sec. XIV - 1793
patrizi di Firenze (manca la data del decreto di ammissione al patriziato fiorentino; i documenti, presentati dai Minerbetti, furono esaminati dalla Deputazione sopra le nobiltà e la cittadinanza il 15 settembre 1751)
Intestazioni:
Minerbetti Boni, Firenze, sec. XIV - 1793, SIUSA
La famiglia fiorentina dei Minerbetti Boni pare certo sia originaria dall’Inghilterra. Sembra infatti confermata la loro provenienza dai cadetti dei Becket, cacciati nel 1168, prima della morte di Tommaso (1118-1170), famoso primate della chiesa d’Inghilterra. A Firenze, i Minerbetti fin dal XIII secolo parteciparono alla vita pubblica di Firenze ricoprendo anche la carica di priori e gonfalonieri.
Alcuni Minerbetti ricoprirono importanti cariche ecclesiastiche: nel secolo XV Francesco di Tommaso fu dapprima canonico di Firenze e più tardi ottenne il vescovato di Arezzo, carica poi ricoperta dal nipote Bernardo, figlio del fratello Andrea. Questi (1464-1552) fu il primo della famiglia ad essere nominato senatore da Cosimo I nel 1532 e più tardi fu commissario di Prato, Pistoia, Arezzo. Il figlio Ruggeri sposò Lucia Alamanni e il nipote Andrea (1545-1611), nominato senatore nel 1596 accompagnò a Roma Cosimo I nel 1570, al momento della sua nomina a granduca. Nel Sei e Settecento diversi membri della famiglia ottennero patenti dell'Ordine di Malta e di S. Stefano. I Minerbetti aggiunsero al proprio il cognome dei Boni dopo il matrimonio del 1617 di Orazio di Andrea (1594-1655) con Maria di Giovanni Boni.
A Firenze, la famiglia dimorava nel palazzo d’angolo fra il Parione e via Tornabuoni, dove nel 1767 Andrea Luca di Orazio di Arrigo (1726-1793) e la moglie Clarice Acciaioli accolsero il giovane granduca Pietro Leopoldo e la sua consorte ad assistere al palio di S. Giovanni Gualberto. Proprio Andrea, nel 1774, aveva fatto compilare una storia della sua famiglia attraverso le carte d’archivio, ma alla sua morte, aveva avuto una sola figlia, Teresa, che fu dama di compagnia di Elisa Baciocchi. Pertanto la famiglia si estinse con lei andata in sposa nel 1771 al marchese Nicolao Santini, di famiglia nobile e patrizia di Lucca. I patrimoni Minerbetti e Santini pervennero così alle due nipoti. Di queste Vittoria, che andò sposa a Pietro Torrigiani, visse alla corte di Lucca dove fu una delle dame della "Società della Carità Materna" e dama di compagnia dell'imperatrice Maria Luisa. La secondogenita sposa del marchese Giovan Lorenzo Montecatini di Lucca, figlio dell’ultima Buonvisi, ebbe il palazzo di via Tornabuoni.
Arme: "Di rosso, a tre spade basse appuntate d'argento, guarnite d'oro".
Arme: "Di rosso, a tre spade basse appuntate d'argento, guarnite d'oro".
Per saperne di più:
Blasoni delle famiglie toscane descritte nella Raccolta Ceramelli Papiani
Complessi archivistici prodotti:
Minerbetti Boni, famiglia (fondo)
Fonti:
ASFi, Ceramelli Papiani, n. 3204
ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e la cittadinanza, n. X, 14
ASFi, Raccolta Sebregondi, n. 3586
Bibliografia:
Archivi dell'aristocrazia fiorentina. Mostra di documenti privati restaurati a cura della Soprintendenza Archivistica per la Toscana tra il 1975 e il 1989, catalogo della mostra, Firenze, Acta, 1989, 200
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 238
GINORI LISCI LEONARDO, I palazzi di Firenze, vol.1-2, Firenze, Bemporad Marzocco, 1972, 179-182
Redazione e revisione:
Romanelli Rita, 2011/12/04, rielaborazione
Trovato Silvia, 2005/11/12, prima redazione