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Universitas di Apricena

Date di esistenza: sec. XIII prima metà - 1811

Intestazioni:
Universitas di Apricena, Apricena (Foggia), sec. XIII inizio - 1806, SIUSA

Altre denominazioni:
Procina / Precina / Porcina, VIII sec. d. C.
Conlatia / Collatia, V - IV sec. a. C.

Sebbene la tradizione leghi l'origine e il nome stesso di Apricena alla figura di Federico II e alla sua passione per la caccia e i lauti banchetti (il termine "Apricena" deriverebbe dall'unione delle parole latine "coena" = cena e "aper" = cinghiale), la città sorse probabilmente nel V o IV sec. a. C. come insediamento romano menzionato con i nomi di Conlatia o Collatia nelle opere di Plinio e Frontino. Nell'VIII secolo si ha notizia dell'esistenza di una colonia di Schiavoni (provenienti dalla Croazia) e di Albanesi stanziatisi in un casale variamente denominato Procina, Precina o Porcina, probabilmente per la presenza in loco di un enorme porcile. Nel periodo svevo il casale assunse dimensioni notevolmente più ampie e un ruolo politico determinante grazie all'assidua presenza di Federico II che la gratificò dell'appellativo di "Terra regia", esclusa da qualsiasi donazione a duchi e baroni. A seguito della rivolta nel 1229 di San Severo, Trani e Foggia contro l'imperatore, questi trovò rifugio in Apricena e premiò la fedeltà dei suoi abitanti concedendo, in un diploma del 1230, i privilegi dello jus legnandi e pascendi con l'annullamento della relativa tassa, e autorizzando l'istituzione di una fiera settimanale. La contemporanea estensione di tali privilegi ai territori limitrofi di Civitate, Castelpagano e Sannicandro indurrebbe a ritenere Apricena un'entità amministrativa i cui confini travalicavano le mura cittadine: non si spiegherebbe altrimenti l'autorizzazione imperiale a inviare due propri rappresentanti al General Parlamento tenutosi a Foggia nel 1240, autorizzazione riservata alle città più importanti del Regno di Sicilia. Con l'avvento degli Angioini iniziò una lunga serie di successioni nel possesso di Apricena: nel 1304 Carlo II d'Angiò donò la città al vescovo di Lucera, mentre circa un secolo dopo, nel 1417, la regina Giovanna II la assegnò alla nobile famiglia Attendolis. In età aragonese il feudo fu incamerato nel regio demanio, fino al suo acquisto nel 1495 da parte di Andrea De Capua dietro corresponsione di 18000 ducati; in seguito, per successione o per vendita, venne ceduto alle casate dei Gonzaga (1530 circa), dei di Sangro (1556), dei Caraffa (1569) e dei Lombardo (1593). Nel 1613 il marchese Filippo Brancia acquistò Apricena per 38000 ducati e tentò invano di modificarne il nome in Casalmaggiore. Il 30 luglio 1627, al culmine del suo sviluppo, la città venne rasa al suolo da un terribile terremoto, ma l'operosità dei suoi abitanti consentì in breve la sua completa ricostruzione; nel 1658 il marchese Scipione Brancia riedificò anche il castello, tuttora visibile, sui resti dell'antica "domus" federiciana attorno alla quale, secondo la leggenda, ebbe origine il centro urbano. Nel 1682 fu acquistata dal casato dei Cattaneo principi di S. Nicandro. Alla fine del XVIII sec. Apricena era definita "terra in provincia di Capitanata", odierna provincia di Foggia, "in diocesi di Lucera" (L. Giustiniani, "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli" [Napoli, Vincenzo Manfredi, poi Stamperia di Giovanni de Bonis, 1797-1816], rist. anast. Bologna, Forni, 1969-1971, 13 voll., vol. I, p. 223).

Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
preunitario

Soggetti produttori:
Comune di Apricena, successore

Profili istituzionali collegati:
Universitas (Regno di Napoli), sec. XIII - 1806


Bibliografia:
L. GIUSTINIANI, "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli" [Napoli, Vincenzo Manfredi, poi Stamperia di Giovanni de Bonis, 1797-1816], rist. anast. Bologna, Forni, 1969-1971, 13 voll.
N. PITTA, "Apricena: nella cronaca e nella vita popolare con documenti storici e letterari", Apricena, Banca Popolare, 1984, voll. 2.
G. CHECCHIA RISPOLI, "Nuove osservazioni sulla formazione di Apricena (Capitanata)", in «Giornale di scienze naturali ed economiche», vol. 30, 1914, Palermo, s.n.
PITTA, Nicola, "Apricena: appunti di storia paesana", Vasto, G. Guzzetti, 1921 [2a ediz. Foggia, Tip. L. Cappetta e F., 1960]

Redazione e revisione:
Lucchi Laura Annalisa - direzione lavori Eugenia Vantaggiato, 2005/03/13, rielaborazione
Mincuzzi Antonella - supervisore Rita Silvestri, 2015/06/18, supervisione della scheda


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