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Comune di Palermo

fondo

Estremi cronologici: 1295 - 1957

Consistenza: Unità 16847: regg. 2716, bb. 5008, voll. 7251, mazzi 1787, pergamene 57, cc. 20, fascc. 8

Storia archivistica: Si ha notizia della documentazione comunale dai primi del Trecento. Allora, secondo l'uso del tempo, il Comune di Palermo conservava la sua documentazione più importante (in primo luogo, i suoi Privilegi, ma anche Diplomi e Deliberazioni) all'interno di chiese e monasteri, per meglio tutelarla, sottraendola ad eventuali manomissioni o distruzioni. Tra gli atti più antichi che si conservano nell'Archivio è una lettera, datata 23 giugno 1312, nella quale il Pretore, i Giudici e i Giurati dell'Università danno mandato al Tesoriere, Pietro de Cisario, di pagare quattro tarì d'oro all'Abbadessa del Monastero del Salvatore di Palermo come compenso per la conservazione in quel sacro luogo dei Privilegi cittadini. Ma già nel 1320 sembra che questi fossero stati trasferiti, per ordine del re Federico III d'Aragona, all'interno del Palazzo Municipale. Un provvedimento del Pretore, Giudici e Giurati di quell'anno ne dispone la conservazione in una cassa a tre chiavi, nelle casa del Comune, insieme al sigillo della Città. Le tre chiavi, per disposizione regia, dovevano essere tenute rispettivamente dal Pretore, da un Giudice e da un Giurato.
Tale regola fu confermata e precisata dallo stesso re Federico coi capitoli del 3 novembre 1330 sull'Ufficio dei Giurati. In seguito a petizione della stessa città, il monarca dispose che i privilegi dovessero custodirsi all'interno di un'arca nel Tesoro o Archivio cittadino. La cassa doveva essere assicurata con quattro chiavi, da affidarsi una al Pretore, una al giudice "legista" (esperto di diritto), la terza al senatore Priolo (o Priore, carica ricoperta a turno per due mesi da ciascuno dei sei Senatori), e la quarta, infine, ad un cittadino "bene opinato". A turno i Senatori, all'occorrenza, potevano fare le veci del Pretore.
La cassa poteva aprirsi solo con la loro contemporanea presenza.
Non sembra tuttavia che le disposizioni del 1320 e 1330 siano state scrupolosamente osservate, se da vari documenti abbiamo notizia di altre sedi individuate per la conservazione della più importante documentazione cittadina: parecchi anni dopo ritroviamo i privilegi ancora nel monastero del Salvatore, poi nella Cattedrale, poi nel Tesoro del Banco; finchè sembrano trovare sistemazione definitiva nella nicchia posta sotto la statua dell'Immacolata nella sala delle riunioni del Senato (Sala gialla) nel Palazzo di Città. Qui rimasero fino al 1866, quando, in seguito alla rivolta popolare detta del "Sette e mezzo", furono dati alle fiamme sulla pubblica piazza, proprio davanti il Palazzo civico.
Solo una settantina si salvarono, i quali, sigillati in una cassetta di mogano furono consegnati all'Archivio storico nel 1868 e qui ancora si trovano, nel Tabulario.
Questa la storia archivistica dei privilegi, sempre ritenuti, per la loro importanza, meritevoli di custodia particolare. Per ciò che riguarda tutta l'altra imponente documentazione che costituisce il resto dell'Archivio, le vicende conservative sono state differenti.
I volumi del Maestro Notaro e quelli della Curia di Baiulazione o Corte pretoriana furono sempre conservati nella Casa di Città, sotto la vigilanza del capo del governo cittadino. Quando, nel 1463, fu edificato l'attuale Palazzo civico, la stanza destinata ad archivio fu un ampio vano al pianterreno, sul cui architrave fu incisa l'iscrizione, ancor oggi leggibile a ricordo dell'antica destinazione del luogo: "Acta sancte scribenda sunt et fideliter conservanda".
Questo fu considerato l'Archivio centrale del comune fino al 1866, quando furono acquisiti dall'Amministrazione comunale i locali dell'ex convento di San Nicolò da Tolentino per concentrarvi la documentazione sparsa in vari luoghi.
Infatti, le carte dei vari uffici, la cui mole si era enormemente accresciuta nel corso degli anni, e che pertanto non avevano trovato posto in quella stanza, erano state conservate, o altrove nello stesso Palazzo o in luoghi diversi: nel convento di San Domenico i libri del Banco comunale; in un magazzino del vicolo Paternò gli antichi registri del Maestro Razionale e della Colonna annonaria; nell'edificio di fronte al monastero di S. Caterina si trovavano i volumi della Deputazione di Nuove Gabelle; e molti altri stavano ammassati in un magazzino alla Kalsa.
Evidentemente, si trattava di una dispersione che minacciava l'integrità delle carte.
E così, nel 1865, mentre era sindaco Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, si pose il problema del reperimento di un luogo idoneo, sia per ampiezza, sia per la vicinanza al palazzo di Città, a contenere tutte le antiche carte del Comune. Per la rispondenza a queste caratteristiche, fu individuato l'ex convento di San Nicolò da Tolentino, del quale il Sindaco chiese al governo, e ottenne, l'occupazione temporanea. Quindi, approvata la legge 7 luglio 1866, n. 3096, il convento fu inserito fra i locali delle soppresse corporazioni religiose di cui il Comune, in forza di tale legge, poteva ottenere la concessione.
In seguito a concorso, divenne Direttore dell'Archivio Generale il giovanissimo (appena ventunenne) Fedele Pollaci Nuccio, esperto in diplomatica greca e latina, archivista e paleografo di valore.
A lui si deve il primo e fondamentale ordinamento delle carte comunali. A questo incarico, affidatogli dal Sindaco, attese con solerzia fin dalla sua nomina a Direttore (1865). Nel 1872 espone i risultati del lavoro in una lunga e dettagliata relazione al Sindaco di Palermo, dal titolo Dell'Archivio Comunale, suo stato, suo ordinamento, che venne data alle stampe.
Egli distinse all'interno dell'enorme mole di documentazione (i frammenti più antichi risalgono alla fine del Duecento. I registri, con continuità, iniziano dal Trecento), due grandi sezioni: l'Ufficio diplomatico e l'Ufficio amministrativo. I criteri di tale suddivisione sono chiariti dallo stesso Pollaci: "Abbiamo compreso nel primo (Ufficio diplomatico) quegli archivi che contengono i documenti relativi all'esercizio dei poteri che il Senato di Palermo possedette fin dai tempi più remoti; comprendemmo nel secondo (Ufficio amministrativo) quelli attinenti all'amministrazione diretta del patrimonio della città o dei cittadini". Anche se - precisa- "l'Ufficio amministrativo è collegato strettamente per natura col diplomatico, del quale può a diritto considerarsi come il compimento e l'effettuazione". La documentazione relativa all'Ufficio Diplomatico è ordinata, ad esclusione delle serie Corrispondenza e Segreteria generale.
L' Ufficio Amministrativo risulta ordinato solo in parte, ma deve comunque essere ancora oggetto di una accurata ricognizione.


Descrizione: Il fondo è stato suddiviso in due sezioni: "Ufficio diplomatico" e Ufficio amministrativo".
Tra la documentazione di particolare interesse storico si segnalano: il "Tabulario", con pergamene e carte pregiate risalenti al XIV secolo; le serie "Atti, Bandi, Proviste", che documentano la gestione del governo cittadino dal 1311, "Atti della Regia Giunta (1770-1777), Prestami (1323-1759), Insinua di donazioni (1513-1819), " Numerazione di anime (1480-1607), Insinua di soggiogazioni" (1582-1819), Tonnare di Vergine Maria, Arenella, Mondello (1584-1835), Atti del Consiglio comunale (1816-1958), Atti della Giunta comunale (1863-1958)" nonchè la documentazione relativa agli "Edifici comunali", fondamentale per seguire le vicende storico-architettoniche della città di Palermo.
Si segnala che nell'inventario "Sancta Sanctorum" è descritta la documentazione della "Corte pretoriana" di Palermo che è stata estrapolata e descritta come fondo a sé.

Strumenti di ricerca:
Inventario - Archivio storico comunale di Palermo - Tonnare di Vergine Maria, Arenella, Mondello
Archivio Storico del Comune di Palermo - Lavori pubblici (secoli XIX - XX)
Inventario - Archivio storico comunale di Palermo - Lavori pubblici
Inventario - Archivio storico comunale di Palermo - Lavori pubblici - Illuminazione
Elenco di consistenza - Archivio storico comunale di Palermo - Minute del Senato
Elenco di consistenza - Archivio storico comunale di Palermo - Atti del Consiglio e della Giunta comunale
Inventario - Archivio storico comunale di Palermo - Polizia Urbana
Inventario Sancta Sanctorum
Elenco di consistenza - Archivio storico comunale di Palermo - Insinua
Archivio Storico Comunale di Palermo - Consiglio edilizio (secolo XIX)
Il tabulario dell'Archivio storico di Palermo, sec. XIV-XIX
Archivio Storico del Comune di Palermo - Fondo Finanza (XIX-XX)
Inventario - Archivio storico comunale di Palermo - Patrimonio della città
Elenco di consistenza - Archivio storico comunale di Palermo - Volumi di Cautele
Elenco di consistenza - Archivio storico comunale di Palermo - Contabilità - Cautele di Contabilità e Mandati
Inventario Sala Diplomatica
Archivio Comunale di Palermo - Amministrazione e contabilità della città di Palermo (secoli XVI - XIX)

Strumenti di ricerca interni al fondo: Indice di Atti (1560-1823), regg. 10, Indice di Atti, Bandi, Proviste (1411-1560), regg. 2, Indice di Bandi (1475-1480), reg. 1 Giuliana di Atti (1748-1819), regg. 3, Giuliana di Proviste (1639-1664), reg. 1, Indice dei consigli civici (1448-1792), reg. 1, Indice delle deliberazioni del Decurionato (1793-1860), regg. 2, Indice delle deliberazioni ed appuntamenti del Decurionato(1842), reg. 1, Indice cronologico delle deliberazioni del Senato (1827-1860), reg. 1, "Giuliana dei conti correnti" (1878; 1886), "Prontuario" dell'Ufficio Illuminazione (1920-1922; 1923-1925), pandette (1907-1946), indice dei verbali di contravvenzioni (1914).

La documentazione è stata prodotta da:
Comune di Palermo

La documentazione è conservata da:
Comune di Palermo


Bibliografia:
Il tabulario dell'Archivio storico comunale di Palermo, secc. XIV-XIX, Itinerari della memoria 5, a cura di E. Calandra, Palermo, 2003.
F. POLLACI NUCCIO, Dello Archivio comunale, suo stato, suo ordinamento, Palermo, 1872
P. GULOTTA, Il Palazzo delle Aquile. Origine e vicende del palazzo comunale di Palermo, Palermo, 1980
A. BAVIERA ALBANESE, Diritto pubblico e istituzioni amministrative in Sicilia, Roma, 1981
M. DEVIO, Felicis et fidelissime urbis panormitanae selecta aliquot privilegia, Panormi, MDCCVI

Redazione e revisione:
Bellomo Caterina - direzione lavori Romano, 2009/05/12, integrazione successiva
Calandra Eliana, 2008
Giuliano Rosanna, 2014, revisione
Greco Agata Laura - direzione lavori Romano
Messina Silvia - direzione lavori Romano, 2010/06/24, revisione
Messina Silvia - direzione lavori Romano, 2011, integrazione successiva


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