Sede: Via dei Pucci, 6
Date di esistenza: 1948 -
Intestazioni:
Emilio Pucci spa, Firenze, 1948 -, SIUSA
Altre denominazioni:
Associazione non riconosciuta Fondazione archivio Emilio Pucci
Emilio (1914-1992). Stilista italiano. Ha inventato un vero e proprio stile, distinguendosi per i suoi tessuti stampati dalle fantasie prima stilizzate, poi geometriche, per le incredibili tinte mai prima abbinate con tanta azzardata libertà e pensate per abiti dinamici, visti in movimento. Nato a Napoli, di origini russe da parte di padre, il marchese Emilio Pucci di Barsento, dopo aver studiato Scienze sociali ad Athens in Georgia e a Portland in Oregon, nel 1938 si arruola come ufficiale nell'aviazione italiana. Dopo aver conseguito nel '41 la laurea in Scienze politiche a Firenze, si distinguerà per coraggio durante il secondo conflitto mondiale. Il suo approccio alla moda avviene in modo del tutto casuale nel 1947 sulle nevi di Zermatt, dove era solito allenarsi con la squadra olimpionica di cui faceva parte. Toni Frissel, nota fotografa di Harper's Bazaar, lo immortala insieme a un'amica per la quale aveva improvvisato un corredo da sci. Il successo è immediato e un anno dopo, nel dicembre del '48, viene pubblicata sulla stessa rivista la sua prima collezione sportiva. I suoi modelli sono subito acquistati dal department store Lord and Taylor e commercializzati negli Stati Uniti con l'etichetta "Emilio". La stampa e il mercato americani riservano una grande accoglienza ai vestiti pratici e comodi di Pucci. Nel '49 a Capri, debutta anche con una collezione mare, impostata sui toni del bianco e del nero e realizzata con seta stampata della Guido Ravasi di Como. Il successo è tale che, nel '50, decide di aprire una boutique alla Canzone del Mare di Marina Piccola. I suoi modelli venivano tagliati e confezionati nel palazzo di famiglia a Firenze, dove aveva cercato di approntare un piccolo laboratorio artigianale, per far fronte alle incalzanti richieste. Nel '51 prende parte alla prima sfilata di moda italiana organizzata da Giovanni Battista Giorgini a Villa Torrigiani in via dei Serragli a Firenze, alla presenza dei più importanti buyer americani. Da quel debutto sarà sempre presente al fashion show fiorentino sino al '67, anno in cui preferirà continuare a sfilare nella propria sede di via dei Pucci. Nel '53, la sua tavolozza di colori si fa più audace: camicie, pantaloni, foulard, abiti in jersey di seta o in fibre sintetiche diventano i leitmotiv della produzione boutique, novità assoluta nel panorama internazionale, tanto da procurargli nel '54 l'Oscar della Moda dalla Neiman Marcus come migliore creatore dell'anno. Celebri diverranno la sua collezione Siciliana del '56, quella ispirata al Palio di Siena del '57 e quella dedicata a Botticelli del '59. Sin dall'inizio della sua attività mostra interesse per la sperimentazione sui materiali: nel '53, con la Legler, produce velluti artificiali e sintetici per pantaloni sportivi e, nello stesso anno, in alleanza con il Cotonificio Valle Susa presenta il wally pliss stampato. Nel '54 diviene celebre un nuovo jersey in organzino di seta finissimo realizzato dalla Mabu di Solbiate e dalla Boselli di Como per la confezione di capi ingualcibili e dal minimo ingombro, ideali per la donna moderna. Nel '60 brevetta un particolare tessuto elastico chiamato emilioform composto da helanca e shantung di seta, comodo e leggero. Sono di questo tessuto i suoi pantaloni Viva con passanti sotto al piede e le sue note Capsule di eco spaziale. Sotto un'influenza sempre più spiccata per l'Oriente, nel '62, propone la prima collezione di alta moda, distinta dalla preziosità dei materiali e dalle lavorazioni di ricamo in cristalli Swarovski, applicati a mano per modelli che ricordavano i pigiama palazzo allora tanto in voga. È del '66 il suo primo profumo Vivara, seguito da Miss Zadig ('74) e da Pucci ('77), mentre è del '68 la decisione di lanciarsi anche nella moda maschile firmando un accordo con Ermenegildo Zegna. Inventore del total look ante litteram, Pucci ha firmato licenze per accessori e oggetti di ogni genere: dalla lingerie per la Formit alla porcellana con Rosenthal, dai tappeti per la Dandolo Argentina alle penne per la Parker, giungendo a disegnare nel '71 persino l'emblema della missione spaziale Apollo 15 per la Nasa. I suoi mercati di vendita sono in ben 51 paesi. Dagli anni '80, lo ha affiancato nell'attività creativa la figlia Laudomia, che, dalla scomparsa del padre, dirige l'azienda. Dopo la sua scomparsa nel 1992, il design degli abiti passò alla figlia Laudomia Pucci. Nel 2000 il gruppo francese LVMH (Louis Vuitton), acquistò i diritti sul logo Emilio Pucci e sulle creazioni storiche rilanciando la griffe nel mercato internazionale. Il legame con il passato si manifesta con la valorizzazione del catalogo storico e la rivisitazione di modelli e motivi. Tra gli stilisti che vi hanno operato vi sono Stephan Janson, Julio Espada e Christian Lacroix, mentre dal 2006 a Lacroix è subentrato il designer inglese Matthew Williamson. e dal 2008 Peter Dundas. Laudomia oggi si occupa dell'immagine complessiva della maison, che conta diciotto boutique in località esclusive nel mondo e il cui fatturato viene realizzato al 60% tra Italia e Stati Uniti.
Complessi archivistici prodotti:
Fondazione archivio Emilio Pucci (fondo)
Galleria del costume di Palazzo Pitti. Abiti e accessori (fondo)