Estremi cronologici: sec. XIII - 1988
Consistenza: Unità 6307: regg. 3728; bb. 1831; voll. 43; filza 1; bobine 335; contenitori 232; pizze 113; VHS 24.
Storia archivistica: Le prime raccolte archivistiche cittadine di cui in Sicilia sia rimasta memoria si costituirono con la riorganizzazione statale voluta dai Normanni, in concomitanza alla nascita a Palermo della Regia Cancelleria, o Regia Segreteria, ove notai e scriniari registravano e riponevano le sovrane risoluzioni ed ove si conservavano i registri fiscali e dei confini.
I disordini del periodo angioino, le guerre del Vespro e l'anarchia dopo la morte di Federico II d'Aragona causarono gravissime distruzioni o dispersioni agli archivi regi ed a quelli cittadini. Neppure i frequenti trasferimenti della Corte giovarono alla conservazione delle carte; solo i provvedimenti di re Martino I ripristinarono parzialmente il funzionamento dell'amministrazione e, conseguentemente, la sua organizzazione archivistica.
Il cronista Matteo da Piazza fa risalire al 1352 la nascita dell'Archivio comunale di Catania, allora ubicato nella Loggia, attuale sede del Comune.
L'esistenza di un archivario municipale sembra accertata in data anteriore al 1435, allorchè il Vicerè Nicolò Speciale istituì l'Ufficio di archivario per la Corte patriziale, nel quadro dei provvedimenti impartiti da Re Alfonso per la riorganizzazione degli archivi siciliani.
Invero, l'incuria degli archivari, i privati interessi, l'ingerenza della autorità ecclesiastica produssero continue ed irrimediabili mutilazioni alle serie documentarie.
Le lacune più vistose si ebbero, però, indubbiamente a causa delle molteplici vicissitudini politiche e naturali che travagliarono Catania: il terremoto del 1169, il saccheggio delle milizie di Enrico VI nel 1194, la guerra del Vespro del 1282, le guerre civili del sec. XIV, la rivolta del 1647, il terremoto del 1693, i moti del 1837 e del 1848, i saccheggi delle truppe del 1849 e del 1860, e per finire l'incendio del 1944.
Nel 1884, l'archivio comunale fu sommariamente, insieme all'archivio corrente, riordinato per materia tralasciando, però, di compilare o aggiornare gli strumenti di ricerca (indici, inventari e repertori).
Nel 1925, con il Regolamento per il servizio ed il funzionamento del protocollo generale e la tenuta dell'archivio comunale deliberato dal Commissario prefettizio, l'Amministrazione comunale si preoccupò di disciplinare organicamente l'organizzazione dell'Archivio comunale stabilendone la separazione tra Sezioni corrente, di deposito e storica.
Quest'ultima, secondo l'art. 2) doveva comprendere: "...gli atti ed i documenti che si riferiscono alle amministrazione degli Antichi giurati e del Senato di Catania dal 1412 al 1818. I ...volumi delle insinue, di donazione e soggiogazione dal 1512 al 1819, nonché, i volumi speciali dei vari servizi cittadini dei secc. XVI e XVIII,... il Liber Privilegiorum ed il "Liber Rubeus", ossia la Mastra Nobile della stessa; ...gli atti amministrativi del Decurionato e del Senato di Catania ...dal 1818 al 1860".
L'incendio ed il saccheggio del Palazzo municipale - verificatisi il 14 dicembre 1944 durante un tumulto popolare - distrussero le serie documentarie sia dell'archivio storico che di deposito. L'archivario, Giuseppe Avila, documentò l'immane perdita basandosi sull'inventario, dallo stesso redatto tra il 1932 e il 1934, e di cui esiste a tutt'oggi l'originale, pubblicandone gli esiti in Archivio Storico per la Sicilia Orientale (VIII, 1).
Attraverso tale strumento, custodito anch'esso in Archivio, conosciamo pressocchè integralmente le serie degli atti andate perdute tra le quali ricordiamo: gli atti dei Giurati e della Curia del Senato (1413-1818); gli atti e i registri delle deliberazioni del Decurionato (1818-1860); registri delle deliberazioni del Senato (1824-1860); registri delle liberazioni dei casali (1618-1811); volumi delle Opere pie (1819-1822); registro delle lettere segrete (1798-1812); insinue di donazioni (1512-1819); insinue di soggiogazioni (1582-1819); registri di bandi pubblici (1636-1809); registri di fideiussioni delle gabelle (1630-1658); registri delle liberazioni delle gabelle (1560-1818); registri di Deputazione frumentaria (1591-1819); libri diversi contenente tra gli altri: i libri dei privilegi della città di Catania, il Libro Rosso (1572-1810) ossia "Mastra della Nobiltà di Catania" in cui venivano annotati i privilegi per le elezioni delle cariche pubbliche cittadine, e la giuliana del Maravigna (1413-1600); una collezione di volumi contenente argomenti vari (1172-1860); gli atti del Conciliatore (1820-1829), lettere di Giuseppe Garibaldi. Nell'incendio vennero financo distrutti lo stemma ed il gonfalone della Città.
Nel 1955, con delibera consiliare n. 2938 del 25 novembre, il Sindaco di allora, Luigi La Ferlita, istituì una Commissione composta da studiosi locali che diedero impulso all'acquisizione presso archivi e biblioteche di pregevoli tomi e documenti utili alla ricostruzione della storia locale. Centinaia di atti, conservati presso l'Archivio di Stato di Palermo, vennero individuati in vari fondi archivistici (Regia Cancelleria, Riveli del Tribunale del Real Patrimonio, Riveli della Regia Deputazione), estratti e microfilmati; mentre dall'editore Prampolini venne acquistata la Giuliana del Rizzari.
Ma, dopo questa grossa spinta iniziale, l'interesse della classe politica cominciò a scemare sino a scomparire quasi del tutto: l'Archivio da palazzo Tezzano fu prima trasferito in via Cifali, successivamente in via Etnea ed, infine, in un angusto appartamento di via Caronda.
Nel 1995, la delibera consiliare n. 11, riscattando decenni d'incuria, costituì, ai sensi della normativa vigente, la sezione separata di archivio che custodisce e rende fruibile la documentazione prodotta dalla Amministrazione comunale.
Dal 1998 l'Archivio storico opera nell'attuale sede dell'ex-Chiesa di S.Caterina, sita in via S.Agata 2, promuovendo, tra l'altro, iniziative culturali quali mostre tematiche, seminari e visite guidate per istituti scolastici ed universitari. Recentemente è iniziata l'inventariazione dell'Archivio Verga, l'inventariazione e l'informatizzazione dei progetti edilizi, oltre il riordino di 70 mt. lineari di registri, rubriche, scadenzari e bollettari.
Le lacune più vistose si ebbero, però, indubbiamente a causa delle molteplici vicissitudini politiche e naturali che travagliarono Catania: il terremoto del 1169, il saccheggio delle milizie di Enrico VI nel 1194, la guerra del Vespro del 1282, le guerre civili del sec. XIV, la rivolta del 1647, il terremoto del 1693, i moti del 1837 e del 1848, i saccheggi delle truppe del 1849 e del 1860, e per finire l'incendio del 1944.
Nel 1884, l'archivio comunale fu sommariamente, insieme all'archivio corrente, riordinato per materia tralasciando, però, di compilare o aggiornare gli strumenti di ricerca (indici, inventari e repertori).
Nel 1925, con il Regolamento per il servizio ed il funzionamento del protocollo generale e la tenuta dell'archivio comunale deliberato dal Commissario prefettizio, l'Amministrazione comunale si preoccupò di disciplinare organicamente l'organizzazione dell'Archivio comunale stabilendone la separazione tra Sezioni corrente, di deposito e storica.
Quest'ultima, secondo l'art. 2) doveva comprendere: "...gli atti ed i documenti che si riferiscono alle amministrazione degli Antichi giurati e del Senato di Catania dal 1412 al 1818. I ...volumi delle insinue, di donazione e soggiogazione dal 1512 al 1819, nonché, i volumi speciali dei vari servizi cittadini dei secc. XVI e XVIII,... il Liber Privilegiorum ed il "Liber Rubeus", ossia la Mastra Nobile della stessa; ...gli atti amministrativi del Decurionato e del Senato di Catania ...dal 1818 al 1860".
L'incendio ed il saccheggio del Palazzo municipale - verificatisi il 14 dicembre 1944 durante un tumulto popolare - distrussero le serie documentarie sia dell'archivio storico che di deposito. L'archivario, Giuseppe Avila, documentò l'immane perdita basandosi sull'inventario, dallo stesso redatto tra il 1932 e il 1934, e di cui esiste a tutt'oggi l'originale, pubblicandone gli esiti in Archivio Storico per la Sicilia Orientale (VIII, 1).
Attraverso tale strumento, custodito anch'esso in Archivio, conosciamo pressocchè integralmente le serie degli atti andate perdute tra le quali ricordiamo: gli atti dei Giurati e della Curia del Senato (1413-1818); gli atti e i registri delle deliberazioni del Decurionato (1818-1860); registri delle deliberazioni del Senato (1824-1860); registri delle liberazioni dei casali (1618-1811); volumi delle Opere pie (1819-1822); registro delle lettere segrete (1798-1812); insinue di donazioni (1512-1819); insinue di soggiogazioni (1582-1819); registri di bandi pubblici (1636-1809); registri di fideiussioni delle gabelle (1630-1658); registri delle liberazioni delle gabelle (1560-1818); registri di Deputazione frumentaria (1591-1819); libri diversi contenente tra gli altri: i libri dei privilegi della città di Catania, il Libro Rosso (1572-1810) ossia "Mastra della Nobiltà di Catania" in cui venivano annotati i privilegi per le elezioni delle cariche pubbliche cittadine, e la giuliana del Maravigna (1413-1600); una collezione di volumi contenente argomenti vari (1172-1860); gli atti del Conciliatore (1820-1829), lettere di Giuseppe Garibaldi. Nell'incendio vennero financo distrutti lo stemma ed il gonfalone della Città.
Nel 1955, con delibera consiliare n. 2938 del 25 novembre, il Sindaco di allora, Luigi La Ferlita, istituì una Commissione composta da studiosi locali che diedero impulso all'acquisizione presso archivi e biblioteche di pregevoli tomi e documenti utili alla ricostruzione della storia locale. Centinaia di atti, conservati presso l'Archivio di Stato di Palermo, vennero individuati in vari fondi archivistici (Regia Cancelleria, Riveli del Tribunale del Real Patrimonio, Riveli della Regia Deputazione), estratti e microfilmati; mentre dall'editore Prampolini venne acquistata la Giuliana del Rizzari.
Ma, dopo questa grossa spinta iniziale, l'interesse della classe politica cominciò a scemare sino a scomparire quasi del tutto: l'Archivio da palazzo Tezzano fu prima trasferito in via Cifali, successivamente in via Etnea ed, infine, in un angusto appartamento di via Caronda.
Nel 1995, la delibera consiliare n. 11, riscattando decenni d'incuria, costituì, ai sensi della normativa vigente, la sezione separata di archivio che custodisce e rende fruibile la documentazione prodotta dalla Amministrazione comunale.
Dal 1998 l'Archivio storico opera nell'attuale sede dell'ex-Chiesa di S.Caterina, sita in via S.Agata 2, promuovendo, tra l'altro, iniziative culturali quali mostre tematiche, seminari e visite guidate per istituti scolastici ed universitari. Recentemente è iniziata l'inventariazione dell'Archivio Verga, l'inventariazione e l'informatizzazione dei progetti edilizi, oltre il riordino di 70 mt. lineari di registri, rubriche, scadenzari e bollettari.
Descrizione: Malaguratamente, a causa del devastante incendio del 1944, molte delle serie sono andate perse; pertanto, le serie conservate hanno una consistenza irrisoria sopratutto per quanto concerne la sezione preunitaria, la sezione 1818-1860 e la sezione 1860. Si segnala che all'interno della sezione preunitaria molti documenti sono tratti da copie fotostatiche o microfims dei fondi Regia Cancelleria, e delle serie Riveli sia del Tribunale del Real Patrimonio sia della Deputazione del Regno conservati presso l'Archivio di Stato di Palermo.
Strumenti di ricerca interni al fondo: Inventario delle liste di leva dal 1882 al 1922; elenco dei caduti della 1^ guerra mondiale; elenco verbali delle sedute del Consiglio comunale; elenco informatizzato dei progetti edilizi.
La documentazione è stata prodotta da:
Comune di Catania
La documentazione è conservata da:
Comune di Catania
Bibliografia:
DI MARIA V., La Sicilia e la storia, vol II, ed. Tringale, 1989 Catania
AA. VV., Il riscatto della Memoria. Materiali per la ricostruzione dell'Archivio Storico della città di Catania. Redazione a cura di MARCELLA MINISSALE e TINO VITTORIO, ed. Maimone, Catania 1998
G. DI NUOVO, Amministrazione comunale, in Enciclopedia di Catania. Diretta da VITTORIO CONSOLI, vol. I, ed Tringale, Catania 1986
FINOCCHIARO V.,Storia dell'ordinamento degli Achivi pubblici di Catania, vol. II, ed. Giannotta, Catania 1907
G. CALABRESE, Intendenze borboniche e archivi comunali in Sicilia, in "Rassegna degli Archivi", n. 1, LV, Roma 1995
Redazione e revisione:
Minissale Marcella, 2006, prima redazione
Montagno Elena - direzione lavori Romano, 2007, rielaborazione
Modalità di consultazione:
Dal Lunedì al Sabato dalle h. 9:00 alle h. 13:00; il martedì ed il giovedì dalle h. 15,30 alle h. 17,30.
A richiesta si effettuano ricerche di atti dello Stato civile e rilascio delle relative copie.