nei tempi antichissimi la Valle ebbe una funzione di raccordo tra l'entroterra e il mare con intensi traffici civili e militari e con scarsi insediamenti stabili.
La fondazione di Baronissi e dell'altro importante villaggio di Saragnano si fa risalire all'Alto Medioevo allorquando alcuni abitanti di Salerno ripararono nelle nostre terre per sfuggire alle incursione dei Turchi.
Il più antico documento in cui si nomina il casale di Saragnano si trova nel Codice Diplomatico Cavense e risale all'anno 982.
Saragnano nel Medioevo fu il centro politico-amministrativo degli altri paesi circonvicini, compreso Baronissi, essendo stato elevato ad Universitas hominum (Comune) nel sec. XII.
Ai principi del sec. XV l'Università di Saragnano era infeudata alla nobile famiglia omonima salernitana.
Nel 1412 Ladislao, re di Napoli, liberò, a richiesta della madre Margherita di Durazzo due tenute di cui una a Saragnano, della quale era barone Francesco Saragnano, e l'altra di S. Giorgio. La detta regina donò il feudo e il casale di Saragnano alla cappella di S. Giovanni Battista posta nella cattedrale di Salerno. In seguito i due territori furono affidati ad un unico signore. Nel 1540, infatti, Tommaso Villano era barone di Saragnano e di S. Giorgio. Alla fine del Seicento il barone Antonio de Santis, originario di S. Giorgio, lasciò il feudo alle sue tre figlie, Maddalena, Teresa ed Orsola.
Nel 1707 Marino Francesco Caracciolo di Avellino venne in possesso dello Stato di San Severino. Questa famiglia restò padrone dello Stato fino al 1806, data della eversione della feudalità.
Nel 1740 i cittadini di Saragnano e Baronissi si riunirono in pubblico parlamento e decisero di cambiare la denominazione dell'Università aggiungendo al nome di Saragnano quello di Baronissi, staccandosi dall'università generale di San Severino, raggiungendo una vera e propria autonomia amministrativa, nonché di solvere i pesi alla Real Camera della Sommaria attraverso il percettore regio.
L'antica Università di Saragnano rimase in attività fino al 1806, anno in cui il re Giuseppe Napoleone abolì le Università riunendole in Comuni.
Con decreto reale del 26/1/1810 lo Stato di San Severino fu diviso in due Comuni Mercato e Fisciano.
Il territorio di Saragnano e Baronissi non era compreso nel detto Stato essendo una baronia separata ed è probabile che il nome di Baronissi derivi per deformazione glottologica proprio dal nome generico di baronia. Il nome, nella forma "Baronisyus", poi degenerata in "Baronisii", si incontra per la prima volta in una nota dei morti della parrocchia del S. Salvatore del 1613, ma doveva già essere in uso precedentemente.
Lo Stato di San Severino era stato per secoli diviso in quattro quartieri: Mercato, Penta, Calvanico ed Acquamela. In quest'ultimo non erano compresi i due citati villaggi.
Saragnano nel Medioevo fu il centro politico-amministrativo degli altri paesi circonvicini, compreso Baronissi, essendo stato elevato ad Universitas hominum (Comune) nel sec. XII.
Ai principi del sec. XV l'Università di Saragnano era infeudata alla nobile famiglia omonima salernitana.
Nel 1412 Ladislao, re di Napoli, liberò, a richiesta della madre Margherita di Durazzo due tenute di cui una a Saragnano, della quale era barone Francesco Saragnano, e l'altra di S. Giorgio. La detta regina donò il feudo e il casale di Saragnano alla cappella di S. Giovanni Battista posta nella cattedrale di Salerno. In seguito i due territori furono affidati ad un unico signore. Nel 1540, infatti, Tommaso Villano era barone di Saragnano e di S. Giorgio. Alla fine del Seicento il barone Antonio de Santis, originario di S. Giorgio, lasciò il feudo alle sue tre figlie, Maddalena, Teresa ed Orsola.
Nel 1707 Marino Francesco Caracciolo di Avellino venne in possesso dello Stato di San Severino. Questa famiglia restò padrone dello Stato fino al 1806, data della eversione della feudalità.
Nel 1740 i cittadini di Saragnano e Baronissi si riunirono in pubblico parlamento e decisero di cambiare la denominazione dell'Università aggiungendo al nome di Saragnano quello di Baronissi, staccandosi dall'università generale di San Severino, raggiungendo una vera e propria autonomia amministrativa, nonché di solvere i pesi alla Real Camera della Sommaria attraverso il percettore regio.
L'antica Università di Saragnano rimase in attività fino al 1806, anno in cui il re Giuseppe Napoleone abolì le Università riunendole in Comuni.
Con decreto reale del 26/1/1810 lo Stato di San Severino fu diviso in due Comuni Mercato e Fisciano.
Il territorio di Saragnano e Baronissi non era compreso nel detto Stato essendo una baronia separata ed è probabile che il nome di Baronissi derivi per deformazione glottologica proprio dal nome generico di baronia. Il nome, nella forma "Baronisyus", poi degenerata in "Baronisii", si incontra per la prima volta in una nota dei morti della parrocchia del S. Salvatore del 1613, ma doveva già essere in uso precedentemente.
Lo Stato di San Severino era stato per secoli diviso in quattro quartieri: Mercato, Penta, Calvanico ed Acquamela. In quest'ultimo non erano compresi i due citati villaggi.
Legal position:
pubblico
Type of creator:
ente pubblico territoriale
Connected institutional profiles:
Comune (Regno di Napoli), 1806 - 1815
Generated archives:
Comune di Baronissi (fondo)
Stato civile del Comune di Baronissi (fondo)
Editing and review:
Bozza Annunziata, 2013/09/24, revisione
de Pascale Giovanna- direzione lavori Sessa, 2005/12/04, prima redazione