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Comunità (Granducato di Toscana), 1814 - 1865

Con la fine del periodo francese e la restaurazione del Granducato il territorio fu nuovamente suddiviso in comunità che, secondo la legge del 27 giugno 1814, ricalcarono quelle leopoldine. Il nuovo regolamento comunitativo, emanato nel 1816, ricostituì ufficialmente i vecchi organismi di governo, aumentando però in maniera decisiva l'autorità del gonfaloniere, divenuto di nomina granducale. Nello stesso periodo fu abolita anche la tassa di macine e fu sostituita da un'altra imposizione personale, la tassa di famiglia. Nel 1849 venne emanato un nuovo regolamento comunitativo che recepiva le istanze progressiste dello statuto scaturito dai moti del 1848. Il regolamento del 1849 prevedeva innanzitutto che la nomina dei consiglieri avvenisse per mezzo di elezioni e che gli eletti scegliessero in seno al consiglio stesso i componenti del Magistrato comunitativo. Accanto agli organi elettivi, poi, veniva configurandosi una struttura burocratica ai cui vertici stavano gli "ufficiali", cioè il camarlingo ed i grascieri; al livello gerarchico inferiore si trovavano quelli che erano definiti "impiegati": medici e chirurghi, maestri di scuola, ingegnere, segretario del gonfaloniere, ispettore di polizia municipale, procaccia. Sotto di loro, infine, venivano gli inservienti: i donzelli, le guardie di polizia municipale e grascia, i custodi delle fabbriche comunali. Questo regolamento, che individuava una istituzione in molte sue parti assai vicina al comune moderno, venne abrogato dopo pochi mesi con il ritorno del Granduca e sostituito da quello emanato nel 1853 che si ricollegava sostanzialmente a quello del 1816. Nel 1860, infine, con il secondo governo provvisorio, entrò in vigore un nuovo regolamento questa volta modellato su quello del 1849. Esso sarebbe stato definitivamente sostituito dalla legge del 22 marzo 1865, che segnò l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia.

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