Date di esistenza: 1213 -
Intestazioni:
Comunità di Trevi, Trevi (Perugia), 1213 - 1860, SIUSA
Comune di Trevi, Trevi (Perugia), 1860 -, SIUSA
Altre denominazioni:
Comunità di Trevi, 1213 - 1860
L'origine di Trevi è fatta risalire dagli storici alla metà del IV secolo a. C.; alla fine del II secolo a.C. fu conquistata dai Romani, poi soggetta ai Goti e successivamente ai Longobardi, all'interno del ducato di Spoleto.
La nascita del Comune risale al 1213. Trevi si mantenne sempre fedele allo Stato della Chiesa e fu subordinata al rettore del Ducato di Spoleto fino alla metà del secolo XV, quindi al governatore generale della provincia di Perugia ed Umbria sino a tutto il XVIII secolo. Alla fine del XVIII secolo la Comunità ebbe un nuovo assetto istituzionale-amministrativo, con il titolo di città. Dal 1798 al 1799 fu sottoposta alla Repubblica romana. Tra il 1809 e il 1814 fece, invece, parte dell'Impero francese, dopo un breve periodo (1799-1809) di restaurazione del dominio pontificio. Nel 1814 i francesi si ritirarono definitivamente e la cittadina tornò sotto la giurisdizione della Chiesa.
Nel motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio 1816 sull'organizzazione dell'amministrazione pubblica, Trevi è classificata come comunità di residenza di governatore, appartenente al Governo distrettuale ed alla Delegazione di Spoleto della Provincia dell'Umbria. Nel riparto territoriale dell'anno successivo risulta ancora sede di governatore e gli sono sottoposte le comunità di Campello, Cerreto, Monte Santo ed annessi, Sellano.
Nel 1827, a seguito di un ulteriore motu proprio sull'amministrazione pubblica di Leone XII, era soggetta a Trevi la sola podesteria di Sellano; il Governo distrettuale era ancora quello di Spoleto, la Delegazione quella di Spoleto e Rieti. Nel 1833 le fu riunita, in aggiunta a Sellano, la Comunità di Montesanto
Tale organizzazione amministrativa fu mantenuta fino all'Unità d'Italia, con la sola variazione della trasformazione della Delegazione di Spoleto e Rieti prima in Delegazione di Spoleto, poi in Provincia di Spoleto.
Il 16 agosto 1860 si tenne l'ultima riunione del Consiglio comunale sotto il governo dello Stato pontificio. A settembre, infatti, le truppe piemontesi espugnarono le principali città della regione.
Il 17 settembre 1860 vennero dichiarati disciolti gli organi amministrativi comunali e il 21 si insediò una commissione municipale che temporaneamente sostituì tali organismi. Il 4 e 5 novembre 1860 l'Umbria fu chiamata ad esprimersi per l'eventuale annessione al Regno d'Italia, che avvenne il 17 dicembre dello stesso anno.
Trevi fu mandamento della Provincia dell'Umbria, nel Circondario di Spoleto. Quando poi, con il regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, la Provincia dell'Umbria fu soppressa e, contestualmente, furono istituite la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni, Trevi fu assegnata alla prima.
Nel 1861, intanto, si era insediata la nuova amministrazione; la legge del 22 marzo 1865 n. 2248, poi, regolò il passaggio alle nuove istituzioni. Trevi ebbe così un consiglio comunale eletto dai cittadini, una giunta presieduta dal sindaco, nominato dal re ed un segretario comunale, che sovrintendeva a tutti gli affari in sostituzione del cancelliere comunitativo preunitario.
Nel 1860 il Comune era anche entrato in possesso dell'Opera pia Eredità Carlo Amici con la quale istituì e gestì l'Ospizio degli invalidi intitolato a quest'ultimo, ceduto poi alla Congregazione di carità nel 1865 e successivamente amministrato dall'Ente comunale di assistenza, a partire dal 1937, e dagli Istituti riuniti di assistenza e beneficenza dal 1940.
Nel 1923 il consiglio comunale, il sindaco, la giunta municipale, tutti dimissionari, vennero sostituiti dal commissario prefettizio, che divenne commissario regio nel 1924, quando, il 17 febbraio, il re sciolse ufficialmente gli organi rappresentativi del Comune. Nel periodo compreso tra ottobre 1924 ed aprile 1926, tuttavia, il consiglio comunale fu di nuovo operante, fino all'abolizione delle sue funzioni rilevate dal podestà, a partire dal 6 aprile 1927. Le figure del podestà e del commissario prefettizio si alternarono fino al passaggio dall'amministrazione fascista a quella post-bellica.
Nel 1944, con l'instaurazione del Comitato di liberazione nazionale, l'ultimo commissario prefettizio cedette la carica al commissario comunale, successivamente designato come sindaco.
Da questo momento non vi furono più variazioni di rilievo nell'assetto amministrativo di tali organi.
Tale organizzazione amministrativa fu mantenuta fino all'Unità d'Italia, con la sola variazione della trasformazione della Delegazione di Spoleto e Rieti prima in Delegazione di Spoleto, poi in Provincia di Spoleto.
Il 16 agosto 1860 si tenne l'ultima riunione del Consiglio comunale sotto il governo dello Stato pontificio. A settembre, infatti, le truppe piemontesi espugnarono le principali città della regione.
Il 17 settembre 1860 vennero dichiarati disciolti gli organi amministrativi comunali e il 21 si insediò una commissione municipale che temporaneamente sostituì tali organismi. Il 4 e 5 novembre 1860 l'Umbria fu chiamata ad esprimersi per l'eventuale annessione al Regno d'Italia, che avvenne il 17 dicembre dello stesso anno.
Trevi fu mandamento della Provincia dell'Umbria, nel Circondario di Spoleto. Quando poi, con il regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, la Provincia dell'Umbria fu soppressa e, contestualmente, furono istituite la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni, Trevi fu assegnata alla prima.
Nel 1861, intanto, si era insediata la nuova amministrazione; la legge del 22 marzo 1865 n. 2248, poi, regolò il passaggio alle nuove istituzioni. Trevi ebbe così un consiglio comunale eletto dai cittadini, una giunta presieduta dal sindaco, nominato dal re ed un segretario comunale, che sovrintendeva a tutti gli affari in sostituzione del cancelliere comunitativo preunitario.
Nel 1860 il Comune era anche entrato in possesso dell'Opera pia Eredità Carlo Amici con la quale istituì e gestì l'Ospizio degli invalidi intitolato a quest'ultimo, ceduto poi alla Congregazione di carità nel 1865 e successivamente amministrato dall'Ente comunale di assistenza, a partire dal 1937, e dagli Istituti riuniti di assistenza e beneficenza dal 1940.
Nel 1923 il consiglio comunale, il sindaco, la giunta municipale, tutti dimissionari, vennero sostituiti dal commissario prefettizio, che divenne commissario regio nel 1924, quando, il 17 febbraio, il re sciolse ufficialmente gli organi rappresentativi del Comune. Nel periodo compreso tra ottobre 1924 ed aprile 1926, tuttavia, il consiglio comunale fu di nuovo operante, fino all'abolizione delle sue funzioni rilevate dal podestà, a partire dal 6 aprile 1927. Le figure del podestà e del commissario prefettizio si alternarono fino al passaggio dall'amministrazione fascista a quella post-bellica.
Nel 1944, con l'instaurazione del Comitato di liberazione nazionale, l'ultimo commissario prefettizio cedette la carica al commissario comunale, successivamente designato come sindaco.
Da questo momento non vi furono più variazioni di rilievo nell'assetto amministrativo di tali organi.
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale (1860 - )
preunitario (1213 - 1860)
Soggetti produttori:
Opera pia Eredità Amici di Trevi, predecessore
Congregazione di carità di Trevi, collegato
Azienda acquedotto comunale di Trevi, collegato, 1870 - 1960
Società automobilistica comunale di Trevi, collegato, 1911 - 1960
Azienda elettrica di Trevi, collegato, 1913 - 1961
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -, 1860 -
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 - 1870
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 - 1814
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV - sec. XVIII
Ufficio di Stato civile (Umbria), 1860 - 1865, 1860 - 1865
Per saperne di più:
Comune di Trevi - storia - Si tratta della pagina "Vicenda Storica" nel sito ufficiale dell'Associazione Pro Trevi.
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Trevi (Comune di Trevi) (fondo)
Comune di Trevi (Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Spello) (fondo)
Comune di Trevi. Ospizio degli invalidi Carlo Amici (complesso di fondi / superfondo)
Stato civile del Comune di Trevi (fondo)
Bibliografia:
S. NESSI, S. CECCARONI, Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Spoleto, 1977, (Itinerari spoletini, 5), 90 - 93
F. GUARINO, Magistrature d'acque e dinamica dell'assetto territoriale nella Valle Umbra dal 1450 alla fine del XVI secolo, in Ut bene regantur. Politica e amministrazione periferica nello Stato Ecclesiastico. Atti del convegno di studi, Perugia, 6-8 marzo 1997, in "Archivi per la storia", XIII, 1-2 gennaio-dicembre 2000, 202 - 206
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'UMBRIA, COMUNE DI TREVI, L'archivio storico postunitario di Trevi 1860-1965, a cura di E. BUCCI e L. FORSONI, coordinamento scientifico di S. MARONI, Perugia 2005 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, 19**), 9 - 11
M. TABARRINI, L'Umbria si racconta. Dizionario P-Z, Foligno, 1982, 508 - 513
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'UMBRIA, COMUNE DI TREVI, L'archivio storico comunale preunitario e del Convento della Madonna delle lacrime di Trevi 1277-1852, a cura di A. LIBERATI, L. PENNONI, coordinamento scientifico di S. MARONI, Perugia 2005 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l'Umbria, 19*), 17 - 28
C. ZENOBI, Storia di Trevi 1746-1946, Foligno, Edizioni dell'Arquata, 1987., 43, 51 - 208
A. BONACA, Trevi nella natura, nella storia, nell'arte, Terni, s.e., s.d., 3 - 10
U. SANTI, E. FORTUNATO, Spoleto nell'età rivoluzionaria e napoleonica. 1789-1815, Spoleto, Accademia Spoletina, 1989
Historia universale dello Stato temporale ed ecclesiastico di Trevi 1745 di Durastante Natalucci, a cura di C. ZENOBI con la collaborazione di F. SPELLANI, Foligno, Edizioni dell'Arquata, 1985, 439 - 613
Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2008/04/07, revisione
Sargentini Cristiana, 2005/08/11, prima redazione