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Monte frumentario e nummario, monte del soccorso (Sardegna), sec. XVII - sec. XX

I monti frumentari, o granatici, sorsero in Sardegna nel XVII secolo con lo scopo di conservare le sementi e distribuirle ai contadini poveri e, di conseguenza, aumentare il reddito agrario, scongiurare le carestie e combattere l'usura.
Dietro richiesta degli stamenti nel parlamento Vivas (1624), si istituì in ogni comune un monte granatico sotto la vigilanza di un censore con poteri di indirizzo e di controllo sull'attività agricola e sull'ammasso delle sementi. Ma nonostante i reiterati provvedimenti viceregi, i risultati furono deludenti. Parallelamente la Chiesa portò avanti iniziative analoghe: i monti frumentari, diretti da un rettore, si diffusero dapprima e principalmente nella diocesi di Ales.

La riorganizzazione dei monti granatici e il superamento del dualismo furono realizzati con il regolamento pubblicato col pregone del vicerè Des Hayes il 4 settembre 1767. In ogni villaggio fu istituita una giunta locale; in ogni diocesi una giunta diocesana presieduta dal vescovo; al vertice la giunta generale presieduta dal viceré. Il segretario della giunta generale, nominato dal viceré, dal 1770 fu chiamato censore generale.
I monti granatici, così riorganizzati anche dal punto di vista amministrativo e contabile, ebbero da allora una diffusione capillare, con risultati significativi sia in termini di superficie seminata che di dotazione dei monti stessi, grazie anche all'opera instancabile di Giuseppe Cossu, censore generale dal 1770, volta alla modernizzazione dell'agricoltura in tutti i suoi aspetti.

Con regio editto del 22.8.1780 vennero introdotti in ogni comune i monti di soccorso in denaro, o monti nummari, con lo scopo di prestare agli agricoltori, al tasso dell'1,5%, il denaro necessario all'acquisto di attrezzi agricoli o di animali da lavoro.

I monti andarono decadendo nel corso dell'Ottocento: abolite le giunte e soppresso il censorato generale nel 1851, divennero organi dei comuni che ne accelerarono il processo di estinzione. Con la legislazione speciale per la Sardegna (1897-1907) voluta dal ministro Cocco Ortu, i monti nummari furono ricostituiti, o costituiti nei comuni in cui non esistevano, divenendo istituti di credito agrario. Nel 1924 furono trasformati in Casse comunali di credito agrario che, con la legge sul credito agrario del 1927, accorparono per fusione tutti gli altri enti che nel comune esercitassero funzioni creditizie. Il coordinamento e l'integrazione dell'attività locale fu svolto dall'Icas (Istituto di credito agrario per la Sardegna) nato, sempre nel 1927, dalla fusione delle Casse provinciali di credito agrario di Cagliari e Sassari (già casse ademprivili). Quando l'Icas, ai sensi della legge 11.04.1953, n.298, fu fuso nel Banco di Sardegna, questo ebbe in dote la rete capillare delle casse comunali di credito agrario e ciò che restava del patrimonio dei monti granatici.


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Bibliografia:
Storia del Banco di Sardegna, a cura di G.TONIOLO, Roma-Bari, Laterza, 1995, 433-459 (Banco di Sardegna)
La terra, il lavoro, il grano. Dai monti frumentari agli anni Duemila, a cura di M.BRIGAGLIA e M.G.CADONI, Banco di Sardegna, Sassari, 2003
M.G.CADONI, Una bibliografia sui monti frumentari in La terra, il lavoro, il grano. Dai monti frumentari agli anni Duemila, a cura di M.BRIGAGLIA e M.G.CADONI, Banco di Sardegna, Sassari, 2003, 184-189

Redazione e revisione:
Valdés Marina, 2006, prima redazione


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