Date di esistenza: 1917 - 1946
Intestazioni:
Società Porto industriale di Porto Marghera, Venezia, 1917 - 1946, SIUSA
Altre denominazioni:
Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel porto di Venezia, 1917/02/00 - 1917/06/12
La Società Porto industriale venne costituita a Venezia il 12 giugno del 1917. La sua istituzione fu preceduta dalla creazione, avvenuta qualche mese prima (febbraio 1917), del «Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel porto di Venezia», sorto per iniziativa di un emergente gruppo capitalistico veneziano accomunato da interessi finanziari in plurime attività e società operanti su scala nazionale ed internazionale. Tale Sindacato, presieduto da Giuseppe Volpi, era costituito, oltre che da privati appartenenti a vari gruppi industriali e bancari, da numerose imprese attive in diversi settori: elettrico (Società Adriatica di elettricità Sade e Cellina), ferroviario e marittimo (Società veneta di navigazione a vapore e la Società veneta di costruzione ed esercizio di ferrovie secondarie), siderurgico, meccanico e di costruzioni. Obiettivo principale del Sindacato era, oltre a quello di creare un moderno porto commerciale in laguna, anche quello di costruire a ridosso di tale porto una vasta area industriale per attirarvi il maggior numero di imprese.
Il Sindacato affidò all'ingegnere Coen Cagli l'incarico di progettare il nuovo porto di Venezia in terraferma, con funzioni sia commerciali che industriali e produttive.
Trasformatosi in Società porto industriale di Venezia, l'ente ottenne il totale appoggio governativo con un abile gioco di mediazioni ed intrecci politico-imprenditoriali e con la commistione di interessi privati e pubblici. In breve tempo venne firmata e resa esecutiva la convenzione tra lo Stato, il Comune di Venezia e la Società porto industriale per la costruzione del nuovo porto industriale (decreto luogotenenziale 26 luglio 1917, n. 1191).
Alla Società porto industriale fu affidata la gestione delle aree, ossia la loro acquisizione (con i relativi espropri) e la loro rivendita alle industrie richiedenti, in accordo con il Comune. Le aziende assegnatarie avrebbero dovuto realizzare gli impianti e tutte le opere per la movimentazione delle materie prime e dei prodotti (banchine, ormeggi, gru).
Il governò attribuì alla Società Porto industriale la costruzione delle opere che comprendevano il completamento e l'approfondimento del canale di navigazione tra Giudecca e Bottenighi, lo scavo di un canale industriale prospiciente le banchine e di una darsena da connettere al cantiere navale, l'apertura di un bacino per lo scarico delle merci povere, la realizzazione delle strade di accesso e dei raccordi con la stazione di Mestre. Nella convenzione la Società porto industriale ottenne il diritto al rimborso delle spese sostenute, la gestione dei servizi portuali e inoltre l'incarico di procedere direttamente agli espropri e alla concessione dei terreni alle imprese.
La convenzione tra lo Stato, il Comune e la Società Porto industriale cessò nel 1946, allorchè si rese necessario un nuovo sistema di gestione e assegnazione delle aree industriali, che portò nel dicembre 1958 alla istituzione del "Consorzio per lo sviluppo del Porto e della zona industriale di Marghera", composto dalla Camera di Commercio Industria e Agricoltura, il Comune, la Provincia e il Provveditorato al Porto. Il settore di attività legato alla logistica fu invece affidato alla Società Raccordi ferroviari.
Trasformatosi in Società porto industriale di Venezia, l'ente ottenne il totale appoggio governativo con un abile gioco di mediazioni ed intrecci politico-imprenditoriali e con la commistione di interessi privati e pubblici. In breve tempo venne firmata e resa esecutiva la convenzione tra lo Stato, il Comune di Venezia e la Società porto industriale per la costruzione del nuovo porto industriale (decreto luogotenenziale 26 luglio 1917, n. 1191).
Alla Società porto industriale fu affidata la gestione delle aree, ossia la loro acquisizione (con i relativi espropri) e la loro rivendita alle industrie richiedenti, in accordo con il Comune. Le aziende assegnatarie avrebbero dovuto realizzare gli impianti e tutte le opere per la movimentazione delle materie prime e dei prodotti (banchine, ormeggi, gru).
Il governò attribuì alla Società Porto industriale la costruzione delle opere che comprendevano il completamento e l'approfondimento del canale di navigazione tra Giudecca e Bottenighi, lo scavo di un canale industriale prospiciente le banchine e di una darsena da connettere al cantiere navale, l'apertura di un bacino per lo scarico delle merci povere, la realizzazione delle strade di accesso e dei raccordi con la stazione di Mestre. Nella convenzione la Società porto industriale ottenne il diritto al rimborso delle spese sostenute, la gestione dei servizi portuali e inoltre l'incarico di procedere direttamente agli espropri e alla concessione dei terreni alle imprese.
La convenzione tra lo Stato, il Comune e la Società Porto industriale cessò nel 1946, allorchè si rese necessario un nuovo sistema di gestione e assegnazione delle aree industriali, che portò nel dicembre 1958 alla istituzione del "Consorzio per lo sviluppo del Porto e della zona industriale di Marghera", composto dalla Camera di Commercio Industria e Agricoltura, il Comune, la Provincia e il Provveditorato al Porto. Il settore di attività legato alla logistica fu invece affidato alla Società Raccordi ferroviari.
Condizione giuridica:
privato
Tipologia del soggetto produttore:
ente economico/impresa
Complessi archivistici prodotti:
Società Porto industriale di Porto Marghera (fondo)
Bibliografia:
M. REBERSCHAK, Gli uomini capitali: il gruppo veneziano (Volpi, Cini e gli altri) in M. ISNENGHI M., S.J. WOOLF (a cura di), Storia di Venezia: L' Ottocento e il Novecento, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana 2002, vol. 3, pp. 1255-1310.
La Sade di Giuseppe Volpi e la "Nuova Venezia Industriale" e la Sade l'industria chimica e metallurgica tra crisi e autarchia, in L. DE ROSA, G. GALASSO (a cura di) Storia
dell'industria elettrica in Italia, Roma Bari, Laterza, 1993, vol. 2, pp. 317-346 e vol. 3, pp. 751-780.
F. PORCHIA, Porto Marghera tra pubblico e privato, in «Patrimonio Industriale», 8 (2011), pp. 22-29.
Redazione e revisione:
Pozzan Annamaria, 2014/08/13, prima redazione