Date of live: 1806 -
Headings:
Comune di Cava de' Tirreni, Cava de' Tirreni (Salerno), 1806 -, SIUSA
Other names:
Cava, 1806 - 1862
L'appellativo "de' Tirreni" dato alla città di Cava (decreto n. 935 del 23 ottobre 1862) si deve all'identificazione, ancora oggi molto discussa, del territorio di Cava con l'etrusca Marcina citata da Strabone. La valle fu certo abitata in epoca romana come testimoniano i ritrovamenti di reperti di epoca imperiale (I-II sec. d. C.).
La costituzione dell'attuale nucleo abitativo ricevette impulso dalla fondazione, agli inizi dell'XI secolo, dell'Abbazia benedettina della SS. Trinità, uno dei centri religiosi e culturali più vivi dell'Italia Meridionale, attorno al quale si raccolse ed incrementò la popolazione. Papi, vescovi, feudatari protessero lo sviluppo dell'abbazia: donazioni, privilegi, feudi e lasciti offerti dai principi, agevolarono lo sviluppo del monastero che acquisì un enorme potere economico. L'abbazia armò proprie navi e acquisì vari porti, come quelli di Vietri, Fuenti e Cetara: i benedettini ebbero rapporti con molte comunità dell'Italia meridionale, della Provenza, della Catalogna e perfino dell'Oriente.
Lo svincolarsi dai poteri feudali dell'Abate determinò il trasferimento della vita commerciale e amministrativa della città dal villaggio fortificato del Corpo di Cava, nei pressi dell'abbazia, al cuore della valle: l'originario Borgo Scacciaventi. Qui si spostarono i parlamenti e le curie dei notai. Nel corso del '500 questo piccolo Borgo, sede di tutti i traffici commerciali, fu finalmente intersecato dalla via regia che collegava Salerno a Napoli.
La cittadina, immune da dazi e imposte, con un porto franco a Vietri sul Mare e l'esclusiva sugli arazzi di seta, fu per secoli un'importante piazza commerciale del Regno di Napoli. L'autonomia dal dominio abbaziale fu una lenta conquista, non scevra da momenti di tensione: nel 1394 il papa Bonifacio IX eresse Cava a città ma solo nel 1513 Cava ottenne l'episcopato autonomo. Gran parte della popolazione viveva nei casali, a volte difficilmente raggiungibili, estendendosi allora il territorio fino a Cetara sulla costiera amalfitana. Elemento significativo della storia di Cava fu il suo essere città demaniale, e i suoi abitanti per secoli difesero fermamente e orgogliosamente questo carattere di demanialità, pur dovendo districarsi fra l'esosità del fisco e vari pericoli, che mettevano in forse anche l'incolumità dei suoi abitanti: notevole la minaccia della pirateria, che costringeva la città ad un continuo stato di all'erta e a continue spese per la difesa della costa (malgrado ciò, gli insediamenti costieri vissero il dramma del saccheggio e del rapimento degli abitanti).
La comunità cavense meritò il titolo di 'fedelissima' in virtù della decisa presa di posizione a favore degli Aragonesi nella lotta con gli Angioini, scelta che fruttò anche una serie di esenzioni e privilegi, che agevolarono notevolmente i suoi traffici commerciali. Anche nel corso della rivoluzione napoletana del 1799 Cava si schierò con i realisti, affrontando le milizie francesi.
Nel secolo successivo la floridezza della città fu colpita da una profonda crisi, soprattutto nella produzione tessile. A risollevare l'economia cittadina fu la coltivazione e la lavorazione del tabacco e, dagli inizi del Novecento, l'attività di stazione climatica di villeggiatura, per la bellezza del paesaggio e la salubrità del clima. Dopo la grande guerra (1915-1918) il territorio di Cava de' Tirreni viene riconosciuto infatti 'Stazione di Soggiorno e Turismo'.
Nel corso del II conflitto mondiale la cittadina fu gravemente devastata dai bombardamenti e dalle distruzioni perpetrate dai reparti tedeschi in ritirata.
La cittadina, immune da dazi e imposte, con un porto franco a Vietri sul Mare e l'esclusiva sugli arazzi di seta, fu per secoli un'importante piazza commerciale del Regno di Napoli. L'autonomia dal dominio abbaziale fu una lenta conquista, non scevra da momenti di tensione: nel 1394 il papa Bonifacio IX eresse Cava a città ma solo nel 1513 Cava ottenne l'episcopato autonomo. Gran parte della popolazione viveva nei casali, a volte difficilmente raggiungibili, estendendosi allora il territorio fino a Cetara sulla costiera amalfitana. Elemento significativo della storia di Cava fu il suo essere città demaniale, e i suoi abitanti per secoli difesero fermamente e orgogliosamente questo carattere di demanialità, pur dovendo districarsi fra l'esosità del fisco e vari pericoli, che mettevano in forse anche l'incolumità dei suoi abitanti: notevole la minaccia della pirateria, che costringeva la città ad un continuo stato di all'erta e a continue spese per la difesa della costa (malgrado ciò, gli insediamenti costieri vissero il dramma del saccheggio e del rapimento degli abitanti).
La comunità cavense meritò il titolo di 'fedelissima' in virtù della decisa presa di posizione a favore degli Aragonesi nella lotta con gli Angioini, scelta che fruttò anche una serie di esenzioni e privilegi, che agevolarono notevolmente i suoi traffici commerciali. Anche nel corso della rivoluzione napoletana del 1799 Cava si schierò con i realisti, affrontando le milizie francesi.
Nel secolo successivo la floridezza della città fu colpita da una profonda crisi, soprattutto nella produzione tessile. A risollevare l'economia cittadina fu la coltivazione e la lavorazione del tabacco e, dagli inizi del Novecento, l'attività di stazione climatica di villeggiatura, per la bellezza del paesaggio e la salubrità del clima. Dopo la grande guerra (1915-1918) il territorio di Cava de' Tirreni viene riconosciuto infatti 'Stazione di Soggiorno e Turismo'.
Nel corso del II conflitto mondiale la cittadina fu gravemente devastata dai bombardamenti e dalle distruzioni perpetrate dai reparti tedeschi in ritirata.
Legal position:
pubblico
Type of creator:
ente pubblico territoriale
Connected institutional profiles:
Comune (Regno di Napoli), 1806 - 1815
Generated archives:
Comune di Cava de' Tirreni (fondo)
Stato civile del Comune di Cava de' Tirreni (fondo)
Editing and review:
de Pascale Giovanna- direzione lavori Sessa, 2005/11/18, prima redazione
Sessa Michelina, 2006/01/13, supervisione della scheda