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Guadagni

Luogo: Firenze
sec. XIII -

Il 21 luglio 1645, Ortensia di Francesco Guadagni nei Salviati, viene investita da Ferdinando II de' Medici del marchesato di S. Leolino del Conte, titolo trasmissibile al fratello Tommaso e ai discendenti maschi di lui (21 febbraio 1651).
Pier Antonio di Tommaso nel 1696 acquistò da Lelio Tolomei il marchesato di Montepescali, nel 1722 passato da Cosimo III de' Medici a Tommaso Federighi.
Il 17 luglio 1752, i tre rami della famiglia ottengono l'ascrizione al patriziato fiorentino.

Intestazioni:
Guadagni, Firenze, sec. XIII -, SIUSA

I Guadagni, originari di Lubaco nei dintorni di Fiesole, si distinsero a Firenze sin dalla fine del XII secolo. Già nel 1202 Ildebrandino di Migliore ricopriva la carica di console dei mercanti. Affermati banchieri, mantennero le loro simpatie popolane e fino al XV secolo ebbero importanti incarichi politici e militari. Esiliati da Cosimo il Vecchio nel 1434, alcuni si rifugiarono in Francia, dove ebbero grande fortuna a Lione. Tornarono a Firenze, il secolo successivo, due dei tre figli di Ulivieri di Simone, Jacopo e Filippo, capostipite del ramo dell'Opera.
Jacopo (1479-1569) sposò Lucrezia Capponi e suo figlio Francesco, marito in seconde nozze di Laura Bandini, fu padre, fra gli altri, di Ortensia, moglie di Filippo di Averardo Salviati che ottenne dal granduca il titolo marchionale di San Lorino che ella trasmise al nipote Francesco (1627-1696), figlio del fratello Tommaso e di Maria di Donato Acciaioli, titolo passato a sua volta al fratello minore di Francesco, Donato Maria (1641-1718), capostipite del ramo di Santo Spirito. Il ramo principale, detto dell'Annunziata per la presenza del palazzo di famiglia nella zona retrostante la chiesa, si stava in fatti esaurendo, con la discendenza dell'altro fratello Pier Antonio (1629-1709), che acquisì il feudo di Montepescali in Maremma. Egli, nel 1676, aveva sposato Ottavia Benigna Piccolomini, sorella di Lorenzo, erede della signoria di Nachod in Boemia, che gli veniva dal fratello Enea Silvio, principe del Sacro Romano Impero morto nel 1679. Ottavio di Pierantonio (1684-1746), nel 1724 sposò Maria Cammilla del Ruota, ma la loro linea si spense con Niccolò di Ottavio (1730-1805). Furono suoi eredi alcuni rappresentanti dell’altro ramo della famiglia, quello di Santo Spirito, così detto per avere Donato Maria di Tommaso acquistato dalla Congregazione dei Buonomini di San Martino il palazzo Dei, in piazza Santo Spirito.
Gli eredi di Niccolò furono Tommaso di Donato di Neri (1743-1814) e Donato (n. 1794), figlio del fratello di Tommaso, Luigi (1751-1799). Attraverso l’unico figlio di Tommaso, Neri, interdetto in giovane età, ma vivente fino al 1862, il patrimonio passava a sua figlia Ottavia, nata nel 1817 dal matrimonio con Lucrezia di Lorenzo Capponi. Nel 1837, Ottavia di Neri Guadagni (1817-1876) sposò il marchese Edoardo Dufour Berte portando con sé non solo una parte cospicua del patrimonio, nel quale erano compresi il palazzo di Piazza Santo Spirito, la Fattoria della Luna, quella delle Fonti e la fattoria delle Torri, ma anche le carte di vari rami del suo casato che si riconoscevano in un medesimo capostipite.
Luigi di Donato (1751-1799) e la moglie Caterina Catellini da Castiglione, loro figlio Donato e la moglie Louisa Lee, avevano dato luogo al ramo secondogenito dei Guadagni di Santo Spirito, quello tuttora attivo, che ebbe successione con Guadagno (1833-1905) e la moglie Louisa Barlow Hoy e il figlio Guitto (1861-1941), colui che nel 1938 acquistò le carte dell’archivio della sua famiglia dai marchesi Dufour Berte.
Arme: "Di rosso alla croce spinata di oro".


Albero genealogico:
I figli di Ulivieri di Simone (1453-1541) dettero luogo ai tre rami principali della famiglia. Jacopo (1497-1569) fu il capostipite dei marchesi di San Leolino, che a loro volta e più tardi daranno luogo al ramo di Santo Spirito; Filippo (1504-1556) fu il capostipite dei Guadagni dell’Opera. I discendenti del loro fratello primogenito, Tommaso (1495-1550), dettero origine ai Guadagne d’ Hostun che, una volta trasferiti in Francia perché antimedicei, fino alla metà del Seicento troviamo ad Avignone e poi definitivamente a Lione. Essi ricoprirono ruoli di rilievo sia a livello politico che militare, il più illustre, è Guglielmo Guadagne la cui carriera militare si svolse sotto quattro re di Francia (Enrico II, Carlo IX, Enrico III e Enrico IV). Il ramo francese accumulò un patrimonio così cospicuo da diventare proverbiale. In Francia, per indicare una persona di grandi sostanze, si usava l’espressione "riche comme Gadagne".

Soggetti produttori:
Dufour Berte, collegato
Guadagni dell'Opera, collegato

Per saperne di più:
Blasoni delle famiglie toscane descritte nella Raccolta Ceramelli Papiani

Complessi archivistici prodotti:
Guadagni, famiglia (fondo)
Guadagni, famiglia (fondo)


Fonti:
ASFi, Ceramelli Papiani, n. 2509
ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e la cittadinanza, n. XIV, 8.
ASFi, Raccolta Sebregondi, n. 2763

Bibliografia:
Passerini Luigi, Genealogia e storia della famiglia Guadagni, Firenze, M. Cellini e C., 1873
Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", vol. I-VI, 1-2 (appendici), Milano 1928-1956, 597-599, vol. III
CACIAGLI Giuseppe, I feudi medicei, Pisa, Pacini editore, 1980, 130-133, 163-165
Archivi dell'aristocrazia fiorentina. Mostra di documenti privati restaurati a cura della Soprintendenza Archivistica per la Toscana tra il 1975 e il 1989, catalogo della mostra, Firenze, Acta, 1989, 197-203
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 233
Dodi Elisabetta, Salvetta Barbara, Il palazzo "dietro la Nunziata" nel sistema residenziale fiorentino della famiglia Guadagni, in Il sistema delle residenze nobiliari. Stato Pontificio e Granducato di Toscana, a cura di M. Bevilacqua, M. L. Madonna, Roma, De Luca, 2003,, pp. 363-376
Insabato Elisabetta, Baggio Silvia, Archivi del patriziato fiorentino: il caso Guadagni, "Opus incertum", 3, 2007, pp. 5-15

Redazione e revisione:
Insabato Elisabetta, 2006/01/16, revisione
Romanelli Rita, 2005/09/11, prima redazione
Romanelli Rita, 2011/12/04, rielaborazione


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