Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


Contenuto della pagina


Guida on-line agli archivi non statali
Menu di navigazione

Home » Ricerca guidata » Soggetti produttori - Persone » Soggetto produttore - Persona

Carrara Francesco

Lucca 1805 set. 18 - Lucca 1888 gen. 15

avvocato
giurista
docente universitario
politico

Intestazioni:
Carrara, Francesco, avvocato, giurista, docente universitario, politico, (Lucca 1805 - Lucca 1888), SIUSA

Francesco Carrara, il più illustre rappresentante della c.d. scuola classica di diritto penale, nacque a Lucca, il 18 settembre 1805, da una famiglia borghese. Ivi frequentò il liceo universitario cittadino e, sotto la guida dell’avvocato Gaetano Pieri, che lo indirizzò agli studi penalistici sulle orme di Giovanni Carmignani, si laureò nel 1827. Di poi, si trasferì per un breve periodo a Firenze per svolgere la pratica forense presso lo studio Giannini. All’esercizio della professione affiancò una densa attività di studio con particolare riguardo al tema della pena di morte, di cui fu strenuo oppositore. La sua ferma lotta contro la pena capitale si manifestò sulle pagine del giornale fiorentino “La Nazione”, in seno alle varie commissioni, di cui fece parte, incaricate di stendere il nuovo codice penale italiano e in numerose pubblicazioni. Dal 1864, fece tradurre e stampare a Lucca i principali scritti stranieri sulla pena di morte. Si ricordano, tra gli altri, quelli di Karl Joseph Anton Mittermayer, August Geyer, Albéric Rolin, Charles Lucas e F.G. Weber. Nel 1845 suscitò scalpore la decisione di assumere la difesa di cinque imputati che non riuscì a sottrarre al patibolo.
Nel 1831 frequentò un circolo di simpatie mazziniane e, tornato a Lucca, si dedicò all’attività professionale, guadagnandosi un’autorità indiscussa fra i penalisti. Il suo spirito profondamente liberale e il suo afflato patriottico lo condussero a manifestare la propria adesione ai movimenti del 1848, dei quali non condivise, tuttavia, le espressioni più radicali.
Nel 1848 fu docente presso l’Università lucchese e dal 1859 ricoprì la cattedra di diritto penale presso l’Università degli Studi di Pisa. In quell’anno diede inizio alla stampa dei suoi lavori, pubblicando a Lucca il primo volume del “Programma del corso di diritto criminale”, completato in nove volumi nel 1870. Ivi emerge con chiarezza la funzione primaria attribuita alla sanzione criminale, la quale, ad avviso di Carrara, non persegue l’”espiazione” del colpevole o la sua “emenda”, ma si pone il solo obiettivo del «ristabilimento dell’ordine esterno nella società».
Ebbene, proprio il rapporto tra il danno mediato e la funzione della pena giunge, secondo Carrara, a esaltare il ruolo del secondo elemento del reato, ossia la forza morale. Egli osserva che il timore in cui si esprime un simile danno non ha ragione di manifestarsi qualora l’offesa al diritto sia dovuta a fattori puramente accidentali, pur quando essi abbiano come loro causa la condotta propria di un uomo. Il timore che il gesto possa ripetersi può sussistere soltanto in presenza di un’intenzione criminosa o di un’imprudenza dell’agente, sì da giustificare il ricorso alla pena.
All’opera maggiore Carrara affiancò un ampio novero di scritti dedicati agli argomenti più vari che raccolse, dal 1859, negli “Opuscoli di diritto criminale”, ristampati in numerose edizioni. Degne di particolare rilievo furono le pubblicazioni di “Lineamenti di pratica legislativa penale” (1874, 1882) e “Reminiscenze di cattedra e foro” (1883), contenente contributi in materia sostanziale e processuale.
Fu deputato nel 1863 per il Collegio di Capannori, nel 1865 per quello di Lucca e nel 1867 nuovamente per Capannori. Nel 1866 entrò a far parte della commissione presieduta da Giuseppe Pisanelli per la redazione di un codice penale per il Regno d’Italia, ma non della commissione redattrice del cosiddetto “progetto Vigliani” del 1874. A ogni buon conto, ebbe modo di svolgere un’ampia serie di rilievi nell’opera dal titolo “Pensieri sul progetto di codice penale italiano” del 1874, stampato in varie edizioni a partire da quell’anno. Nel 1876 fu accolto nuovamente tra i componenti della commissione incaricata di redigere il codice penale dall’allora ministro della Giustizia Pasquale Stanislao Mancini. In quell’anno fu, altresì, nominato senatore per la XX categoria (illustrazioni della patria).
Morì a Lucca il 15 gennaio 1888.


Per saperne di più:
Carrara Francesco - Voce in Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto, Treccani online

Complessi archivistici prodotti:
Carrara Francesco (Biblioteca statale di Lucca) (collezione / raccolta)
Carrara Francesco (Università degli studi di Pisa) (fondo)


Bibliografia:
M.P. GERI, Nel laboratorio di Francesco Carrara: le miscellanee giuridiche, Torino, Giappichelli, 2003
Guida agli archivi delle personalità della cultura in Toscana tra '800 e '900. L’area pisana, a cura di E. CAPANNELLI - E. INSABATO, Firenze, Olschki, 2000, pp. 82-83
Francesco Carrara nel primo centenario della morte. Atti del convegno internazionale, Lucca-Pisa 2-5 giugno 1988, Milano, Giuffrè, 1991
I manoscritti e le opere a stampa di Francesco Carrara nella Biblioteca statale di Lucca, a cura di M.L. MORICONI - J. MANFREDINI, Lucca, M. Pacini Fazzi, 1988
A. MAZZACANE, Carrara Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, XX, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1977, pp. 664-670
F.P. GABRIELI, Carrara Francesco, in Novissimo Digesto italiano, II, Torino, UTET, 1974, pp. 964-965
V. FINZI, Bibliografia carrariana, in «La Bibliofilia», 19 (1917-1918), pp. 39-50; 170-185; 239-253
E. BRUSA, Sugli scritti di Francesco Carrara, in «Archivio giuristi», VII (1871), pp. 186-198

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Lenzi Marco, revisione
Morotti Laura, 2011/11, rielaborazione
Nicolò Giorgia, 2024/11/27, integrazione successiva
Volpi Alessandro, prima redazione


icona top