Luogo: Alessandria, Lucca, Pescia (Pistoia)
sec. XIV -
Gambarini, conti palatini dal 1436 nella persona di Luchino e Lorenzo e i loro discendenti maschi, nobili lucchesi nel 1638 e iscritti nel nuovo libro d'oro come famiglia "patrizia ereditaria" col duca Carlo Lodovico di Borbone nella persona di Pietro.
Intestazioni:
Anzilotti Gambarini, Pescia (Pistoia), sec. XIX -, SIUSA
Gambarini, Alessandria, sec. XIV - 1776, SIUSA
La famiglia Gambarini, di origine piemontese, si trapiantò a Lucca nel XVI secolo e lì rimase fino al XIX. Un Guglielmo, insieme ad un Ogerio di Duilio, appare come fondatore in Alessandria di un Ospedale di S. Giacomo e avrebbe ottenuto da Jacopo da Pescia, maestro e rettore dell'Ospedale e Mansione di Sant'Jacopo in Altopascio, di poter eleggere il rettore di detto ospedale per sé e i propri eredi. Questo ospedale restò in vita fino al 1779 quando fu trasformato in ospedale psichiatrico. Un Luchino senior nel 1359 in Alessandria fu tra gli undici dottori che riformarono gli statuti della città, un Annione nel 1367 fu ucciso da una compagnia di ventura al soldo di Galeazzo Visconti, un Luchino junior, avvocato e patrono della cappella maggiore della chiesa di S. Maria in Alessandria, amabasciatore di Francesco Sforza nel 1450, nominato dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo cavaliere aurato nel 1431, conte palatino insieme al fratello Lorenzo, il 20 marzo 1436. Un Niccolao fu dottore in medicina a Pavia, Pietro Ludovico di Bernabove dottore in legge e vicario e giudice del Podestà di Lucca nel 1457. Questo Pietro sposò Elisabetta dei Guidiccioni e ottenne la cittadinanza lucchese il 5 settembre 1457 e da lui ebbe origine il ramo dei Gambarini di Lucca trasferitosi poi a Pescia e ivi rimasto fino all'8 novembre 1940; il ramo di Alessandria si era estinto nel 1776 con Gaetano. Da Pietro di Lodovico nasce Scipione, che sposò Lena di Pietro dal Portico, nella parrocchia di S. Piercigoli. Nella repubblica lucchese i Gambarini ricoprirono le prime cariche cittadine: furono gonfalonieri e anziani, ambasciatori e magistrati. Nel secolo XVII ebbero letterati ed ecclesiastici di rilievo, come Raffaello, monsignore e canonico di S. Martino, morto nel 1714. I Gambarini furono riconosciuti nobili nel libro d'oro della Repubblica nel 1628, confermati patrizi ereditari dal duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone con iscrizione nel nuovo libro nel 1826 in persona di Pietro che sposò Teresa Parenzi e in seconde nozze Clotilde Cecchi. Tra i figli di Pietro, Raffaello nel 1838 fu nominato ufficiale del corpo dei granatieri e ufficiale di ordinanza del duca Carlo Lodovico. Il 16 maggio 1838 ottenne per sé e la propria famiglia il trasferimento della commenda e del baliatico dell'ordine di S. Stefano, già della famiglia Forti di Pescia da cui discendenva sua moglie Maria Anna, figlia di una Sismondi, sorella del vescovo Pietro e del giurista Francesco. A Pescia nacque Antonio, che resse i maggiori uffici locali e che morì nel 1923. I figli maschi di Antonio non ebbero discendenza: eredi di tutte le sostanze furono le famiglie Anzilotti, Marini e Di Grazia, questi ultimi provenienti dalla nobiltà lucchese. In tempi recenti, a seguito del matrimonio di Assunta di Antonio Gambarini con Giuseppe di Giuliano Anzilotti, originario di Pescia, la famiglia ha assunto il doppio cognome «Anzilotti Gambarini».
Complessi archivistici prodotti:
Anzilotti Gambarini, famiglia (fondo)
Fonti:
ASFi, Ceramelli Papiani, n. 5002
ASFi, Ceramelli Papiani, n. 5675
Bibliografia:
Cecchi M., Coturri E., Pescia ed il suo territorio nella storia dell'arte e nelle famiglie, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1961, 246-249
Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare italiana", vol. I-VI, 1-2 (appendici), Milano 1928-1956, 350-352, vol. III
Redazione e revisione:
Bettio Elisabetta, 2005/10/03, prima redazione
Biagioli Beatrice, 2011/11/24, revisione