Luogo: Firenze
sec. XIII - 1810
Nel 1355 i conti Bardi vengono nominati vicari imperiali nel castello di Vernio dall'imperatore Carlo IV, poi confermati, nel 1697, dall'imperatore Leopoldo I. Il 14 giugno 1751, i rappresentanti delle tre distinte famiglie dei Bardi, Orazio, Vincenzo e il cavalier Carlo Maria, tutti conti di Vernio, ottengono l'ammissione al patriziato fiorentino.
Intestazioni:
Bardi Alberti, Firenze, sec. XIII - 1810, SIUSA
I Bardi erano famiglia fiorentina di cambiatori che alla fine del Duecento avevano in città torre, loggia e strada. Nel 1332 Piero di Gualterotto dei Bardi acquistò la contea di Vernio e il castello di Mangona da Margherita vedova di Bernuccio Salimbeni, unica erede del padre Nerone degli Alberti di Mangona. La contea di Vernio fu dei Bardi fino al 1797, quando fu soppressa e riunita alla Repubblica Cisalpina. Dal 1814 fu invece inglobata nel Granducato di Toscana. La fortuna dei Bardi trovò fondamento con la fedeltà alla famiglia dei Medici, di cui nei primi decenni delle loro alterne fortune, fra XV e XVI secolo, rappresentarono una sorta di braccio armato.
Il ramo dei Bardi Alberti iniziò con Alberto di Filippo di un altro Alberto. Lui e il fratello Camillo (capostipite del ramo dei Bardi Serzelli), avevano sposato, nel 1527, le due sorelle Contessina e Argentina del conte Pier Antonio Bardi (del ramo dei bardi Gualterotti), nel tentativo, caldeggiato da Cosimo I de' Medici, di pacificare le due famiglie, in lite per la contea di Vernio. Alcuni anni dopo i due fratelli si spartirono i beni lasciati dal padre, di cui ad Alberto andò una parte più consitente insieme all'archivio degli avi (Marcelli 2006, p. 20). Alberto e Contessima ebbero Pierantonio e Ottavio, nel 1561 sposo di Maria Dianora di Filippo Salviati. Da questi nacquero Alberto, sposo di Maria Martelli, e Carlo che con la moglie Maria Maddalena di Piero Strozzi, sposata nel 1601, ebbe Andrea, Carlo Maria e Neri. Carlo Maria, nel 1699 marito di Maria Costanza del priore Francesco Covoni, ebbe Francesco Maria, ambasciatore in Francia per Cosimo III dei Medici, Pandolfo Maria, proposto di Prato e pievano di S. Donato a Calenzano, e Piero Maria, sposo nel 1708 di Maria Teresa del senatore Lodovico Tempi e gentiluomo di Camera di Violante Beatrice di Toscana consorte del figlio di Cosimo III, Ferdinando. Da Piero Maria nacquero il cavaliere Carlo (+ 1795), sposo nel 1742 di Margherita di Bernabò Malaspina (+ 1774), Maria Settimia, moglie del marchese Cosimo Ridolfi (+ 1798) e Luigi (+ 1776) che ebbe in moglie Maria Lucrezia del marchese Carlo Ginori (+ 1776). Da questi nacquero Maria Teresa, moglie del marchese Alessandro Rinuccini (+ 1808) e il cavaliere Piero Maria (+ 1810), nell'anno 1800 marito di Camilla del comm. Francesco Alamanno Pazzi (+ 1844), ma ultimo della famiglia.
Arme: "Nel 1° d'oro a 5 losanghe di rosso accollate in banda; nel 2° d'argento a 3 rocchi di rosso. Lo scudo accollato a due aquile di nero, con un castello d'argento per cimiero e la corona comitale, in segno del vicariato imperiale sulla contea di Vernio".
Albero genealogico:
Le prime due diramazioni della consorteria dei Bardi si hanno con i figli di Piero di Gualterotto (+ 1345), Sozzo e Notto.
Da Sozzo, nacquero Giovanni, Alessandro e Roberto. Giovanni, con i figli Alessandro (1415-1480/83) e Gualterotto (1419-1483), dette vita rispettivamente al ramo terminato con Rodolfo (+ 1702) che lasciò i suoi beni alla Compagnia di S. Niccolò dei Bardi, e al ramo dei Bardi Gualterotti, terminato con Girolamo di Gualterotto (1777-1829) che lasciò erede il Pio Istituto dei Bardi, da lui istituito, di tutti i suoi beni (archivio e biblioteca depositati nell'ASFi nel 1890). Alessandro generò Contessina (+ 1473), moglie di Cosimo de' Medici il Vecchio. Roberto dette vita a un altro ramo che si estinse con Muzio di Sozzo (+ 1706) ereditato da Pier Filippo di Ferdinando, del ramo dei Bardi Serzelli.
La discendenza di Notto si ripartì invece dal pronipote Filippo di Alberto di Giovanni Sozzo, con Alberto (+ 1564) e Camillo (+ 1541). Dal primo uscì la linea dei Bardi Alberti, estinti nel 1810 con Pier Maria di Luigi che lasciò i suoi beni ai fratelli Francesco e Fernando di Lorenzo Guicciardini, dal secondo quella dei Bardi dal 1803 Bardi Serzelli, alla morte di Jacopo Leone di Bernardo Serzelli, poi estinti con il conte Alberto (+ 1954).
Soggetti produttori:
Bardi Serzelli, collegato
Per saperne di più:
Blasoni delle famiglie toscane descritte nella Raccolta Ceramelli Papiani
Complessi archivistici prodotti:
Bardi di Vernio, famiglia (fondo)
Bardi di Vernio, famiglia (fondo)
Carte Bardi (fondo)
Guicciardini, famiglia (complesso di fondi / superfondo)
Fonti:
ASFi, Ceramelli Papiani, n. 389
ASFi, Deputazione sopra la nobiltà e la cittadinanza, n. I, 7
ASFi, Raccolta Sebregondi, nn. 396, 398
BNFi, Passerini, nn. 8, 45, 185, 214
Bibliografia:
GORI O., Una donna del Rinascimento: Contessina Bardi, Vernio, Accademia Bardi, 2012
MARCELLI, I., Un conflitto di età leopoldina: i Bardi di Vernio, in "Feudalesimi nella Toscana moderna", a cura di S. Calonaci, A. Savelli, in "Ricerche storiche", a. XLIV, n. 2-3, mag.-dic. 2014, pp. 291-306
P. EDELMANN, F. BARDI, Vernio: vita e morte di un feudo, Bologna, Forni, 1977 (ristampa anastatica dell'originale, Firenze, 1886
Zaccaria Maria Raffaella, I Bardi di Vernio, in Archivi dell'aristocrazia fiorentina. Mostra di documenti privati restaurati a cura della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana, catalogo della mostra, Acta, Firenze 1989, pp. 107-115
Bruno Casini, "I 'Libri d'oro' della nobiltà fiorentina e fiesolana", Firenze, Arnaud, 1993, 25-26
AGLIETTI Marcella, Le tre nobiltà. La legislazione del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000, 217
Marcelli Ilaria, Gli Archivi Bardi di Vernio. Inventario del Fondo Bardi Serzelli, Centro Bardi di Vernio, S. Marco Litotipo, Lucca 2006, 17-42
Redazione e revisione:
Insabato Elisabetta, 2006/01/18, revisione
Romanelli Rita, 2005/09/04, prima redazione
Romanelli Rita, 2007/03/28, rielaborazione