Date di esistenza: 1811 -
Intestazioni:
Comune di Sammichele di Bari, Sammichele di Bari (Bari), 1811 -, SIUSA
Altre denominazioni:
Casale di Casal San Michele, 1619-1811
Casa Vaaz, 1615-1619
Comune di Casal San Michele, 1811-1861
San Michele, 1861-1863
Sanmichele, fine XVIII sec. - 1861
Nel 1608 Michele Vaaz, un mercante ebreo-portoghese, acquistò dal regio demanio il feudo di Casamassima e la cosiddetta "zona delle quattro miglia", come era anche conosciuto il territorio su cui sarebbe sorto il comune di Sammichele di Bari, trovandosi in posizione baricentrica tra i comuni di Casamassima, Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle e Turi. Ottenuto il titolo di conte decise di erigere un paese che tramandasse il suo nome, "Casa Vaaz", e di popolarlo conducendovi dalle coste della Dalmazia una comunità di slavi composta da circa 460 persone. Il 6 luglio 1615 una delegazione guidata dal sacerdote di rito ortodosso Damiano de Damianiis giunse a Napoli per sottoscrivere l'atto di fondazione di "Casa Vaaz" rogato dal notaio Vincenzo de Troianis. Il contratto prevedeva tra l'altro l'obbligo da parte del conte di edificare 87 abitazioni attorno al palazzo appartenuto al banchiere Centurione; in cambio il Vaaz rivendicava la nomina del sindaco e di tre consiglieri, sulla base dei nomi dei propri rappresentanti proposti dai serbi, e obbligava la comunità a convertirsi al rito cattolico. Poiché quest'ultimo impegno non fu rispettato, nel 1617 l'arciprete di Casamassima, che esercitava la propria giurisdizione sulla parrocchia di Casa Vaaz, ottenne l'allontanamento della comunità slava cui subentrò presto un nutrito gruppo di famiglie provenienti dai territori limitrofi. Nel 1619 i nuovi abitanti elessero un proprio sindaco: il 14 luglio ad Acquaviva delle Fonti stipularono un nuovo contratto con il conte, nel quale chiesero e ottennero di assegnare alla zona il nome di "Casal San Michele". Nel 1667 Antonio de Ponte, consigliere della Regia Camera della Sommaria, acquistò il casale da Simone Vaaz, nipote e successore del fondatore; nel 1794 esso passò per successione al casato dei Caracciolo duchi di Vietri. Negli ultimi anni del XVIII sec. Casal San Michele o Sanmichele, come era anche denominato, contava 1563 abitanti ed era definito "casale della terra di Casamassima in Terra di Bari" (L. Giustiniani, "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli" [Napoli, Vincenzo Manfredi, poi Stamperia di Giovanni de Bonis, 1797-1816], rist. anast. Bologna, Forni, 1969-1971). Con l'emanazione della legge del Regno di Napoli 2 agosto 1806 n. 130, che abolì definitivamente la feudalità e tutte le sue attribuzioni, i Caracciolo persero la maggior parte dei loro territori mantenendo il possesso del solo palazzo "Centurione", divenuto di proprietà comunale nel 1971.
A seguito del riordino amministrativo del Regno di Napoli disposto con legge 8 agosto 1806 n. 132, furono istituite tredici province, a loro volta ripartite in distretti, nell'ambito dei quali furono collocate le università. Il nuovo "comune", termine introdotto proprio con questa legge ancora in alternanza con la denominazione "università", divenne il punto terminale di una struttura amministrativa centralizzata, sottoposto alla tutela degli intendenti provinciali, dipendenti a loro volta dal ministro dell'Interno. L'amministrazione del comune di Sammichele di Bari fu affidata a un sindaco titolare del potere esecutivo, a un "primo eletto" responsabile della polizia amministrativa, a un "secondo eletto" che assisteva il sindaco nelle sue funzioni e lo sostituiva in caso di assenza o di impedimento, e al decurionato, organo in cui risiedeva la rappresentanza comunale e che era incaricato della nomina del sindaco, degli eletti, del cancelliere archiviario, del cassiere e di ogni altro agente o impiegato municipale. Con decreto del Regno di Napoli 4 maggio 1811 n. 922 il comune di Sammichele di Bari, allora denominato Casal San Michele, rientrò nel circondario di Turi, distretto di Bari, nell'ambito della provincia di Bari. Nel decreto del Regno delle due Sicilie 1 maggio 1816 n. 360 il comune, che contava allora 1975 abitanti, era annoverato con la stessa denominazione e circoscrizione amministrativa risultanti dal precedente decreto. L'operato degli organi amministrativi del comune di Sammichele di Bari fu sottoposto allo stretto controllo dell'intendente della provincia di Bari sotto gli ordini del ministro dell'Interno; con poteri più circoscritti, l'attività di vigilanza era esercitata anche dal sottointendente del distretto di Bari. Con la legge comunale e provinciale 20 marzo 1865 n. 2248 all. A il Regno d'Italia fu ripartito in province, circondari (già distretti), mandamenti (già circondari) e comuni. La stessa legge istituì presso ogni comune, quali organi rappresentativi e deliberativi sostitutivi del decurionato, un consiglio comunale e una giunta municipale, che affiancarono il sindaco nell'amministrazione cittadina. La nomina dei consiglieri comunali avveniva tramite il sistema elettivo, mentre gli assessori erano eletti in seno al consiglio comunale. Il sindaco era scelto tra i consiglieri e la sua nomina avveniva per decreto reale; dopo l'approvazione del regio decreto 4 maggio 1898 n. 164, la sua elezione fu demandata al consiglio comunale. La vigilanza sull'operato degli organi del comune di Sammichele di Bari fu demandata al sottoprefetto del circondario di Bari sotto la direzione del prefetto della provincia di Bari, a sua volta dipendente dal ministro dell'Interno. In seguito all'adozione dell'ordinamento comunale fascista disposta, per i comuni con popolazione fino a 5000 abitanti, con legge 4 febbraio 1926 n. 237, estesa poi a tutti i comuni con legge 3 settembre 1926 n. 1910, il comune di Sammichele di Bari fu amministrato da un podestà di nomina regia. Con il crollo del fascismo e l'emanazione del regio decreto legge 4 aprile 1944 n. 111, presso il comune di Sammichele di Bari furono ripristinati gli organi del sindaco e della giunta riservandone la nomina al prefetto della provincia di Bari; ai sensi del decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946 n. 1 si insediò anche il consiglio comunale e fu ristabilito il sistema elettivo e di nomina dei tre organi vigente prima del 1926. Con decreto 4 gennaio 1963 n. 1196 il comune di Sammichele di Bari assunse la denominazione vigente [F. Assante, "Città e campagne nella Puglia del secolo XIX", in Quaderni Internazionali di Storia Economica e Sociale, Genève, Librairie Droz, 1975, p. 341]. Nel 1991 la popolazione residente nel comune di Sammichele di Bari ammontava a 7207 abitanti (censimento 1991).
Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Contesto storico istituzionale di appartenenza:
Regno di Napoli, 1806 - 1815
Profili istituzionali collegati:
Comune, 1859 -
Comune (Regno delle due Sicilie), 1816 - 1860
Comune (Regno di Napoli), 1806 - 1815
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Sammichele di Bari (fondo)
Stato civile del Comune di Sammichele di Bari (fondo)
Bibliografia:
L. GIUSTINIANI, "Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli" [Napoli, Vincenzo Manfredi, poi Stamperia di Giovanni de Bonis, 1797-1816], rist. anast. Bologna, Forni, 1969-1971, 13 voll.
F. ASSANTE, 'Città e campagne nella Puglia del secolo XIX', in 'Quaderni Internazionali di Storia Economica e Sociale', Genève, Librairie Droz, 1975., 341
D. NOTARANGELO, "San Michele & Sammichele: la cultura dell'appartenenza", Fasano, Schena, 1999.
F. BOSCIA, "Un territorio, una cultura: dalle origini a San Michele di Bari", Sammichele di Bari, Cassa rurale ed artigiana, 1985.
Redazione e revisione:
Lucchi Laura Annalisa - direzione lavori Eugenia Vantaggiato, 2005/03/04, rielaborazione
Mincuzzi Antonella - supervisore Rita Silvestri, 2015/06/18, supervisione della scheda
Saracino Annalisa, 2005/01/25, revisione