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Garoglio Diego

Montafia (Asti) 1866 gen. 4 - Firenze 1933 nov. 21

Poeta
Insegnante: liceo
Politico

Intestazioni:
Garoglio, Diego, poeta, insegnante, politico, (Montafia 1866 - Firenze 1933), SIUSA

Nasce a Montafia, in provincia di Asti, nel gennaio 1866. Compiuti gli studi superiori si trasferisce a Firenze dove aveva ottenuto una borsa di studio alla Facoltà di lettere dell'Istituto di studi superiori. Nella città toscana si avvicina a Angiolo Orvieto, al quale rimarrà legato da una profonda amicizia, e ad altri giovani compagni con i quali aveva in comune una idea di letteratura e di arte lontane dal naturalismo scientifico e dai canoni del positivismo allora prevalente. Insieme a questo gruppo di amici è tra i promotori della rivista «Vita nuova» (1889-1891) su cui appaiono, saltuariamente, le sue prime poesie (come recensore e critico letterario aveva esordito con alcune note sul «Fanfulla della domenica»). Dopo la conclusione degli studi intraprende la carriera di insegnante, per seguire la quale viene spostato in varie città italiane prima di ottenere una sistemazione definitiva in scuole fiorentine. Come insegnante è stato capace di stabilire con i suoi allievi un rapporto di discepolato se non di amicizia: Giovanni Papini è stato uno dei suoi studenti più noti e il docente della scuola superiore di via San Gallo ha rappresentato, nell'apprendistato di vita dello scrittore fiorentino, un episodio tutt'altro che marginale. Contemporaneamente Garoglio continua a scrivere versi, la cui vena sgorga fin dall'inizio facile e prolifica, sintonizzata in particolare sull'ascolto intimista delle voci della vita familiare (temi che si ritrovano nella prima consistente raccolta, "Poesie 1888-1892", del 1892). La maggiore fonte di ispirazione di questa poesia è Elena Tenco, la giovane donna da poco sposata. Dopo la prematura morte della moglie, nel 1895, il centro della poesia di Garoglio si sposta di poco, nei territori del ricordo del tempo e dei luoghi vissuti a fianco della compagna (si veda la raccolta "Due anime: nuove poesie (1893-1895)", 1898). Nel 1896, insieme a Angiolo Orvieto, dà vita a «Il Marzocco», una nuova rivista al quale collabora sia come poeta che come critico e che ricoprirà un ruolo decisivo nella cultura italiana tra i due secoli, facendosi portavoce della riscossa di un'arte che si può riassumere nella formula di "estetismo". Nel 1898 sposa Amelia Foà, da questo matrimonio nasceranno tre figli. A una ispirazione poetica che potremmo definire privata (sotto la cui ala rientrano i poemetti di "Elena. Poema lirico (1893-1897)", del 1901, "Vigilia di nozze" del 1902, "La passeggiata del vecchio giudice" dedicato nel 1903 alla memoria del padre) se ne aggiunge intanto una politica e sociale (si vedano i "Canti sociali" del 1904) che si affianca alla militanza nel Partito socialista, tra le cui fila siederà nel consiglio comunale di Firenze per un decennio, dal 1904 al 1914, presentandosi anche in ripetute occasioni candidato (senza successo) alle elezioni politiche nazionali. Questi due filoni della sua poesia saranno in qualche modo sistematizzati dallo stesso Garoglio nei volumi "Sovra il bel fiume d'Arno. Liriche (1861-1912)" (1913) e "Umanità. Canti sociali (1892-1922)" (1922) che raccolgono, rispettivamente, la produzione di stampo lirico e quella politica, manifestandone tutte le debolezze: sentimentalismo prolisso, retorica declamatoria, insieme a un naturalismo bucolico-pascoliano. Nel 1903 appare "Versi d'amore e prose di romanzi. Saggi di critica contemporanea" che riprende il titolo della rubrica di critica letteraria da lui tenuta sul Marzocco. Dal 1905 al 1924 la sua collaborazione alla rivista fiorentina è molto scarsa, mentre si intensifica l'impegno politico. Nel 1915 si schiera con gli interventisti e abbandona il Partito socialista. Dal 1919 è a capo di un gruppo di socialisti nazionalisti e le sue posizioni politiche si avvicinano sempre più al fascismo fino ad accettare, nel 1924, la tessera del Partito nazionale fascista.
Nell'ultimo decennio della sua vita Garoglio si è impegnato nelle organizzazioni culturali fasciste e ha collaborato con il quotidiano «La Sera» di Milano, mentre l'attività poetica si è concentrata nella rievocazione intima di memorie, persone e luoghi, come testimoniano le ultime tre raccolte, tutte edite nel 1930: "Canti di Pietramala (1919-1930)", "La villa, il parco, il podere (1924-1929)", "Canti delle dolomiti (1925-1930)", a cui seguono nel 1933 tre opuscoli nuziali. Ha inoltre curato una preziosa edizione della "Vita" di Benvenuto Cellini (1924) e si è occupato di letteratura per l'infanzia (a tal proposito due sono i titoli che vanno citati: "Fior di vita: poesie e prose per le scuole popolari, professionali e medie inferiori", 1909 e "Paradiso delle rondini: fiabe", 1923). Si spenge a Firenze nel novembre 1933. Esce postumo nel 1936, a cura del comune di Casale "Il vecchio nido. Canti del Monferrato" che contiene composizioni dedicate alla sua famiglia e ai luoghi d'origine.


Complessi archivistici prodotti:
Garoglio Diego (collezione / raccolta)


Bibliografia:
"Diego Garoglio. Poeta, educatore, patriota", edito a cura di amici, artisti e letterati nel primo anniversario della morte, Firenze, stamperia F.lli Parenti, 1934.
Gianni Oliva, "I nobili spiriti. Pascoli, D'Annunzio e le riviste dell'estetismo fiorentino", Bergamo, Minerva italica, 1979, p. 89-97, 469-474.
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol. 52 (1999), p. 370-372, sub voce. (Dizionario biografico degli italiani)
"Diego Garoglio. Rime di Castelfranco", a cura di Enzo Dei e Silvia Malduri, Comune di Castelfranco-Piandiscò, collana «Minimalia» n° 1, 2016.

Redazione e revisione:
Capannelli Emilio, revisione
Desideri Fabio, 26 luglio 2016, integrazione successiva
Morotti Laura, 19 maggio 2009, prima redazione


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