First and last date: sec. XIV - sec. XIX
Consistence: 781 fascicoli in 150 buste.
Archival history: L'archivio della famiglia Salvagnoli, poi Salvagnoli Marchetti, si era formato presso la tenuta di Corniola nell'empolese, dove la famiglia aveva consolidato i propri interessi. Esistono tracce di un antico ordinamento, databile nel Settecento, in alcune pergamene e negli atti più antichi, ma mancano inventari che ne rendano conto. Mentre gli atti patrimoniali rispondono alla tipologia presente nella maggior parte degli archivi domestici toscani, mancano registri di amministrazione tipici delle famiglie appartenenti al ceto mercantile.
Nonostante le carte risalgano al tardo XV secolo, l'interesse su di loro e le vicende dell'intero archivio sono legate alla presenza di due importanti personaggi dell'Ottocento, che hanno rivestito un importante ruolo nelle vicende toscane, nazionale e internazionali. Si tratta di Vincenzo Salvagnoli e del fratello Antonio che, dopo la morte di Vincenzo nel 1861, ha speso le sue cure per valorizzarne la figura. Il progetto fu caldeggiato da Bettino Ricasoli che propose la pubblicazione degli studi inediti di Vincenzo e la vendita della sua biblioteca di diritto e economia alla Magliabechiana. Il secondo proposito fu realizzato nell'anno (entro novembre la Biblioteca Nazionale di Firenze ricevette tutti i libri catalogati), mentre quello della pubblicazione degli scritti e delle lettere del Salvagnoli, affidato alle cure di Zanobi Bicchierai e Marco Tabarrini, non ebbe esito, nonostante gli sforzi fatti. Anzi, tra il 1874 e il 1877, lo studio degli inediti comportò la sottrazione sistematica dal corpus originario di manoscritti e lettere. Nel 1878, anche Antonio Salvagnoli morì, il progetto sfumò e le carte rimasero presso i curatori della annunciata edizione. Ciò spiega l'esistenza di un nucleo di carte Salvagnoli tra i documenti personali di Tabarrini pervenuti nell'Archivio di Stato di Firenze e di altri nuclei poi confluiti verso le istituzioni fiorentine. L'archivio familiare fu gestito poi da Cosimo, nipote ex fratre di Vincenzo e Antonio, fino alla sua morte nel 1888. Le successive vicende delle carte di Vincenzo furono segnate da altri numerosi tentativi, alcuni andati a buon fine, di pubblicazione dei suoi scritti e di carteggi di suoi illustri corrispondenti, quali Vincenzo Gioberti, Gino Capponi e Bettino Ricasoli. Nei primi decenni del Novecento, anche Alessandro D'Ancona e Ferdinando Martini tentarono una pubblicazione del carteggio di Vincenzo, in collaborazione con gli eredi (Alessandra Salvagnoli vedova del Vivo, Gina Salvagnoli e suo marito Giuseppe Temperani), anche questo rimasto sulla carta.
Le carte di Antonio Salvagnoli relative alle sue indagini sul prosciugamento delle paludi maremmane erano state da lui destinate alla Biblioteca Nazionale, che le ricevette un anno dopo la sua morte nel 1879, ma il nucleo principale di carte rimase nell'archivio di famiglia, mentre i suoi libri furono donati dal nipote Cosimo alla Biblioteca comunale di Empoli.
A seguito della legge del 1939, Giuseppe Temperani, vedovo di Gina, una delle due eredi delle carte Salvagnoli, e la cognata Alessandra vedova Del Vivo, il 12 novembre 1941, denunziarono alla Prefettura di Firenze l'esistenza delle carte presso la villa Corniola di Empoli. Queste, erano state divise in due nuclei disorganici nei primi anni del secolo, a seguito della divisione ereditaria fra le sorelle, e si trovavano in due appartamenti situati nella medesima villa. Nel 1944, la Del Vivo rese conto alla Soprintendenza dell'occupazione dei tedeschi della villa e dei danni subiti dalla parte da lei conservata dell'archivio, mentre la parte Temperani era rimasta illesa.
Altri ricercatori iniziarono studi sull'archivio di Corniola, finché Mario Bini, intorno al 1970, cercò di ricostruire le vicende familiari dei Salvagnoli, con ampio uso della documentazione conservata. Solo nel 1976 i due spezzoni furono notificati con provvedimento n. 203 del 22 marzo a Giuseppe Temperani vedovo di Gina Salvagnoli e n. 204 a Carlo, Francesco e Antonio Del Vivo, figli e vedovo di Lina Salvagnoli, figlia di Alessandra. Nel 1983, avvenne il deposito di entrambi i nuclei presso l'archivio storico del Comune di Empoli, formulata la nuova notifica n. 451 del 30 giugno 1983 a Francesco, Carlo e Antonio Del Vivo e Maria Antonietta Temperani e avviato il riordino da parte di Libertario Guerrini, che vi ha dedicato 10 anni di lavoro. Il riordino è stato ora perfezionato per le cure di Vanna Arrighi, Elisabetta Insabato e Silvia Terreni.
A seguito della legge del 1939, Giuseppe Temperani, vedovo di Gina, una delle due eredi delle carte Salvagnoli, e la cognata Alessandra vedova Del Vivo, il 12 novembre 1941, denunziarono alla Prefettura di Firenze l'esistenza delle carte presso la villa Corniola di Empoli. Queste, erano state divise in due nuclei disorganici nei primi anni del secolo, a seguito della divisione ereditaria fra le sorelle, e si trovavano in due appartamenti situati nella medesima villa. Nel 1944, la Del Vivo rese conto alla Soprintendenza dell'occupazione dei tedeschi della villa e dei danni subiti dalla parte da lei conservata dell'archivio, mentre la parte Temperani era rimasta illesa.
Altri ricercatori iniziarono studi sull'archivio di Corniola, finché Mario Bini, intorno al 1970, cercò di ricostruire le vicende familiari dei Salvagnoli, con ampio uso della documentazione conservata. Solo nel 1976 i due spezzoni furono notificati con provvedimento n. 203 del 22 marzo a Giuseppe Temperani vedovo di Gina Salvagnoli e n. 204 a Carlo, Francesco e Antonio Del Vivo, figli e vedovo di Lina Salvagnoli, figlia di Alessandra. Nel 1983, avvenne il deposito di entrambi i nuclei presso l'archivio storico del Comune di Empoli, formulata la nuova notifica n. 451 del 30 giugno 1983 a Francesco, Carlo e Antonio Del Vivo e Maria Antonietta Temperani e avviato il riordino da parte di Libertario Guerrini, che vi ha dedicato 10 anni di lavoro. Il riordino è stato ora perfezionato per le cure di Vanna Arrighi, Elisabetta Insabato e Silvia Terreni.
Description: Le sezioni I (pergamene) II e III (rispettivamente delle famiglie Marchetti e Salvagnoli) raccolgono i documenti in ordine cronologico fino al 1930, quando l'archivio fu suddiviso per le eredità Temperani e Del Vivo. Le sezioni IV-VI sono dedicate agli scritti personali dei singoli componenti la famiglia, mentre solo nella IV ci sono scritti di componenti minori della famiglia, e la VIII comprende anche scritti di studiosi che ebbero rapporti con la famiglia per la consultazione dell'archivio. Le lettere della sezione IX, Lettere di diversi a diversi, sono forse fuoriuscite dagli inserti originali e sono state riunite prima dell'attuale ordinamento quindi ne è stata rispettata l'enucleazione non potendole ricondurre in alcun modo agli inserti di origine. La sezione X è relativa a materiale a stampa che non era legato alla documentazione archivistica. La struttura dell'inventario è quindi la seguente:
sezione I. Pergamene (sec. XIV-XIX);
sezione II. Famiglia Marchetti (1470-1786);
sezione III. Famiglia Salvagnoli (1420-1930)
sezione IV. Cosimo Ignazio Salvagnoli e i suoi congiunti (1735-1873);
sezione V. Vincenzo Salvagnoli (sec. XVIII);
sezione VI. Antonio Salvagnoli (1817-1878);
sezione VII. Diplomi e onoreficenze di Vincenzo e Antonio Salvagnoli (1827-1878);
sezione VIII. Cosimo di Francesco Salvagnoli (1848-1888);
sezione IX. Lettere di diversi a diversi (XIX, prima metà);
sezione X. Materiale a stampa (1534-1866).
Organization: Dati i profondi rimaneggiamenti subiti dall'archivio e l'assenza di un qualsiasi strumento di corredo antico, è stata oggi conferita alle carte una struttura che risponde a criteri generali di sistemazione di un archivio familiare, senza alcun riferimento a vecchi oridnamenti o sistemazioni del passato. Infatti, quando nel 1982 l'archivio fu consegnato al comune di Empoli, le carte erano prive di contenitori e di segnature.
Finding aids:
Elisabetta Insabato, Salvagnoli Marchetti, famiglia. Inventario dell'archivio
Connected documents:
Biblioteca Moreniana, Firenze, Manoscritti Frullani e Manoscritti Palagi, Nei due fondi della Biblioteca Moreniana si trovano 12 lettere nei Manoscritti Frullani e 30 lettere nei Manoscritti Palagi, di diversi corrispondenti, indirizzate a Vincenzo Salvagnoli.
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Carte Salvagnoli, Nuove Accessioni 834, Provenienza Bicchierai, Carte Salvagnoli, cassette 1-6 (n. di ingresso 550505); carteggi vari, Provenienza Bicchierai; Carteggi vari, 53, nn. 142-172, Provenienza Aurelio Bianchi, n. ingresso 684891, entrati in BNCF il 21 nov. 1892; Carteggi vari 465, nn. 1-121, Dono Fracassini, n. ingresso 3520793-802; Cambray Digny Appendice, XII.91; Carteggi vari 321.216, Provenienza Carraresi; Carteggi vari, Provenienze diverse; Capponi, III.60; Lambruschini, Provenienza Ricasoli Firidolfi; Vieusseux; Nuove Accessioni, 976, III, 113, Provenienza Capponi.
Archivio di Stato di Firenze, Carte Tabarrini, Carte non conservate consecutivamente, tra quelle di Marco Tabarrini nelle quali si confusero durante la stesura dell'edizione, non più realizzata, degli inediti di Vincenzo Salvagnoli negli anni Settanta dell'Ottocento a cura di Tabarrini e Bicchierai (buste 4, 8, 28, 30-31,34-35/parte I e II).
The documents were created by:
Capacci
Marchetti
Salvagnoli Antonio
Salvagnoli Marchetti
Salvagnoli Vincenzo
The documents are kept by:
Comune di Empoli. Archivio storico
Bibliography:
ARRIGHI V. - GUERRINI L. - INSABATO E. - TERRENI S., Inventario dell'archivio Salvagnoli Marchetti, Pisa, Pacini, 2002, pp. 294
Il Risorgimento nazionale di Vincenzo Salvagnoli, atti del convegno (Empoli, 2002), Pisa, Pacini Editore, 2004, 11-23
Lettere a Vincenzo salvagnoli nell'Archivio Salvagnoli Marchetti. Politica, economia e giornalismo nell'Italia dell'Ottocento, a cura di MARCO CINI, Ospedaletto (Pisa), Pacini, 2006
Editing and review:
Bettio Elisabetta, 2005/09/08, prima redazione
Romanelli Rita, 2009/06/13, rielaborazione
Access:
L'apertura dell'archivio Archivio Storico è il martedì (15-19) e il venerdì (9-13) o su appuntamento: tel. 0571 - 537044, piazza Farinata degli Uberti Palazzo Ghibellino 50053 Empoli. La consultazione avviene sotto il diretto controllo del personale, dopo aver compilato il modulo apposito e dopo aver presentato l'autorizzazione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana.