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Vannucci Dino

Vergato (Bologna) 1895 ago. 25 - San Paolo (Brasile) 1937 ago. 31

Medico chirurgo
Medaglia di bronzo al valor militare, 1917 -
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, 1919 -
Croce al merito di guerra, 1920 -

Intestazioni:
Vannucci, Dino, antifascista, medico chirurgo, (Vergato 1895 - San Paolo 1937)

Nasce il 25 agosto 1895 a Vergato, in provincia di Bologna, dai fiorentini Ulderigo Vannucci, appaltatore di costruzioni ferroviarie, e Ida Lori. Frequenta il liceo ginnasio classico Galileo di Firenze e si iscrive alla Facoltà di Medicina. Nel 1914 si sposa con Caterina France Oberlé, da cui avrà due figlie. Fautore dell’interventismo democratico, interrompe gli studi per arruolarsi volontario nella Grande guerra, inquadrato prima nel 12° reggimento fanteria (combatte sul Pogdora), poi nel 1° reggimento fanteria e in seguito nel 3° reggimento alpini. Il 21 ottobre 1915 in un combattimento sul monte Vodil rimane gravemente ferito ad una gamba e mutilato alla mano destra. Congedato col grado di sottotenente, è decorato con la medaglia di bronzo al valor militare e la croce al merito di guerra. Vannucci riprende gli studi e ottiene la laurea in Medicina e chirurgia, cui segue un intenso apprendistato. Con l’avvento del fascismo si schiera su posizioni decisamente antifasciste. Nel 1924, insieme a Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Carlo Rosselli, costituisce a Firenze l’associazione Italia Libera, costituita da ex combattenti repubblicani contrari all’infiltrazione fascista nell’Associazione nazionale degli ex combattenti. Tra il 1924 e il 1925 l’associazione si dedica a varie dimostrazioni di protesta contro la crescente oppressione fascista e Vannucci ne è uno dei principali animatori. Dopo la fine di questa esperienza, nel 1925 è con Ernesto Rossi, Carlo Rosselli e Nello Traquandi tra i promotori del «Non mollare!», il periodico antifascista fiorentino cui collabora occupandosi sia della redazione sia della distribuzione. Com’è noto la sorveglianza della polizia porta alla soppressione d’autorità del giornale già dopo pochi numeri e ad un mandato d’arresto contro Gaetano Salvemini e Ernesto Rossi, cui seguirà un processo. Vannucci si sottrae alla cattura trovando riparo a Padova, dove inizia a collaborare con la locale università, trova impiego presso la Clinica chirurgica e consegue una seconda libera docenza in Patologia speciale chirurgia. In questo periodo si divide tra la città patavina e Firenze, dove seguita a impegnarsi nella lotta politica mantenendo i rapporti con i vecchi compagni e partecipando al periodo “fondativo” di Giustizia e Libertà. La sua attività non sfugge alla sorveglianza della polizia e più volte le camice nere mettono a soqquadro la sua abitazione. Nel 1927, in seguito al rifiuto di aderire al fascismo, Vannucci perde il posto di lavoro a Padova e si convince definitivamente ad espatriare in Brasile, anche per timore della propria incolumità e di quella dei familiari di fronte alle violenze fasciste. Il 15 maggio 1927 si imbarca sul piroscafo Duca degli Abruzzi; in seguito alla sua richiesta di passaporto, la Direzione della Polizia politica ha intanto trasmesso al Consolato italiano a San Paolo la richiesta di sorveglianza. In Brasile Vannucci si costruisce una rapida carriera all’interno del mondo scientifico e medico, pur affrontando una situazione lavorativa e sociale non facile che lo accomuna agli altri medici italiani emigrati in questo paese che, di fronte all’impronta nazionalista della politica sanitaria brasiliana, sono costretti ad affrontare un’impegnativa legittimazione professionale. Tra il 1927 e il 1929 lavora come chirurgo in una sorta di clinica non riconosciuta dallo Stato a São Luiz das Missões, nel Rio Grande do Sul, gestita da un medico italiano. Trasferitosi a Rio de Janeiro, supera con successo l’esame di rivalidazione; nel 1928 è a Porto Alegre e quasi un anno dopo si sposta a San Paolo. In questa città fonda una clinica privata, trova impiego in un laboratorio e all’Istituto biologico, e dal 1929 lavora presso l’Ospedale Umberto I prima come direttore e poi come semplice medico chirurgo. In Brasile Vannucci tiene fede ai propri ideali democratici: frequenta i circoli antifascisti del fuoruscitismo italiano e, nonostante le distanze geografiche, finanzia il movimento di Giustizia e libertà e mantiene contatti epistolari con gli amici in patria e in esilio. Tra i suoi corrispondenti figurano Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, Piero Calamandrei, Alberto Tarchiani, Francesco Fausto Nitti e Gaetano Salvemini. La polizia politica seguita a considerarlo “pericoloso” e - sebbene possa godere di una certa protezione da parte della classe dirigente italo-brasiliana e della locale comunità scientifica - non è al riparo dalle angherie fasciste. Muore prematuramente il 31 agosto 1937 a causa di una setticemia contratta in sala operatoria durante un intervento chirurgico su un’anziana paziente indigente. Il tentativo immediato da parte delle autorità e della stampa fasciste di appropriarsi della sua memoria è indicativo dell’importante posizione raggiunta all’interno della classe medica italo-brasiliana di San Paolo.

Complessi archivistici prodotti:
Vannucci Dino (fondo)


Fonti:
Archivio Centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 5320, fasc. 015556, fasc. "Dino Vannucci"
ISRT, Archivi di Giustizia e Libertà, Subfondo Carlo Rosselli, 1 (Carteggi di Carlo Rosselli), ins. 121: "Dino Vannucci"
ISRT, Archivio Gaetano Salvemini, Corrispondenza, scat. 109

Bibliografia:
“Non mollare (1925). Riproduzione fotografica", con saggi di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e Piero Calamandrei, a cura di M. Franzinelli, Torino, Bollati Boringhieri, 2005, ad indicem
M. Polo, "Sul fuoruscitismo italiano. Dino Vannucci, medico antifascista in Brasile", «Italia contemporanea», 255 (2009), pp. 325-338
M. Polo, "Un sodale di Piero Calamandrei: Dino Vannucci", in "Un caleidoscopio di carte. Gli archivi Calamandrei di Firenze, Montepulciano, Trento e Roma", a cura di F. Cenni, Firenze, Il Ponte Editore, 2010, pp. 77-90
M. Vannucci, "Un italiano che non mollò. Dino Vannucci (1895-1937) medico antifascista fiorentino da Italia Libera al Brasile", Firenze, Nardini, 2013

Redazione e revisione:
Bonsanti Marta, 2022/02, prima redazione
Borgia Claudia, 2022/02/10, supervisione della scheda
Morotti Laura, 2022/02, revisione


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