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Comune di Castel Goffredo

Sede: Castel Goffredo (Mantova)
Date di esistenza: sec. XIV -

Intestazioni:
Comune di Castel Goffredo, Castel Goffredo (Mantova), sec. XIV -, SIUSA

La prima testimonianza dell'organizzazione della comunità di Castel Goffredo, con un "consilio comunis", un "ministerialis", un "masario" e un "notario", è una procura notarile del 1337, data a tre rappresentanti del comune per l'accettazione della giurisdizione del comune di Mantova sul territorio castellano. In questa occasione Castel Goffredo usciva dal distretto bresciano e veniva unito per la prima volta a quello mantovano. Questa situazione permaneva per poco più di un decennio, dopo di che Castel Goffredo veniva ricongiunto al territorio bresciano, come testimonia l'estimo visconteo del 1385, che lo poneva nella "quadra de Monteclaro et de Castro Zuffredo". Dal 1404 Castel Goffredo, riunito momentaneamente allo stato gonzaghesco, ne veniva in seguito disaggregato, subendo le alterne fortune dei Visconti, dei Malatesta, dei Gonzaga e della Repubblica di Venezia, la cui dominazione si protrasse tra il 1439 e il 1441 e durante la quale vennero concessi alla comunità diversi privilegi. Nel 1441 (pace di Cremona del 20 novembre 1441, detta anche pace di Cavriana), Castel Goffredo veniva definitivamente riunito allo stato gonzaghesco. Come territorio di nuova acquisizione e rientrando fra quei possedimenti che costituivano il cosiddetto "mantovano nuovo", Castel Goffredo, dotato di autonomia statutaria, venne assegnato alternativamente al ramo principale e alle linee cadette dei Gonzaga, divenendo sede di marchesato nel sec. XVI, e fu reintegrato nel ducato mantovano agli inizi del seicento. Circa la giurisdizione amministrativa a cui era soggetto, nel 1750 per il piano de' tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova, Castel Goffredo era sede di pretura, come nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane, ovvero come nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova, quando compariva Castel Goffredo con Bocchere. Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 lo "stato totale delle anime" della comunità di Castel Goffredo era "di 3.000 circa e di queste ve ne sono 600 circa di collettabili. Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, la comunità di Castel Goffredo possedeva quattro mulini e una macina da olio, due "abitazioni ad uso di osteria", la casa del "pubblico pistore", la "sala ... per le unioni del consiglio" della comunità, e diverse altre case e palazzi usate dai funzionari comunitativi o sedi del macello, della spezieria, del monte di pietà e delle prigioni. Aveva diverse "pezze di terra allivellate o sia date ad invesitura parte affrancabili e parte perpetue a diversi particolari", oltre a crediti e capitali attivi. Possedeva ancora il monte di pietà, il "gius dell'acqua del vaso Gambino", il "gius privativo" della specieria e il diritto di mercato settimanale e della fiera annuale. Durante il sec. XVI l'organizzazione della comunità appariva ordinata in organi ed uffici, caratterizzati da denominazioni e competenze non sistematicamente definite. L'autogoverno comunitario si esprimeva in organi collegiali come la vicinia, il consiglio generale, detto anche consiglio grosso e composto da trenta membri, il consiglio speciale, formato da ventuno membri, e in magistrature individuali, come i ragionati, il massaro, il notaio, il ministeriale, i sindaci e i procuratori, gli estimatori dei danni, i dugalieri e gli anziani. A partire dal seicento l'organizzazione della comunità, il cui territorio risultava diviso in cinque quartieri (Borgo, Picaloca, Povino, Poncarali, Selvole), si trasformava e scomparivano il consiglio generale e il consiglio speciale, sostituiti dal "consilio comunis et hominum Castrigufredi", variavano le competenze della vicinia e si definivano meglio le funzioni delle altre magistrature. Accanto ai principali organi della comunità, vicinia, consiglio, vi erano altre magistrature di nomina consigliare, ad essi subordinati, come i ragionati o reggenti, il massaro, incaricato dell'esazione delle entrate e del pagamento delle spese comunitative "ed in genere del maneggio del danaro", o come i dugalieri, chiamati anche consoli o anziani. Vi erano inoltre i campari, uno per quartiere, che erano preposti alla sorveglianza delle campagne, con il compito di denunciare i danni campestri agli estimatori dei danni, due per quartiere, che quantificavano in denaro la perdita. I due sindaci in veste di procuratori legali, rappresentavano gli interessi legali della comunità. Altre cariche comunitative erano quelle del cancelliere, responsabile tra l'altro della conservazione dell'archivio comunitativo e quello dei "rogiti dei defunti notari", dei quattro ministeriali o borovari, banditori degli ordini e delle gride, con compiti anche di pubblico ufficiale di giustizia, del pesatore pubblico e dei cavalieri di piazza, detti anche deputati all'annona o alle vettovaglie. Il governo della comunità esercitava il controllo sulla gestione della spezieria comunitaiva e del monte di pietà mediante la nomina rispettivamente dei deputati alla specieria e dei deputati al sacro monte di pietà. Dal 1774 questa organizzazione della comunità veniva modificata da una serie di disposizioni che ne mutavano profondamente l'assetto istituzionale ed organizzativo, introducendo nuove norme relative alle competenze della vicinia, che viene uniformata al "mantovano vecchio", stabilendo le modalità per distribuire ai reggenti "le incombenze comunitative", e precisando le incombenze contabili del ragionato e del massoro. Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, si sa che la comunità riconoseva un annuo onorario al pretore, al barigello e fanti, al tenente di campagna di Mantova, al procuratore in Mantova, al corriere, ai deputati per la nota ossia descrizione delle teste collettabili, al torregiano, al levamantici, al "tappeziere" della chiesa parrocchiale, al maestro di scuola, all'organista.
In base al compartimento territoriale dello stato mantovano del 1784, il comune di Castel Goffredo, che aggregava Bocchere, veniva inserito nel distretto VI di Castel Goffredo. Nel 1786 in seguito alla distrettuazione della provincia di Mantova la stessa compagine territoriale risultava compresa nella delegazione VI del distretto di Castel Goffredo, mentre nel 1791 faceva parte del distretto VI di Castel Goffredo per effetto del piano di sistemazione dell'amministrazione pubblica della città e provincia di Mantova.
Inserito nel dipartimento del Benaco, nella ripartizione del dipartimento del Benaco del 1 marzo 1798, il comune di Castel Goffredo non compariva, anche se il suo territorio era compreso nella suddetta circoscrizione, che "resta fra la Chiesa sino al suo sbocco nell'Olio, l'Adice, il Lago di Garda ed una linea da condursi dallo sbocco della Chiesa nell'Olio fino al Ronco", come recita la legge del 3 novembre 1797. Variato nella composizione territoriale con la separazione del "comunello" di Bocchere, temporaneamente aggregato al comune di Ceresara, il comune di Castel Goffredo era inserito nel distretto IX di Asola del dipartimento del Mincio in base alla legge del 26 settembre 1798, ed era unito quindi alla relativa municipalità del distretto. Con il ripristino del dipartimento del Mincio in conseguenza della dipartimentazione della repubblica Cisalpina del 13 maggio 1801, seguita al ritorno delle armate austro - russe in Lombardia, quando il territorio comunale veniva rioccupato dagli austro - russi tra l'aprile 1799 e l'ottobre 1800, Castel Goffredo entrava a far parte del distretto IV di Castiglione delle Stiviere, mentre l'impianto amministrativo variava nel 1802, con la distinzione dei comuni in classi.
In seguito alla ridefinizione del dipartimento del Mincio del 1803, e dopo il riparto distrettuale delle preture del 9 marzo 1804, il comune di Castel Goffredo, riaggregato il "comunello" di Bocchere, già attribuito al comune di Ceresara, veniva inserito nel distretto II di Castiglione delle Stiviere in base alla legge 2 luglio 1804, mentre nel 1805, in conseguenza della nuova distrettuazione del dipartimento del Mincio, veniva incluso nel cantone III di Castel Goffredo del distretto III di Castiglione delle Stiviere. Sul piano istituzionale nel 1805 al comune di Castel Goffredo veniva attribuita la classe III in base ai suoi 2.974 abitanti.
Con l'attivazione dei comuni in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Castel Goffredo con Bocchere veniva inserito nel distretto VI di Castel Goffredo della provincia di Mantova. In seguito alla ridistrettuazione della medesima provincia del 1853, Castel Goffredo con la frazione di Bocchere risultava far parte del distretto V di Asola, con una popolazione di 3.677 abitanti, avente consiglio comunale, senza ufficio proprio. Con il nuovo ordinamento comunale e provinciale del 1859, il comune di Castel Goffredo, con una popolazione di 3.871 abitanti, era attribuito al mandamento III di Asola del circondario V di Castiglione della provincia di Brescia, sino al 1868, quando, con la ricostituzione della provincia di Mantova, veniva inserito nel distretto VI di Asola del circondario unico di Mantova, con una popolazione di 3.725 abitanti. Dal 1873 aggregava definitivamente il cessato comune di Casalpoglio.
In seguito all'unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Castel Goffredo con 3.871 abitanti, retto da un consiglio di venti membri e da una giunta di quattro membri, fu incluso nel mandamento III di Asola, circondario V di Castiglione, provincia di Brescia. Alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 4.019 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull'ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. In seguito all'unione della provincia di Mantova, già appartenente all'Austria, al Regno d'Italia, in base al compartimento territoriale stabilito nel 1868, il comune di Castel Goffredo con 3.725 abitanti, fu incluso nel distretto I di Asola, circondario di Mantova, provincia di Mantova. Popolazione residente nel comune: abitanti 4.063 (Censimento 1871). Nel 1873 al comune di Castel Goffredo venne aggregato il soppresso comune di Casalpoglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 4.328 (Censimento 1881); abitanti 4.777 (Censimento 1901); abitanti 5.422 (Censimento 1911); abitanti 5.756 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario unico di Mantova della provincia di Mantova. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.354 (Censimento 1931); abitanti 6.503 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Castel Goffredo veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.778 (Censimento 1951); abitanti 6.705 (Censimento 1961); abitanti 7.229 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Castel Goffredo aveva una superficie di ettari 4.224.


Condizione giuridica:
pubblico

Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale

Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -

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