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Congregazione di carità (Provincia dell'Umbria), 1860 - 1862

La congregazione di carità fu istituita in ogni comune della Provincia dell'Umbria in base al decreto n. 100 del 29 ottobre 1860 emanato dal regio commissario generale straordinario Gioacchino Napoleone Pepoli, al fine di amministrare le opere pie esistenti nel territorio, fino ad allora rette da autorità o funzionari ecclesiatici. Erano considerate opere pie "gli istituti di carità e beneficenza e qualsiasi ente morale avente in tutto o in parte per fine di soccorrere alle classi bisognose tanto in istato di sanità che di malattia, di prestare ad esse assistenza, educarle, istruirle od avviarle a qualche professione arte o mestiere" (art. 2).
In base a tale decreto le congregazioni dovevano comporsi di quattro o sei membri, in relazione al numero degli abitanti (4 se inferiore a diecimila, 6 se superiore), più alcuni membri di diritto; erano presiedute dal rappresentante dell'autorità governativa o, in sua mancanza, di quella municipale (art. 7). La nomina dei membri spettava esclusivamente al regio commissario generale, che decideva su una rosa di candidati proposti dalle commissioni municipali (art. 8). Queste ultime furono incaricate di prendere possesso, non più tardi di quindici giorni dalla data del decreto, anche attraverso dei mandatari, di tutti i beni appartenenti alle opere pie e di assumere l'ordinaria amministrazione in nome dell'istituenda congregazione, cui successivamente dovevano essere assegnate le relative amministrazioni.
A distanza di pochi mesi, in data 26 dicembre 1860, il Pepoli, con decreto commissariale n. 284, abrogò la sua precedente disposizione ed estese alla Provincia dell'Umbria, a partire dal 1° gennaio 1861, le direttive previste dalla legge sarda del 20 novembre 1859 sulle opere pie, con il relativo regolamento approvato con legge 18 agosto 1860.
I due decreti crearono, però, problemi di interpretazione ed applicazione, in particolare sulla legittimità della presa di possesso delle opere pie da parte delle congregazioni. I dubbi in tal senso furono chiariti con la circolare n. 18945 del 5 ottobre 1861 dell'intendente generale indirizzata ai sindaci, che riconosceva la validità di tali possessi. Altra questione fu quella dell'elezione dei membri e del presidente della congregazione; la legge del 1959 prevedeva, infatti, nuove norme e la conseguente decadenza dalla carica di quelli nominati dal commissario generale straordinario, nel frattempo anch'esso decaduto.
L'entrata in vigore della legge 3 agosto 1862, n. 753, primo provvedimento organico in materia di beneficenza trovò, pertanto, in Umbria, un processo già avviato, riconosciuto, del resto, dall'art. 32 del nuovo testo legislativo che previde che "nelle provincie pontificie, là dove le opere pie furono per decreti dei governatori e commissari straordinari già riunite sotto una sola amministrazione, questa sarà surrogata da amministrazioni speciali e dalle congregazioni comunali di carità a norma degli articoli 27 e 28".
A questo punto le congregazioni commissariali, cioè quelle costituitesi con il primo decreto di Pepoli, sospesero ogni ulteriore concentrazione delle opere pie, limitandosi all'amministrazione di quelle che erano già state acquisite, in attesa che venissero eletti i membri della costituenda congregazione comunale di carità, cui doveva essere consegnata la loro effettiva amministrazione. Tale passaggio fu, però, subordinato alla designazione, da parte del consiglio comunale, delle opere pie da sottoporre all'amministrazione del nuovo ente. Per quelle eventualmente escluse dalla concentrazione, il consiglio avrebbe dovuto proporre l'istituzione di amministrazioni speciali. Queste deliberazioni avevano valore propositivo, necessitando della sanzione regia per mezzo di decreto.
In molti comuni umbri, pertanto, si ebbero contemporaneamente, per alcuni anni, due congregazioni di carità: la commissariale e la comunale. Questo stato di cose durò fin tanto che la prima non consegnò alla seconda le amministrazioni delle opere pie di fatto in suo possesso e tutti gli atti prodotti fino alla effettiva soppressione.


Profili istituzionali collegati:
Congregazione di carità, 1862 - 1937, successore

Soggetti produttori collegati:
Congregazione commissariale di Trevi
Congregazione di carità di Acquasparta
Congregazione di carità di Allerona
Congregazione di carità di Arrone
Congregazione di carità di Baschi
Congregazione di carità di Bettona
Congregazione di carità di Calvi dell'Umbria
Congregazione di carità di Campello sul Clitunno
Congregazione di carità di Cannara
Congregazione di carità di Castel Giorgio
Congregazione di carità di Castel Ritaldi
Congregazione di carità di Castel San Felice di Narco
Congregazione di carità di Casteldilago
Congregazione di carità di Castiglione del Lago
Congregazione di carità di Citerna
Congregazione di carità di Città di Castello
Congregazione di carità di Collazzone
Congregazione di carità di Collescipoli
Congregazione di carità di Collestatte
Congregazione di carità di Corciano
Congregazione di carità di Ferentillo
Congregazione di carità di Ficulle
Congregazione di carità di Fossato di Vico
Congregazione di carità di Giano dell'Umbria
Congregazione di carità di Giove
Congregazione di carità di Gualdo Tadino
Congregazione di carità di Gubbio
Congregazione di carità di Lisciano Niccone
Congregazione di carità di Lugnano in Teverina
Congregazione di carità di Magione
Congregazione di carità di Marsciano
Congregazione di carità di Massa Martana
Congregazione di carità di Monte Castello di Vibio
Congregazione di carità di Montecastrilli
Congregazione di carità di Montefalco
Congregazione di carità di Montefranco
Congregazione di carità di Montegabbione
Congregazione di carità di Monteleone d'Orvieto
Congregazione di carità di Monteleone di Spoleto
Congregazione di carità di Narni
Congregazione di carità di Norcia
Congregazione di carità di Orvieto
Congregazione di carità di Otricoli
Congregazione di carità di Parrano
Congregazione di carità di Passignano sul Trasimeno
Congregazione di carità di Penna in Teverina
Congregazione di carità di Perugia
Congregazione di carità di Piegaro
Congregazione di carità di Pietralunga
Congregazione di carità di Polino
Congregazione di carità di Porano
Congregazione di carità di Portaria
Congregazione di carità di San Giustino
Congregazione di carità di San Venanzo
Congregazione di carità di Sant'Anatolia di Narco
Congregazione di carità di Scheggino
Congregazione di carità di Sigillo
Congregazione di carità di Spello
Congregazione di carità di Spoleto
Congregazione di carità di Stroncone
Congregazione di carità di Terni
Congregazione di carità di Todi
Congregazione di carità di Torgiano
Congregazione di carità di Tuoro sul Trasimeno
Congregazione di carità di Umbertide
Congregazione di carità di Valfabbrica


Bibliografia:
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'UMBRIA, Le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza in Umbria. Profili storici e censimento degli archivi, a cura di M. SQUADRONI, Roma, 1990 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti, CVIII), 12-16

Redazione e revisione:
Santolamazza Rossella, 2005/12/20, revisione


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