architetto
ingegnere
Intestazioni:
Forlati, Ferdinando, architetto, ingegnere, (Verona 1882 - Venezia 1975), SIUSA
Nasce a Verona l'1 novembre 1882 in una famiglia di orologiai, secondo dei tre figli di Agostino Forlati e Silvia Rubinelli. A Verona frequenta il liceo classico Maffei.
Nonostante la spiccata attitudine per le arti dimostrata già in questi anni e testimoniata dalla frequentazione delle lezioni di storia dell'arte di Andrea Moschetti seguite tra il 1909 e il 1910, nel 1907 si laurea in Ingegneria Civile presso l'Università di Padova.
Dal 1910 al 1926 ricopre l'incarico di architetto restauratore presso la Soprintendenza ai Monumenti di Venezia. Durante la prima guerra mondiale, richiamato alle armi, è assegnato alla protezione dei monumenti. In questa occasione si occupa del trasporto dei cavalli di San Marco e di altre opere d'arte e collabora con lo scrittore ed esperto d'arte Ugo Ojetti.
Il primo impegno importante cui si dedica è il restauro della veneziana chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, che lo impegna dal 1920 al 1925. Lavora anche ai restauri delle chiese di San Donato e San Pietro Martire nell'isola di Murano e della basilica di Santa Maria a Torcello. Nel corso di questi interventi sperimenta tecniche di consolidamento innovative per l'epoca, ingabbiando le strutture pericolanti con una imbrigliatura in ferro e cemento armato.
Il progetto per il restauro di Castelvecchio a Verona, elaborato nel 1923 in collaborazione con Antonio Avena, si caratterizza per lo sforzo di ripristinare l'immagine medievale e rinascimentale del castello. La realizzazione di questo obiettivo passa attraverso la ricreazione di elementi tipici dell'architettura dei secoli precedenti, quali le merlature e le torri demolite durante la dominazione napoleonica, ma anche attraverso azioni come il collocamento nelle facciate di elementi sottratti ad altri edifici medievali e rinascimentali veronesi. Negli anni successivi, Forlati prenderà le distanze da questo intervento e dal
"restauro stilistico" in generale.
Nel 1926 diviene Soprintendente alle Opere di Antichità e d'Arte per il Friuli Venezia Giulia. Tra gli incarichi, lavora al consolidamento del castello di Gorizia, dove utilizza per primo la tecnica delle iniezioni cementizie a pressione.
Torna a Venezia, dove è Soprintendente ai Monumenti dal 1936 al 1952. Nel 1938, chiamato da Giorgio Franchetti, dirige i lavori di consolidamento statico della facciata della Cà d'Oro. Con lo stesso metodo delle iniezioni cementizie interviene sulla pericolante torre degli Anziani di Padova.
Durante la seconda guerra mondiale si occupa della protezione antiaerea di molti monumenti veneziani e del salvataggio di molte opere d'arte conservate nella città lagunare.
Tra le innovazioni introdotte da Forlati va ricordato anche il sistema di raddrizzamento per trazione delle murature inclinate e fuori piombo, senza ricorrere allo smontaggio.
Sempre durante gli anni Quaranta è impegnato nel restauro di monumenti vicentini e di alcuni edifici trevigiani. L'ultimo cantiere seguito come Sovrintendente è quello di San Giorgio, con lo scopo di adattare gli spazi a sede della Fondazione Cini.
Nel 1952 viene nominato proto di San Marco, continuando così a studiare ed approfondire le problematiche legate alla basilica di San Marco. Una lunga vicenda che Forlati racconta in La basilica di San Marco attraverso i suoi restauri, un testo prezioso per la storia delle tecniche del restauro ma anche in quanto testimonianza dell'intelligenza e della sensibilità del suo autore.
Nel 1972 Ferdinando Forlati si ritira nella campagna veronese, nella casa di famiglia a Sommacampagna. Muore a Venezia il 18 luglio 1975.
"restauro stilistico" in generale.
Nel 1926 diviene Soprintendente alle Opere di Antichità e d'Arte per il Friuli Venezia Giulia. Tra gli incarichi, lavora al consolidamento del castello di Gorizia, dove utilizza per primo la tecnica delle iniezioni cementizie a pressione.
Torna a Venezia, dove è Soprintendente ai Monumenti dal 1936 al 1952. Nel 1938, chiamato da Giorgio Franchetti, dirige i lavori di consolidamento statico della facciata della Cà d'Oro. Con lo stesso metodo delle iniezioni cementizie interviene sulla pericolante torre degli Anziani di Padova.
Durante la seconda guerra mondiale si occupa della protezione antiaerea di molti monumenti veneziani e del salvataggio di molte opere d'arte conservate nella città lagunare.
Tra le innovazioni introdotte da Forlati va ricordato anche il sistema di raddrizzamento per trazione delle murature inclinate e fuori piombo, senza ricorrere allo smontaggio.
Sempre durante gli anni Quaranta è impegnato nel restauro di monumenti vicentini e di alcuni edifici trevigiani. L'ultimo cantiere seguito come Sovrintendente è quello di San Giorgio, con lo scopo di adattare gli spazi a sede della Fondazione Cini.
Nel 1952 viene nominato proto di San Marco, continuando così a studiare ed approfondire le problematiche legate alla basilica di San Marco. Una lunga vicenda che Forlati racconta in La basilica di San Marco attraverso i suoi restauri, un testo prezioso per la storia delle tecniche del restauro ma anche in quanto testimonianza dell'intelligenza e della sensibilità del suo autore.
Nel 1972 Ferdinando Forlati si ritira nella campagna veronese, nella casa di famiglia a Sommacampagna. Muore a Venezia il 18 luglio 1975.
Complessi archivistici prodotti:
Forlati Ferdinando (fondo)
Bibliografia:
Guido Beltramini, Ferdinando Forlati: un benemerito dell'arte, in "Vita veronese", 1971, XXIV, 11-12, 421-424
A. NIERO, Ricordo di Ferdinando Forlati, in "Ateneo Veneto", n.s.,1978, XVI, 1-2, 189- 191
F. CURCIO, Forlati Ferdinando, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1977
G. DE ANGELIS D'OSSAT, Per Ferdinando Forlati (1882-1975), in "Arte veneta", 1975, XXIX, 289-291
P. GAZZOLA, Ferdinando Forlati, in "Atti e memorie dell'Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona", 1975-76, CLII, 7-15
Gianluca Maria Bighelli e Marina Castelli, Ferdinando Forlati: il dibattito e le tematiche del restauro dei monumenti in Italia, tesi di laurea IUAV, a.a. 1985-86, rel. Romeo Ballardini
E. BASSI, Ferdinando Forlati, in "Archivio veneto", 1976, CVI 199-201, 199-201
A. DI LIETO, Ferdinando Forlati (1882-1975), in P. BRUGNOLI, A. SANDRINI, a cura di L'architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea, a cura di Verona, 1994, 438-441
Redazione e revisione:
Mion Ilaria, 2012, raccolta delle informazioni
Zacchilli Ilaria, 2013/09/09, prima redazione